La CRUI e le stabilizzazioni

Chiariamolo una volta e per tutte: le stabilizzazioni previste per il pubblico impiego nelle ultime due finanziarie NON riguardano i docenti e i ricercatori precari delle Università. Semmai riguardano solamente i ricercatori a tempo determinato negli enti di ricerca: con la speranza che le lotte e le vertenze in atto riescano ad allargare il provvedimento anche a tutti gli altri ricercatori precari, siano essi co.co.co o assegnisti di ricerca.

E tuttavia, pur prevedendo solamente la stabilizzazione di lavoratori tecnici amministrativi – i quali pure concorrono a mandare avanti la malandata baracca dell’Università pubblica facendo un lavoro nella quasi totalità dei casi di natura ordinaria e non certo straordinaria o a progetto – la CRUI si è a lungo trincerata dietro l’autonomia e la meritocrazia per non stabilizzare alcun precario. Giungendo anche a dire che nell’Università di lavoratori precari non ce ne sono….

I mesi passano e il fronte delle Università si è mostrato poco compatto. Pian piano gli Atenei, a macchia di leopardo, hanno cominiciato a stabilizzare una parte dei loro precari. E quei rettori che ancora non hanno provveduto ad alcuna stabilizzazione si sono spesso nascosti, alcuni ancora lo fanno, dietro la contrarietà della CRUI.

E invece si scopre che la CRUI, pur con molti distinguo, si è impegnata con una specifica mozione a stabilizzare almeno i lavoratori con contratto a tempo determinato. Ecco il documento – pressocché sconosciuto e mai pubblicato sul sito della conferenza dei rettori – che conferma questo orientamento.

Qualche veloce considerazione sulle stabilizzazioni. In primo luogo è il governo passato che ha proposto questo strumento per risolvere il problema del precariato nella pubblica amministrazione, non certo i precari. Quel governo ha deciso di stabilizzare le forme contrattuali e non le esperienze o i meriti dei lavoratori (con strumenti ed esiti che potevano essere molto diversi e più efficaci): così facendo ha prodotto un disastro.

Disastro particolarmente grave negli enti di ricerca dove si sono messi precari contro precari, si sono stabilizzati lavoratori meno qualificati e più fortunati a scapito di lavoratori più qualificati ma senza la fortuna di un contratto a tempo determinato. Infine, le circolari e le direttive Nicolais-Verbaro hanno confuso, smentito nei fatti, inficiato ogni possibilità da parte degli Enti di poter utilizzare nel modo migliore possibile questo dispositivo. Nei fatti il governo ha smentito se stesso.

Se le forze politiche che hanno sostenuto il precedente governo vogliono veramente capire il perché della sconfitta dovrebbero riflettere sulle loro “stabilizzazioni”: a partire dai dibattiti che hanno preceduto la prima finanziaria, attraverso il complesso e confuso iter legislativo e regolamentare della prima e della seconda finanziaria, fino al caos prodotto negli ultimi mesi dai provvedimenti e dalle circolari/direttive….

Ecco – infine – il testo della mozione CRUI. Che almeno si sappia….

 

MOZIONE CRUI APPROVATA DALL’ASSEMBLEA GENERALE

 

L’Assemblea della CRUI, riunitasi il giorno 21 febbraio 2008, riconosce la necessità per le Università di dare corso a quanto previsto dall’art. 3, comma 94, della L. 244/07 in materia di stabilizzazioni.

La CRUI sottolinea che le procedure volte a predisporre le stabilizzazioni del personale interessato dal provvedimento dovranno comunque avvenire nell’ambito delle rispettive programmazioni degli organici degli Atenei. Tali programmazioni sono adottate nel rispetto del principio costituzionalmente garantito dell’autonomia delle Università. Le procedure non potranno inoltre non tener conto degli stringenti vincoli di bilancio a fronte delle numerose difficoltà finanziarie, e, più in generale, di grave incertezza sull’intero panorama economico. Tali difficoltà non possono certamente essere attenuate dall’irrisorio stanziamento di cui al comma 97 dell’art. 3 della stessa Legge Finanziaria.
Resta naturalmente fermo quanto previsto dallo stesso comma 94 in materia di esclusione del “personale a contratto che svolge compiti di insegnamento e di ricerca nelle università e negli enti di ricerca” .
 

 

 

 

 

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43 Responses to La CRUI e le stabilizzazioni

  1. ertansin@hotmail.it ha detto:

    RAGAZZI, BLOCCHIAMO LA SESSIONE DI ESAMI DI GIUGNO-LUGLIO. SE TUTTI I PRECARI SCIOPERERANNO QUALCOSA OTTERREMO (LA MIA UNIVERSITA’ SI REGGE SUI PRECARI PER PIU’ DEL 50% DEL CORPO DOCENTE).
    GLI STUDENTI POTREBBERO ANCHE STARE DALLA NOSTRA PARTE.

    NON ABBIATE PAURA !!!

  2. addio ha detto:

    e’ arivato voitila….

  3. alberto ha detto:

    mamma mia, ancora stà storia delle stabilizzazioni.. ma se non riguardano i ricercatori perché continuate ad assillarci? mi sa che i tecnici amministrativi non leggono questo sito.

  4. arioprecario ha detto:

    mi pare ovvio alberto, perché riguarda l’università. Perché riguarda le (non) scelte della CRUI e del precedente governo. E i silenzi ipocriti di tanti.

    E perché riguarda molti nostri colleghi tecnici amministrativi che forse non leggono questo blog ma con i quali noi parliamo continuamente e ai quali forse potremmo dare qualche utile informazione. O vogliamo fare la corporazione dei docenti e dei ricercatori precari dell’università?!

    Infine, perché tanti nostri colleghi continuano – ancora oggi – a chiederci informazioni sulle stabilizzazioni. E mi sa che l’informazione che facciamo non è sufficiente. Quindi, se potremo, ne faremo ancora di più, parlando anche di cose che alla “piccola” corporazione dei precari potranno non interessare ma che per l’università riteniamo siano importanti.

  5. Untenured academic ha detto:

    ario precario dixit:
    “O vogliamo fare la corporazione dei docenti e dei ricercatori precari dell’università?!”

    ma di quale corporazione stai parlando? dei ricercatori precari? le corporazioni hanno interessi e nel caso anche privilegi da difendere e affermare (notai, tassisti, avvocati, professori universitari etc.).. non mi pare sia il nostro caso.

    piuttosto esistono proposte regressive e particolaristiche e altre “avanzate”: la stabilizzazione su base contrattuale per i ricercatori sarebbe regressiva e particolaristica, perché escluderebbe alcuni a favore di altri.

    La Crui è ipocrita quando si trincera dietro il merito, perché loro sono i primi a non rispettare questo principio in quanto parte del “sistema”.

    Ma questo non significa che i ricercatori precari devono sostenere rivendicazioni particolaristiche. Così non vinceremo mai!

    Piuttosto la Cgil-Flc e anche forze politiche come la Sinistra Arcobaleno dovrebbero fare autocritica su questo punto: la loro linea è stata fallimentare.

  6. Girolamo Savonarola ha detto:

    Veramente la Sinistra Arcobaleno è stata una fiera oppositrice delle stabilizzazioni dei ricercatori precari anche se fatte con giudizio del CV o con idoneità nazionale….

    Probabilmente ha perso anche per questo!

    Tutti a dire viva il concorso magari meritocratico

    In Italia non c’è nulla di meno meritocratico dei concorsi.

  7. Untenured academic ha detto:

    veramente i partiti comunisti (RC e Pdci) hanno più volte sostenuto quella contrattuale. Mussi l’ha avversata come ministro, se l’avesse fatta sarebbe diventato impresentabile.. ma ormai parliamo di cadaveri politici, inutile sprecare fiato.

    ma vi rendete conto, la stabilizzazione dei ricercatori perché hanno 3 anni di contratto nella stessa sede? una roba da anni ’80! improponibile oggi: solo chi non conosce i percorsi scientifici, contrattuali e di vita dei ricercatori precari può proporre qualcosa del genere.

    Ben venga Vanity Fair, forse qualcuno apprenderà delle vite reali dei ricercatori precari!

  8. arioprecario ha detto:

    ti pare che nel post si prenda posizione favorevole per la stabilizzazione dei ricercatori? Mi sembra che si dica, invece, tutt’altro.

    Piuttosto, mi pare che si sia rivendicato il diritto e il dovere di fare informazione. Le stabilizzazioni possono non piacerci, essere regressive o quello che vuoi. Questo non significa che questo blog non ne possa parlare o fare informazione.

    Peraltro, nel mio ateneo c’è una vertenza in atto per stabilizzare alcuni amministrativi tempi determinati ormai da più di un decennio. Il rettore si è fino a ieri trincerato dietro l’opposizione della CRUI e la necessità di concorsi… tu che diresti a questi lavoratori, che le stabilizzazioni sono sbagliate e che quindi non devono lottare per essere stabilizzati?!. Che sono meglio quei concorsi che non sono mai riusciti a vincere?! Tanto più che ad oggi oltre un centinaio di altri loro colleghi sono riusciti ad essere stabilizzati in altri Atenei.

    Dare spazio alle loro lotte anche nel nostro blog significa proprio non essere particolaristici.

  9. Untenured academic ha detto:

    ariprecario
    ma se non siamo in grado – in questa fase – di fare neppure la lotta per noi ricercatori, vuoi metterti a farla per i tecnici amministrativi? a me pare incredibile..

  10. arioprecario ha detto:

    “dare spazio” non “fare”…. e scrivere qualche riga in più su un blog non ha mai ucciso nessuno.

  11. Untenured academic ha detto:

    arioprecario,

    non so se io mi sono rinco.. ma il post inizia così:

    “Chiariamolo una volta e per tutte: le stabilizzazioni previste per il pubblico impiego nelle ultime due finanziarie NON riguardano i docenti e i ricercatori precari delle Università. Semmai riguardano solamente i ricercatori a tempo determinato negli enti di ricerca: con la speranza che le lotte e le vertenze in atto riescano ad allargare il provvedimento anche a tutti gli altri ricercatori precari, siano essi co.co.co o assegnisti di ricerca.”

    due sono le cose: o mi prendi in giro, o non hai il coraggio di rivendicarti una posizione politica sulle stabilizzazioni.

  12. arioprecario ha detto:

    “Semmai riguardano solamente i ricercatori a tempo determinato negli enti di ricerca: con la speranza che le lotte e le vertenze in atto riescano ad allargare il provvedimento anche a tutti gli altri ricercatori precari, siano essi co.co.co o assegnisti di ricerca”

    Poiché le stabilizzazioni in atto negli enti di ricerca vedono “stabilizzati lavoratori meno qualificati e più fortunati a scapito di lavoratori più qualificati ma senza la fortuna di un contratto a tempo determinato” – il disastro di cui scrivevo e che mette precari contro precari – non posso che augurarmi che esse almeno vengano allargate a tutti precari. Cosa che in alcuni enti (le lotte e le vertenze IN ATTO) si è riuscita ad ottenere con modalità diverse. In qualche caso con vere e proprie stabilizzazioni, in qualche altro con “concorsi riservati”.

    Anche perché in altri enti (vedi l’INGV) i precari che non sono rientrati nella lista degli stabilizzabili vengono nei fatti esclusi anche dal futuro reclutamento – limitato alla lista degli stabilizzabili – e esclusi pian piano dai rinnovi dei contratti.

    Farsi carico di questo significa essere favorevoli al principio? O non – più semplicemente – sperare che si possano almeno limitare i danni in quei luoghi dove maggiori sono stati?!

    La mia lotta non è fatta su posizioni di principio, le lotte sui principi le lascio ad altri.

    Preferisco entrare nel merito delle questioni e delle situazioni, innanzitutto a garanzia dei lavoratori precari. E siccome mi capita di seguire anche quello che succede negli enti di ricerca e tra i tecnici amministrativi mi sento legittimato a parlare di disastro e nel contempo tentare i immaginare ipotesi che possano almeno limitare i danni. Peraltro non sta a me criticare le lotte di altri – quelli che almeno le lotte le fanno.

    Non ti credo rincoglionito né ho motivi per prendere in giro proprio te. Ci deve essere quindi qualche spiegazione diversa.

  13. Untenured academic ha detto:

    ok grazie per il chiarimento.

    Infatti io la lotta non la faccio per motivi di principio ma per migliorare la mia situazione: e so che se passassero le stabilizzazioni contrattuali tutte le mie pubblicazioni e le mie esperienze di ricerca – per le quali mi sono fatto un mazzo tanto in questi anni – sarebbero carta straccia, perché verrei superato da gente che non ha fatto nulla di tutto questo ma che magari ha accumulato 4 anni di assegno vivacchiando nella mediocrità scientifica.

    Se è questa la linea del sindacato, allora non hanno capito nulla della condizione dei ricercatori in Italia e in Europa.

  14. precariota_stufo ha detto:

    Non mi piace la tua posizione Untenured academic.
    Che male c’è a fare una lotta per motivi di principio?
    Forse ti pare giusto che si stabilizzi solo un tecnico o un amministrativo all’università o un ricercatore di un ente privato mentre si tagliano gli altri fuori?
    Il principio di giustizia e di serietà o vale per tutti o per nessuno!!
    No alle mezze misure!!

  15. Untenured academic ha detto:

    precariota stufo, l’esasperazione non porta lucidità politica…

    se si decidesse di proseguire sulla via della stabilizzazione contrattuale come parola d’ordine si verrebbe a creare una pericolosa situazione di “blocco”. Al di là delle motivazioni di principio, la scarsità di risorse imnpedirebbe di adottare un atto del genere e della stasi che si verrebbe a determinare ne usufruirebbero le componenti strutturate per chiedere nuovi concorsi da associato e ordinario.

    Insomma, ciò che si è verificato negli ultimi mesi di governo Prodi.

    Viene il sospetto che la Cgil-Flc – da sempre insensibile alla condizione dei ricercatori precari e leale solo con i propri iscritti, i.e. gli strutturati – non abbia sostenuto questa linea per impatanare la nostra lotta.

    Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.

  16. sonia ha detto:

    La FLC-CGIL fin da subito ha appoggiato la linea della stabilizzazione dei curricula e non delle tipologie contrattuali. Non diciamo falsità. Non è un caso che sia stata l’unica organizzazione sindacale a chiedere l’allargamento delle stabilizzazioni a tutte le forme contrattuali.

    E la campagna “mai più precari” chi l’ha lanciata? La FLC è stato l’unico sindacato a organizzare durante i due anni di Mussi manifestazioni nazionali e campagne contro le scelte del governo.

    Le stabilizzazioni le ha volute il governo. E Mussi non è la FLC

  17. Untenured academic ha detto:

    Sonia,
    allora perché voi – in questo blog – continuate a riproporre la stabilizzazione delle tipologie contrattuali, anziché dei curricola (che tiene conto di titoli di studio, scientifici e esperienze di ricerca)?

    Mettiamola così, sempre che il tuo resoconto fosse veritiero: la Cgil-Flc ha posizioni più avanzate di chi fa i post in questo blog.

  18. carlo (con la minuscola) ha detto:

    Io sono d’accordo con Untenured academic.

  19. arioprecario ha detto:

    Ribadisco, nessuno in questo blog ha mai proposto la stabilizzazione per tipologie contrattuali. Peraltro, la RNRP si è sempre dichiarata contraria alle stabilizzazioni per come previste dalle precedenti finanziarie ed ha chiesto pubblicamente la stabilizzazione dei precari sulla base di una valutazione dei curricula scientifici e didattici. Proprio a garanzia della qualità del lavoro che normalmente proprio i precari possono dimostrare.

    Peraltro, le stabilizzazioni ad oggi non riguardano i ricercatori/docenti dell’università (e dai i risultati altrove possiamo dire “per fortuna”). E la stessa RNRP quando ha chiesto l’allargamento delle stabilizzazioni anche a queste figure ha sempre chiarito di volere procedure e meccanismi di stabilizzazione sostanzialmente diversi da quelli proposti dal governo e che garantissero la valutazione della produzione scientifica e didattica dei precari. Proprio per non ritrovarci con politiche scellerate come la famigerata legge del 3 luglio 1980 ( http://www.parlamento.it/leggi/98210l.htm ) conosciuta come “l’ope legis”…

    E’ invece ovvio che chiedere una stabilizzazione in base alle forma contrattuali – nell’università – è una proposta che solo una persona, o un gruppo di persone, che nulla sanno di università potrebbe chiedere.

    Non capisco perché si continui ad accusare questo blog di voler favorire la stabilizzazione di eventuali “ricercatori a tempo determinato” o di alcune tipologie contrattuali contro altre.

    Infine, fanno testo per quanto concerne la RNRP solo le dichiarazioni pubbliche approvate dall’assemblea che trovate sia in alcuni post precedenti che in wiki, che ovviamente vi invito a leggere.

  20. Generals ha detto:

    La stabilizzazione dei curricula di cui parla Untenured academic è davvero una contraddizione. Se si ha un tale curricula perchè non partecipare e vincere il concorso? L’aver posto questo paletto è probabilmetne all’origine della esclusione dell’università dalle stabilizzazioni. Se si vuole essere assunti “prima” degli altri anzichè aspirare al riconoscimento del “diritto” ad essere assunti la strada obbligata è il concorso, poi però non vi lamentate che i concorsi sono truccati sapendo che in Italia tutto viene e può essere alterato mentre 3 anni di contratto restano l’unico elemento “oggettivo” su cui ipotizzare una stabilizzazione.

  21. France ha detto:

    Appunto, il paradosso del comma 22….

  22. Alessio ha detto:

    Veramente stabilizzare i curricula significa: tutti quelli che hanno più di N pubblicazioni con fattore di impatto complessivo maggiore di X vengono stabilizzati (N e X variano a seconda della disciplina). Cosi’ si premierebbe il merito, con i concorsi si premia la capacità di truccarli.

  23. Generals ha detto:

    x Alessio: Mi sembra davvero una cosa improponibile onestamente, come avrebbe potuto una legge prevedere un tale meccanismo?

  24. France ha detto:

    Alessio, ma scherzavi, vero? Si dai, scherzavi….

  25. stabilizzazione dei curriculum!!!
    Idea geniale… come abbiamo fatto a non pensarci prima?
    che delirio!

  26. Colombo da Priverno ha detto:

    Il povero ertansin@hotmail.it (ribattezzato da qualcuno voitila a causa dell’esortazione finale), nel primo intervento, aveva pensato ad uno sciopero dei precari che paralizzasse tutte le università.

    Ammazza quanti sforzi di riflessione ne sono nati…pur di cambiare velocemente argomento!!!

  27. France ha detto:

    Si, l’unica arma vera in mano ai ricercatori precari, che sarebbe la paralisi delle universita’ (se siamo piu’ del 50% e facciamo il 90% del lavoro, se ci fermiamo noi si ferma tutto), sembra che nessuno abbia il coraggio di usarla… Non abbiate paura…ura…ura…ura….

  28. Untenured academic ha detto:

    non capisco come si possa vagheggiare un blocco (uno sciopero) delle attività nella fase in cui è più bassa la mobilitazione dei ricercatori precari da cinque anni a questa parte. O è solo un diversivo per affossare il dibattito e buttarla sulla vacua demagogia? Suvvia Colombo e France..

    la stabilizzazione dei curricula è di difficilissima attuazione, ma porre l’accento sul valore strategico dei CV è fondamentale per rompere la gabbia del clientelismo cooptativo.

    Un obiettivo di breve termine può essere la pubblicazione nel sito del Ministero dei CV dei precari. Sarebbe indice di trasparenza e di controllo collettivo sulla qualità dei profili individuali. Vi immaginate un ricercatore scarso ma raccomandato? Avrebbe imbarazzo a pubblicare il suo CV. In altri paesi “avanzati” alla pubblicazione dei CV, di strutturati e precari, ci pensano i singoli dipartimenti. In Italia ciò non si verifica in genere, di fatto coprendo ciò che non è presentabile. Il Ministero dovrebbe dunque farsi carico di questo compito.

  29. @Untenured academic

    Per scioperare bisogna avere un idea riformatrice a comune e ben delineata…
    Cosa che invece non esiste fra i ricercatori precari… Tutti fondamentalmente
    vogliamo il posto fisso… conta poi che i raccomandati non sciopereranno mai.

    LA tua idea di una lista ministeriale dei curriculum è troppo centralista.
    Sembrano le graduatorie permanenti (CSA) delle superiori….

  30. Untenured academic ha detto:

    ancora con questa storia del centralismo, ma che c’è di centralista in un database trasparente dei ricercatori precari.. l’ideologia ultra-liberista fa brutti scherzi

    perché Cineca raccoglie i CV degli strutturati e non può farlo con quelli dei precari?

    Per i precari sarebbe un modo per uscire dalla clandestinità cui sono relegati e per evidenziare il proprio lavoro, altrimenti sommerso.

  31. con certe metodologie renderesti la ricerca italiana sempre + chiusa e + debole…
    Nessun ricercatore straniero riuscirebbe mai ad entrare…

    le riforme x l’università ricerca devono andare oltre l’ottica del
    posto di lavoro del precario… altrimenti gli atenei rimarranno parrocchie
    o case di riposo come sono già ora.

    O si è competitivi in ricerca e sviluppo o si muore come paese…

  32. Untenured academic ha detto:

    sì ma qui si parla di diritti dei ricercatori precari e di modalità di affermazione delle loro carriere, non genericamente di strategie di competitività dell’università.. sei off-topic.

  33. Colombo da Priverno ha detto:

    Bravo Rivoluzione: “conta poi che i raccomandati non sciopereranno mai”.

    E’ questo il punto. Ed è per questo che insisto sullo sciopero, Untenured, non per allontanarmi da presunti “veri” argomenti. Il sistema conta sul fatto che non lo faremo mai perchè anche noi abbiamo, per lo più, i nostri maestri e le nostre aspettative. Non abbiamo carriere di serie A, ma non siamo nemmeno dilettanti. Abbiamo carriere di serie B.

    A volte è perchè il maestro ci tiene meno a noi che ad altri; a volte è perchè ci tiene moltissimo ma in questo momento davvero non è possibile far di più; a volte e perchè noi abbiamo scelto – per nostra scelta di vita – di non fare certi passi, tipo concorsi fuori sede, etc. Ma le nostre carriere le abbiamo e ci teniamo, non vogliamo bruciarle. Vogliamo entrare.

    Ma, in verità, quel che penso è che molti maestri – che vogliono, in effetti assicurarsi la nostra collaborazione a lungo – sarebbero contenti di spalleggiarci, o non censurarci apertamente quantomeno, se un grosso sciopero eclatante servisse a qualcosa. Oltretutto, oggi questo sciopero chiaramente non sarebbe – nè potrebbe apparire – contro di loro, ma contro il quadro d’eterno precariato (e forse di fine dell’autonomia intellettuale della docenza, sul lungo periodo) che Lady Gelmini prospetta.

    Io non penso ai principi, ma, benthamianamente, all’utilità dello sciopero. E penso ne avrebbe.

  34. France ha detto:

    Pubblicare i CV? Magari su internet, strumento dello dimonio? VADE RETRO! E il sacro rispetto della PRIVACY?? Voi comunsti siete proprio il partito dell’odio, la maggiore minaccia alla liberta’ dei popoli padani e alle fondamenta giudaico-cristiane-animiste-indu’ della societa’ occidentale!

  35. France ha detto:

    No, via facciamo i seri. Alzi la mano chi pensa che la pubblicazione dei CV dei ricercatori (precari e non) possa cambiare qualcosa,.. Ma veramente credi che minuzie di questo genere possano risolvere il casino (non lo chiamo piu’ problema, mi sembra riduttivo ed eufemistico), Untenured?
    E poi lo dici tu stesso: il CINECA raccoglie gia’ quelli degli strutturati, quelli dei precari no. Secondo te che significa? Che siamo ciccia da cannone, quella di questo strano cinico e baro 21mo secolo.

  36. Alberto ha detto:

    rivoluzioneitalia, poi ti ha chiamato la ministra Gelimini? Te la dà questa consulenza?

    Mi sembra siate d’accordo nella proposta di abolire i concorsi e precarizzare la docenza universitaria.

  37. @untenured e colombo

    non so + come rispondervi…
    sono avvilito dalle vostre dichiarazioni.

    PS:
    av-vi-li-to: agg. – Dominato da un senso di profondo scoraggiamento; sfiduciato; profondamente deluso.

  38. Colombo da Priverno ha detto:

    Rivoluzione, fatti forza, dai, su…non volevamo buttarti giù così…su dai…e lascialo perdere il dizionario che diventa una fissa, un mio vecchio zio era così, sempre guardare tutto nel dizionario…ci fai preoccupare…

    Ora che ti sei tirato un po su, ragioniamo. Quale è il problema? Non puoi vedere l’arma dello sciopero per quel che non è (un residuato sovietico secondo te, vero? ma sei fissato…). Non è un simbolo nè una lotta di classe, nè salariale nè d’altra natura.

    Sarebbe solo uno strumento per farci ascoltare. Anche io credo nel merito, e il discorso di oggi di Brunetta, ad es., non mi è dispiaciuto affatto. Come mi sarebbe piaciuto poter dare una pedata in culo ad una vecchia e stravecchia ricercatrice che da anni occupa il “MIO” posto (o d’un altro strafigo come me) senza aver prodotto in 10 anni le pubblicazioni che io macino in uno.

    Perciò non vederla come l’idea d’uno sciopero modello “sindacale”, modello che io avverso con tutte le mie forze e che ha letteralmente bloccato l’Italia.

    E’ solo una prova di forza per ottenere quel che vogliamo, ad es. meritocrazia, autonomia, eliminazione dei concorsi, collegamento dei finanziamenti ai risultati. Ma tutto in un’ottica ANCHE di tutela del lavoratore-ricercatore in quanto tale. Questa è l’ottica che rischia di essere travolta da una rivoluzione-Gelmini senza contrappesi costituzionali. Con la Gelmini bisogna dialogarci, se no quella parte per la tangente e si dimentica che oltre a “produrre” dobbiamo anche sentirci liberi dalle preoccupazioni di sopravvivenza…

    C’è solo “Lamerica”? Forse che in Germania e in Spagna non ci sono i professori e di ruolo? Anzi, se vuoi saperlo, in questi due paesi (soprattutto il primo) esiste una sistematica avversione alla figura del professore-professionista.

    Non confondiamo il liberismo, che è una cosa seria, con i sistemi delle università sudamericane, dove la cattedra è un titolo onorifico (tipo: USD 4.000 l’anno) per persone che fanno un’altro lavoro. Pensa che scienza che si produce….

  39. France ha detto:

    E vabbe’, se faremo ‘sta Pizza….
    Universita’ e ricerca: che Pizza!
    Si fanno gia’ i nomi dei tecnici che stileranno il nuovo regolamento dei concorsi:Tarallucci e Vino…

  40. Bombadillo ha detto:

    ..secondo me, il precario è troppo per bene, ed educato (lecchino?), per poter pensare ad uno sciopero. Dalle mie parti non funzionerebbe mai. E poi, morto un precario se ne fa subito un altro: con la pressione dei neo laureati che sognagno di fare gli assistenti volontari, la manodopera a buon mercato – rectius: gtratuita – si rimedia subito.

  41. Carlo ha detto:

    Notizia di servizio.
    Il CINECA raccoglie da molto tempo ANCHE i curricula dei non strutturati: p.es. il mio, che sono “(ricercatore) assegnista” (sic!).*
    Anzi, ricordo che, per chi ancora non l’aveva fatto, fu necessario registrarsi al sito CINECA, inserendo i propri dati e il CV, in occasione della presentazione dell’ultimo PRIN.
    ___________
    * Ho deciso che d’ora in poi risponderò così alla fatidica domanda: “che lavoro fai?”.

  42. la capra ha detto:

    Carlo ha ragione. Il link al sito del Cineca lo trovate a sx (MIUR, sito per accesso a bandi di concorso).

    Io l’ho dovuto usare, come quasi tutti noi credo, per compilare l’ultima domanda per i prin. Il personale non strutturato per accreditarsi nei progetti come membro della ricerca doveva aver compilato il proprio curriculum.
    Ad ogni buon conto ecco il link: https://loginmiur.cineca.it/front.php/login.html

    Di questo strumento Cineca sono in pochi a sapere e ancora non è chiaro a cosa (e se) servirà in futuro. Peraltro, è macchinoso e inutilmente “burocratico”, pieno di campi inutili e ripetitivi. Inizialmente alla RNRP era apparso come un buon segnale, finalmente uno strumento che “riconosceva” i precari e i loro curricula. Che permetteva in qualche modo di “contare” i precari. Solo che né dal Cineca, né dal Ministero sono arrivate indicazioni sull’uso dello strumento o inviti a farlo utilizzare.

    La solita storia italiana. Certo mi sembra ancora oggi che un nostro sforzo per spingere il prossimo governo a rendere quello strumento migliore, pubblico e trasparente aiuterebbe anche a rendere i nostri curricula pubblici rafforzando la nostra lotta.

  43. Carlo ha detto:

    Già, dimenticavo di dire: il data base c’è, ma non è pubblicamente accessibile.

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