Ecco le ultime notizie da fonti “sicure”:
- Il decreto sulle scuole di dottorato è stato bocciato nei giorni scorsi dalla Corte dei Conti.
- Il decreto sul nuovo regolamento per il reclutamento dei ricercatori universitari è stato bocciato oggi dalla Corte dei Conti (clicca per vedere i primi commenti FLC).
- Il decreto sulla nuova agenzia indipendente di valutazione della ricerca (ANVUR) è stato anch’esso bocciato dalla stessa Corte (notizia ufficiosa ma sembra certa).
L’impressione è quella che in questo paese qualsiasi tentativo di modernizzazione è affossato da una burocrazia asfissiante e antidemocratica.
Siamo stati i primi a criticare Mussi, le sue scelte contorte, poco pratiche, il suo istrionismo. Eravamo lì a criticarlo quando gli altri lo osannavano, ci eravamo accorti che senza scelte decisive e pratiche non poteva andare ….sarebbe stato suicidato.
Questo è puntualmente accaduto.
Mussi, Modica – se ci sarà una prossima volta – ascoltate la base!
Tuttavia non è possibile che tutti i tentativi per cambiare le regole si siano sistematicamente infranti su un muro conservatore, su censure e legacci antimoderni.
Buona Notte Popolo
Premetto che ero favorevole al NR.
Pero’ se una legge A mi riconosce un diritto (la ricusazione), mi sembra elementare che il regolamento B (che in ordine di gerarchia delle fonti si trova sotto la legge) non puo’ negare quel diritto, a meno che la legge A non venga abrogata.
Per questo i commissari anonimi erano illegali. E cambia poco usare il termine inglese referees.
Ma chi è il capoccia della Corte dei Conti, VELTRUSCONI?
Nessun dubbio sulla cialtroneria di Mussi.
Tuttavia quella che si è consumata è un operazione politica volta a cancellare ogni potenziale elemento di riforma del sistema.
La corte dei conti, nei fatti, ha agito da organo politico sollevando obiezioni (più o meno giustificate) che avrebbe dovuto sollevare il consiglio di stato. Sarà legato al fatto che è stretta a doppio filo con cordate di amministrativisti che fin dall’inizio si sono opposti alle scelte di Mussi?
Azzerato quanto fatto dal governo Prodi, cosa resta?
La Moratti. Ed allora il quadro: blocco dei concorsi da ricercatore per tutta la prossima legislatura fino alla messa in esaurimento dei ricercatori. Finanziamento per posti da ricercatore a tempo determinato reiterabili all’infinito e chi può entra da associato….
siamo di fronte a un vero e proprio golpe della CdC.
La caduta del governo Prodi è stata un disastro per “noi”, ha scatenato un succedersi di eventi che hanno affossato le speranze degli ultimi anni.
Ora si prospetta non solo la L Moratti ma anche un Berlusconi tris, con Formigoni probabile ministro di istruzione e ricerca.
Teniamo duro e non cediamo alla demagogia.
Resistere resistere resistere
l’università è un muro di gomma.
Uno dei pilastri della “casta” del nostro paese.
Un perno della rete delle corporazioni che ci stanno ammazzando: le banche, i consigli di amministrazione, le segreterie dei partiti, notai e notabili… Tutti passano per le Università. L’Università ne è il centro di garanzia
Hanno eretto un muro a difesa della cittadella. Intangibile.
A chi urla solo contro Mussi chiedo: chi è che se la ride? Chi ci guadagna?
Toh, ma dai! Le banche, le fondazioni, i tassisti, i lavandai, i notai, i cassintegrati, i ricercatori precari, tutte corporazioni, tutte caste! Votiamo Silvio, no votiamo Walter, no votiamo Fausto… Prodi e Mussi COMUNISTI INCAPACI! Moratti e Formigoni CLERICO-FASCISTI! Il sitema e’ irriformabbile, io non voto!
etc etc etc….
Spaete, quello che mi sconforta di piu’ e’ vedere la congerie di luoghi comuni e deleghe ad occhi chiusi che tanti ancora propagano anche su questo blog. Inveire contro la politica (tutta), la burocrazia, la “casta”, le “corporazioni”, chiedere dimissioni ed ammissioni di colpa a personaggi che ontologicamente non ne sono capaci e’ inutile oltre che penoso. Dobbiamo minare le fondamenta di questo sistema(ci torna facile, noi ci abitiamo nelle fondamenta!) a prescindere, sapendo che qui nessuno ci dara’ quello che vogliamo perche’ e’ solidale o perche’ gli stiamo tanto simpatici: dobbiamo mettergli tanta, ma TANTA paura. Dobbiamo fare un gran casino, porca miseria, mettere in ginocchio la didattica delle universita’, e la ricerca anche (ma tanto quella non fa male). L’Universita’ italiana chiude per mancanza di schiavi: ma non ne avete avuto abbastanza?
Sì, dai, anche questa volta salviamo il povero Mussi – poverino ! – affossato dai Poteri Forti, brutti e cattivi, mentre lui voleva solo riformare il sistema.
Con la sua incapacità lo ha AFFOSSATO il sistema, altro che RIFORMATO.
Col cavolo che li rivoto.
PERO’ NOI QUALCOSA POSSIAMO FARE. SCIOPERIAMO, SE TUTTI I PROFESSORI A CONTRATTO E I RICERCATORI A TEMPO DETERMINATO SCIOPERANO PER 6 MESI (CIOE’: NON TENGONO I CORSI) QUALCOSA SUCCEDERA’. CI SONO FACOLTA’ INTERE CHE PER LA DIDATTICA SI BASANO SUI PROF A CONTRATTO.
RAGAZZI DOBBIAMO FARE QUALCOSA N O I ! !
QUESTI NON FARANNO MAI NIENTE !!
La caduta del governo Prodi non c’entra nulla con tutta la faccenda. Smettiamola di parlare per luoghi comuni.
Fare riforme in Italia è obbiettivamente difficile. Ma se è già difficile far passare riforme ragionevoli, è assurdo sperare che passasse un disastro normativo come quello proposto dal MUR.
Sarebbe comunque interessante leggere le motivazioni della Corte dei Conti. (saranno rese pubbliche?)
A parte queste considerazioni, è chiaro che serve un segnale forte da parte nostra. A questo punto aspettiamo suggerimenti/direttive da RNRP.
oggi in un’intervista al Manifesto con Mussi, si racconta che il ministro è uscito solo ieri dall’ospedale dove ha subito un difficile doppio trapianto di reni.
La malattia di Mussi è un altra ragione che è dietro alla debacle del MIUR e al trionfo dei mafiosi della Corte dei Conti.
Siamo proprio sfigati, ci mancava solo questo…
C’è un valido sotituto di Mussi
ùil sottosegretario M.
Leggete la sua dichiarazione al Sole
e’ roba da matti…il disastro non è certo colpa del trapianto che ha subito il ministro, ma della sua politica miserevole e da azzegarbugli.
rimpiangeremo gli sforzi riformatori di Mussi e Modica, ancorché fallimentari, quando al governo ci saranno Berlusconi, Formigoni e i loro lacché.
Loro almeno c’hanno dato la speranza.
ricercatore progressista sei patetico…come puoi essere così obnubilato dalla fede politica ? questi hanno distrutto tutto, spazzato via i finaziamenti, bloccato il regolamento per mesi !!!
se la moratti avesse fatto un decimo del disatsro che hnno fatto il gatto e la volpe mussi e modica a quest’ora sarebbe già rifugiata all’estero
mai più voti a questa sinistra, mai più
Non prendiamo abbagli anche noi! La Corte dei Conti non ha nessuna responsabilità…fa solo il suo lavoro. Sul regolamento ho operato il cd. controllo preventivo di legittimità che si esercita esclusivamente su alcuni atti non aventi forza di legge. Se chi li scrive lo fa con i piedi non può pretendere di forzare le regole! Vi pare? Per fare le riforme (in ogni paese) oltre alle belle idee serve anche la giusta forma. Talvolta, la forma è sostanza! Vi ricordo che nei 5 anni passati si sono fatti provvedimenti ad personam che passavano non certo perché il potere giurisdizionale era genuflesso….
Nicola la tua fede nel diritto e negli organi dello Stato trascura il fatto che la loro azione sia politicamente orientata.
Ha sempre fatto così storicamente la Corte Costituzionale (con i referendum), ora è stato così con la Corte dei Conti.
Il problema dell’Italia sono anche gli apparati dello Stato, le burocrazie statali, non solo la classe politica.
Scusate, ma se i referees sono utilizzati già oggi nella valutazione dei Prin perché non potevano essere utilizzati anche per quella dei CV dei candidati ricercatori?
Il problema è stato il fatto che M&M hanno tentato di concertare con CUN CRUI e con le varie sigle sindacali (anche se molto poco) poi hanno sentito l’ADI ecc…insomma per fare sto decreto hanno mosso mwezzo mondo.
il decreto conteneva cose essenziali come il principio del referaggio allla cieca ma sopèrattutto il tentativo di accorpare i SSD.
Noi della RNRP eravamo visti come dei rompi.co..ni
La proposta della stabilizzazione era stata fatta per dare una scossa e siamo rimasti soli anche all’interno della RNRP che su questo tema non è mai stata unitaria.
Ora per fare le leggi occorre meno concertazione e strumenti differenti come le leggi delega quelle che fa Berlusconi pro domo sua.
Ora che fare?
Alcuni chiedono lo sciopero….i ricercatori precari non riescono ad organizzare scioperi perché non sono contrattualizzati.
Dovremo stilare un comunicato scritto da precari amministrativisti in cui si afferma che vista la bocciatura il decreto non è stato emanato e quindi vale la 210 e la Moratti fino a differenti disposizioni legislative.
Credo che il blocco sia illegittimo.
Spieghiamoci bene: qui non si tratta di scioperare, cosa che non possiamo fare in quanto non contrattualizzati. Ma chi se ne frega in fondo, che sia uno Sciopero con la S maiuscola. Era uno scipero nel senso stretto del termine quello dei tassisti? Quello dei camionisti? Smettiamo di usare le parole a vuoto. Chiamatelo come vi pare: blocchiamo ricerca e didattica fino a quando non vengono pensionati ope legis gli over 65 e riaperti i concorsi per 20.000 nuovi ricercatori, subito. Poi si ragiona.
leo, ma oggi se MU&M non avessero messo in campo il processo di ascolto e partecipazione immagini le critiche di autoritarismo che avrebbero ricevuto? Bisognava creare consenso intorno a questo provvedimento comunque innovativo e traumatico per le abitudini della classe accademica italiana.
Sono d’accordo sul comunicato dei ‘nostri’ amministrativi. Ma bisogna anche mettere in guardia dal non stornare i fondi straordinari 2008-09 in altre fonti di spesa (si tratta di 6000 posti da ricercatore). In questo caso sì che potremmo ricorrere a forme radicali di lotta: astensione prolungata e/o intermittente dal lavoro, sabotaggio degli strumenti di laboratorio, sciopero della fame etc.
La cosa più saggia che si deve chiedere e che il Ministro può (e devrebbe) fare è un Decreto Legge che prenda atto dei rilievi della CdC, consideri il danno che potrebbe derivare dal blocco dei concorsi e quindi la necessità e l’urgenza di poter espletare comunque i concorsi con le vecchie regole. Per quanto riguarda i fondi straordinari penso che gli unici salvabili potrebbero essere quelli del 2008 da utilizzare (come quelli del 2007) attribuendoli ai singoli atenei direttamente nell’FFO. Questo sarebbe l’unico gesto degno di una persona responsabile.
Non si può concertare con persone che hanno costruito una casta intorno alle loro posizioni di rendita.
La politica in certi casi deve essere coraggiosa e non per questo autoritaria.
Così facendo ci hanno rimesso le penne solo i ric precari che sono la base senza potere.
M&M hanno concertato soprattutto con CRUI e CUN
Paradossalmente volevano togliere potere agli accademici chiedendo loro il consenso….
Impossibile
Noi non siamo tassisti o padroncini…non viviamo del nostro lavoro
Siamo dipendenti da istituzioni gestite da una casta fatta da persone senza capacità manageriali.
Sarebbe molto meglio avere come controparte la confindustria piuttosto che vecchi professori ordinari che hanno sempre vissuto con il c..o al coperto su posizioni di rendita e di potere.
Per questo la rete dei precari è semiclandestina chiedetevi perché noi tutti commentiamo usando soprattutto pseudonimi.
Siamo i Carbonari del III millennio 😉
E così la rivoluzione di Mussi è completa!
Come già scritto in altri post, in questa politica universitaria fallimentare la quasi completa responsabilità è della coppia M&M (politici con le palle invece di scomodare figure eteree di poteri forti che agiscono nell’ombra (come scritto da Modica) si sarebbero dovuti dimettere per dare un segnale forte a tutti. Ma la poltrona…..).
A sto punto non serve nulla piangerci addosso ma bisogna passare a forme di lotta per uscire allo scoperto e far capire alla politica che esistiamo anche noi (non credo che nessuno fino ad ora abbia speso parole verso di noi o si sia accorto che esistiamo. Per tutta l’opinione pubblica, dell’aumento della borsa di dottorato ne abbiamo beneficiato anche noi precari).
p.s.
per chi parla di concorsi straordinari, personalmente ho inteso che 20+40+80, vuole dire sempre 1000 ricercatori annui. Ad esempio, i 40 di quest’anno dovevano servire a finanziare i 1000 ricercatori dell’anno scorso+ 1000 ricercatori di quest’anno. Spero di sbagliarmi ma un sindacalista mi ha detto questo.
p.s2
sarebbe interessante un commento di Fabio Denardis sul fallimento totale del compagno Mussi.
Si, “La (sempre meno) Giovine Italia”…
La nuova legge concorsi e’ decaduta e la conseguenza piu’ grave e’ che non ci saranno concorsi da ricercatore, non solo per la I sessione 2008 ma probabilmente nei prossimi due anni (prima che rimedino le cose). Tra l’altro se uno volesse fare i concorsi da associato c’e’ questa assurda clausula che non si possono fare piu’ di 15 concorsi da ricercatore in un anno solare e non piu’ di 5 da associato. Se pero’ hai gia’ fatto domanda a gli ultisimmi concorsi che ci saranno da ricercatore e poi vuoi passare a quelli da associato allora vale a clausula di tolate 5 (tra concorsi di associato e ricercatore). Tutte regole per scoraggiare… ma sara’ questo un paese normale?
Due anni!
no male che vada fino al prossimo milleproroghe …
ne esce uno ogni anno.
Sarei più ottimista sul fatto che consentano i concorsi con la 210 al più presto
sono molto pessimista sul fatto che riformino i concorsi usando come mezzo la concertazione con CRUI e CUN.
La cosa che mi fà più ridere è pensare
che sarebbe stata una rivoluzione…
Non sarebbe mai cambiato nulla…
Noi ricercatori italiani siamo lontanissimi culturalemte
da qualsiasi riforma moderna x la ricerca.
Cmq per i politici noi siamo manna dal cielo… loro ci ringrazieranno
sempre per l’aiuto che diamo alla conservazione delle loro poltrone.
Dopo un progetto fallimentare e un implementazione fallimentare,
la cosa più patetica è vedere ancora interesse per certe
tipologie di (finte) riforme.
Ciao Rivoluzione,
dov’eri finito?
Finalmente uno che ragiona (con la propria testa).
e chi l’ha detto che era una rivoluzione… era una riforma, un cambiamento modernizzatore in questo mondo immobile che è l’università.
Evidentemente i turbo-liberisti bocconiani preferiscono gongolarsi nel loro splendido isolamento, per dire orgogliosamente: solo il 5% degli accademici italiani oggi sarebbe d’accordo nell’abolire i concorsi!
forse non hanno capito che il regolamento Mussi-Modica li aboliva per davvero i concorsi (eliminando le elezioni delle commissioni, fonti degli scambi mafiosi).
@rivoluzioneitalia: bentornato davvero. E Colombo da Priverno che fine avra’ fatto?
@Ricercatore progressista: Chi l’ha detto che era una rivoluzione? Mmmmmmm, fammi pensare…. Ah gia’: MUSSI! Leggiti un po’ dei vecchi post e troverai una sua memorabile intervista pre-capitombolo del governo. Poi, per piacere, mi vuoi spiegare cosa sarebbe un turbo-liberista bocconiano? Tanto per capire se rientro nella categoria… Quanto al fatto che il regolamento Mussi-Modica fosse l’abolizione dei concorsi: e’ ironico vero? La fine degli scambi mafiosi? MA che film hai visto?
France, per favore non invocare Colombo da Priverno, i suoi post sono di una lunghezza mortifera..
quella di Mussi era retorica. Comunque la si chiami riforma o rivoluzione (siamo tornati al dibattito dei socialisti di inzio 900!) la reazione delle burocrazie di stato e le posizioni delle destre conservatrici (prof di diritto, valditara, bocconiani etc) e dei loro agenti istituzionali (CdC) illumina sul fatto che il NR rompesse alcuni meccanismi, come quelli degli scambi di favore legati all’elezione dei commissari.
France mi pare tu sia all’estero: forse non sai come funzionano i concorsi in italia.
Per averne fatti un po’ lo so eccome!!! Per non ripetere quanto gia’ detto riguardo alla manovrabilita’ del concorso secondo il NR, ti rimando al wiki dei precari. Seguendo il tuo ragionamento, quelli che vogliono abolire i concorsi, tipo me e rivoluzioneitalia (e magari il 90% dei qui presenti) sono turboliberisti bocconiani. I quali bocconiani fanno anche parte delle forze oscure che hanno bloccato la riforma M&Ms che aboliva i concorsi. Hmmm, c’e’ qualcosa che non torna.
Inoltre mi piace constatare che finalmente anche i progressisti possono sfogarsi contro la magistratura (contabile) politicizzata. Mi sembra il finale del Caimano…
Non esistono formule magiche per risolvere il problema delle università italiane.
Il problema in Italia non è la mancanza di leggi ma: 1. la volontà di applicarle, 2. la mancanza di finanziamenti, 3. l’inerzia e l’omertà di chi subisce soprusi (quelli ad esempio che non si presentano ai concorsi per non infastidire i vincitori designati).
Detto questo, dubito che la riforma Mussi-Modica avrebbe portato chissà quali cambiamenti.
L’unica cosa rilevante in tutta questa storia è che i 3000 posti l’anno da ricercatore che ci avevano promesso sono in larga parte sfumati.
france, la mia idea è i bocconiani non vogliano veramente cambiare le cose, gli piace fare la parte dei ‘duri e puri’, in realtà sono reaganiani conservatori.
carlo, è ovvio che il NR non era la bacchetta magica, ma da qualche parte bisognava pur iniziare!
E’ tutta una casta.
Un connubio fra informazione e falsa informazione, fra poteri e baroni, fra cattedre e voti, fra politici e interessi.
Vogliamo capirlo o no?
Potrei citarvi innumerevoli esempi: ne faccio uno banale (ah proposito della figlia dell’ex.ministro Rognoni vincitrice di concorso si è saputo più niente?… e della nomina di Garaci da parte della Ministro Lidia Turco criticata perfino da un articolo della rivista Nature, etc..):
L’altro giorno, in data 12.03.08, al tg5 hanno mostrato un servizio sul diabete al policlinico di Bari. Sapete chi hanno intervistato??
…il Prof. francesco Giorgino figlio eccellente del Prof. Giovanni Giorgino entrambi indagati nell’inchiesta sulle cattedre in eredità.
Ho ovviamente fatto una segnalazione al famoso indignato speciale dello stesso telegiornale che per ora non mi ha ancora risposto.
Se anche l’informazione vuol dar potere a queste persone dove andremo a finire?…e non vengano a dirmi che non ne erano al corrente!
Studiare, impegnarsi, sacrificarsi: per cosa?
Gli aggiornamento di Fabio de Nardis sono stati postati sul post del suo intervento.
Sono tornato da poco dagli USA con la speranza di portare qualche cosa all’universita’ e mi son visto, con gentilezza, chiudere le porte sul naso. Speravo nel cambio dei criteri di reclutamento per poter accedere comunque ad un posto (in Italia) che alcune universita’ straniere mi hanno offerto. A questo punto credo che a breve questo non sara’ piu’ il mio paese.
Come diceva qualcun altro in un’altra discussione chi si deve combattere sono coloro con la scritta prof. perche’ il loro unico interesse e’ perpetuare il loro potere assumendo chi ne garantira’ il potere futuro con assoluta dedizione e concordanza di pensiero. Se portate novita’ e qualita’ , tranne pochi illuminati che credo esistano, siete una minaccia e non un valore.
Basterebbe una semplice riforma (precarizzazione dei posti da prof e retribuzione decisamente piu’ elevata (associata a garanzie a tempo indeterminato per i ricercatori), valutazione e attribuzione dei fondi solo su produttivita’ e qualita’ scientifica) e questo paese non vedrebbe tanta gente andarsene.
insomma pare che non tutto sia perduto… forza mussi!
x Ricercatore progressista: tieni conto che io guardo il problema dal punto di vista di un matematico. Poiché “la matematica non è un opinione” (almeno fuori dall’Italia),
la possibilità di truccare il concorso consiste al massimo nello scegliere come tema un argomento che avvantaggi colui che si vuole far vincere.
Per questo non credo che, nel mio campo, il nuovo regolamento avrebbe cambiato granché.
Dal mio punto di vista la cosa più grave è che non si bandiscano i concorsi, più che la scelta del regolamento da adottare.
Intervengo, con qualche giorno di ritardo, per esprimere il mio disappunto per il modo in cui si è svolto il “vivace” dialogo con Fabi de Nardis sul post dedicato al suo intervento. Sono uno dei chimici precari che si sono dati molto da fare per organizzare questi incontri, fare telefonate, scrivere mail, chiedere aule, preparare lucidi e domande, prendere appunti e scrivere i resoconti. Abbiamo organizzato questa iniziativa per aprire un canale di comunicazione fra il mondo dei ricercatori precari e la politica. Un canale indispensabile per cercare di cambiare qualcosa dal momento che, piaccia o non piaccia, è nelle sedi istituzionali che viene deciso il nostro futuro. Credo che senza questo lavoro la campagna elettorale avrebbe completamente dimenticato il nostro mondo e nessuno di noi avrebbe avuto alcuna informazione sul modo in cui le forze politiche intendono affrontare le tematiche che ci riguardano più direttamente nel prossimo quinquennio di governo. Inoltre per la prima volta i responsabili delle politiche universitarie hanno comunicato i propri progetti non solo alla CRUI o ai vertici del potere accademico, ma anche a noi. Non solo verbalmente nell’ambito di incontri purtroppo non molto affollati, ma anche per iscritto rivolgendosi ad una platea ampia e diffusa su tutta la penisola. Forse non è un grandissimo risultato, ma crediamo che anche un passo piccolissimo sia migliore del restare fermi e siamo convinti di avere reso un piccolo servizio a tutti i ricercatori precari.
Dobbiamo prendere atto che il dialogo sereno, pacato e rispettoso è l’unica strada che può portarci a migliorare non solo le nostre condizioni di vita, ma l’intero sistema universitario nazionale, all’interno del quale siamo l’unica vera novità e l’unica possibile fonte di cambiamento, dal momento che il cambiamento richiede sempre persone nuove. E d’altra parte chi ha in mente una strategia di scontro e di imposizione della linea attraverso una mobilitazione non tiene conto del fatto che non siamo una categoria che si mobilita molto. L’abbiamo constatato proprio noi chimici precari, che in occasione del sit-in del 10 dicembre sotto il MIUR, nel pieno della battaglia per le stabilizzazioni, eravamo più del 50% dei componenti di una manifestazione decisamente deludente.
Per questi motivi ritengo che gli accenti del dibattito sui resoconti degli incontri debbano essere coerenti con i toni rispettosi e la volontà di dialogo che caratterizzano la preparazione e lo svolgimento degli incontri stessi. Interventi di diverso tenore, oltre ad essere improduttivi, rischiano di compromettere seriamente tutto il lavoro che stiamo faticosamente svolgendo. Formulare critiche anche dure, ma con toni sempre pacati, è quindi una forma di rispetto non solo per i relatori, ma anche per i vostri colleghi che stanno facendo qualcosa. Non vorremmo che il linciaggio personale al quale Fabio de Nardis è stato costretto (e che ha ammirevolmente scelto di affrontare) scoraggiasse i prossimi relatori dal rivedere i resoconti, vanificando gran parte del nostro lavoro.
Lucas posta il messaggio anche dall’altra parte.
Ben fatto Grazie!
L’unica cosa che possiamo fare è chiedere un gesto di dignità a Mussi e Modica: si dimmettano immediatamente, come dovrebbe fare Bassolino a Napoli. Il loro disastro è l’equivalente del disastro campano.
Dimissioni subito.
Per dignità.
Per rispetto nei nostri confronti.
Questo testo sta cominciando a girare a Bologna e a Milano, sottoscritto dai precari.
Luca, il vostro impegno è lodevole. Ma è inutile essere buonisti: gli uomini politici in quanto personalità pubbliche devono essere pronte a essere giudicate per il proprio percorso personale (ovviamente in modo civile): è una regola fondamentale della democrazia!
COMUNICATO STAMPA
UNIVERSITA’ e RICERCA: ROMPERE IL SILENZIO ASSORDANTE DOPO LE ENNESIME CENSURE DELLA CORTE DEI CONTI
Spiegare il mondo dell’università a chi non ne fa parte è assai difficile, soprattutto perché l’immagine di comodo, che spesso emerge dalla stampa d’opinione è talvolta quella caricaturale di un mondo deteriorato dove impera la baronia dei grandi professori. In realtà sotto la dicitura “Università” coesistono realtà molto diverse. E’ tuttavia innegabile che si tratti di un sistema che abbisogna, come il nostro sventurato paese, di una rivoluzione copernicana che scardini le attuali dinamiche di accesso e progressione di carriera aprendo ad una vera valutazione del merito.
Purtroppo, in questi ultimi mesi sembrava davvero dovesse iniziare un primo timido cambiamento; in realtà, non è cambiato nulla. Abbiamo assistito ad un finto reclutamento straordinario dei ricercatori, ad un’immotivata esclusione dalle stabilizzazioni dei precari, ad uno sblocco dei concorsi da ordinario ed associato con il ritorno alla doppia idoneità e, dulcis in fundo, alla prima interruzione per legge nella storia dei concorsi da ricercatore. In più occasioni il comportamento del Ministero dell’Università ha lasciato esterrefatti per approssimazione e superficialità, ma, negli ultimi giorni della loro vita, le aule parlamentari non sono state da meno.
La conversione in legge del decreto “Milleproroghe” ha, infatti, generato l’agghiacciante effetto di congelare i bandi dei concorsi a ricercatore a partire dal 1° marzo poiché vincolati all’attuazione del nuovo regolamento per il reclutamento dei ricercatori voluto dal Ministro dell’Università. Di ieri la notizia che la Corte dei Conti, deputata al controllo preventivo di legittimità che si esercita esclusivamente su alcuni atti del Governo non aventi forza di legge, ha negato, per la seconda volta, il via libera alla registrazione del Regolamento.
Sebbene oggi risulti impossibile prevedere una regolare erogazione dei fondi previsti per il reclutamento straordinario del 2008 e 2009, emerge però chiara la straordinaria necessità ed urgenza di intervenire per correggere l’inaccettabile blocco di tutti i concorsi da ricercatore operato dalla conversione in legge del decreto “Milleproroghe”.
E’ per questo che, visto il nuovo parere negativo della Corte dei Conti sul c.d. “Regolamento Mussi”, il nodo ferrarese della Rete Nazionale dei Ricercatori Precari chiede:
– agli organi di informazione di rompere questo assordante e imbarazzante silenzio sulla condizione dell’ Università e della Ricerca in Italia assicurando la massima diffusione al presente comunicato.
– al Governo ed al Ministro di intervenire quanto prima con un decreto legge per ovviare allo sconsiderato blocco dei concorsi da ricercatore. Ciò impedirebbe loro di essere ricordati come quelli che hanno inferto un colpo terribile a danno di tutti i giovani talenti che giustamente, dopo anni di studio e ricerca, aspirano ad un ingresso in ruolo.
– a tutti i ricercatori precari di mobilitarsi e far sentire la propria voce in ogni sede opportuna.
Coordinamento Ricercatori Precari
RNRP
Nodo di Ferrara – http://www.unipre.net
coordinamento@unipre.net
Eccomi,
batto tre colpi sul tavolino, ringraziando il medium France che mi ha evocato. E promettendo al Ricercatore progressista un po’ meno prolissità (quantomeno ci tento).
Sapete perchè ho deciso di chiamarmi Colombo da Priverno?
Voglio dirvelo, in omaggio all’autore dell’ultimo post sulla “Rivoluzione Mussi suicidata”, che ci saluta, come un altro personaggio che mi è molto caro, il dottor Leonida Montanari di “Nell’anno del signore”, con l’espressione “Buona Notte Popolo”. Era il saluto di un carbonaro che dopo pochi secondi sarebbe stato, senza giusto processo, decapitato nell’oscura Roma papalina del 1821 (o giù di lì). Un saluto misto tra la speranza di una futura presa di coscenza del popolo, e la constatazione, che, fino a quel momento, il popolo dormiva e basta.
Molti anni dopo, nel 1867, in una Roma papalina in piena crisi, alla resa dei conti con la prossima breccia di Porta Pia e la fine imminente dello Stato Pontifico e dei suoi secolari costrutti, è ambientato il secondo grande film di Luigi Magni, “In nome del Papa Re”.
Monsignor Colombo da Priverno è un giudice della Suprema Consulta, in piena crisi di coscienza perchè, tra morente ordinamento dello Stato della Chiesa (ormai difeso solo da mercenarie truppe straniere che fanno strage del popolo) e rivoluzionari agguerriti, pieni di fede nella Repubblica, che fanno attentati ogni notte facendo saltar per aria le caserme degli Zuavi mercenari, non sa più quale sia il diritto, quello nuovo o quello vecchio, quale sia l’etica, quella nuova o quella vecchia, e non vuole partecipare al Tribunale che condannerà i tre attentatori alla caserma, perchè, forse, il diritto, l’etica, son diventati loro: Vuole uscire fuori da un sistema ormai senza senso nè valori, capisce che “non è finita perchè arrivano gli italiani, ma arrivano gli italiani perchè è finita”.
Mi chiamo Colombo da Priverno, in questo blog sullo sfacelo universitario che portiamo impresso su di noi, proprio per questo: sono diviso, come molti di noi, tra – da un lato – amore e fedeltà per la scienza e l’istituzione universitaria nel suo senso più nobile, e – dall’altro – una vera e propria repulsione di coscienza per il modo in cui l’università opera e si autoconserva, per gli squallidi volti grassocci di ordinari , associati e ricercatori a titolo ereditario che mi vedo strisciare a fianco come vermi soddisfatti, e che costituiscono la negazione di quello in cui credo.
Mi chiamo Colombo da Priverno anche perchè – chi mi legge da tempo l’ha capito – in fondo dentro di me lo so che “è finita”. E’ finita con la cultura, è finita con le risorse per la ricerca, è finita con l’università pubblica. Forse è finita, in generale, col livello di civiltà e benessere che il nostro paese aveva raggiunto. E, ora è chiaro, non è finita perchè c’è stato il disastro Mussi: c’è stato il disastro Mussi perchè è finita.
Penso che Mussi, quell’uomo complicato, forse poco pratico, ma dignitoso le abbia tentate tutte per cavare un ragno dal buco, con Prodi e Padoa Schioppa che gli toglievano le risorse per darle a tutti, anche alle puttane ed ai loro più abituali frequentatori. E le abbia tentate tutte per riformare l’università senza avere una maggioranza, cosa che gli lasciava la sola strada del regolamento, ora falcidiato dalla Corte dei Conti.
E ancora, non è finita perchè la Corte dei Conti l’ha bocciato, ma l’ha bocciato perchè è finita.
Ho cercato tante volte di spiegare che, secondo me, l’errore nella visione di molti colleghi ricercatori precari stava nel prender le cause per effetti, e gli effetti per cause.
E’ finita, mettiamoci l’anima in pace. E ora andiamo verso un avvenire nuovo che chissà cosa ci porterà. Teniamo la mente aperta, e pronta a reinterpretare tutto, pronta a difendere la nostra categoria di fronte a follie che nemmeno ci immaginiamo.
Compattiamoci come uno scoglio, contro le onde che ci cadranno addosso da tutte le parti, da Silvio, da Valter, da Scilla e da Cariddi.
France, a te che mi hai evocato, e che stimo, dico e ripeto ancora: SCIOPERIAMO!!!!!! E’ L’UNICO MODO PER FARCI PERCEPIRE COME UNA FORZA UNITA.
Fino ad allora (per la contentezza di qualcuno, immagino) torno nell’ombra. E nel silenzio.
Buona Notte, Popolo
“Ricercatore progressista Dice:
14 Marzo 2008 alle 2:50 pm
Evidentemente i turbo-liberisti bocconiani preferiscono gongolarsi nel loro splendido isolamento, per dire orgogliosamente: solo il 5% degli accademici italiani oggi sarebbe d’accordo nell’abolire i concorsi!”
Caro “Ricercatore progressista” visto che ti fregi di un altisonante nome,
ti ricordo che si progredisce sulla propria testa e non su quella degli altri…
quindi invece di nominare “gli accademici” lavora su te stesso, sulla tua testa…
siamo noi che dobbiamo cambiare non gli altri…
l’unico isolato che si gongola romanticamente pensando di cambiare
il mondo partendo dall’italia sei te e quelli come te…
e grazie a voi, i veri progressisti italiani (come me e
come tanti altri) vengono isolati dal resto del mondo…
Bona Notte ;-)))
@LucaS: il lavoro che avete fatto e che farete è encomiabile. De Nardis ha dato prova di gran signorilità. Mi sono preso troppa libertà nel ricamare sulle sue ascendenze.
Lascio la discussione e mi ritiro nell’ombra anch’io, insieme a Colombo.
zyx
La notte lava la mente.
Poco dopo si è qui come sai bene,
fila d’anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.
Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.
(Mario Luzi)
Fabio de Nardis,
se capisco bene, Mussi vuole emendare il Regolamento per cercare di andare incontro alla Corte, emanarlo/pubblicarlo sulla Gazzetta e ,contemporaneamente, rimandarlo alla Corte stessa per cercarene la definitiva registrazione (??) Altrimenti tra 40 gg chi lo pubblica il Regolamento? Formigoni?
Non credo abbia altre strade se vuole riaprire i concorsi e salvare il finanziamento straordinario. Probabilmente aveva già deciso di pubblicarlo a tutti i costi quando ha inserito il blocco dei ricercatori nel “milleproroghe”.
ciao, grazie, BB
Quello che temo è che, se Mussi pubblica veramente il suo regolamento (emendato, come dice de Nardis) in GU, si avrà la vera paralisi.
Lo si è detto tante volte in questo blog, dopo mesi di preparazione, il primo concorso in cui dovesse applicarsi il regolamento Mussi verrebbe immediatamente bloccato dai ricorsi al TAR (sollecitati probabilmente da chi ha tutto l’interesse che non entrino ‘estranei’ in dipartimento).
FERMIAMO MUSSI! FERMIAMO IL PROGETTO SCELLERATO DELLA PUBBLICAZIONE IN GU DEL NR!
P.S. Per i giuristi.
In queste condizioni (a regolamento pubblicato), quanto ci vorrebbe al nuovo Governo per smantellare il Regolamento Mussi?
E, più in generale, è poi vero – come si sente ripetere da più parti – che si rischia un blocco fino al 2010? Oppure, come si spera, è sufficiente attendere l’insediamento del nuovo Governo?
ALLORA LO VOLEMO FA STO SCIOPERO O NO?
RICERCATORI A TD E PROF A CONTRATTO, SE BLOCCHIAMO GLI ESAMI E LA DIDATTICA QUALCOSA DI BUONO SUCCEDERA’
CHE VE CAGATE SOTTO????