Gelmini, il CIPUR e l’Eutanasia dell’Università

Cari dibattenti,

oggi è uscito un comunicato ufficiale del CIPUR che è l’organizzazione dei professori di ruolo (piuttosto informati e poco inclini al radicalismo…insomma né bolscevichi né anarchici) che fa il punto della situazione in merito ai concorsi 2007-2008-2009. Secondo il Cipur si avvicina una lenta eutanasia per le università e anche la fine programmata dei concorsi e delle prese di servizio (anche per i concorsi già banditi). Sembra proprio che siamo finiti dalla padella-Mussi nella brace-Gelmini. Chissà se il minisro avrà il coraggio di dire che l’Università italiana è sovradimensionata… perché non confronta i numeri italiani con quelli OCSE ?

Ecco il comunicato CIPUR da commentare

CIPUR
Il Presidente Nazionale

                                                                                                           
                                                                                                                Perugia, 8 settembre 2008 

EUTANASIA PROGRAMMATA ED INDISCRIMINATA PER LE PICCOLE UNIVERSITÀ?
20% x 0 = 0: ma la Ministra lo sa?

L’art. 66 commi 7 e 13 del DL 25.06. 2008, n. 112,  coordinato alla Legge n.133 del 6 agosto 2008 di conversione del medesimo, consentono per le Università, nel triennio 2009-2011, assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 20% delle unità cessate nell’anno precedente. 
Se tale meccanismo dovesse applicarsi ai concorsi banditi e finanziati nell’anno 2008 nonché a quelli già banditi nel 2007, che porranno le Università nelle condizioni di poter chiamare o assumere ricercatori o professori nel 2009, sarebbero le università piccole, con risorse ed organici giovani ed ampiamente al di sotto dei limiti massimi consentiti, a essere più pesantemente penalizzate dai poco meditati meccanismi introdotti dalla legge; e ciò indipendentemente da un qualsiasi criterio meritocratico.
A subire meno danni dai provvedimenti citati, sarebbero, come al solito, i grandi atenei con esuberanza di docenti ed elevato turnover: più semplice per loro fare fronte ai  propri programmi didattici e superare questo triennio di sofferenza, mentre nelle piccole università i pochi docenti presenti non saranno in grado, per via dell’inesistente turnover, di assicurare una didattica a norma oltre avere ben scarse prospettive di crescita programmata.
Viene da chiedersi se la nostra Ministra sia consapevole di ciò o se invece ci si trovi di fronte ad una cinica e dannosa scelta messa in atto per ridurre con modalità capestro il pur rilevante numero di università che, non può non constatarsi, costituiscono un sistema apparentemente a crescita indefinita per numero di sedi, di docenti ed aspiranti tali. 
Piuttosto problemi di significatività scientifica e didattica sarebbero forse da individuare nelle innumerevoli, costose colonie dei megatenei (spesso funzionali, queste, solo alla proliferazione di corsi e docenti fine a se stessa);  non può, invece, non darsi supporto a realtà efficienti dal punto di vista scientifico-didattico e, perché no, con appropriata dislocazione geografica, capaci di attrarre, anche se giovani, risorse e soddisfare la utenza.
Alla luce di ciò il CIPUR invita la Ministra, nell’auspicio che si faccia garante del  rispetto dei limiti previsti dall’art.1 comma 105 della legge 2004 n.311, ribaditi dalla L. 133/08, ad esaminare la possibilità di proporre una deroga a quanto previsto dall’art. 66 del D.L. 112 convertito dalla L. 133/2008, per le Università che soddisfino i requisiti che seguono:

     

  1. esiguo numero di personale docente che va in quiescenza nel triennio 2009-2011; (p.e., un numero di docenti prevedibilmente in quiescenza nel triennio 2009-2011 minore di 50 con la possibilità di assunzione di 10 docenti nei tre anni).
  2. necessità obiettive di assunzione di nuovi docenti per le esigenze didattiche dei Corsi di Laurea già attivi o per linee di ricerca di eccellenza. (La mancanza dei quali porterebbe alla chiusura indiscriminata di corsi e all’interruzione o al drastico rallentamento di significativi progetti di ricerca).

                                                                      
                                                                                                                                      Vittorio Mangione

30 Responses to Gelmini, il CIPUR e l’Eutanasia dell’Università

  1. Colombo da Priverno ha detto:

    Ciao a tutti.

    L’appello ha obbiettivi minimali: piccole brecce al muro di ferro, nei soli casi limite maggiormente disperati, in sostanza quelli della paralisi dell’attività di docenza.

    Meglio che niente, potrebbe dirsi.

    Un appunto, però. L’incipit “Se tale meccanismo dovesse applicarsi ai concorsi banditi e finanziati nell’anno 2008 nonché a quelli già banditi nel 2007” è un puro artificio retorico: i cofinanziati, pare ormai condiviso, stanno fuori – per la loro natura straordinaria – dal blocco del turn over.

    Eviterei lo scadente stile sindacalese (e un po’ da sinistro stradale) del gonfiare i danni: quelli reali parlano già da soli e non hanno bisogno, purtroppo, di essere gonfiati.

    Siamo al solito scontro di questi ultimi anni: Gangsters contro Clowns

  2. Leo ha detto:

    Caro Colombo

    purtroppo

    Molti concorsi banditi non erano su budget straordinario

    Ma anche se lo fossero non è per niente certa una deroga anzi non vedo perché si dovrebbero usare pesi e misure differenti secondo l’ordinarietà e la straordinarietà del budget.

    Infine le conclusioni del CIPUR sono molto deboli perché non richiamano l’attenzione sulla latitanza del governo per quanto riguarda l’ingresso di giovani nell’università non solo le piccole ma anche le grandi.

    Il governo non dice nulla su altri concorsi o sl cambiament delle regole concorsuali tutto tace…

    Non si può non concordare sull’EUTANASIA che il trio BERLUSCONI-TREMONTI-GELMINI stanno somministrando all’Università italiana.

  3. Colombo da Priverno ha detto:

    Eccome Leo. Deve concordarsi in pieno, purtroppo.

  4. gwin ha detto:

    cosa ci vuole ancora per ”insorgere”?

  5. […] sconosciuto: Infine le conclusioni del CIPUR sono molto deboli perché non richiamano l’attenzione sulla latitanza del governo per quanto riguarda l’ingresso di giovani nell’università non solo le piccole ma anche le grandi. … […]

  6. […] Claudio Martini: cosa ci vuole ancora per ”insorgere”? […]

  7. […] sconosciuto: … inclini al radicalismo…insomma né bolscevichi né anarchici) che fa il punto della situazione in merito ai concorsi 2007-2008-2009. Secondo il Cipur si avvicina una lenta eutanasia per le università e anche la fine programmata dei [. … […]

  8. L’università italiana è sovradimensionata… basta vedere l’entità degli stipendi, la distribuzione degli strutturati e il numero di atenei nel paese.

    Spiega bene cosa intendi per sovradimensionamento e a quali statistiche ocse ti riferisci.

  9. […] sconosciuto: L’università italiana è sovradimensionata… basta vedere l’entità degli stipendi, la distribuzione degli strutturati e il numero di atenei nel paese. Spiega bene cosa intendi per sovradimensionamento ea quali statistiche ocse ti … […]

  10. France ha detto:

    Come diceva Toro Seduto, il problema e’ che ci sono troppi capi e troppo pochi indiani…

  11. rdp ha detto:

    cosa ci vuole per insorgere allora?
    France mi fai due frecce perfavore, con l’arco me la cavo benissimo.
    rdp

  12. Leo ha detto:

    Le statistiche ocse sono contenute nel libro verde di Padoa Schioppa.

    Il problema degli stipendi che coprono il 90% del FFO è un falso problema e dipende dal fatto che l’FFO è sottodimensionato e fermo da anni, mentre gli stipendi hanno gli scatti o sono contrattualizzati quindi crescono.

    Il fatto che esistono molte piccole università è vero ma ciò non significa che l’università italiana è sovradimensionata significa solo che è maldistribuita!

    In realtà si dovevano fare più poli universitari nelle grandi città come a Parigi (opinione personale).

    Se confrontiamo i numeri degli strutturati nei paesi ocse e in italia siamo sotto di alcune decine di migliaia (vedi libro verde di Padoa Schioppa).

  13. Giovanna ha detto:

    Se continuiamo ad andar dietro ai LORO argomenti senza smontarne i presupposti ci facciamo male da soli:

    1. stipendi/FFO
    E’ ovvio che molte universita’ siano sopra il 90%. Basta pensare alla proporzione tra ordinari/associati/ricercatori (ed ai rispettivi costi). Perche’ non si pensa mai di prendere, che ne so, la media europea ed imporla in Italia, e sospendere i concorsi da ordinario/associato fino ad averla raggiunta?

    2. meccanismo di reclutamento
    Non c’e’ meccanismo ‘meritocratico’ che tenga senza un aumento sostanziale delle posizioni ed una responsabilizzazione (anche economica) di chi sceglie chi assumere. Anche all’estero (Europa, non Africa) esiste una ‘coda’, anche all’estero esistono i candidati ‘in pole position’, ma se poi qualcuno si rivela incapace, qualcun’altro paga. E semplicemente:
    a) se non sei capace di fare ricerca, te lo dicono subito senza farti fare il dottorato (che all’estero e’ ‘ad invito’)
    b) una volta fatto il dottorato (a parte una percentuale che va nel privato ben pagato), se ‘eccelli’ vai in una universita’ ‘eccelsa’, altrimenti vai in una universita’ ‘di seconda serie’. Non c’e’ nulla di male in tutto cio’, visti i numeri delle posizioni ogni anno.

  14. France ha detto:

    Non so se Padoa Schoppato l’abbia messo nel libro verde. Io mi sono fatto due conti direttamente sui dati ricavati dal rapporto ocse 2005 in merito al rapporto fondi stanziati/ numero di ricercatori (l’ho postato in precedeza, ed altri lo hanno fatto). E’ vero che e’la statistica dei polli, ma fa impressione constatare che la mancanza di investimenti e’ pura fantasia: l’Italia spende per i ricercatori quanto la Germania o la Francia. Quindi parlare di sovra o sottodimensionamento e’ insensato, in questi termini. Si puo’ certo dire che in Italia non ci siano tanti ricercatori rispetto alla massa totale dei lavoratori, ma vi chiedo, perche’ mai lo Stato dovrebbe investire in una ricerca, di base o applicata, che poi l’apparato produttivo non e’ grado di utilizzare? Dov’e’ l’industria meccanica, chimica, farmaceutica, dove sono le produzioni ad alto contenuto tecnologico in Italia? Nella MODA? Nella Panda? Nei mobili Aiazzone? Ovviamente il paese, nel lungo periodo, si condanna al declino. Ma chi prende le decisioni oggi (tipo il nano liftato, che ha 71 anni fra un paio di settimane) nel lungo periodo sara’ MORTO. E cosi’ pure i cari nonnetti che vi tengono al guinzaglio per 1000 euro al mese (forse). Chiedere piu’ posti o le fantomatiche stabilizzazioni significa accettare che il morto e’ nella cassa, e mettere due chiodi in piu’ al coperchio. Lottare insieme agli strutturati e inseguirli sul piano del “piu’ soldi alla ricerca” e’ esattamente lo stesso. Le riforme a costo zero non servono per ingraziarsi il cretinetto di Sondrio o la furbetta di Brescia, servono a togliere il marcio che corrompe tutto il sistema. Non chiedete piu’ posti, chiedete meno sedi, meno rettori, meno apparati. Non chiedete piu’ soldi, chiedete meno vecchi, meno ordinari, meno associati. Non chiedete concorsi puliti, chiedete autonomia e responsabilita’ per i dipartimenti e chi li dirige. Bloccate tutto, fate casino, rompete i coglioni a tutti. Io a ottobre sono a Roma. Mi porto il sacco a pelo e la catena della bici, se volete.

  15. franco ha detto:

    In Italia ci sono ogni anno 1.000 concorsi per ricercatore universitario. Dobbiamo cambiare le regole come indicato nella petzione. Tutto il resto ha importanza molto ma molto relativa.

  16. Lilly ha detto:

    Trovo improprio l’utilizzo nel comunicato CIPUR del termine eutanasia, non mi pare che l’Università sia un malato terminale che abbia chiesto al governo di porre fine alle proprie sofferenze, più propriamente potremmo affermare che stanno lentamente e deliberatamente togliendole ogni possibilità di sopravvivenza attraverso tagli indiscriminati, pensare che questo destino sia riservato solo ai piccoli atenei è solo pura illusione.

  17. @LEO

    eviterei i retorici mille distinguo…. non possiamo più permetterci certi esercizi di stile…

    maldistribuita o sottodimensionata che sia… il punto è che è inefficiente inefficace ed illiberale…
    come sempre ha ragione France… (e con lui anche il sottoscritto… che oramai potrebbe confermare qualsiasi dichiarazione di France anche ciecamente)

  18. @lilly
    l’università è un malato terminale… come un pò lo è tutto il paese l’italia…
    il punto è che il paese si guarda bene dal chiedere l’eutanasia….
    anzi… grazie alle continue flebo d’europa potrebbe ancora stare in coma farmacologico per anni…

    si potrebbe cmq ancora salvare… ma non è pronto (il paese e l’università) all’unica cura rimasta: la chemioterapia… unica salvezza si…. ma anche dolorosa e di indeterminata efficacia.

  19. @giovanna
    ti condivido…

    non è che nascondi però qualcosa?
    sei per abolire i concorsi vero? Sei per l’autonomia economica e tutto il resto no?
    Se si…
    dichiarati pure… c’è bisogno del tuo pensiero…

    mancano persone in questo blog che naturalmente riescano ad apprezzare modelli non centralizzati per università e ricerca…

  20. rdp ha detto:

    Rivoluzione metti anche tu la bici a disposizione? (la tua proposta liberista di assunzione diretta ha senso in un altro sistema, non quello dei FFO ).
    Allora siamo in tre.
    Armiamoci e partiamo. Selci per tutti.
    Franco ma dove vivi?Quanto ti danno per disattivare il cervello, perchè ti pagano vero?
    Non posso credere che pensi alla petizione panacea.
    Farmacologicamente pone interessanti quesiti però…
    rdp

  21. Lilly ha detto:

    Non mi pare che la terapia idonea atta a migliorarne le condizioni cliniche sia quella praticata dal governo (il salasso era in voga nei secoli scorsi ormai non si usa più, loro, invece, stanno letteralmente vampirizzando le risorse dell’Università per sperperarle altrove).

  22. Bombadillo ha detto:

    Non dobbiamo chiedere più soldi, anzi.

    La cosa miglire sarebbe chiedere il BLOCCO DELLE ASSUNZIONI, fino a quando non ci sarà un sistema che elimini il serio rischio di dare “perle ai porci”.

    Si tratta di una richiesta che dimostrerebbe la nostra diversità: non siamo gente che, in primo luogo, si vuole piazzare a vita, siamo gente che vuole un’Università migliore, dove i migliori possano trovare posto.

    ..altro che il solito schifo, con il correttivo, però, che il candidato per cui si mette il posto (cioè quello che lo vincerà) deve mostrare prima il cv al Consiglio di Facoltà, perchè così, almeno, si eliminano gli impresentabili.

    BLOCCO DELLE ASSUNZIONI: non corriamo il rischio di sprecare neppure un altro solo, singolo posto!

  23. Bombadillo ha detto:

    ARIO, ARIO, ARIO: dacci uno strumento adeguato – magari, fatti aiutare dal generoso Migrante -, altrimenti qui si riduce tutto a tre ciclisti, tanto coraggiosi quanto inutili.

    Per tutti: “invocate” ARIO anche voi, se ritenete, così non si può andare avanti…

  24. piddipi ha detto:

    @ Bombadillo

    Sono perfettamente d’accordo a chiedere il blocco delle assunzioni!

    @ ri

    Sono personalmente d’accordo ad abolire i concorsi; pero’ mi pare sia stato gia’ spiegato a sufficienza che una tale richiesta sia di assai difficile attuazione (e’ attualmente incostituzionale).
    L’Italia e’ forse moribonda, pero’ cerchiamo di lasciar vivere almeno la lingua italiana 😉

  25. insorgere ha detto:

    daccordo su BLOCCO DELLA ASSUNZIONI

    o meritocrazia o morte? mi sa che ci tocca crepare, ma almeno sarà per una buona causa

  26. Bombadillo ha detto:

    Caro r.i., anche la questione dell’incostituzionalità è stata già sviscerata.
    Comunque sia, torniamoci su…
    Se ho letto bene Colombo sostiene che siano le stabilizzazioni a non violare l’art.97 Cost. (sotto questo punto di vista il titolo sul tuo blog è un po’ sensazionalistico), ed ha ragione. A ben vedere, però, la stabilizzazione non esclude il pubblico concorso; anzi, tutto il contrario. Si tratta, infatti, di stabilizzare chi ha già passato un pubblico concorso, però per una posizione precaria (diciamo assegnista).

    Tuttavia, quello che noi tutti – tranne alcuni casi – vogliamo non è la stabilizzazione, ma la cooptazione (responsabile), che non si basa affatto sul superamento di un pubblico concorso.
    A tal proposito, è vero, come ricorda Colombo, che l’art.97 Cost. ammette eccezioni, ma è altrettanto vero che queste – per quanto ne so io, ma se sbaglio portatemi un caso contrario – sono state fin qui utilizzate per incarichi a tempo determinato, che si basano sull’intuitus personae: tipo Tizio, Sindaco del comune di Vattelapesca, senza bisogno di concorso, nomina Caio comandante dei vigili urbani del suo comune, il quale Caio assume pure il grado (capitano, maggiore, colonnello, a seconda della grandezza del comune).
    Tuttavia, quando il suo mandato a tempo finisce -e generalmente tale fine coincide con la fine del mandato del Sindaco – Caio mica rimane capitano, maggiore, etc, dei vigili urbani, e se ne torna a casa, diversamente da Mevio che, per assumere tale grado, ha superato un pubblico concorso.

    Da parte mia, quindi, insisto con la proposta di prima.

    Ma ci pensate:
    MILLE RICERCATORI PRECARI OCCUPANO LA SAPIENZA PER PROTESTARE CONTRO IL GOVERNO. COSA CHIEDONO? BLOCCARE LE ASSUNZIONI; BLOCCARE I CONCORSI, BLOCCARE TUTTO.
    MA SONO PAZZI?
    DI CERTO SONO FURIOSI!

    A proposito ma non frequentava il blog anche un certo ricercatore furioso, che fine ha fatto? ..r.f. se ci sei batti un colpo!

    In ogni caso, r.i., non fraintendermi, io non dico che la cooptazione per il tempo indeterminato non si potrà mai fare, dico che, a meno di non violare il principio di uguaglianza, la si deve pensare bene, per più settori della pubblica amministrazione: si tratta insomma di un problema più grande di noi (intesi come universitari), al quale bisognerebbe iniziare a mettere mano, ma in una prospettiva più ampia, che non escluda la riforma costituzionale.

  27. insorgere ha detto:

    scusate la domanda forse stupida ma l’ipotesi della trasformazione delle università in fondazione, con conseguente revisione anche dei regolamenti interni ecc. non consentirebbe o faciliterebbe la chiamata diretta?

  28. […] giovani cervelli (sempre più in fumo), con la limitazione del turn over che penalizzerà le università più piccole e […]

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