Il governo e la ricerca…. ultime dalla finanziaria

La finanziaria non regala ai ricercatori precari del paese solamente l’esclusione dalle procedure di stabilizzazione. Regala anche il taglio di oltre 30 milioni di euro alle Università finalizzato a finanziare l’accordo con i camionisti.

http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2007/12/15SIB6058.PDF

Nulla da dire sulla protesta dei camionisti che hanno avuto mille e una ragione per protestare, ma è significativo che i soldi li abbiano presi proprio da noi. Perché, sia chiaro, alla fine chi paga i tagli non sono mica i docenti universitari i cui stipendi aumentano automaticamente, neppure sono tutti gli altri dipendenti a tempo ideterminato – che un contratto stabile lo hanno (per quanto talvolta misero). I tagli li pagano i precari, i tagli li pagano gli studenti.

E se non bastasse, alcuni noti giornali italiani (in particolare il Sole 24 Ore) mettono in dubbio il fatto che la norma in finanziaria che vietava la stabilizzazione dei portaborse possa effettivamente vietare la stabilizzazione dei portaborse. Ecco che si scopre che il noto adagio “ci hanno trattato come i portaborse” assume il triste – ma più consueto – tono di un “purtroppo ci hanno trattato peggio dei loro portaborse”. Consolante, in fondo a questo ci siamo abituati.

Quanto alle stabilizzazioni negli enti di ricerca, anche loro quest’anno esclusi, e si prevede rivolta. Già, perché in molti enti si sperava nell’allargamento delle stabilizzazioni ad assegnisti e co.co.co. per sanare i mille conflitti emersi dalla stabilizzazione dell’anno precedente. Invece nulla neppure per loro. E chi l’anno scorso si è trovato ad avere un contratto a tempo determinato – merito o no – si trova stabilizzato o stabilizzabile….. Evviva il merito!!! Intanto, la lotta tra i poveri impazza.

Sia chiaro, le stabilizzazioni – così come sono state scritte e approvate – le ha volute il governo. Avrebbero potuto trovare altre strade per risolvere il problema precariato: hanno scelto questa. Fatta male, approvata peggio, ancora inattuata . Ed ora ritirata …. Bravi, decisamente bravi. Propaganda, ecco cosa hanno fatto. Sulla nostra pelle.

Mancano pochi giorni, mostrateci che abbiamo sbagliato. Fate qualcosa di sinistra (se ne siete capaci).

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2 Responses to Il governo e la ricerca…. ultime dalla finanziaria

  1. Andrea ha detto:

    FINANZIARIA: D’AMICO, DUBBI SU ETA’ PENSIONAMENTO UNIVERSITARI

    (AGI) – Roma, 17 dic. – “Ma non si era detto che l’eta’ di pensionamento dovra’ salire, soprattutto per coloro che non svolgono lavori particolarmente usuranti? E non si era detto che sarebbe bene prevedere meccanismi piu’ graduali di passaggio dalla vita attiva alla pensione? Ed allora perche’ nella legge Finanziaria il governo ha inserito una norma con la quale si riduce l’eta’ di pensionamento dei professori universitari, e si abolisce quel meccanismo graduale di passaggio dall’insegnamento alla pensione che nel loro caso esisteva? Il tutto con ovvi aggravi di finanza pubblica”. Se lo domanda il senatore liberaldemocratico Natale D’Amico.
    Il ‘diniano’ sostiene che “al contrario occorreva, come noi avevamo proposto, generalizzare il meccanismo oggi previsto, e far si’ che la fase pre-pensione dei professori non gravasse ne’ sull’assunzione di giovani ne’ sulle finanze autonome delle Universita’. Sul tema occorrera’ ritornare. Come su altri affrontati nei maxi-emendamenti governativi; probabilmente, come gia’ avvenuto lo scorso anno, non sufficientemente meditati”. (AGI)
    Com/Sim

  2. Giorgio ha detto:

    ANDU -Associazione Nazionale Docenti Universitari
    >
    > IL ‘NON MINISTRO’ MUSSI
    >
    > Sul Corriere della Sera del 15 dicembre 2007 si legge: “Il ministro
    > dell’Universita’, Fabio Mussi, ha scoperto una sforbiciata di 92 milioni al
    > fondo ordinario degli atenei, investito in pieno dai Tir degli
    > autotrasportatori in rivolta, ai quali il governo ha concesso in extremis,
    > inserendolo nella Finanziaria, un aiuto di 30 milioni di euro. Mussi e’
    > preoccupato e chiede “rassicurazioni pubbliche e immediate da Romano Prodi
    > e da Tommaso Padoa-Schioppa”.” (nota 1).
    > La sera del 16 dicembre 2007, a “Che tempo che fa”, il presidente del
    > Consiglio Romano Prodi, invece dichiara:
    > “Non e’ vero – dice Prodi – quel che denuncia il ministro
    >
    > dell’Universita’, Fabio Mussi, che la Finanziaria prevede tagli di oltre 92
    > milioni per università e ricerca. “Ci sono 500 milioni in piu’ per la
    > ricerca, che avra’ piu’ fondi – sottolinea il premier – e facilitazioni
    > fiscali per la cooperazione fra universita’, strutture di ricerca e
    > imprese. Mussi non si aspettava il taglio lineare che c’e’ stato per tutti
    > e serve a far risparmiare, ma quel che si risparmia viene redistribuito”.”
    > (da Repubblica.it)
    >
    > Rimane il fatto che Fabio Mussi “ha scoperto” che il Governo, di cui
    > formalmente fa parte, ha deciso di togliere molti dei pochi soldi previsti
    > per il “fondo ordinario degli atenei” senza essere prima consultato e
    > nemmeno preavvisato.
    >
    > Avevamo gia’ evidenziato “che a decidere sull’Universita’ sono soprattutto
    > il Ministro dell’Economia, l’apparato ministeriale, il Consiglio di Stato e
    > la Corte dei Conti” (nota 2).
    > Quello che non e’ chiaro e’ perche’ Fabio Mussi non prende fino in fondo
    > atto di essere un ‘non ministro’, cui e’ consentito fare solo cio’ che la
    > lobby trasversale politico-accademica gradisce: ANVUR, Regolamento concorsi
    > a ricercatore, gerarchizzazione della docenza, difesa del “3 + 2”,
    > mantenimento del precariato, blocco dei concorsi, conservazione degli
    > istituti di auto-eccellenza, finanziamento delle fondazioni.
    >
    > La considerazione e la credibilita’ che l’attuale Ministro riscuote tra
    > tutte le componenti universitarie sono tra le piu’ basse di quelle finora
    > registrate dai Ministri dell’Universita’.
    > A questo proposito segnaliamo quanto ha recentemente scritto la
    > CISL-Universita’:
    > “Questa lunga serie di fallimenti politici, naturale frutto di un vuoto
    > chiacchierare sull’Universita’, in un Paese diverso avrebbe comportato seri
    > problemi di permanenza. Ma, non cosi’ da noi!! Il Ministro dell’Universita’
    > e della Ricerca scientifica resta al Suo posto e si mobilita perche’ niente
    > di nuovo accada, facendo il gioco di quelle forze occulte (ma ora non tanto
    > occulte!) che ormai da anni e in tutti i modi stanno screditando e mettendo
    > sotto chiave il sistema universitario!” (nota 3).
    >
    > Questa insostenibile situazione l’ANDU l’aveva gia’ ‘intuita’ appena pochi
    > giorni dopo l’insediamento di Fabio Mussi. Infatti il 20 luglio 2006, alla
    > luce delle prime dichiarazioni del Ministro, nel documento “Dalla padella a
    > Mussi?” abbiamo, tra l’altro, scritto:
    > “Avevamo auspicato che il nuovo Ministro non fosse un accademico ed eccoci
    > serviti. Evidentemente e’ molto difficile per chiunque non lasciarsi
    > ‘influenzare’ da quei poteri forti accademici che hanno deciso di finire in
    > questa legislatura il lavoro di demolizione dell’Universita’ statale, di
    > massa e di qualita’, iniziato da oltre un decennio.
    > Contro questo progetto occorre far ripartire al piu’ presto il movimento
    > unitario di protesta che si e’ espresso contro il DDL Moratti e a favore di
    > un’Universita’ al servizio degli studenti e del Paese e non degli interessi
    > ‘privatistici’ di una ristretta oligarchia accademica trasversale.” (nota
    > 4).
    >
    > 17 dicembre 2007
    >
    >

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