Resoconto dell’incontro con il Sen. Valditara

Due giorni fa, presso l’istituto di Chimica della “Sapienza”, si è svolto il primo incontro pre-elettorale con la presenza del Sen. Valditara, resp. AN-PDL per le politiche universitarie, noto per aver proposto l’emendamento di aumento delle borse di dottorato.

I precari di chimica hanno preparato un plot di domande che sarà sottoposto ad ognuno dei prossimi relatori – prima della Sinistra Arcobaleno e, poi, del Partito Democratico.

Prossimi incontri:

Giovedi’ 6 Marzo, ore 15, aula Parravano (primo piano del vecchio edificio
di chimica, piazza della Minerva)
incontro con Fabio de Nardis (Sinistra Arcobaleno, direzione nazionale
Rifondazione Comunista, dipartimento università e ricerca)Giovedi’ 13 Marzo, ore 15, aula Parravano (primo piano del vecchio edificio
di chimica, piazza della Minerva)
incontro con il Sen. Andrea Ranieri (PD, responsabile università e ricerca)
e con Agostino Megale (Forum del Lavoro del PD)

Il resoconto che presentiamo è stato sottoposto allo stesso Valditara che ha revisionato il testo, rendendolo fedele al suo pensiero. Questa è una strategia che si utilizzerà con tutti gli interlocutori.

Il Blog, come sempre, è libero, quindi si invita a commentare in linea con un uso consapevole di questa libertà.

Resoconto:

1) Precariato e università: risposte ad un problema numericamente grave.

Le università sono l’unico corpo dello stato in cui non sono avvenute le stabilizzazioni del personale precario. Quali politiche per l’immissione in ruolo di un numero congruo di ricercatori a tempo indeterminato, coerente quantomeno con il libro verde sulla ricerca del luglio 2007 redatto da Tommaso Padoa Schioppa?

 

Il sen. Valditara concorda sulla necessità di intervenire per aumentare in modo significativo il numero dei ricercatori italiani. Contesta il fatto che il piano del governo prevedesse una prima tranche di bandi per soli 1000 ricercatori (i famosi 20 milioni di euro), sensibilmente inferiore alle medie degli anni passati. Ritiene che tale incremento debba essere perseguito mediante maggiori investimenti pubblici, nonché mediante una gestione più virtuosa delle risorse già disponibili. In particolar modo, soprattutto per quanto riguarda le università con gravi problemi di bilancio, ritiene necessario provvedere ad un piano pluriennale concordato di rientro finanziario in modo da garantire uno sviluppo sano e competitivo di tutte le università italiane.

 

2) Piramide, cilindro o botte? L’onda dei sessantenni e la questione generazionale nell’università italiana.

Poichè dal 2005 ad oggi il numero di reclutamenti a T.I. è stato sistematicamente ridimensionato, si va verso una riduzione in valore assoluto del personale universitario. Le risorse disponibili inoltre vengono spese in modo “distorto”. Le norme concorsuali (Berlinguer) favoriscono concorsi a cattedra localistici rispetto sia ai reclutamenti che alle mobilità tra atenei. Come si intende rispondere al depauperamento delle risorse umane e delle competenze che questo ridimensionamento comporta? Un passo avanti sarebbe la separazione nel budget degli Atenei delle risorse da impegnare per gli avanzamenti da quelle per il reclutamento: unità di conto distinte per i due tipi di concorsi.

 

Il sen. Valditara ritiene che quella presentata alla fine della domanda sia una proposta senz’altro praticabile, in qualche modo coerente con la logica da lui sostenuta che alcuni stanziamenti statali debbano essere vincolati a ben precisi capitoli di spesa. Afferma che il suo famoso emendamento contenuto nell’ultima finanziaria e relativo all’aumento delle borse di dottorato va in questa direzione, poiché il relativo finanziamento (ancora non distribuito dal ministero agli atenei) non entrerà nel Fondo di Finanziamento Ordinario degli atenei stessi, ma dovrà obbligatoriamente essere utilizzato per le borse. Questo impedirà dunque che la relativa somma possa essere surrettiziamente destinata a finalità diverse. Ritiene inoltre che tale aumento potrà avere positivi effetti a cascata sulle retribuzioni di assegnisti e post-doc in generale, in quanto queste dovranno necessariamente essere in qualche modo rapportate alle borse di dottorato. Ritiene inoltre che anche la retribuzione dei ricercatori a tempo indeterminato dovrà essere proporzionalmente aumentata per rendere più appetibile una professione che comporta costi economici, sacrifici personali e una aleatorietà notevole. Per i professori associati ed ordinari ritiene debba essere applicato il modello tedesco, vale a dire una determinazione legislativa della retribuzione con tuttavia la possibilità di incrementarla mediante contratti individuali, fermo restando ovviamente il rapporto previsto dalla legge fra spese per il personale ed FFO. Condivide inoltre la denuncia del fenomeno di riduzione complessiva delle risorse umane in atto nel sistema universitario italiano e, ribadendo quanto detto discutendo del punto 1, ritiene importante favorire l’ingresso di giovani nell’organico degli atenei. Ribadisce l’idea di vincolare all’assunzione di ricercatori una parte del finanziamento statale agli atenei. Sostiene che debba essere in parallelo perseguita anche una politica di forte sburocratizzazione, per consentire una più rapida assegnazione delle risorse, anche con riguardo ai finanziamenti alla ricerca.

 

3) Il pasticciaccio brutto di piazzale Kennedy.

Il Milleproroghe ha definitivamente bloccato le nuove procedure di reclutamento ordinario a partire dalla sua entrata in vigore fino al nuovo regolamento “Mussi”. Come superare l’attuale situazione emergenziale? Si intende proseguire nell’emanazione ed attuazione del regolamento “Mussi”, ripristinare le attuali regole concorsuali, introdurre un altro regolamento o semplicemente attendere la scomparsa dei ricercatori a T.I. nel 2013?

 

Il sen. Valditara ritiene particolarmente grave il blocco di fatto del reclutamento prodotto dalla versione del milleproroghe appena approvata dal Parlamento. Per questo motivo, uno dei primi impegni del prossimo ministro dovrà essere proprio il superamento di tale emergenza. La posizione sul nuovo regolamento dei concorsi da ricercatore è di totale disapprovazione, sia nel metodo che nel merito. Denuncia peraltro di aver a suo tempo rilevato in Parlamento gli stessi rilievi poi sollevati dalla Corte dei Conti. Nel metodo ritiene che nella gerarchia delle fonti di diritto un regolamento ministeriale non possa abrogare una legge esistente. Nel merito ritiene le procedure previste eccessivamente farraginose e foriere di ricorsi a non finire; è altresì perplesso, nel contesto dato, sull’utilizzo di referee stranieri, che difficilmente accetterebbero di gravarsi di un simile compito in cambio di compensi irrisori; ritiene illegittima la previsione dell’anonimato dei valutatori, che reputa in contraddizione con il principio di trasparenza. Inoltre non ritiene che questo regolamento offra realmente maggiori garanzie di equità dei concorsi. I “baronati” universitari agiscono senz’altro meglio nell’ombra ben sapendo chi devono proteggere. Il sen. Valditara pensa che il futuro governo debba proseguire la strada dell’idoneità nazionale seguita da selezione locale per i concorsi da associato ed ordinario, ma che i concorsi da ricercatore debbano restare locali. Esplicitamente interrogato sul punto della scomparsa dei ricercatori a T.I. nel 2013, ritiene che la figura del ricercatore a tempo indeterminato debba comunque continuare ad essere prevista, ritiene al riguardo che la legge Moratti sia stata troppo rigida nel prevedere l’abolizione della possibilità di bandire concorsi per ricercatore a tempo indeterminato, ancorché a partire dal 2013. Sarebbe piuttosto auspicabile concentrare in una unica figura giuridica definita dalla legge, che garantisca fra l’altro una adeguata copertura assicurativa, la molteplicità di figure dai contorni giuridici incerti e dalla inesistente protezione previdenziale che oggi caratterizzano le posizioni a tempo determinato. Valorizzando l’autonomia delle università si potrebbe dunque configurare la possibilità di scelta da parte delle singole facoltà fra il ricorso a ricercatori a contratto ovvero bandi di concorso per assunzioni a tempo indeterminato. Per evitare un aggravio aggiuntivo per le università la legge dovrebbe anche prevedere per i ricercatori a contratto un particolare regime fiscale. Il futuro governo dovrebbe in qualche modo intervenire.

 

4) Precariato e università: salario e contratti. Esclusi dalla legge Biagi, esclusi dalla Finanziaria 2008. La richiesta di fare ordine e riconoscere diritti: solo ricercatori a T.D.?

Le retribuzioni del personale precario della ricerca sono molto modeste, significativamente inferiori alle medie del G7 e praticamente immobili dal 2002. Inoltre le università possono assumere personale a termine per attività di ricerca ricorrendo tipologie contrattuali molto diverse. Da diverse parti giunge la richiesta di ricondurre tutto all’unica forma del ricercatore a tempo determinato, più rispettosa dei diritti fondamentali (maternità, ferie, malattia, adeguata contribuzione previdenziale) emanando contestualmente un regolamento unico nazionale.

Il sen. Valditara insiste più volte sull’opportunità di aumentare le retribuzioni dei ricercatori, precari e non, ricollegando questo discorso al suo emendamento sulle borse di dottorato. Ritiene che tali aumenti siano indispensabile per affrontare la concorrenza dei centri di ricerca stranieri e dell’impiego privato. La cosiddetta fuga dei cervelli si combatte solo rendendo più appetibile la carriera universitaria.

 

5) Modello di Università: il finanziamento alla ricerca.

Il finanziamento alla ricerca è inferiore alle medie europee ed avviene attraverso il fondo unico per la ricerca che emana di anno in anno i bandi prin, firb e fisr. I fondi sono scritti ogni anno nella finanziaria e questo ha prodotto grandi oscillazioni nei trasferimenti pubblici per la ricerca di anno in anno. Le procedure di selezione soffrono di questa oscillazione respingendo negli anni difficili anche progetti validi che negli anni migliori sarebbero finanziati. Si intende continuare con le procedure attuali o procedere verso la creazione di un’agenzia con costante dotazione finanziaria? Vi sono stati alcuni timidi segnali verso l’ampliamento della platea dei proponenti includendovi anche i titolari di contratti a termine (precari), si intende universalizzare questa prassi? I precari potenzialmente titolari di progetto di ricerca e budget non sarebbero più “personale passivamente intento a sperare nel rinnovo del proprio contratto” ma si potrebbero trasformare in motori di innovazione.

 

Il sen. Valditara osserva che gli investimenti pubblici italiani nella ricerca scientifica sono solo leggermente inferiori alle medie europee, siamo tuttavia agli ultimi posti per investimenti privati. Poiché dunque questo gap potrà essere colmato solo in molti anni, è essenziale che un incremento del finanziamento pubblico riconduca l’investimento complessivo a livelli “europei”. Innanzitutto andrà perseguita una politica che Valditara ha riassunto con lo slogan “nessuna tassa sulla ricerca”: non solo dunque deducibilità fiscale sempre maggiore degli utili reinvestiti nella ricerca, ma anche, per esempio, abolizione dell’Irap per le università. Più in generale è auspicabile che il prossimo governo attui una politica di aumento degli investimenti nel sistema universitario. Questa dovrà essere accompagnata dall’avvio di un efficace sistema di valutazione dei risultati raggiunti da ciascun ateneo. Al riguardo il regolamento istitutivo dell’Anvur grava l’Agenzia di un numero eccessivo di compiti quando invece essa dovrà concentrarsi sulla valutazione della qualità della ricerca svolta dai singoli centri. I finanziamenti statali dovranno essere dunque sempre più legati alla valutazione della produttività scientifica e della didattica. E’ pure importante che alcune università sull’orlo del dissesto finanziario sviluppino una politica più virtuosa in particolare con riguardo al rapporto spese per il personale/FFO. Approva l’idea di concedere ai ricercatori precari la possibilità di accedere al finanziamento di propri progetti di ricerca, condividendo l’analisi dei possibili benefici descritti nell’illustrazione della domanda. Esplicitamente interrogato sul rischio che la situazione di dissesto di diversi atenei possa addirittura portare alla loro chiusura, risponde che non esiste l’eventualità che università statali possano essere chiuse, ritiene anzi demagogica una proposta di chiusura di università avanzata da altre forze politiche, che fa il paio con la proposta di creare 100 campus, ma più realisticamente ritiene che i bilanci delle strutture con maggiori problemi economici dovranno essere sistemati intraprendendo iniziative concordate di razionalizzazione che prevedano fra l’altro la riduzione di corsi di laurea, soprattutto di quelli aperti in sedi distaccate che siano frutto di logiche irrazionali e clientelari.

30 Responses to Resoconto dell’incontro con il Sen. Valditara

  1. stonedresearcher ha detto:

    Io c’ero e nel resoconto si evidenziano i punti deboli della visione del Sen. Valditara.

    In particolare la volontà di demolire l’eventuale entrata in vigore del nuovo regolamento concorsuale.

    Ricordo che, con tutte le critiche mosse ai limiti della procedura e ai settori disciplinari, praticamente tutte le organizzazioni dei ricercatori precari e dei dottorandi concordano nella necessità di nuove regole che spariglino la legge berlinguer.

    Si sta aprendo uno scontro sempree più duro… e invece i giovani e i meno giovani hanno bisogno di posti subito con regole nuove!

  2. mirko ha detto:

    L’idea di un contratto unico a TD che sostituisca tutto il precariato esistente è buona. Ma deve essere “pre-ruolo” e non un opzione con quella dell’assunzione a tempo indeterminato. Su questo punto la proposta di Valditare non mi piace proprio. Che motivi avrebbero le Università di assumere a tempo indeterminato se possono protrarre i tempi determinati finché vogliono?. Questo mi pare un punto pericolosissimo.

    E poi non ho capito che significa che la Moratti è stata “troppo rigida”. O si cancellano i ricercatori o non li si cancella. Tertiur non datur…. quindi o si è con la Moratti o si è contro. Io sono contro, Valditara su questi mi pare quasi “vetroniano”…

  3. Gigi ha detto:

    Caro Mirko,
    attualmente la legge prevede che i contratti da ricercatore TD possano essere rinnovati fino ad un massimo di 6 anni.

  4. Carlo ha detto:

    Grazie ai precari di Chimica (ma sono gli unici ad avere una coscienza civile?).

    Io non c’ero, ma dal resoconto si deduce che Valditara abbia ben compreso la gravità della situazione, riguardo al blocco dei concorsi (cosa che non si può dire per gli Atenei che ancora brancolano nel buio); e questo mi sembra un dato molto positivo. Riguardo alle soluzioni, che dire? Siamo in campagna elttorale, si sa.

    Quanto alla Sinistra Arcobaleno, mi chiedo se sia il caso di incontrarla. Dopo la figuraccia che hanno fatto, hanno pure la spudorataggine di farsi rivedere. L’incontro può servire solo per accettare le loro scuse. Ma poi basta.

    Quanto al PD, che dire? Io non ci credo; e comunque non saranno loro per fortuna a gestire la cosa.

  5. mirko ha detto:

    Appunto gigi,

    in assenza di norme che rendono il td un pre-ruolo – quindi che prevedono una stabilizzazione/assunzione previa valutazione del lavoro svolto ovviamente – dopo i 6 anni si rischia di essere semplicemente espulsi. E se ci metti il dottorato prima dei 6 anni ti trovi cacciato dopo 9 anni…

    E poi non ho capito quale è la proposta di Valditara sul reclutamento (certo io non ero presente e quindi giudico dal blog…

    Complimenti ai chimici e al blog comunque, saranno proclami elettorali ma l’idea di risposte dei politici on line – verificate dai politici stessi, quindi non possono dire poi “io non ho detto questo” – per poterle confrontare è ottima…

  6. Sinistra Arcobaleno ha detto:

    Dopo il disastro dei generali – il ministro Mussi e il Rettore dei rettori Modica -, ora la Sinistra Arcobaleno manda avanti la fanteria: De Nardis (un ricercatore).
    Ma a che titolo parla costui? Se hanno il buon gusto di scusarsi (dopo tutto quello che è stato), che vengano gli altri all’incontro. Altrimenti, si passi al prossimo.

  7. Alberto ha detto:

    Risposte tutto sommato condivisibili. Il nuovo regolamento lo trovo tutto sommato questione secondaria. Importante le denuncia del blocco dei concorsi. Un po’ evasivo su stabilizzazione ed abilizione di assegni di ricerca e co.co.co.
    Docisamentemolto piu’ comeptente di Mussi e Moratti.

  8. serena ha detto:

    risposte ragionevoli e condivisibili. Il nuovo regolamento mi sembra sia diventato una bandiera di Mussi, ma non riceve tutto questo entusiamo ed a me pare inutile. Assai più importante aumentare il numero dei concorsi, come dice Valditara. Risposte un pò evasive su stabilizzazioni e sostituzione di tutti i contratti con ricercatori a TD.
    nel complesso, mi sembra di vedere una maggiore conoscenza dell’università rispetto a Mussi e Moratti.

  9. Researcher ha detto:

    In questo momento dice cose iùcondivisibili Valditara si quelli del PD…

  10. Andrea ha detto:

    Complimenti ai chimici precari e alla RNRP. Un’ottima iniziativa. Speriamo serva a portare i temi dell’università nella campagna elettorale.
    Davvero bravi.

  11. Genovese ha detto:

    Ma Modica non è del PD?

  12. Albertino ha detto:

    Risposte nel complesso condivisibili, anche se forse elettoralistiche. Il punto inquietante è la fine della terza risposta. I ricercatori TD e TI non dovrebbero diventare alternativo parallele, ma uno propedeutico all’altro, con un rapporto fisso di conversioni dei primi nei secondi: es. il 25 o il 33% sulla falsariga di cio’ che accade nel Nord Europa. Cio’ implicherebbe una riduzione della durata massima a 4 anni e porrebbe il problema del pregresso, che il centrosinistra non ha voluto affrontare.
    Constato che i ricercatori precari sono gli unici che non possono aspettarsi nulla dal PS e SA, da momento che la categoria che abusa del lavoro nero universitario èla stessa che fornisce un bel pezzo di classe dirigenti a questi partiti. Ho l’impressione che solo il centrodestra possa davvero combattere la CRUI e il baronato.

  13. Albertino ha detto:

    Risposte nel complesso condivisibili, anche se forse elettoralistiche. Il punto inquietante è la fine della terza risposta. I ricercatori T.D. e T.I. non dovrebbero diventare alternativo parallele, ma uno propedeutico all’altro, con un rapporto fisso di conversioni dei primi nei secondi: es. il 25 o il 33% sulla falsariga di cio’ che accade nel Nord Europa. Cio’ implicherebbe una riduzione della durata massima a 4 anni e porrebbe il problema del pregresso, che il centrosinistra non ha voluto affrontare.
    Constato che i ricercatori precari sono gli unici che non possono aspettarsi nulla dal PS e SA, da momento che la categoria che abusa del lavoro nero universitario èla stessa che fornisce un bel pezzo di classe dirigenti a questi partiti. Ho l’impressione che solo il centrodestra possa davvero combattere la CRUI e il baronato.

  14. Albertino ha detto:

    Errore di battitura: PD, non PS

  15. Luke S ha detto:

    Per Mirko.
    Preciso che i resoconti sono rivisti per correttezza e per non correre il rischio di riportare le posizioni in maniera distorta, non per inchiodare i relatori alle loro affermazioni.
    Come hai scrittu tu, invece, la formula delle cinque domande è stata scelta per rendere omogenei gli incontri e avere risposte confrontabili, ma anche per essere sicuri che nel corso dell’incontro si affrontino tutti i temi di interesse.
    Sono lieto di vedere che l’iniziativa ha ricevuto commenti positivi.

  16. Luke S ha detto:

    Per Mirko.
    Preciso che la scelta di chiedere al relatore di rivedere il resoconto è motivata da questioni di correttezza e dall’esigenza di non correre il rischio di riportare le posizioni in maniera distorta, non dalla volontà di inchiodare alle risposte date.
    Come ha già scritto, invece, la scelta delle 5 domande è stata fatta per rendere omogenei gli incontri e avere risposte confrontabili, ma anche per essere certi di toccare tutti i punti di interesse.
    Saluti.

  17. Ioc'ero ha detto:

    Io ero presente all’incntro e vi dico chiaramente che il Sen. Valditara seppure probabilmente è nel CDex il meglio che ci possa capitare ha dato l’impressione di scarsa preticità e di scarsa comprensione concreta dei problemi cogenti riguardanti il precariato.

    Preoccupante è stato soprattutto il fatto che il Senatore abbia difeso tutte le critiche “accademiche” e della Corte dei Conti al nuovo regolamento.

    Questo per me significa che il sen. Valditara si è mosso con qelle componenti che hanno osteggiato il nuovo regolamento per i riercatori quindi che è molto vicino al CUN e alla CRUI.

    Ciò detto non mi aspetto di meglio dalla sinistra o dal PD.

    Per cui cari fratelli o cugini o compagni chi vinca vinca prepariamoci ad una dura lotta!

  18. gennario ha detto:

    approposito…. De Nardis è un giovane figlio di accademico e vi posso assicurare che di Università non ne capisce un c*o. E tendenzialmente ripete quello che gli dice Iervolino o che gli passa qualche amico.

    Per carità, è una persona impegnata e che ci crede, ma che da questo possa fare il responsabile per rifondazione (non saprei qual’è l’incarico in Sinistra Democratica) per l’Università mi pare indice grave della pochezza di questo gruppo.

    Magari tra qualche anno. Nel frattempo, se non volete fargli male, non gli fate domande troppo tecniche o specifiche che non vi saprebbe rispondere

  19. Miriam ha detto:

    Onestamente questo accanimento sul nuovo regolamento mi pare masochistico. All’inizio Mussi promise più concorsi (grazie al regolamento straordinario) e regole nuove. Ora il gioco si è svelato, si è capito che l’aumento dei concorsi era un imbroglio e l’intenzione era far partire il reclutamento straordinario assieme alla riapertura dei concorsi da ord. e ass., in modo da lasciare per i ricercatori solo i 1050 posti annui “straordinari” (contro i 2000 e oltre posti degli anni precedenti) per dirottare immani risorse ordinarie sulle promozioni dei già garantiti.
    E ora noi saremmo pronti a passare dal “nuove regole E più posti” al “nuove regole IN CAMBIO DI meno posti”? E a pagare il prezzo di un blocco del reclutamento per dare a Mussi la possibilià di finire il mandato dicendo “ho fatto qualcosa”? E cosa poi? Nuove regole scritte dall’EX-PRESIDENTE della CRUI?
    Lasciamo che Mussi e Modica facciano propaganda sulla nostra pelle, ma noi non impicchiamoci al nuovo regolamento.

  20. Carlo ha detto:

    Brava Miriam!
    Il Nuovo Regolamento, progettato con criteri e metodi internazionali (dicono loro), è il non plus ultra del provincialismo della sinistra italiana. Invece, sappiamo tutti benissimo che non esiste nulla di simile da nessuna parte del mondo.
    Chi spera nel NR è un miope o un credulone capace di bersi qualsiasi fandonia gli si propini.

  21. Nuovo Regolamento ha detto:

    Personalmente mi sono speso per le stabilizzazioni, personalmente penso che occorre essere pratici.

    Analiziamo la situazione:

    Nostro malgrado abbiamo un blocco dei concorsi nell’atesa di un nuovo regolamento analizzato da CRUI CUN CONSIGLIO DI STATO ADI CORTE DEI CONTI e anche dalla RNRP.

    Questo nuovo regolamento se applicato porterebbe ad una cedenza dei concorsi due volte l’anno e tendferebbe ad eliminare la legge Berlinguer localistica e nepotistica.

    Se in questo mese il regolamento passa Valditara lo combatterà …. per tornare alla Berlinguer….

    Io mi aspetterei da Valditara qualcosa di rapido e di meglio della Berlinguer oppure meglio il nuovo regolameto.

    Questi balletti andranno contro i precari in attesa di concorsi che con la Berlinguer sono decisi nei tempi e nei modi in modo baronale….non dimentichiamocelo.

  22. Albertino ha detto:

    Un regolamento anti-baroni scritto dall’ex presidente della CRUI

  23. Lamberto ha detto:

    Mi sembra di capire che sul nuovo regolamento non c’e’ identità di vedute. Anziche’ discutere animatamente su questo tema, concentriamoci sulle altre proposte: unificazione di tutti i contratti precari nella forma dei ricercatori TD, separazione del budget per il reclutamento da quello per le promozioni, riapertura dei concorsi.

  24. Sergio ha detto:

    Cari tutti,
    ero all’incontro con il Sen. Valditara e purtroppo mi trovo in disaccordo con la maggioranza di voi. Il senatore pur preparato anche su aspetti tecnici ignora completamente la consistenza numerica del problema dei precari e non vuole riconoscere la finzione di massa delle procedure concorsuali vigenti.
    Soprattutto ignora, o non vuole riconoscere, che buona parte delle attività istituzionali dell’università, didattica inclusa, sono prodotte da personale precario.

    Egli è stato evanescente nell’esporsi con chiarezza sulla consistenza numerica del piano “ordinario” di reclutamento da lui delineato.

    Ha confermato con forza che la Berlinguer è perfetta e al massimo va resa ancora più localistica snellendo le procedure concorsuali introducendo eventualmetne il commissario unico con buona pace di qualunque eventuale permeabilità delle consorterie.

    In estrema sintesi ha detto che gli ultimi 22 mesi non sono esistiti che tutto quello che è stato fatto è stato dannoso e che bisogna tornare a ciò che era prima di Mussi ovvero al Morattismo.

    Vorrei ricordarvi che durante il quinquennio Moratti si è approvata l’oscena legge 230/05 sullo statuto giuridico, così orrendamente scritta da non poter essere applicata. Si è ridotto int ermini reali il finanziamento alla ricerca tramite bandi dallo 0.5% del PIl allo 0.35%. Si è abolito il ruolo del ricercatore a tempo determianto.
    Il Csx è stato disastroso ma anche il cdx è stato agghiacciante.
    Non illudiamoci che il 15 aprile le cose miglioreranno perchè evidentemente il parere di 77 rettori è molto ma molto più importante che quello di decine di migliaia di precari.

    Per finire Valditara ha concluso dicendo che appena si insedierà abrogherà il regolamento Mussi e che mai e poi mai avallerà stabilizzazioni.
    Più chiaro di così.

    PS per chi non lo sapesse, in Spagna e Francia sono in vigore varianti, sicuramente migliori, ma piuttosto simili del regolamento Mussi. Short list e referee anonimi sono strumenti trasparenti e anti-mafiosi diffusissimi nel mondo occidentale sviluppato. Per esempio anche in italia dal Miur per la selezione dei Prin.

  25. L. ha detto:

    Chiediamo a tutti un impegno pratico e preciso.

    Una sola cosa, ma certa e misurabile e da farsi entro pochi giorni dall’insediamento del nuovo Governo.

    Poi ci sono tutte le promesse varie, ma quella singola cosa semplice e pratica servirà per vedere le intenzioni vere e per poter poi rinfacciare la promessa a Governo insediato.
    Chiediamola a tutti, in modo che avremo questa possibilità chiunque vinca.

    Nel frattempo suggerisco di pensare a nostre formule per la soluzione dei problemi che conosciamo benissimo, in modo che si possano presentare delle proposte concrete a chiunque sarà il nostro interlocutore.

    A me vengono in mente un paio di punti semplici semplici:

    – Abrogazione del blocco e decreto che stabilisca che i concorsi si DEVONO fare, finché non ci sarà il nuovo regolamento si seguirà il vecchio, ma i concorsi di DEVONO fare.

    – Stabilire per legge un punteggio fisso e certo per i titoli, in modo che chiunque possa confrontare i concorrenti ad un concorso. Il punteggio riservato alla commissione dovrà essere piuttosto basso. In questo modo se i concorrenti hanno parecchi titoli l’importanza della commissione scende drasticamente, mentre se ne hanno pochi sale e questo mi sembra in linea con il prevedere un controllo del merito per chi non l’abbia già dimostrato.
    Ogni assegno di ricerca avrà un punteggio, ogni TD un altro, ogni borsa pure, così gli anni da prof a contratto, il dottorato, gli articoli, con punteggi assegnati in base alla rivista o al congresso dove sono stati pubblicati (l’elenco di riviste e congressi è ottenibile per ogni SSD nel giro di ben pochi giorni, un mese al massimo), un punteggio per ogni brevetto, per ogni libro, per ogni altro titolo vantabile. Alla commissione verrà dato un punteggio in cui far rientrare sia la valutazione di eventuali titoli non valutati nell’altro modo, sia la valutazione delle prove d’esame.

    Con questo metodo ogni lavoratore saprà con certezza cosa dovrà realizzare per accrescere le sue chance e avrà una misura diretta e oggettiva del suo valore rispetto al sistema. Le commissioni avranno importanza fondamentale laddove ci si troverà a valutare gente con titoli poveri, mentre non potranno eliminare chi ha davvero già dimostrato il proprio valore.

    Una riformina di questo genere non comporta nessuna legge, nessun organo aggiuntivo, solo un pizzico di lavoro per i gruppi di ricerca nazionali per ogni SSD.

    L.

  26. Carlo ha detto:

    Va bene tutto, ma non la valutazione tanto per chilo.
    Mi sembra assurda e inaccettabile la proposta di assegnare in anticipo il punteggio ad un articolo apparso su una rivista, a prescindere da quello che c’è scritto.
    A questo punto, perché no, proponiamo di determinare un coefficiente per rivista o atti di congresso da moltiplicare per il numero delle pagine. Ciò comporterebbe garanzie di maggiore “scientificità” del calcolo.
    E, giacché ci siamo, affidiamo il tutto ad un calcolatore superpartes: il massimo dell’oggettività.
    Ma siamo impazziti?

  27. Lamberto ha detto:

    Cosi un centro di ricerca spende un milione di euro per acquistare uno strumento e poi la sommatoria degli impact factor decide che il migliore per lavorare in quel gruppo è uno che non ha mai visto quello strumento in vita sua. Può succedere, tanto che le università straniere chiedono sempre conoscenze specifiche sulle ricerche condotte all’interno dell’ateneo.
    Purtroppo è un dilemma dal quale in Italia non si esce, perché se la rigidità porta a queste situazioni, il sistema non sa neppure gestire la flessibilità che gli viene concessa e l’esito sono i concorsi truccati.

  28. Ricercatore aggregato ha detto:

    Mi sembra invece molto importante la richiesta di una semplificazione delle figure del precariato; magari, accompagnata dal riconoscimento (legale) di un “titolo”, quale potrebbe essere p.es. quello di Ricercatore aggregato (sulla falsariga di Professore aggregato: titolo istituito per legge dal 1965).
    Il titolo non dovrebbe avere solo un valore nominale, ma potrebbe comportare un risvolto pratico: per esempio, attualmente – Nicola, correggimi se sbaglio -, nei concorsi a professore il d.lgs 164\2006 stabilisce quote di riserva (15%) in favore di categorie tra cui rientra anche il Professore aggregato.

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