Ecco una lettera di risposta di Mussi al Messaggero sulla triste questione “sanatoria occulta”.
mussicontrostabilizzazione.pdf
Dice una cosa molto opinabile ovvero che l’articolo 146, comma 7 lettera b e comma 8, per come è stato votato al Senato, non riguarda i ricercatori precari.
Mussi però propone un emendamento (della Commissione Bilancio) che vuole eliminare del tutto la possibilità che la cosa sia applicabile ai precari della ricerca universitaria, come richiesto a gran voce dalla CRUI.
La contraddizione è notata dal direttore del Messaggero (e dai precari).
Mussi ora ci spiegherà che la cosa è per il nostro bene, così non ci illudiamo?
Poi dice che non ci sarebbe copertura economica…ma nessuna delle stabilizzazioni in finanziaria ha copertura economica!!!!!
Basterebbe, come promesso dal ministro, favorire il prepensionamento dei professori 75enni fuori ruolo.
Quindi il ministro di sinistra si oppone ad una politica contro il precariato e, contemporaneamente, non fa nulla di significativo per opporsi al “lavoro nero” dentro le Università.
Probabilmente Mussi ha completamente dimenticato cosa significa difendere il lavoro senza tutele e allo stesso modo rischiano di fare i “compagni” della commissione Bilancio.
Per scrivere all’onorevole Mussi garbate lettere di protesta (ufficio.stampa@miur.it)
Ecco cosa ho scritto all’ufficio stampa di Mussi (ufficio.stampa@miur.it):
Caro Onorevole Mussi,
Lei oggi ha scritto al Messaggero e ha sostenuto una cosa assai opinabile dal punto di vista della giustizia amministrativa ovvero che l’articolo 146 della Finaziaria 2008, per come è uscito dal Senato, si applicherebbe solo al personale contrattualizzato delle Università e ciò escluderebbe i ricercatori precari.
Forse Lei è rimasto all’anno scorso quando effettivamente il 519 si applicava solo al personale contrattualizzato delle università escludendo quindi i ricercatori precari.
Lei scrive che ha già fatto in modo che un emendamento presentato nella commissione bilancio chiarisca definitivamente che i ricercatori precari non potranno usufruire delle stabilizzazioni.
La ringrazio a nome di tutti i ricercatori precari, ci chiarisce così la sua politica neii nostri confronti.
Perché poi fare un tale emendamento se già così come è scritto l’articolo 146, comma 7, lettera B non si applica ai ricercatori precari? Lo fa per il nostro bene o per la CRUI?
Poi un ministro di ‘sinistra’ informa che non ci sarebbe copertura economica.
Mi spieghi una cosa: Ma per le altre stabilizzazioni c’è copertura?
Potrebbe facilmente trovare copertura mandando definitivamente a riposo i professori fuori ruolo!
Rattrista molto quanto sta avvenendo.
Potrà trovare i commenti dei precari su quanto accade sul blog: http://www.ricercatoriprecari.wordpress.com
In attesa di un suo riscontro Le porgo i miei saluti
Mai più voti a questa “sinistra” sinistra!
C’è un aspetto (quello della sanatoria occulta) che purtroppo è vero e verrà usato come piede di porco per negare quello che è ormai riconosciuto come un sacrosanto diritto nelle altre amministrazioni pubbliche.
Che tristezza.
Silvio, potresti inviarmi l’elenco dei gazebo?
Perché una “sanatoria occulta”!
L’articolo 146 parla di stabilizzazione fermorestando concorsi o procedure selettive.
Il fatto è che Mussi si è stranamente opposto quando i maggiori suoi nemici finora sono stati i Rettori!
Averebbero potuto fare di tutto, magari fare delle stabilizzazioni sui Curricula e invece non vogliono far nulla
e noi come pagheremo il condominio, l’affitto ecc… quando questi miseri contratti da cococo della ricerca universitaria saranno scaduti?
Mai più voterò per Mussi & Co.
Che delusione questa sinistra.
Anch’io ho scritto la lettera di Leo a ufficio.stampa@miur.it
Aridatece la Moratti!
Temo che finiremo becchi e bastonati: becchi perchè privi del tante volte promesso reclutamento straordinario; bastonati perchè esclusi dalle stabilizzazioni del pubblico impiego.
Spero di essere eccessivamente pessimista.
Lettera a Mussi, ecco la mia lettera a Mussi,
magari prendete spunto per le vostre. Saluti.
Spettabile ministro Mussi,
ho letto con estremo stupore le sue dichiarazioni sul Messaggero volte a
sottolineare che la stabilizzazione dei co.co.co sia preclusa agli
assegnisti di ricerca dell’universita’. Come lei ben sapra’ e come mi
sembrava di aver capito dalle sue precedenti dichiarazioni pubbliche,
l’istituto dell’assegno di ricerca non costituisce una collaborazione
temporanea di un giovane ricercatore ad un determinato progetto di ricerca,
ma e’ di fatto il modo per arruolare manodopera da parte delle
universita’ in un periodo in cui il blocco delle assunzioni ha determinato
l’impossibilita’ di dare una risposta adeguata alle esigenze delle
universita’. Gli assegnisti di ricerca, infatti, dalla didattica
all’attivita’ di ricerca vera e propria, svolgono lavori del tutto
equivalenti al personale ricercatore. L’abuso da parte delle universita’
di questa forma di contratto ha portato la nostra universita’ ad avere un
numero dei precari della ricerca almeno pari al numero dei ricercatori.
Numero che non si giustifica con la partecipazione a progetti saltuari.
Come i concorsi universitari per ricercatore,
anche l’assegno di ricerca viene bandito nei medesimi modi (necessita’
di assicurare un lavoro in un determinato settore ad un giovane o meno
giovane aspirante alla carriera universitaria, con conseguente potenziamento
del gruppo di ricerca in quel settore) per poi cambiare progetto alla sua
scadenza.
D’altro canto, a seguito dello sblocco delle assunzioni, le universita’
nella loro autonomia, hanno deciso di perpetuare il mal costume,
da lei stesso denunciato, di preferire gli avanzamenti di carriera
all’assunzione di nuovi ricercatori. Tale logica e’ piu’ che comprensibile
visto che il lavoro di ricerca, e spesso anche il carico didattico, e’
demandato ad un esercito di precari, laddove logiche corporative determinano
invece la gestione del budget ai fini degli avanzamenti di carriera.
Da questo punto di vista l’Universita’ si sta comportando come la peggiore
delle aziende. Assumendo manodopera precaria, e devolvendo i fondi
(pubblici!!!) alla costruzione di “dirigenze” aumentando ancora una volta lo
spread tra “dirigenza” e “lavoratore”. A questa situazione aberrante
sembrava che questo governo a noi amico, e in particolar modo l’ala sinistra
di questo governo che lei ha piu’ volte rappresentato, volesse porre rimedio
avviando un processo di stabilizzazione che, richiedendo comunque il
superamento di una prova selettiva e quindi ben lungi dall’essere un’
ope-legis, permettesse finalmente di curare la precarieta’ all’interno
dell’universita’. Nelle sue ultime dichiarazioni lei sembra invece unirsi al
coro dei rettori, eletti non dai precari ma da chi ha interesse ad un
avanzamento di carriera, che dichiarano che la precarieta’ nell’universita’
non e’ un problema. Sotto l'”autonomia” si nasconde la volonta’ di
continuare un processo di assunzione completamente arbitrario
che di fatto non tiene conto ne’ di meriti scientifici, ne’ di esperienza
nel settore della ricerca ne’ di bravura del candidato, ma semplicemente
dello stare al posto giusto al momento giusto con il barone giusto o peggio
di essere figlio di questo o di quell’altro.
Come infatti lei sa il 99% dei concorsi sono vinti dai candidati interni e a
volte privi di esperienza di ricerca laddove candidati con grande produzione
scientifica e internazionalmente riconosciuti, tanto da arrivare primi nelle
competizioni internazionali, sono scartati sulla base di prove scritte da
esamini universitari, che consentono di dare pieno arbitrio alla commissione
opportunamente preselezionata.
Mi piacerebe sapre, caro ministro, perche’ lei ha cambiato opinione, a tal
punto da voler esplicitare in un emendamento alla finanziaria l’esclusione
dei precari della ricerca dal processo di stabilizzazione. Per quanto
riguarda la copertura, lei sa benissimo che rispetto al bilancio dello stato
l’aggravio finanziario sarebbe ridicolo.
Inoltre la stragrande maggioranza degli assegni, quando non finanziati dalle
stesse universita’, sono cofinanziati da progetti dello stesso MIUR.
distinti saluti
Siamo linkati dal gruppo tutelare i lavori composo da deputati e politici del PD
http://www.tutelareilavori.it/
non tutto è perduto!
Questi della Sinistra Democratica si che sono democratici!!!
Ecco la mia ricevuta di ritorno:
Your message
To: Ufficio Stampa M.I.U.R
Subject: Mai piu’ voti a questa sinistra!
Sent: Mon, 3 Dec 2007 13:14:36 +0100
was deleted without being read on Mon, 3 Dec 2007 13:20:59 +0100
Ho scritto al SIG. MINISTRO, seguendo quello che mi dettava la mia coscenza, ovvero:
La prego Sig. Ministro di darci un segnale, solo uno che ci possa confermare la sua battaglia quotidiana perchè
il nostro lavoro di PRECARI venga finalmente riconosciuto e giustamente collocato.
Lo chiedo questo perchè dopo 10 anni di precariato all’Università (2 a gratis) forse sarebbe opportuno che qualcuno si
decidesse (magari lei) a cambiare qualcosa…..lei come me crede nelle rivoluzioni democratiche, ma le faccia veramente, si
metta pure contro la casta, rischi anche il posto, ma faccia qualcosa, ci renderebbe orgogliosi di averla votata!!
Buon lavoro….io nel frattempo continuo a lavorare per 1200 euro al mese, ad avere 40 anni con la certezza che se
qualche accademico non ne avrà voglia, il 1 gennaio 2008 (quello dopo le feste di Natale!!) forse non mi rinnovano l’assegno.
Grazie ancora
Comunicato stampa dei Romani (ANSA)
Assegnisti e Ricercatori Precari della Sapienza: comunicato stampa
Settori della maggioranza su pressioni della Conferenza dei Rettori manovrano per impedire la stabilizzazione dei precari dell’università.
L’articolo 146 del testo della legge Finanziaria uscito dal Senato prevede la regolarizzazione dei lavoratori precari delle Pubbliche Amministrazioni con almeno 3 anni di servizio (art. 146). Un quarto di questi i lavoratori sono impiegati nel sistema universitario. La finanziaria inoltre prevede una limitazione delle forme contrattuali più precarizzanti anche da parte dell’università (art. 145).
La critiche della CRUI
L’Assemblea della CRUI, nella seduta del 22 novembre 2007, presa visione del ddl Finanziaria 2008 approvato dal Senato il 15 novembre 2007 con riferimento al nuovo dettato degli art. 145 in materia di “contenimento degli incarichi, del lavoro flessibile e straordinario nelle Pubbliche Amministrazioni” e dell’art. 146 in materia di “assunzioni di personale, misure concernenti la riorganizzazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze”, ritiene che entrambi gli articoli presentino gravi profili di illegittimità nel momento in cui ledono l’autonomia universitaria.
Le critiche della CRUI ci sembrano infondate e pretestuose: si chiede di escludere le università dalle stabilizzazioni perché i precari sarebbero stati selezionati per esigenze che si esauriscono nell’ambito di un singolo progetto di ricerca, dimenticando che tali progetti hanno durata biennale, mentre moltissimi precari hanno oltre 5 anni di servizio e l’articolo 146 richiede una anzianità di almeno 3 anni. Evidentemente l’esaurimento nel singolo progetto di ricerca è solo la foglia di fico dietro la quale viene nascosto un precariato perenne e strutturale.
I rettori si appellano inoltre all’autonomia universitaria “costituzionalmente garantita”, scordando che la costituzione prevede che tale autonomia si eserciti “nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato”. La sensazione è che la conferenza dei rettori interpreti l’autonomia universitaria in maniera quanto meno elastica, ritenendo che gli atenei siano sufficientemente non autonomi da poter stipulare contratti flessibili in forme non consentite nel settore privato, e al tempo stesso sufficientemente autonomi da pretendere di chiamarsi fuori dal processo di superamento del precariato nei rapporti di lavoro pubblici. Il cuore del problema è che i contratti precari stipulati dalle università non garantiscono molti dei diritti fondamentali riconosciuti ai lavoratori italiani.
Per questi motivi i sindacati confederali ed i precari hanno avanzato la richiesta di un intervento legislativo su queste forme contrattuali. Tale richiesta è stata parzialmente accolta dall’attuale testo della legge finanziaria che impedirebbe alle università di continuare a stipulare contratti talmente irrispettosi dei diritti del lavoro da non essere consentiti neppure alle imprese private.
Il mito della Sanatoria Occulta e della Ope Legis
Il 1 Dicembre Il Messaggero di Roma pubblica un articolo che tenta di bloccare qualsiasi iniziativa in favore dei ricercatori precari dell’Università e della ricerca (https://ricercatoriprecari.files.wordpress.com/2007/12/controiprecari.pdf). Viene spiegato che si tenta una “sanatoria occulta” e viene chiamato in causa l’On. Tocci del PD che dichiara di aver preparato un emendamento che eliminerebbe del tutto la possibilità di stabilizzazione dei ricercatori parasubordinati negli enti e nella università. Un altro parlamentare dell’attuale maggioranza (l’On. Pagliarini dei Comunisti Italiani) ha presentato un secondo emendamento che sostanzialmente esclude le università dall’insieme degli enti pubblici che usufruiranno della stabilizzazione.
In realtà le stabilizzazioni non sono una gigantesca ope legis, come sostenuto dall’on. Tocci, ma un inevitabile corollario dell’impegno a superare il lavoro precario nelle pubbliche amministrazioni contenuto nel programma dell’Unione, che lui stesso ha assunto nel momento in cui ha accettato la propria candidatura a deputato della Repubblica.
Tenuto conto che la maggior parte dei precari dell’università sono indispensabili per il suo funzionamento, è evidente che la riduzione o l’abolizione dei contratti precari non accompagnata dalla stabilizzazione si risolverebbe in un gigantesco licenziamento che paralizzerebbe l’università italiana e getterebbe migliaia di famiglie sul lastrico. L’on. Tocci denuncia “l’infornata senza merito”? Ma è mai stato dentro un dipartimento universitario? Ha mai assistito ad un concorso reale? Dove era quando pochi mesi la casta accademica sabotava il nuovo regolamento per i concorsi proposto dal ministro Mussi che avrebbe reso l’intera procedura più trasparente? E ha letto che l’articolo in questione prevede che vengano stabilizzati solo coloro che hanno superato una prova selettiva? E i rettori? Dove erano quando le università si sono saturate di 19000 professori ordinari e 19000 professori associati a fronte di soli 22000 ricercatori? Perché hanno riempito le università di precari favorendo le progressioni del personale di ruolo e dilapidando in tal modo risorse che avrebbero dovuto essere utilizzate per assumere ricercatori? E perché perseverano nell’errore chiedendo la riapertura dei bandi di concorso per ordinari e associati quando i numeri dicono che servirebbe esattamente il contrario? Si è mai vista una redazione di un giornale formata da 10 capiredattori, 10 redattori e 10 correttori di bozze? E cosa si penserebbe se qualcuno proponesse di assumere altri 5 capiredattore? Ciò che si dovrebbe considerare davvero incredibile è che le uniche proposte di cambiamento siano arrivate dai sindacati e dai precari, mentre all’interno delle università tutto tace.
Assegnisti e Ricercatori Precari della Sapienza
Non ci sono soldi per le stabilizzazioni?
Strano, perche’ alla Sapienza si sono trovati fondi per:
1) feste dell’estate romana, quasi sempre deserte
2) autobus dell’ateneo che girano per Roma con 2 persone a bordo
3) TV d’ateneo (ma a che serve?)
4) nuovo logo dell’ateneo (era necessario?)
5) manager e consulenti per questi progetti
Se qualcuno (Berlusconi) e’ in grado di scalfire anche solo di un po’ il potere delle caste, tra cui quella universitaria, perche’ non votarlo?
Sveglia colleghi!!!
Ma lo volete capire che il centro-sinistra italiano rappresenta ne’ piu’ ne’ meno che i potenti?
Mussi, Tocci, Pagliarini: ma sono legati a doppio filo con i baroni.
Votiamo dall’altra parte!
Ecco tutti gli emendamenti presentati
http://www.camera.it/_dati/lavori/bollet/200711/emendamenti/Html/05/C3256/alleme.htm
Car* ecco la lettera da me inviata al caro Ministro:
Sono un precario storico, ingegnere, con un dottorato, con numerose pubblicazioni internazionali e con anni di ricerca e docenza sulle spalle.
La sua uscita, Ministro Mussi, mi trova vilolentemente contrario.
Ministro… dica qualcosa di sinistra!
Quando è entrato nel Governo abbiamo sperato come Precari Universitari. Ci siamo detti che un uomo di sinistra avrebbe risolto certi problemi, avrebbe lottato per la Giustizia, per l’equità, per l’Università come luogo di apprendimento, formazione e preparazione per chi reggerà l’Italia nel futuro…
Invece vediamo appiattimenti su posizioni allucinanti.
Una su tutte:
Escludere i Precari della Ricerca e della Docenza Universitaria da provvedimenti sacrosanti come la stabilizzazione per le pubbliche amministrazioni.
NON è e NON SARA’ MAI un’ope legis tipo quella del 1980 che tirò dentro cani e porci! Qui si tratta di riconoscere il diritto acquisito di lavoratori che hanno dato l’anima per almeno tre anni, che hanno già passato una prova selettiva, che sono stati giudicati mille volte! E mille volte ritenuti meritevoli e sfruttabili… Solo che magari non sono parenti o amici o amici degli amici…
Io stesso mi sono confrontato in concorsi con gente che aveva molti meno titoli dei miei, ma quando si ha a che fare con prove che coincidono come titolo con lezioni tenute da altri o con candidati in grado di scrivere temi suddivisi in capitoli e paragrafi con le indentature giuste, le figure con le didascalie e le equazioni numerate e richiamate nel testo, beh… ci siamo capiti…
Ma la cosa che dovrebbe far rizzare tutte le antenne è che con tali vincitori di concorsi la nostra università dovrebbe essere la migliore del mondo! Si pensi che abbiamo gente che ha battuto in un concorso il premio nobel Rubbia (mi aspetto che siano vincitori di nobel o che lo saranno a breve ovviamente), eppure la nostra Università è allo sfacelo e se c’è qualcosa che ancora funziona lo si deve a pochi strutturati coraggiosi e all’esercito di precari che fanno veramente ricerca e insegnano le migliaia di corsi dati a contratto.
Signor Ministro! La vuole sanare o no questa situazione?
Ma si rende conto di quello che le fanno fare?
Ma ha controllato come sono stati usati dagli atenei quei fondi che lei ha elargito per nuove assunzioni? Vada a vedere e si indigni, reagisca, defenestri qualcuno e scenda in trincea con noi a combattere per il bene futuro del nostro paese!
Lo sa a cosa serve tutta la manfrina sull’accertamento del merito? Serve a coprire gli intrallazzi per far entrare amici e parenti e continuare a sfruttare i meritevoli veri!
Lei pensa forse che si possa essere valutati meglio durante un esamino (sempre che poi la valutazione ci sia davvero) o durante anni di lavoro?
Se vengo assunto con un concorso, mi si valuta meritevole, se dopo un anno vengo riassunto, vuol dire che ho lavorato bene, se dopo il secondo anno vengo riassuno nuovamente, vuol dire che davvero merito, se dopo il terzo anno sono ancora riconfermato, allora è ovvio che valgo ed allora stabilizzandomi si stabilizza il mio merito; condannandomi a pietire un posto in mille concorsi con i vincitori già scritti, mi condanna a confrontarmi con l’arbitrio e il malaffare.
Caro Ministro, l’unico caso in cui questo discorso non funziona è se coloro che mi hanno sfruttato per anni non sono in grado di giudicare e quindi io non merito. Ma questi sono gli stessi che sono poi commissari nei concorsi e quindi possono ancor meno giudicare lì. Poi ci sarebe la disonestà di chi sfrutta un non meritevole condannandolo alla fame invece di indicargli altre vie di lavoro e di vita, ma soprattutto, in questo caso, si dovrebbero defenestrare tutti quelli che hanno contribuito a creare questa situazione.
Caro Ministro. Tagli per sempre la possibilità di portare avanti questo scempio! Ci protegga dal licenziamento occulto di massa! Stabilizzi il merito! Defenestri rettori e amministratori che hanno creato buchi di bilancio abnormi!
I fondi ci sono eccome!
Un suo studio di un paio di anni fa diceva che entro il 2013 sarebbero andati in pensione 1/3 degli strutturati. Dati i dati sull’età media, sarebbero al 50% Associati e Ordinari. Ragionando in unità di cnto, dove un Ricercatore vale 1, un Associato 2 e un Ordinario 3, si scopre che si vengono a liberare 50.000 unità di conto (60.000 sono gli strutturati). Se si valuta che i Precari veri dell’Università siano circa 30.000, si scopre che rimarrebbero circa 20.000 unità di conto per le carriere, in modo da non bloccare il sistema.
E allora dove sono tutti questi soldi? Semplice, nei bilanci delle Università e i rettori hanno già fatto sapere che li vogliono usare per incrementi di carriera e per ripianare i bilanci…
Signor Ministro… Esca dal suo polveroso ufficio, ma eviti di entrare subito in altri polverosi uffici, scenda in piazza, per strada, in mezzo al Popolo, in mezzo a noi, sottoproletari della conoscenza, ascolti la nostra voce e ci rappresenti!
Faccia qualcosa per la quale essere ricordato dalla storia!
Salvi l’Università Italiana dai Baroni imbelli, incapaci, rapaci e incompetenti!
mah che tristezza cornuti e mazziati. In totale dipendenza di quello che viene in mente alla casta. Sapete che mi auguro ? che non vengano piu’ finanziati prin, che se ne vadano tutti in pensione e che si chiuda la baracca. Forse l’Italia si merita questo. Ma dico.. ma va chiamato atto di coraggio quello di mandare in pensione le persone a 65 anni e non a 75 !!!!!!
Testo della lettera da me inviata al min. Mussi, sull’indirizzo email della camera:
Caro Onorevole Mussi,
Lei oggi ha scritto al Messaggero e ha sostenuto che l’articolo 146 della Finaziaria 2008, comma 7 lettera b e comma 8, per come è stato votato al Senato, non riguarda i ricercatori precari perché si applicherebbe solo al personale contrattualizzato delle Università. Lei scrive che ha già fatto in modo che un emendamento presentato nella commissione bilancio chiarisca definitivamente che i ricercatori precari non potranno usufruire delle stabilizzazioni.
La ringrazio a nome di tutti i ricercatori precari, ci chiarisce così la sua politica nei nostri confronti. Forse le potranno interessare i commenti dei precari su quanto accade sul blog: ricercatoriprecari.wordpress.com
Perché fare un tale emendamento se già così come è scritto l’articolo 146, comma 7, lettera B non si applica ai ricercatori precari? Le giustificazioni alle posizioni contrarie alle stabilizzazioni dei precari della ricerca ispirate dalla CRUI cambiano ogni giorno: prima l’autonomia universitaria, poi il criterio del merito, ora la copertura finanziaria. Sono tutte risibili ed insostenibili posizioni.
-l’autonomia delle università non può certo travalicare lo statuto dei diritti dei lavoratori e le leggi dello Stato che ha deciso di sanare la situazione dei precari nelle pubbliche amministrazioni, perché a quanto ci risulta le università non sono feudi extraterritoriali; ed è altrettanto insostenibile che tutti i precari della ricerca, con 3 anni minimo di servizio, siano stati assoldati solo in base ad esigenze che si esaurivano nell’ambito di singoli progetti di ricerca, dal momento che i progetti di ricerca hanno per lo più scadenza biennale!
– la mancata valutazione del merito…formalmente ineccepibile questa motivazione è palesemente ipocrita alla luce del fatto che proprio la conferenza dei rettori ha fatto di tutto per evitare che entrassero in vigore le nuove norme di trasparenza per il reclutamento straordinario dei
ricercatori che lei stesso proponeva , e lei sa bene come ci sia anche riuscita…ed ora lei ne sposa le posizioni?
-ed infine, la copertura finanziaria: mi spieghi una cosa: ma per le altre stabilizzazioni c’è copertura? E soprattutto, non si recupera copertura forse con l’abolizione del fuori ruolo? E non è poi forse noto che la gran parte degli assegni di ricerca e co.co.co. quando non finanziati dalle università sono cofinanziati da progetti dello stesso MIUR?
L’unica cosa chiara è che i precari della ricerca sono trattati come precari di serie B abbandonati al “lavoro nero” dentro le Università, che assomigliano sempre più a feudi del medioevo. E che ancora una volta come l’Italia non stia assolutamente adempiendo alle direttive europee in merito al finanziamento e alla valorizzazione della ricerca scientifica.
In attesa di un suo riscontro, le porgo i miei saluti,
Chiara Pasquini
STOP.
BASTA.
DOMATTINA NON ANDIAMO PIU’ A LAVORARE, ANZI NON ANDIAMO PIU’ A PRECARIARE.
VISTO CHE NON CI VOLETE RICONOSCERE IN QUANTO LAVORATORI DELLA RICERCA, NOI NON LAVORIAMO.
VOGLIO VEDERLI I 75ENNI ANDARE IN LABORATORIO.
VOGLIO VEDERLI I RETTORI PAVONEGGIARSI DELLE LORO RICERCHE E DELLE LORO PRESTIGIOSE FACOLTA’.
VOGLIO VEDERLI I CATTEDRATICI COME LI PORTANO AVANTI I LORO PROGETTI.
RAGAZZI PIUTTOSTO CHE FARE GUERRE VENTENNALI PER OTTENERE CIO’ CHE PER TUTTI GLI ALTRI LAVORATORI E’ UN DIRITTO DA ANNI, BASTA FERMARCI TUTTI PER UN ANNO.
D’ACCORDO?
UNO MA BUONO PIUTTOSTO CHE VENTI SCADENTI.
CHE DITE?
COSA ABBIAMO DA PERDERE?
UN FUTURO CHE GIA’ CI HANNO RUBATO?
UN LAVORO CHE GIA’ CI HANNO TOLTO?
UNA VITA CHE ALTRI HANNO VISSUTO PER NOI?
EH ALLORA?
DAL 1 GENNAIO? ANNO NUOVO VITA NUOVA…
I sindacati si sono (forse) svegliati.