Attenti al Decreto 620/2007 per le assegnazioni di fondi per concorsi!!!

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Il Ministero dell’Università con decreto 620/2007 ha dettato alcune regole per spendere il budget per i posti da ricercatori “straordinari” assegnati nel corso del 2007 e ancora non spesi.

Importante sapere:

occorre spendere i soldi con il vecchio sistema concorsuale e “nominare i vincitori” entro il 2008 o massimo il 2009 (art. 2), le università che non riuscissero a farlo vedrebbero le assegnazioni del concorso straordinario per il 2009 decurtate della cifra non spesa!

Come sapete, per nominare i vincitori fra il 2008 e il 2009 occorre attivare da subito le procedure concorsuali con le nuove assegnazioni e occorre anche che le università facciano riferimento al decreto 620/2009.

Scaricatelo e leggete!

Vigilate!

Non si riesce allora a capire quando ci saranno effettivamente i concorsi con le regole nuove.

Buon Divertimento!

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15 Responses to Attenti al Decreto 620/2007 per le assegnazioni di fondi per concorsi!!!

  1. France ha detto:

    Dal discorso di Mussi alla Spaienza (sito dell’Unita’), un passaggio per noi:
    “Occorre accelerare il passo, e proseguire nelle riforme, volte ad aprire l’Università ai giovani, a fortificare l’autonomia (è pronto il progetto sulla nuova governance), elevare la qualità alzando la capacità di valutare i risultati (l’Anvur, Agenzia di valutazione dell’Università e della Ricerca sarà operativa a metà 2008), premiare il merito. Il merito è l’unico metro con cui si misura il valore di persone e istituzioni, nel nostro campo.
    Ho visto volantini che me lo rimproverano. Ma quelli che pensano che invocare il merito significa apologia della diseguaglianza, sono teorici dell’ignoranza, e dimenticano da quali tasche vengono le risorse pubbliche sulle quali si reggono didattica e ricerca: prima di tutto le tasche dei lavoratori italiani. L’Università è preziosa. Dobbiamo averne cura, tutti insieme”
    Viva viva il ministromussi!

  2. Colombo da Priverno ha detto:

    Ora speriamo che gli atenei banidscano, almeno qualcuno di noi comincia a passare in ruolo.

    Magari, dopo che passa in ruolo, dovrebbe impegnarsi a continuare a sostenere seriamente la causa dei ricercatori precari, invece di dimenticarsi tutto e fare il neo-fighetto.

    A proposito, la tabella di ripartizione allegata al decreto è quella che conosciamo già, o ci sono altri colpi di scena?

  3. Fixed-term researcher ha detto:

    Colombo,
    è un fenomeno frequente nell’università italiana: tutti, o quasi, hanno fatto il precariato ma poi una volta che ottengono il posto c’è l’oblio della condizione, anzi c’è chi arriva a nutrire astio verso i precari perché non ha elaborato il proprio passato con serenità. O forse perché non ha mai tradotto in azione politica il proprio risentimento contro l’accademia italica (emblematico è il caso giulio palermo).

  4. ricercatore ha detto:

    cade il governo, affonda l’università.

  5. antimastelliano militante ha detto:

    l’Italia è in balia di un politico affarista il cui partito prende l’1 virgola per cento (o meno? non ricordo). Ma è possibile? Ci rendiamo conto del fondo che si è toccato?

    Chi, nell’univ, pagherà le conseguenze di questa crisi di governo? Gli attuali precari e i precari in formazione (gli studenti e i dottorandi) of course.

  6. Colombo da Priverno ha detto:

    Ah, dopo tutti gli sputi alla sinistra e gli inni speranzosi ad un’improbabile interessamento di AN per la ricerca, vedo che il vacillare del governo fa paura….

    Comunque non preoccupatevi, magari la situazione farà bene a noi. Governo tecnico, niente grandi (troppo grandi) disegni di ristrutturazione del sistema universitario, e magari una passata di stabilizzazioni degli assegnisti. Con un pò di buon senso e un pò di chissenefrega.

    Massì, stiamo a vedere in rilassatezza…ormai….

  7. Votantonio votantonio ha detto:

    Governo tecnico? non credo proprio.

    Semmai Mastella che ha colto la palla al balzo per passare col centro destra (magari senza Bossi) e costituire un nuovo grande centro(destra): Mastella, Casini, Berlusconi (e Fini all’angolo….

    E rimanere ovviamente al governo (come si dice, quando la nave affonda – tra legge elettorale e sfiducia molto probabile a Pecoraro Scanio – i topi sono i primi ad abbandonarla.

    Purtroppo non credo che ce la passeremo bene. Oppps … . Credo proprio che continueremo a lungo a passarcela male. Del resto il quadro politico del paese è una disperazione. A destra come a sinistra.

  8. Ciao Mussi ha detto:

    Ciao Mussi!

    E ora i voti chiedili ai rettori.

    P.S.: due anni di legislatura: Ghizzone senza Pensione!

  9. Ciao Mussi ha detto:

    Il nuovo regolamento bocciato (credo definitivamente) dalla corte dei conti:

    http://rstampa.miur.it/rassegna_mur/rassegna.asp

    articoli 12 e 38

  10. Lucas ha detto:

    La corte dei conti ha bocciato il regolamento Mussi, sulla base di alcune osservazioni probabilmente insormontabili, soprattutto il fatto che la delega data dal parlamento con la finanziaria 2007 scadeva il 31 Marzo 2007. Senza delega serviva una legge.

  11. Contingent staff ha detto:

    Colombo,
    ogni tanto dici cose interessanti. Altre volte, come nel tuo ultimo posting, sbagli completamente valutazione. Ma quale stabilizzazione degli assegnisti! Un governo tecnico, in questa fase, farebbe cadere nell’oblio la questione della ricerca, e gli accademici conservatori (cioè gli accademici) avrebbero mano libera nel frenare e vanificare anche i più timidi tentativi di riforma. Per favore, un pò di saggezza politica non guasta!

  12. Colombo da Priverno ha detto:

    Era un regolamento piuttosto problematico. Per sottrarre il giudizio alle scuole lo metteva nelle mani delle famiglie-bene di ogni città.

    Ora abbiamo il vecchio. Spero solo che si sblocchino i posti e si facciano i concorsi.

    La cosa chiara è una: i ricercatori precari che fanno parte di una scuola passeranno (e non sono pochi, in realtà); quelli che per mille ragioni sono rimasti senza, avranno delle chances minime.

    Come sempre.

    Concludo con una constatazione: il ministero Moratti (marchio e brevetto, fascista perfetto) prima, ed il ministero Mussi (falce e bordello) dopo, sono passati sull’università come un bicchiere d’acqua, senza cambiare una virgola. E ciò nonostante lo stampo ideologico piuttosto definito di entrambi.

    Molto rumore per nulla, dunque. E, guardacaso, il mantenimento – dopo regolamenti bocciati, disegni inattuati – di modalità concorsuali che sono null’altro che la maschera formale della tradizionale cooptazione da parte delle scuole.

    L’immobilità, il risultato peggiore. Perchè con la scusa del work in progress, ha portato anche all’immobilità delle assunzioni. Nel mio dipartimento due assegnisti sono scaduti dal contratto e sono usciti di scena, nel mentre. Questi due che ho in mente erano delle seghe immonde, tra l’altro, ma non è questo il punto.

    Il punto è che anche se fossero stati ottimi, non c’era manco la più lontana possibilità d’un concorso.

    Mussi e la Moratti, coscuno sulla base di ideologie opposte, volevano rifare l’università di sana pianta. L’hanno bloccata.

    Le strade che portano all’inferno sono lastricate di buone intenzioni?

  13. Colombo da Priverno ha detto:

    Caro Contingent Staff,
    ogni tanto spiego, nei miei post, di essere anche un po’ un’illuso (noi ricercatori precari lo siamo un po’ tutti, del resto, se continuiamo a credere in questa università ed in quest’Italia, e a dedicar loro le nostre energie).

    A rileggerla bene, anche alla luce delle tue osservazioni, penso che la mia uscita serale sul governo tecnico e i suoi vantaggi possa archiviarsi come frutto della mia parte Colombo-illusa…….

  14. Contingent staff ha detto:

    Colombo,
    commetti il solito errore italiano. Analizzi le regole concorsuali separatamente dal funzionamento del sistema. Servono (sarebbero serviti?) tutti gli anni di legislatura per mettere in atto l’istituzione e l’attivazione dell’Anvur, che è un tassello fondamentale.

    Questo è ciò che differenzia Mussi da Moratti. Il primo aveva chiaro il progetto (concorsi locali, maggiore responsabilità dei rettori, valutazione nazionale), anche se era (è) debole politicamente. In tal modo il locale diventa virtuoso, come succede d’altro canto in tutte le università dei paesi avanzati scientificamente.

    La seconda si faceva comandare a bacchetta dai bocconiani liberisti (abolizione dei ricercatori a tempo indeterminato), quelli che oggi si incuneano come pidocchi in questo blog (venendo messi a tacere sistematicamente dai “compagni” con la forza delle argomentazioni), o dagli ultra-baroni affaristi (tipo rettore di bari), nella nazionalizzazione dei concorsi di associato e ordinario.

    Colombo, non fare il qualunquista!

  15. Colombo da Priverno ha detto:

    Contingent Staff,

    per carità non facevo il qualunquista! Se, come dici, mi leggi ogni tanto, sai che sono stato, a suo tempo, quasi l’unico a ribellarmi fermamente – pendendo insulti a palate – alla deriva qualunquista degli altri, che, poichè Mussi e la sinistra non davano i risultati sperati, erano financo disposti ad affermare la loro disponibilità a spostare il loro voto a desta.

    Il mio MAI A DESTRA (e nemmeno al centro) è sempre stato forte e chiaro, e, se necessario, lo ribadisco qui.

    Le ragioni storiche ed ideologiche che rendono fascismo ed università incompatibili sono note, non voglio ripeterle qui.

    Io volevo dire un’altra cosa. Non volevo equiparare in un generico disgusto per la politica le impostazioni Mussi e Moratti. Per me – per intenderci, così è chiaro – I MORTI NON SONO TUTTI UGUALI: quelli partigiani erano (salvo casi singoli) eroi, quelli di salò (senza salvare casi singoli) merde. Così è chiaro.

    Io volevo invece dire che l’università baronale è stata così potente da vanificare QUALUNQUE progetto. La constatazione era quella. Come uno scoglio che prende le ondate senza sopostarsi di un millimetro, così la corporazione ha visto sfasciarsi contro di sè le ondate di tutti, rimanendo intatta. Questa era la constatazione.

    Poi lo sanno tutti , e non posso riscriverlo ogni volta (ma se me lo chiedi lo faccio espressamente a scanso di equivoci) che per me Mussi aveva un disegno serio, chiaro e ben fatto di esaltazione della qualità tramite la responsabilizzazione economica degli atenei, mentre la Moratti voleva INCONDIVISIBILMENTE trasformare l’università in un laboratorio tecnico neoliberista di idee brevettabili ad uso e consumo dell’impresa.

    In questo contesto, la frase finale sulle strade lastricate di buone intenzioni, ovviamente, non deve significare che “tanto da qualunque parte la prendi è tutto lo stesso”.

    Voleva significare, invece, che forse Mussi, avendo un peso politico minore, e per giunta inserito in una maggioranza minima, avrebbe dovuto impostare soluzioni meno complesse e più praticamnente raggiungibili, invece di inseguire disegni inadatti alla poca forza in campo. Per quanto lo rispetti, la critica è che il grande disegno è stato coltivato senza pensare alle esigenze contingenti che nel mente maturavano. Nulla impediva di portarlo avanti, e nel mentre attuare provvedimenti di satbilizzazione (previo giudizio di doneità, per salvaguardare comunque standards qualitativi).

    Napoleone diceva che la vittoria ha mille padri e la sconfitta nessuno. Non voglio, per questo, infierire su Mussi, che con le sue buone intenzioni ha creato per noi un’inferno di illusioni. ma, visto che ho tirato fuori Napoleone, vorrei ricordare a Mussi come finì il grande disegno dell’imperatore di invadere la Russia, perchè. Lui non perse mai una battaglia. Il piano era perfetto. Semplicemente, si dimenticò di curarsi che i suoi soldati avessero cibo ed abbigliamento sufficiente a sopravvivere nel mentre che lui, il grande piano, lo attuava. Un piano, quello di Napioleon-Mussi, che avrebbe avuto senso se fatto in fretta.

    Ciò detto, se ci saranno le elezioni, io voterò a SINISTRA (Cosa Rossa, non PD). Come sempre.

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