la volontà di indicare candidati ricercatori giovani/precari nelle liste delle prossime elezioni – nella migliore delle ipotesi – è un ballon d’essai mentre…
la punta d’attacco delle politiche accademiche del centro destra probabilmente sarà
Giuseppe Valditara (www.giuseppevalditara.it)
e la punta del centro sinistra sarà invece
Luciano Modica (www.lucianomodica.it)
tra i supporter della prima ora di Veltroni segretario c’era qualche giovane transfuga aspirante ricercatore all’estero. Di qui l’ideuzza dei “giovani ricercatori” candidati: ma può essere pure che un posto in lista, magari nelle retrovie, lo danno a qualcuno di questi… fatto inifluente però ai fini della lotta dei ricercatori in Italia.
Voglio proprio vedere con che faccia Modica si presenta a chiedere il voto dei ricercatori precari, oibò
Non credo che Modica chiederà i nostri voti. Cerca il voto baronale e quello probabilomente lo avrà.
Con quello che indossa dai tempi in cui era rettore a Pisa…
da Modica sono venute fuori le idee più innovative in materia di ricerca e università. Le principali sono:
– referees anonimi nei concorsi al posto dei commissari eletti (cooptati): le elezioni sono il male dei concorsi italiani, abolirle è un atto di coraggio e innovazione;
– trasformazione dell’assegno di ricerca in post-dottorato: l’assegnista è una figura obsoleta, che va abolita introducendo un moderno ricercatore post-dottorato, in linea con gli standard internazionali;
– abolizione dei fuori ruolo: è una vergogna che in Italia gli ordinari vadano in pensione a 75 anni, ciò crea un tappo che soffoca le speranze di reclutamento dei ricercatori precari.
Il problema è stato Mussi che non ha saputo, o voluto, vincere le resistenze delle baronie e delle corporazioni. Modica le idee innovative ce le aveva.
A meno che non si venga a dire che la stabilizzazione corporativa (solo degli assegnisti) propugnata da alcuni ricercatori precari, col timido (direi solo nominale) appoggio di Cgil e Rifondazione com, fosse una richiesta innovativa: era una strada che portava indietro di 25 anni l’università italiana; una strada che è lecito temere possa essere ripercorsa dall’alleato nazionale prof. Valditara.
Ah bene, è partita la campagna elettorale: qualcuno vuole raccogliere firme e voti per Modica anche tra noi precari bastonati ?
Del tipo: diamo un voto al PD e scarichiamo la Cosa Rossa ?
Ma per piacere…
Personalmente scarico tutti e due, e non voto più. A destra, poi, non vado di certo.
ricercatoreinmutande perché non rispondi punto su punto, invece di fare vittimismo e risibili insinuazioni su presunti servigi preelettorali? potrebbe nascerne un dibattito costruttivo.
qui siamo solo liberi pensatori! ancorché precari…
Tranne l’abolizione del fuori-ruolo, che è l’unica cosa condivisibile fatta in questa legislatura e comunque già era abolito per i concorsi più recenti, il resto è solo fumo, buono per spacciarsi per innovatori e chiedere qualche voto, ma privo di sostanza:
-il concorso con i referee anonimi è una pagliacciata, a parte il fatto che i referee perdono l’anonimato alla fine del concorso e percio’ non si metteranno mai di traverso, pena ritorsioni quando arriverà il concorso nella sede loro, questo anonimato è condivisibilissimo sulla carta, ma incompatibile con il quadro legislativo vigente e porterà ad un blocco de facto dei concorsi per chissà quanti anni. Bel risultato! Per non parlare del reclutamento straordinario che è stato portato avanti in maniera dilettantesca, prevedendo un numero irrisorio di posti e senza adottare alcuna contromisura contro la prevedibile reazione degli atenei, che se ne sono fatte scudo per risparmiare le unità di conto in vista della riapertura dei concorsi da ordinario. Con il risultato che i concorsi totali sono diminuiti. Bella prova di incapacità politica, bel risultato anche questo!
-questa trasformazione dell’assegno di ricerca in post-dottorato, che non mi risulta sia entrata in vigore è solo aria fritta. Cambiano i nomi, la sostanza resta.
-abolizione del fuori ruolo: come detto è l’unico risultato, ma i suoi effetti sono stati ampiamenti anestetizzati dalla riapertura dei concorsi da associato e ordinario fatta con la vecchia legge. Una riapertura della quale proprio non si sentiva il bisogno e che porte decisamente in rosso il bilancio della gestione Modica-Mussi.
Riguardo le stabilizzazioni, a parte il fatto che non riguardavano solo gli assegnisti, erano solo un grimaldello per imporre ingressi un po’ piu’ ingenti del ridicolo reclutamento Mussi-Modica. Poi sarebbe stata comunque necessaria una procedura selettiva e per dimostrarlo basta guardare cio’ che stanno facendo le amministrazioni non escluse dalla procedura.
Percio’ ripeto che i precari dovrebbero respingere le sirene di Mussi se i 5 anti-precari Ghizzoni, Modica, Tessitore, Tocci, Volpini saranno ricandidati.
Errata corrige sull’ultima frase: respingere le sirene di Veltroni.
1) sui fuori-ruolo siamo d’accordo. Sui concorsi d’associato e ordinario meglio aver riaperto lentamente i rubinetti, altrimenti poi il tappo sarebbe scoppiato. Il punto è vincolare parte del FFO al reclutamento dei ricercatori, così tutto diventa trasparente.
2) sugli assegnisti: non si è fatto il passaggio al post-doc (augurabile, l’ass è una figura subalterna assimilabile a un semplice assistente di ricerca, che dovrebbe essere marginale, utilizzata solo per i progetti, mentre oggi è usata impropriamente per coloro che hanno finito il dottorato). Non c’è stato il passaggio per la debolezza esecutiva del Ministero, non perché il progetto fosse sbagliato!
3) sui referees anonimi: ovviamente non esistono ricette magiche per rendere i concorsi “virtuosi”, tuttavia è davvero arduo difendere gli attuali concorsi di cui noi siamo le prime vittime. Ma siamo masochisti ragazzi? Che ben vengano i tentativi di innovazione e di ingegneria concorsuale, in attesa che la valutazione nazionale dei dipartimenti offra gli incentivi necessari per indurre alle scelte “giuste”.
4) sulla stabilizzazione: credo siano indifendibili, inutile avere un comportamento da “giapponesi” per difenderle. Esse sono sì un grimaldello, ma puntato nel sedere di chi in questi anni ha lavorato e pubblicato, spesso a livelli di eccellenza, ma non ha i requisiti contrattuali (3 anni nella stessa università) previsti in origine dalla legge finanziaria. Però se va Alleanza Naz al potere si può sperare in un miracolo che resusciti il morto (la stabilizzazione) e con essa la “vecchia università” delle corporazioni e delle corsie preferenziali invece che del merito e dell’internazionalizzazione.
Pardon per la lunghezza!
non-tenure-track
Dove l’hai letto quanto relativo al punto2? Inoltre, mi spieghi cosa c’e’ di diverso (a parte il solito concorso fasullo all’italiana) tra l’assegno di ricerca e un post doc? Il problema e’ che vengono usati male, infatti gli assegni di ricerca
1) mediamente vengono “banditi” (nomen omen) per un anno, durata risibile per qualsiasi tipo di ricerca seria. E diventano un comodo contratto a tempo (molto piu’ conveniente per chi lo paga di cococo etc, infatti non c’e’ IRPEF!)
2) possono essere vinti anche da un non PhD (e allora mi dovete spiegare a cosa serve fare il dottorato di ricerca se poi basta la laurea per diventare ordinari!!!)
Per il resto dei punti, su questo forum abbiamo tutti idee migliori del sottosegretario Modica, e simili capacita’ di realizzarle (ATTENZIONE, la precedente affermazione e’ IRONICA).
1) reclutamento straordinario + riapertura concorsi = unità di conto trasferita dal reclutamento ordinario alle promozioni. Tanto c’e’ il reclutamento straordinario… Risultato: meno reclutamenti annui di quanti ce ne fossero nel quinquennio 2001-2006.
2) sugli assegnisti: fatto o non fatto, non è cambiando il nome che si cambia la sostanza.
3) sui referees anonimi: ok , dannosi sicuramente non sono. Secondo me sono inutili, ma potremmo discuterne all’infinito.
4) sulla stabilizzazione: non sono cio’ che uno auspicherebbe per le università. Ma è meglio stabilizzare 20000 persone su 30000 che bandire 1000 concorsi per 3 anni. Chi è escluso in un caso, la maggior parte della volte è escluso anche nell’altro.
rispondo sul punto 4) di miriam.
Vogli essere franco. E’ chiaro che chi insiste sulle stabilizzazioni contrattuali lo fa perché su quello può contare, sul contratto di assegnista o altro che ha ottenuto. Chi punta sulla meritocrazia invece esige di poter contare sulla propria produzione scientifica che ritiene si distingua da quella dei suoi colleghi, perché ha rischiato s’è messo in gioco, a livello naz o internaz.
E’ chiaro che i secondi sono una minoranza rispetto ai primi e quindi i politici demagogici (tipo AN e compari) guardino con interesse alla massa di potenziali clienti della stabilizzazione. I politici innovativi dovrebbero invece sforzarsi per dare finalmente una chance ai più bravi.
Quindi meglio relativamente pochi posti ai più bravi, che molti posti elargiti alla massa col rischio di escludere alcuni tra i più bravi. Cari miei, non è un ragionamento lapalissiano, in Italia non lo è, forse è impopolare in questa sede ma è necessario.
Il problema è che fino a ora si sono dati pochi posti e indipendentemente dal merito. Vogliamo cambiare l’università o perpetuare la situazione attuale, magari allargando di poco la platea di beneficiari? Io sarei per cambiarla, cercando di mettere in campo strategie capaci di valorizzare il merito.
Per ottenere risultati bisogna puntare alto…
Sprecate anche due parole per qualcosa di veramente innovativo.
Abbiamo a disposizione una nuova fase politica cerchiamo di usare
nuove parole e nuovi argomenti.
Se veramente qualche rappresentante del PD legge questi thread
si rende conto che non c’è nessuna voglia di cambiare. Verremo come
solito declassati e ritenuti inutili per il paese poichè ci interessa salvarci
la pelle invece di aiutare lo sviluppo di un paese.
Ma che ve lo dico affare… qui è gia partita la sagra dei commi e dei distinguo…
bonaaaa!!!
A me tutta questa pubblicità a favore del PD ha sinceramente rotto i coglioni.
Scusate, ma chi si oppone alle stabilizzazioni pensa quindi che uno che si e’ fatto 3 anni di dottorato (che di fatto come sappiamo e’ al 99% attivita’ di ricerca) piu’ altri 3 anni come co.co.co. (o assegnista…), lavorando a piu’ non posso e guadagnando 900-1000 euro al mese non si meriti di divenire strutturato?
Non so dove voi lavoriate, ma francamente non ho mai visto nessuno degli assegnisti/co.co.co. universitari con cui lavoro che non si fosse meritato di esserci e che non si facesse un mazzo cosi’, lavorando 7 giorni su 7, non dormendo neanche nei momenti topici (sapete tutti cosa succede quando ci sono le deadline…).
Oltretutto le procedure di stabilizzazione le hanno previste per tutta la pubblica amministrazione! Che senso ha avuto escludere noi? Non sta in piedi la spiegazione basata sull’autonomia degli atenei, visto che gli amministrativi dell’universita’ rientrano a pieno titolo nelle procedure di stabilizzazione. Non si puo’ neanche dire che sia stata distrazione o incuria: con il famigerato emendamento alla finanziaria di Tocci&C. hanno “puntato, mirato e sparato” proprio contro di noi.
Allora siamo forse peggio degli altri? O forse siamo meno appoggiati politicamente degli altri? Non sara’ che finora abbiamo scelto il carro sbagliato?
Riflettiamo, amici, riflettiamo….
Cerchiamo di arrivare ad un punto. Durante la campagna elettorale di 2 anni fa, l’unione per bocca di alcuni esponenti dell’attuale PD promise il reclutamento di 30000 ricercatori. Appena sei mesi dopo si mise in marcia il reclutamento straordinario che prevedeva appena 4200 posti in 3 anni. Questa a casa mia si chiama presa in giro dell’elettorato. Qualunque idea si possa avere delle stabilizzazioni e della disparità di trattamento con gli altri precari delle P.A., è evidente che nessuno avrebbe fatto campagna per le stabilizzazioni se i vari Modica, Mussi e Tocci avessero fatto una cosa: mantenere le promesse elettorali.
Ora questa separazione fra le responsabilità individuali mi sembra solo una penosa riedizione del tradizionale scaricabarile tipico della politica italiana, cosi’ come mi sembra inutile parlare delle buone intenzioni di questo e quello: in politica conta la capacità di fare e su questa ci si misura.
Secondo me un discorso di buona politica dovrebbe dirci che: le responsabilità del fallimento (in tutta la politica universitaria, con particolare riferimento alla questione del reclutamento) vanno condivise dall’intera squadra (il ministro, il sottosegretario, i deputati in Commissione Cultura), chi ha fallito non si ricandida (come avviene in tutti gli altri paesi europei). Queste, piu’ che le nostre aspettative, dovrebbero essere le ragioni delle non ricandidature dei vari Tocci, Modica, Volpini.
Attenzione: Modica era candidato alle scorse politiche, ma è stato, mi sembra, il primo dei non eletti della lista nel suo collegio. E’ poi stato “ripescato” come sottosegretario. Quindi non vedere Tocci Modica Volpini Ghizzoni in lista non significa che poi non li facciano rientrare dalla finestra….
Svegliaaa!
Al di la’ delle eventuali migliori intenzioni di Valditara (se ne ha), cosa volete che ci porti di buono una colaizione che e’ legata a doppio filo agli evasori fiscali?
Secondo voi cse ne infischia tanto di noi Renato Brunetta?
Ma via, colleghi, ragionate!!!!! Chi se ne frega di quello che puo’ fare Modica quando dall’altra parte c’e’ chi ci ha gia’ cancellato dal proprio cervello?