Esiste ancora lo stanziamento 2008 per i posti straordinari da ricercatore ma…

Carissimi lo stanziamento straordinario dei soldi per il 2008 per i posti da ricercatore non è decaduto – siamo stati corretti – infatti è rientrato dalla finestra (si ringraziano i lettori per la segnalazione) con un’ altra decretazione d’urgenza convertita in legge

Legge 2 agosto 2008, n. 129

“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, recante disposizioni urgenti in materia di monitoraggio e trasparenza dei meccanismi di allocazione della spesa pubblica, nonchè in materia fiscale e di proroga di termini”

A questo punto chiediamo una nuova legge di reclutamento (come suggerito da France), i soldi per il 2009, un rifinanziamento, e che non cada nella scure del blocco del Turn Over!

Soprattutto chiediamo i DECRETI ATTUATIVI…ma la Gelmini che sta facendo al ministero si è resa conto di essere anche il ministro dell’Università?

Vi stiamo con il fiato sul collo!

97 Responses to Esiste ancora lo stanziamento 2008 per i posti straordinari da ricercatore ma…

  1. precario disilluso ha detto:

    avevo ragione io.. alcuni miei colleghi precari dicevano che Valditara s’era dimostrato sensibile al nostro problema, più dei suoi predecessori. In realtà se ne pò fregà di meno..

    arridatece Modica!

  2. France ha detto:

    Pierferdy ailoviu!

  3. antonio ha detto:

    sapete una cosa?
    a settembre ho fatto un concorso da ricercatore che non è mai iniziato e ci è stato comunicato 2 ore dopo l’inizio previsto, che i commissari non erano d’accordo sulle TRACCE della prova scritta e…..udite udite………il concorso è stato SOSPESO!
    Il presidente della commissione si è dimesso…
    che buffonata!
    fanculo la prova scritta, lsa seconda prov scritta, l’orale ed il concorso da ricercatore come è adesso!
    eliminare il concorso!

  4. France ha detto:

    RICERCA: SACCONI, VALUTEREMO IPOTESI LEGGE DELEGA PER PRECARI

    (ASCA) – Roma, 8 ott – ”Valuteremo l’ipotesi di una legge delega ad
    hoc per i precari della ricerca”. Lo ha detto il ministro del
    Welfare, Maurizio Sacconi, a margine del convegno ”Quale welfare per
    la salute? Prevenzione e programmazione in sanita’ a 30 anni dalla
    legge 833/78′, organizzato dalla Cei in collaborazione con l’Istituto
    superiore di sanita’, che si e’ tenuto oggi a Roma.

    ”Seguo con attenzione il problema della stabilizzazione del rapporto
    di lavoro dei precari e condivido l’impostazione che ha seguito
    Brunetta che e’ stata quella del cosiddetto screening”.

    PRECARI: GARACI (ISS),LEGGE DELEGA AD HOC PER ISTITUTI RICERCA

    (AGI) – Roma, 8 ott. – Una legge delega per trattare a parte i
    ricercatori precari degli istituti di ricerca, evitando che finiscano
    nel ‘calderone’ del decreto Brunetta con lo stop delle assunzioni
    entro il prossimo giugno. E’ la proposta che il presidente
    dell’Istituto Superiore di Sanita’ Enrico Garaci, insieme agli altri
    presidenti degli istituti di ricerca, sottoporra’ al ministro
    Brunetta. ‘Le problematiche della ricerca – ha sottolineato Garaci, a
    margine del convegno ‘Quale Welfare per la Salute?’ promosso dalla Cei
    e dall’Istituto Superiore di Sanita’ – meritano una trattazione
    separata rispetto al resto della Pubblica Amministrazione. Si tratta
    di un personale selezionato, che ha fatto concorsi, qualificato, che
    e’ ancora precario perche’ c’e’ stato un blocco d
    ei concorsi in passato che e’ stato esiziale. In Italia – ha aggiunto
    – sono pochi gli addetti alla ricerca, 3,3 su 1.000 contro i 5,8 su
    mille in Europa. Senza i precari rischiamo di perdere i fondi della
    Comunita’ Europea. Per questo chiederemo una legge delega ad hoc che
    affronti la questione’. (AGI)

  5. Claudietto ha detto:

    Ah ah… non si capisce assolutamente piu´ nulla!! E´ crisi, crisiiiiiiiiii

  6. Nicola ha detto:

    Allora…capisco che sia difficile tenere le fila di quel accade nel mare magnum della decretazione d’urgenza…ma mi sembra si tratti di un abbaglio.

    E’ vero che il Il decreto-legge 113 (quello che – tra le altre cose –
    ripescava per il 2008 i fondi straordinari di Mussi e riportava i concorsi da
    associato e ordinario ad una sola idoneità) è decaduto a causa della mancata
    conversione in legge!

    Tuttavia i tre articoli riguardanti l’università (art. 12 reclutamento dei
    docenti universitari, art. 13 assunzione di ricercatori, art. 14 CNVSU e
    CIVR) sono stati comunque inseriti – senza alcuna modifica – nel Decreto-
    Legge n. 97, che è stato convertito nella legge n. 129/2008 pubblicata nella
    Gazzetta Ufficiale del 2 agosto 2008.

    Vi torna?

  7. Claudietto ha detto:

    Crisi, crisiiiiii

  8. Carlo Pisacane ha detto:

    Ora controllo…

  9. Carlo ha detto:

    Temo che questa brutta notizia sia invece presa con entusiasmo dai più scalmanati frequentatori di questo blog, al grido di “Mai più concorsi con queste regole!”

  10. Claudietto ha detto:

    Ragazzi, a parte gli scherzi, mi sembra che qui siamo in mano a degli schizofrenici. O disattenti, chiamateli come volete. Che poi, se a Berlusconi non gliene “frega niente” di Veltroni, cosa volete che gliene importi di Universita´ e ricerca? E´ chiaro che se vi sara´ una lunga crisi economica, i primi a farne le spese saranno soggetti come noi. Mi chiedo, pero´, cosa ci possano togliere ancora…

  11. France ha detto:

    Che sono ovviamente quelli che “Mai piu’ voti a questa sinistra”

  12. Carlo Pisacane ha detto:

    Grazie cambiamo il post !

  13. Carlo ha detto:

    Ben tornato Nicola!
    Ti avevo evocato (e interpellato) qualche post fa a proposito di una interpretazione eterodossa recentemente data alla legge “ammazza-ricercatori-precari” (blocco del turnover).

  14. Bombadillo ha detto:

    ..che dire?.. sono uno scalmanato!

    MAI PIU’ CONCORSI CON QUESTE REGOLE!

    Prima le regole nuove, e poi i soldi nuovi.

    Come mi pare, infatti, di aver già ricordato:
    non si può mettere il vino nuovo negli otri vecchi, altrimenti gli otri si rompono ed il vino si perde.

    P.S.: secondo me Valditara, in questo momento, non ha peso politico, e qundi neppure responsabilità.
    Mi pare evidente che Fini abbia salvaguardato solo lui e qualche fedelissimo della sua cerchia ristretta, che più ristretta non si può, tutti gli altri ex AN non contano più nulla: un vero antifascita!

  15. France ha detto:

    Allora correggi cosi’:
    “A questo punto chiediamo un nuovo regolamento, POI i soldi del 2009 e un rifinanziamento”… No eh?

  16. Carlo Pisacane ha detto:

    Non rompere ….

  17. Carlo ha detto:

    @Bombadillo
    l’ho detto tante volte: non è tanto un problema di regole concorsuali (o di concorsi sì / concorsi no); e forse nemmeno di tempo determinato / tempo indeterminato.
    Il punto – credo – sia strutturale, di accesso alla ricerca.
    Se ci fossero maggiori finanziamenti (ma considerevolmente maggiori), il problema sarebbe già risolto (o per lo meno sulla via della soluzione).
    A) Vogliamo i concorsi: bene, aboliamo i contratti precari e facciamone tanti quanti ne servono; non uno di più né uno di meno.
    B) Non vogliamo i concorsi: bene; riconduciamo tutte le figure del precariato sotto un unico contratto p.es. il ricercatore TD (ma ben pagato e assicurato) e lasciamolo lavorare.

    Ma – in tutti i casi – prima bisognerà finanziare adeguatamente la ricerca!

  18. carlo (lowercase) ha detto:

    Non basta immettere più soldi. Quanti soldi finiscono ogni anno nella cassa del mezzogiorno? Hanno forse favorito l’instaurarsi di meccanismi virtuosi? E’ assurdo pensare che investendo più soldi tutto si aggiusti da solo.

    Come è assurdo pensare che si aggiusti tutto semplicemente privatizzando (basta guardare la Società Autostrade).

  19. Carlo ha detto:

    Senza finanziamenti – come sta facendo l’attuale governo – non si disinfetta l’attuale Ricerca italiana malata, la si sterilizza.

  20. precario disilluso ha detto:

    cavolo, già mi stava venendo la depressione, meno male che la notizia era falsa.

    resto con la mia disillusione..

    a proposito Carlo: ora come ora se arrivano più soldi in generale per l’università se li mangiano tutti Frati (il barone padrone della Sapienza) e i suoi colleghi!

    Bisogna chiedere sì più finanziamenti ma anche più valutazione della ricerca, altrimenti non si è credibili. Ma come si fa a non capirlo?

  21. antonio ha detto:

    sono d’accordo con carlo (lettera minuscola), questa storia dei soldi senza cambiare le regole non funziona….è come la moglie puttana che spende tutti i soldi del marito ricco. Risultato: il marito diventa povero. ergo: eliminare la moglie puttana e spendacciona, tradotto: cambiare le regole.

  22. France ha detto:

    Vergona, sessista, maschilista, retrogrado!
    E comunque e’ una moglie molto m……. di un marito molto povero…

  23. Carlo ha detto:

    Fintantoché non si troverà la Regola perfetta, la Ricerca italiana sarà tagliata fuori dall’Europa!
    (Come sono andato, Eurorivoluzione?)

  24. antonio ha detto:

    per France:
    non sono maschilista, era solo un esempio!
    ma se ciò ti offende, facciamone un altro, tipo il figlio del ricco che spende tutta la paghetta settimanale comprando cellulari ed i-pod da 700 euro l’uno!
    il problema è: se hai le mani bucate (tu generico), è inutile e stupido darti i soldi!

  25. precario disilluso ha detto:

    Carlo ma sei de coccio?

    Bisogna chiedere più finanziamento pubblico e più valutazione della ricerca, come nel Regno Unito.

  26. France ha detto:

    @precario: invertendo l’ordine degli addendi, ovviamente
    @antonio: dimenticato il DISCLAIMER IRONIA. Comuqnue nella riformulazione ti posso tacciare di COMUNISTA (giusto perche’ mi evochi la figura del ricco)

  27. antonio ha detto:

    per France,

    ecco la parabola:

    il ricco è il ministero: i soldi ce li ha.
    il figlio è la facoltà che “chiama il concorso”.

    la commissione di concorso è la “tata” che fa finta di non vedere che il figlio spende malissimo i soldi e lo copre.

    la prove scritte e orali del concorso (comunque inidoneo – non posso giudicar il lavoro di anni da 1,2 o 3 giorni)
    sono le scuse addotte dal filgio viziato e spendaccione.

    ps: la prendo anche io con ironia, ma mai stato comunista!

  28. Colombo da Priverno ha detto:

    Ricordo la proposta di riforma dell’accesso – costruita insieme, in questo blog, da molti di noi e cullata come un bambino dagli ottimi Bombadillo, Mino e altri – che mandammo alla Gelmini, e fu come mandarla a Babbo Natale (che, non so se lo sapevate, non risponde alle lettere perchè non esiste; quando eravamo piccoli erano i nostri genitori a rispondere e comprare i regali…).

    Quella proposta – al di là del merito, che era venuto comunque fuori niente male – aveva un presupposto formidabile: prima riformare l’accesso, e SOLO DOPO bandire i posti straordinari.

    Che senso ha buttare 1000 posti attraverso un concorso da tutti giudicano sommamente iniquo?

    La notizia che i 1000 posti ci sono ancora in un certo qual senso – nell’ottica dell’interesse pubblico – è pessima, non ottima: si assumerano 1000 ricercatori ad libitum. 1000 capre, potenzialmente, salvo l’alto livello morale dei singoli maestri. E chi lo ha tutto (come il mio), chi ne ha un po’, chi non ne ha affatto.

    Ora, a parte il caso singolo di chi si sente con le spalle coperte, è in questo senso che bisogna ragionare: bloccare tutto, rifare l’accesso in modo serio, riaprire.

    Torno col mio vecchio ritornello di quando ero contrario alle stabilizzazioni senza paletti, delle queli pure avrei presumibilmente usufruito: sarei felice di entrare in un gregge di 1000 ricercatori, meno di entrare in quello – puzzolente, a tacer d’altro – di 1000 capre.

    Propongo: disinteressiamoci dei 1000 posti. Quando arriveranno, li avrà chi li avrà. Più o meno meritatamente. Qualcuno meritatamente, ma attraverso strumenti che – e questo è il punto – lo avrebbero fatto passare anche senza merito.

    Torniamo a parlare di regole.

  29. Carlo ha detto:

    In tutto questo discorso c’è qualcosa che non mi torna. Fatemi capire dove sbaglio.

    Secondo voi [quelli di “le regole prima di tutto”] in questo momento in Italia ci sarebbero troppi ricercatori precari (o aspiranti ricercatori); dunque, servono delle ottime regole [inoppugnabili] per far entrare nella roccaforte della Ricerca solo quei pochissimi veramente meritevoli; giusto?

    Il punto secondo me, invece, è un altro: il Paese in questo momento per sperare di riprendere a funzionare (rilanciando la sua economia ecc.) ha bisogno di più Ricerca. Per ottenere questo obiettivo, dovrebbe motivare fortemente il maggior numero di giovani volenterosi e intraprendenti a dedicarsi a questo settore professionale, Allargando le maglie di accesso e aumentando considerevolmente i posti disponibili.
    Poi, è ovvio, ca va sans dire, bisognerà prevedere dei controlli severi sulla qualità dei risultati. ma questo – a mio modesto parere – non può che venire dopo.

  30. carlo (lowercase) ha detto:

    No. Il ragionamento è il seguente: è inutile dare più fondi se finiscono nelle tasche dei soliti noti.

    Non servono delle ottime regole, e lo scopo non è far entrare i pochissimi meritevoli. Lo scopo è lasciar fuori le capre.

    Sull’ultimo punto non sono d’accordo. Il paese ha già delle menti eccellenti. Ha tanti laureati in gamba che però non trovano lavoro. E ha tanti politici, manager, etc. senza un titolo di studio. Il problema non è produrre più laureati, ma iniziare ad utilizzare quelli che abbiamo. Valorizzare il dottorato, scegliere politici con un minimo di preparazione (vabbeh, qui l’ho sparata grossa), sviluppare un’industria competitiva in campo tecnologico disposta ad assumere giovani ricercatori, etc.

    Il paese non si rilancia piazzando tutti i laureati all’Università.

  31. antonio ha detto:

    forse sono troppo rivouzionario:

    potere di chiamata diretta ai dipartimenti, che devono prendere fondi dallo stato e, rimanendo pubblici, si fanno un culo quanto una casa per produrre il massimo e di qualità. potere di assunzione e di autonomia di entrata e di uscita.

    di conseguenza, potere quasi nullo alle facoltà

    Scusate, ma non mi vien in mente nessuna altra soluzione.

    PS: non è così solo nel mondoangolsassone, ma anche in tante parti del mondo, albania, polonia, argentina, germania………

  32. Colombo da Priverno ha detto:

    CARLO HA RAGIONE SOLO CON LA MINUSCOLA…

    Dice Carlo:
    “Secondo voi [quelli di “le regole prima di tutto”] in questo momento in Italia ci sarebbero troppi ricercatori precari (o aspiranti ricercatori); dunque, servono delle ottime regole [inoppugnabili] per far entrare nella roccaforte della Ricerca solo quei pochissimi veramente meritevoli; giusto?”

    Risponde Colombo:
    Sbagliato: noi vogliamo solo che all’università entrino ricercatori, pochi o molti che siano (meglio molti!).
    Non far entrare un ricercatore è un delitto. ma far entrare una capra è delitto doppio, perchè togli al ricercatore – del quale hai occupato il posto sine die – pure le speranze per il futuro. E inoltre malversi il denaro pubblico (che serve per assumere studiosi, non disadattati), e a me, ad esempio, basterebbe questo per richiedere regole.

    Dice, poi, Carlo:
    “Il punto secondo me, invece, è un altro: il Paese in questo momento per sperare di riprendere a funzionare (rilanciando la sua economia ecc.) ha bisogno di più Ricerca”

    Risponde Colombo:
    E per fare ricerca non servono forse ricercatori? Non laureati bravi, gente sveglia, ragazzi in gamba che si danno da fare, e altra roba propria del frasario del pressapochismo imperante, anticamera poi del mondo degli “amici degli amici” e del nepotismo più becero (nel torbido si sguazza, non lo sai?).
    Servono “RICERCATORI”. Vogliamo selezionarli? O hai così poca stima del tuo lavoro che pensi basti essere bravi ragazzi?

  33. Colombo da Priverno ha detto:

    P.S. Per esser chiari, il cartello “IRONIA” questa volta non c’era. Mi dispiace, ma son proprio due visioni diverse del mondo…

    E Carlo non si rende conto che la sua, in una curiosa coincidentia oppositorum, finisce per essere assurdamente omologa a quella di coloro (Berlusca/Gelmini) che ci stanno dando la caccia.

  34. Carlo ha detto:

    No Colombo,
    non credo sia questione di (auto)stima; mi si passi la citazione colta: scriveva Cioran, grande moralista francese di origine rumena del secondo Novecento (la specificazione vale per i ric. del settore tecnico-scientifico), “non odio gli uomini, li temo”. Capirai che non ho molta fiducia nelle commissioni in generale. Ma non è questo il punto del mio ragionamento.

    Certamente per fare la ricerca servono i ricercatori (e non i bravi ragazzi): ma qui di volenterosi mi pare che il paese non scarseggi; quello che in Italia scarseggia sono i concorsi. E mancano i concorsi, (anche) perché mancano i finanziamenti.

    Poi sul resto possiamo essere pienamente d’accordo. Lo abbiamo detto tante volte. Occorre responsabilizzare i Dip., valutare i risultati ecc. Tutto giusto. Ma temo che sia ormai già troppo tardi per tutto: questi [il Governo] ci hanno già sistemato per le feste!

    Inoltre, credo semplicemente che questo clima da caccia alle streghe – che in molti tra di noi stanno contribuendo a creare – finisca col ritorcersi contro e col danneggiare proprio la causa dei ricercatori (precari e non).
    Mi sembra che – in questo momento – discutere di Regole sia come – perdonate l’immagine abusata – attardarsi per definire gli ultimi dettagli del menu per il prossimo cocktail mentre la nave affonda. QUI CI STANNO MASSACRANDO!!!
    Per chi non se ne fosse accorto, il decreto legge 122 è già stato convertito in legge (n° 133/2008).
    Domani non solo finirà la Ricerca in Italia, ma finirà anche l’Università! E che consolazione è mai questa, per noi rimasti fuori dalle porte?

  35. carlo (lowercase) ha detto:

    Carlo, è proprio sul “ci stanno massacrando” che non siamo d’accordo. Io ho dovuto spostarmi all’estero perché non c’era verso di lavorare nella mia città di origine (neanche di fare il dottorato, a dirla tutta). E se anche finanziano altri 10.000 posti da ricercatore, vuol dire semplicemente che a 10.000 assegnisti verrà organizzato un concorso su misura. Buon per loro, ma a noi altri che ci frega?

    Dal mio punto di vista, il massacro è iniziato molto tempo fa. E finirà solo quando cambieranno le regole concorsuali (o verranno aboliti i concorsi, o quel che sia).

    La nave è sott’acqua da un pezzo, solo chi è a bordo non se ne è ancora accorto.

  36. Carlo ha detto:

    @carlo
    tu sei dovuto andare all’estero perche i concorsi in Italia finora sono stati fatti col contagocce. Se ci fossero state più opportunità, probabilmente, le cose avrebbero preso una piega differente.

    P.S. Sarà che la mia è un’esperienza drogata da un vizio d’origine, ma vi assicuro che nel mio settore disciplinare sono quasi tutti bravissimi e non si conoscono casi clamorosi di capre. Al contrario ci sono altrettanti giovani volenterosi (anche loro bravissimi) che premono per entrare, al momento senza nessuna speranza. Questo, bisogna ammetterlo, certamente ha influenzato il mio modo di vedere le cose.

  37. carlo (lowercase) ha detto:

    Cioé, vediamo se ho capito. Il governo dovrebbe bandire 70.001 concorsi. In questo modo si potrebbero i 70.000 assegnisti e avanzerebbe anche un posto da mettere in concorso per quelli senza raccomandazione.

    E’ questo che suggerisci? Accidenti, è la soluzione ideale. Efficiente ed economico. Come abbiamo fatto a non pensarci prima?! [warning: ironia]

    P.S. Se quasi tutti quelli che conosci sono bravissimi, sono sicuro che riuscianno ad ottenere un posto, una volta che le chiamate vengano effettuate in base al merito. Non vedo quale è il problema.

  38. carlo (lowercase) ha detto:

    Errata: In questo modo si potrebbero sistemare i 70.000 …

  39. Carlo ha detto:

    Il problema è che, semplicemente, in Italia non ci saranno più concorsi, né ricerca, né Università!
    Tutti contenti così?

  40. carlo (lowercase) ha detto:

    Se in Italia non ci saranno più concorsi/ricerca/Università sarà colpa di chi non vuole cambiare le regole, cioè praticamente tutti: destra, sinistra e anche qualche precario.

    In fondo non è difficile. Se dobbiamo scendere in piazza a gridare, perché non gridare che vogliamo regole nuove, invece che gridare semplicemente che vogliamo più soldi?

  41. Carlo ha detto:

    Ripeto, l’attuale sistema di valutazione (limitatamente al mio settore scientifico-disciplinare) va benissimo: ha consentito di mandare in cattedra gente preparata e meritevole di vincere nella più grande quantità dei casi.
    Questo per me dimostra che se storture ci sono (e ci sono) non dipendono dal sistema di regole ma da qualcos’altro (forse la magistratura che non interviene?).
    Insisto nel dire che il nostro atteggiamento masochista (la fissazione sul sistema di regole) va a discapito del nostro interesse (che coincide con quello della Ricerca; o no?), e cioè la richiesta di un investimento sullo sviluppo dell’Università e della Ricerca in funzione della stessa sopravvivenza del nostro Paese (e non – come sta accadendo in questo momento – nella sua totale disgregazione).

    Se poi l’opinione degli amici fuoriusciiti è che tutti quelli che sono rimasti (a fare i ric. precari!) non sono altro che delle fottute capre da sgozzare al più presto nei pubblici mattatoi o immolati sugli altari della dea Ragione, allora IMPICCATEVI!

  42. carlo (lowercase) ha detto:

    Nessuno ha detto questo. Ma se tu pensi che l’università funziona bene così allora c’è poco da discutere. Penso però che tu sia il solo ad affermare che i concorsi vanno bene come sono. (Per curiosità, di che settore scientifico-disciplinare stiamo parlando?)

  43. Carlo ha detto:

    Volete conoscere il lato paradossale di tutta questa discussione?
    Non è improbabile che alla fine la Gelmini ci darà pure le Nuove regole, ma è certo che Tremonti ci negherà i Nuovi finanziamenti.

  44. France ha detto:

    @Colombo: sei di nuovo fra noi, grazie.
    DISCLAIMER:IRONIA. @carlo e Carlo: secondo me siete due personalita’ dello stesso schizofrenico. Con poca fantasia per i nomi

  45. Carlo ha detto:

    Caro France,
    credo che tu abbia proprio ragione…

  46. Carlo ha detto:

    A Colombo, France, Carlo (lowercase), Nicola, Bombadillo, Pisacane, Eurorivoluzione, Lilly, Antonio, e a tutti gli altri amici ricercatori (precari), do la buonanotte [scusandomi per aver (forse un po’) intasato il blog a causa del mio nervosismo di oggi]: BUONANOTTE POPOLO!

  47. Bombadillo ha detto:

    ..buonanotte? Ed hai il coraggio di darmi la buonanotte, dopo che mi avete tolto pure la mia ultima illusione?

    BABBO NATALE NON ESISTE!

    Colombo ti odio, la tua è una cattiveria gratuita…

    ..e comunque, in compenso, di befane ce ne sono quante ne volete…

    (che posso farci, sono un becero sessista)

  48. Bombadillo ha detto:

    ..quasi dimenticavo le cose serie: vi invito sul forum dell’apri per discutere di un controverso documento di riforma di area di maggioranza (Valditara): http://www.apri.altervista.org/forum

  49. insorgere ha detto:

    ragazzi, non so se ve ne siete accorti ma fuori dal cyberspazio c’è gente che si incontra e manifesta, occupa, protesta.

    che aspettate ad unirvi anche voi alla protesta?

  50. Bombadillo ha detto:

    Insorgere, non so se te ne sei accorto, ma sta gente che manifesta non sono r.p. che chiedono meritocrazia:
    è una insalata mista di gente – dagli studenti ai c.d. baroni – che sta lì, in primo luogo, perchè è, in massima parte, di sinistra(centro) – e magari fa parte, o è vicina, a qualche sindacato, partito, o gruppo studentesco di sinistra(centro), che la sponsorizza -: per chiedere più posti; più soldi; più finazaimenti; più sessioni di esami; più strutture di ristoro; più parcheggi; più Carfagna per tutti: più; più; più!

    Mentre le nostre richieste dovrebbero essere: meglio; meglio; meglio.

    Vabbè, se devo essere sincero fino in fondo, al più Carfagna per tutti mi posso anche accodare.
    Ma povera figlia, perchè farle fare la Ministra? ..è davvero una cattiveria!..si è così sciupata!
    Secondo me, la Carfagna rappresenta una conferma – solo più immediatamente ed esteriormente visibile di altre – del principio in virtù del quale ognuno deve seguire la vocazione sua propria, senza ritenerla più bassa o più alta di altre; ed invece, quando non lo fa, per puntare ad un ruolo superiore, non solo non si innalza, ma decade.

  51. France ha detto:

    ah ah ah….(si asciuga la lacrima)
    Comunque sei un fottuto turboliberista, sia chiaro. E maschilista/sciovinista.
    SERIO:
    Esatto. Quando vedo un prorettore, una ventina di ordinari, il syndaco, il consiglio provinciale, un exsottosegretario, 120 stabilizzandi, 2500 studenti, ho gia’ capito che e’ produzione incontrollata di CO2…

  52. Carlo ha detto:

    Bombadillo, sono 5 min. che cerco di capire come funziona APRI, ma non mi raccapezzo; sigh!

  53. ex pasteurien ha detto:

    Aggiungo solo questo:

    France, Colombo e Bombadillo SANTI SUBITO!!!!!!

    perchè quello che penso io lo ritrovo solo nelle parole di (alcuni) frequentatori di questo Blog, mentre nella mia Uni i miei colleghi precari si stanno mobilitando per affidarsi a personaggi dei sindacati e per andare a fare casino sotto il ministero? Sarà perchè alcuni di loro hanno partecipato ad una “riunione ristretta” con alcuni Profs che hanno dato loro (non a me) precise rassicurazioni sul loro futoro lavorativo? Ovviamente con il blocco del turnover tali rassicurazioni diverrebbero solo aria fritta (anche se gli fanno vincere il Concorso che così come è strutturato oggi è solo un’investitura feudale, poi sai quanto dovranno aspettare per la chiamata in ruolo visto che come dice Carlo non vengono stanziati i fondi).
    Non so voi ma se dobbiamo fare in modo che pochi (e “coperti”) di noi vengano assunti, beh…. CHE SE COMBATTANO DA SOLI STA’ BATTAGLIA (da soli no, tanto hanno i loro bei odinari che sfileranno accanto a loro contro la Carneade-Gelmini)

    LA NOSTRA BATTAGLIA DEVE ESSERE O SI CAMBIANO LE REGOLE O MUOIA SANSONE E TUTTI I FILISTEI! (mo’ mi becco l’accusa di razzismo contro i Filistei da parte di France!!!)

  54. Nicola ha detto:

    DL 9 Ottobre 2008 n. 155 (Decreto Salvabanche).

    Art. 1 comma 7:

    7. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su
    proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, sono individuate
    per ciascuna operazione di cui al presente articolo le risorse
    necessarie per finanziare le operazioni stesse. Le predette risorse,
    da iscrivere in apposito capitolo dello stato di previsione del
    Ministero dell’economia e delle finanze, sono individuate in
    relazione a ciascuna operazione mediante:
    a) riduzione lineare delle dotazioni finanziarie, a legislazione
    vigente, delle missioni di spesa di ciascun Ministero, con esclusione
    delle dotazioni di spesa di ciascuna missione connesse a stipendi,
    assegni, pensioni e altre spese fisse; alle spese per interessi; alle
    poste correttive e compensative delle entrate, comprese le
    regolazioni contabili con le regioni; ai trasferimenti a favore degli
    enti territoriali aventi natura obbligatoria; del fondo ordinario
    delle universita’; delle risorse destinate alla ricerca; delle
    risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui
    redditi delle persone fisiche; nonche’ quelle dipendenti da stabiliti dalla legge o derivanti da accordi internazionali;

  55. Einfach ha detto:

    Bane. Capitolo soldi chiuso.
    Adesso ci daranno le regole concorsuali. Così, giusto per sentirci più europei.
    Fiko.

  56. Carlo ha detto:

    L’università è come il porco, non si butta via niente!

    Ovvero, la si dà via a pezzi: prima i camionisti, poi i banchieri… Sotto a chi tocca che non è infinita!?!

  57. Colombo da Priverno ha detto:

    Colombo sempre più cattivo non smette d’infierire:

    Bombadillo, non volevo dirtelo…siediti prima, e prendi un bicchierone d’acqua. Respira bene…

    ANCHE LA BEFANA NON ESISTE!

    Però conto sul fatto che regirai bene alla notizia, perchè, esattamente come me, sai che il vuoto affettivo lasciato da babbo natale e dalla befana possiamo colmarlo con le REGOLE, che salvano noi gente normale dall’essere sudditi (anche il c.p. è la magna charta del delinquente, non del principe…salvo che le due cose coincidano)!

    Pensa invece a quelli che, tutt’oggi, colmano quest’ancestrale deprivazione delle più amate figure infantili col surrogato del presidente del consiglio…

    P.S.riflettevo sul nome “Bombadillo”. Ma abbiamo in comune anche la passione per J.R.R.Tolkien?

  58. Lilly ha detto:

    Sul sito http://www.flcgil.it si trova la sintesi dei lavori del CUN del 7, 8 e 9 ottobre 2008, vi è anche una mozione dal titolo “ Indicazioni sulle Linee Guida di Riforma dell’Università”
    PS Buongiorno Carlo con la maiuscola (avatar arancione), non ho ricambiato l’augurio della buonanotte di ieri perchè non ero più sul blog, per scusarmi ti auguro allora un splendida giornata.

  59. Carlo ha detto:

    Nicola,
    ma Università e Ricerca sono tra le eccezioni; o no?

    (“con esclusione delle dotazioni di spesa di ciascuna missione connesse… ai trasferimenti a favore degli enti territoriali aventi natura obbligatoria; del fondo ordinario delle universita’; delle risorse destinate alla ricerca”)

  60. Carlo ha detto:

    Grazie Lilly, ricambio: una splendida giornata (appena offuscata da qualche nuvolone passeggero…).

  61. France ha detto:

    Giuristi!!! Che sonon quei punti e virgola? Comprendono nelle eccezioni o escludono?

  62. Carlo ha detto:

    Oppure: “con esclusione… del fondo ordinario delle università; delle risorse destinate alla ricerca”.

  63. Ciro ha detto:

    Le università sono le eccezioni….SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAA

  64. insorgere ha detto:

    per bombadillo:
    hai ragione che spesso le manifestazioni puntano alla difesa dell’esistente.
    l’avevo scritto io stesso qualche gg. fa a proposito della manifestazione pisana.

    detto questo, sono le uniche occasioni che spingono i media a dar rilievo alla situazione universitaria.

    personalmente sto sviluppando un’allergia nei confronti dei sindacati, ma questo non conta. se vogliamo esserci, dobbiamo essere presenti alle manifestazioni, alle assemblee, alle occupazioni e far sentire la nostra voce.

    magari ci fischieranno e basta, ma almeno proviamoci.

  65. Bombadillo ha detto:

    Cari amici, vi scrivo con un mano sola, perchè con l’altra mi sto….
    …ehm, sto toccando ferro.

    Per ex pasteuirien, infatti: “a bello”, ma lo sai che uno, per diventare Santo, deve prima tirare le cuoia?

    Scherzi a parte, mi rendo conto che siamo su posizioni quasi isolate, mentre molti r.p., in fondo in fondo, sono contenti dell’attuale situazione (sotto questo speciale punto di vista, Uno poteva anche avere ragione, se si fosse rivolto, però, contro altri..), e vorrebbero solo qualche soldino in più, sperando che arrivi proprio a loro.

    Per il Carlo Maiuscolo: riprova sarai più fortunato, se ci cono riuscito io può riuscirci chiunque..prova a cliccare a destra, sotto il nome dell’ultimo che ha scritto..

    La verità è che o fondiamo l’APRI(T) e andiamo, che ne so, ad Anno Zero, a incontrare pubblicamente il Ministro, oppure non combiniamo nulla.
    Ormai, infatti, vivamo in una società dicotomica nel suo rapportarsi tra fenomeno ed epifenomeno (ma che …cavolfiore sto scrivendo?)…vabbè, ci siamo capiti…

    P.S.: per Colombo: leggiti le lettere a Babbo Natale di J.R.R.T., altro che morto: mentitore! ..per non parlare poi delle befane, c’è una vera epidemia..

  66. France ha detto:

    Si, insorgere, ma se metti uno striscione:”Cambiare subito le regole del reclutamento” accanto a venti “Piu’ soldi alla ricerca”, i media che messaggio colgono? E la forza dello slogan, dove la mettiamo? Se facciamoa gara ad allettare i media allora facciamo un bel “calendario delle precarie nude per cambiare le regole dei concorsi”, che ne dite? Io nudo faccio un po’ schifo&ribrezzo, ma se serve…

  67. insorgere ha detto:

    la verità, purtroppo è che non otterremo nulla in ogni caso.

    questo governo se ne strafrega delle manifestazioni.

    forse è il caso che facciamo tutti le valige o che pensiamo ad un altro lavoro se vogliamo restare nel belpaese

  68. carlo (lowercase) ha detto:

    Segnalo l’articolo di Battistini sul Corriere di oggi in cui si parla della classifica delle università di cui discutevamo qui qualche post fa. Titolo: “Atenei, l’Italia fuori dai primi 100…”.

  69. carlo (lowercase) ha detto:

    Ho linkato gli articoli del Times. Li vedrete appena il commento esce dalla moderazione.

  70. antonio ha detto:

    per carlo: grazie della notizia.
    il risultato è ovvio. e sai perché?
    Perché nessun altro paese ha un sistema come il nostro!
    se vuoi essere competitvo devi avere la possibilità di reclutare chi cazzo vuoi, SENZA lacci e lacciuoli dei CONCORSI! negli altri paesi (IL RESTO DEL MONDO) se io sono il capo del dipartimento metto fuori l’annuncio che voglio reclutare uno oggi 10 ottobre, il colloquio si fa il 10 novembre ed il 30 novembre al massino quello che io ho selezionato inizia a lavorare!
    QUESTO è IL CONCETTO! condividi?

  71. carlo (lowercase) ha detto:

    Oltre all’Olanda, quest’anno anche il Belgio sembra andare forte. Il 50% circa delle università del Belgio è fra le prime 200 (5 su 11).

  72. carlo (lowercase) ha detto:

    Beh, conosco gente che aspetta ancora l’uscita del diario delle prove per concorsi banditi a Novembre 2007! Quanto a lentezza siamo sempre primi.

    Per il resto, si è già discusso a sufficienza di concorsi sì/concorsi no, autonomia e affini. Non voglio riaprire le polemiche. La mia posizione tanto credo sia già nota.

  73. Carlo ha detto:

    @carlo,
    com’è la situazione in Belgio per i ricercatori stranieri (e in partic. italiani)?
    Ti risulta che ci siano possibilità? (Qualcuno conosce il loro sistema di reclutamento?) Fammi sapere, per favore.

  74. carlo (lowercase) ha detto:

    @Carlo, per farti un idea. Ad Anversa funziona così: la selezione è per titoli (a completa a discrezione della commissione). L’applicazione è via email: si invia CV, lista delle pubblicazioni, e due o tre lettere di presentazione (più che il CV, contano le pubblicazioni; ed è anche importante che ci siano persone di fama internazionale pronte a garantire per te). I postdoc genere sono per 3 anni, rinnovabili per un quarto anno (a volte anche rinnovabili per altri 3) previa valutazione di quello che hai combinato i primi tre anni. Sul sito puoi vedere quali bandi sono aperti.

    Per avere qualche possibilità, è essenziale fare domanda dove ci sono gruppi che studiano argomenti affini ai tuoi. Magari qualcuno che ha citato i tuoi articoli e quindi già conosce il tuo lavoro.

    Ci sono parecchi italiani, anche fuori dall’ambiente accademico. I posti sono tanti soprattutto in materie come biologia, genetica, neuroscienze. Prendono anche molti stranieri nella facoltà di economia. Ci sono meno possibilità invece in matematica e fisica. La facoltà di lingue cerca spesso persone qualificate per insegnare l’italiano, ma si tratta di posti non molto ambiti (meglio insegnare in Italia alle superiori). Per quanto riguarda le materie umanistiche, l’ambiente è meno internazionale e offre molte poche possibilità a ricercatori stranieri.

  75. carlo (lowercase) ha detto:

    …comunque il paese che arruola più italiani è la Francia. Se vuoi espatriare, ti consiglio di curiosare un pò sui siti delle università francesi (e del CNRS, se vuoi posizioni senza carico didattico).

  76. carlo (lowercase) ha detto:

    Per rispondere anche ad Antonio: in Francia per i postdoc c’è chiamata diretta, mentre per i posti da professore c’è la doppia idoneità nazionale (qualificazione + abilitazione). Una volta abilitato, funziona sempre per chiamata diretta.

    Alla fine le possibilità di riforma sono tante. E qualunque cosa penso sia meglio di quello che c’è ora. Non bisogna impuntarsi sui dettagli, altrimenti si rischia di non ottenere nulla (più che un rischio è una certezza). Ad esempio, se qualche ministro proponesse cooptazione responsabile previa qualificazione nazionale, a me andrebbe bene. Senza qualificazione, andrebbe bene lo stesso. Anche la riforma Mussi, a questo punto mi andrebbe bene.

  77. Carlo ha detto:

    @carlo,
    grazie della dritta e dei consigli: non si sa mai nella vita…
    E la Spagna? Qualcuno sa qualcosa del sistema iberico?

  78. antonio ha detto:

    grazie carlo per la situazione francese,
    occorrerebbe poi vedere in che cosa consiste la prova di qualificazione ed abilitazione:
    c’è la serie di prove scritte ed orali come in italia (ricercatore) o c’è un esame dei titoli, una prova ove si fa svolgere un seminario, ad esempio, o una lezione?

  79. carlo (lowercase) ha detto:

    @Carlo: per sentito dire (ma non ho esperienza personale al riguardo), so che la Spagna offre postdoc più lunghi che in molti altri paesi: dai 3 ai 5 anni, contro i 2 anni di durata media di un post doc in Europa. Però la qualità della ricerca direi che è inferiore a molti altri paesi europei. Le domande in genere sono via email (a volte è richiesto un colloquio).

    Se ti interessa, una buona scelta secondo me sono i paesi Scandinavi. Fa un pò freddo, ma se uno si adatta di soldi in ricerca ne investono parecchi. Stesso discorso per la Finlandia.

    @Antonio: per qualificazione e abilitazione non sono previste prove scritte o orali. Semplicemente, mandi dei documenti e una commissione decide in base a questi se abilitarti. I dettagli sono sul sito ” www education gouv fr ” (aggiungere i punti al link).

  80. Carlo ha detto:

    @carlo, grazie mille.
    Credo che tu abbia dato un valido contributo (in termini di concretezza del discorso) alla discussione, e quindi alla causa precaria.
    Questa credo sia un’ottima possibilità di sviluppo del Blog. Sarebbe auspicabile che gli amministratori prevedessero una sezione ad hoc, p.es. dal titolo “Espatriare: istruzioni per l’uso”; sarebbe una fonte importante di informazioni a disposizione di tutti i ricercatori precari.
    Ci pensate? Si potrebbe in questo modo disegnare una mappa della ricerca italiana all’estero.
    In molti (soprattutto France) da tempo ripetono il ritornello “O continui a fare ricerca, ma espatri; oppure resti, ma smetti di fare ricerca”. Ed io comincio a convincermi che hanno ragione loro!

  81. antonio ha detto:

    per carlo: grazie dell’informazione.
    almeno nella situazione francese non ci si stressa più di tanto, nel senso che non ci si deve preparare prima (in termini di studio pre-esame), e non succe niente se non ti presenti al concorso, in quanto non c’è il concorso. Come vedi, non solo è meglio dell’italia, ma il candidato non si stressa, rimane a casa e come va..va.

  82. antonio ha detto:

    un’altra cosa: come si può vedere dalle informazioni che si prendono da altri paesi (in questo caso Francia -grazie carlo- non esite il tema o le 2 prove scritte ed i vari accessi alla carriera da ricercatore).
    Sarebbe già tanto nel nostro contesto eliminare le prove srcitte (5 ore il 1 giorno 2 o 3 il secondo giorno).
    Nelle varie proposte per la GELMINI si potrebbe anche dire: “nel mondo non esistono più le PROVE SCRITTE”.
    Eliminarle sarebbe già una grande vittoria. Certo, non si arriverebbe ad eliminare la raccomandazione, però in tanto ci si stresserebbe di meno. Poi si procederà ad eliminare la raccomandazione – attraverso il sistema della coopt. responsabile, che a quanto vedo questo forum appoggia per l’80%. Correggetemi se sbaglio.

  83. France ha detto:

    antonio, mi sa che sbagli. Questo spazio non rappresenta per nulla il pensiero dominante nell’ambiente precario di Univ e Ricerca, che ti posso riassumere in: “Se ci date piu’ soldi, ne avanza anche per i non paraculati”. Il che in fondo e’ vero, ma per nulla rivoluzionario….

  84. France ha detto:

    r.i. sei il megafono del turboliberismocattocomunistastatalista.

  85. Mr Crowley ha detto:

    Ciao, leggo da un po’ il blog ma non sono mai intervenuto
    Ho fatto il postdoc in Francia, niente concorso solo seminario, CV,pubblicazioni e lettera di presentazione del mio prof.
    Effettivamente il sistema per diventare ricercatore (maitre de conferences) è a concorso anche se molto spesso vale la cooptazione del candidato locale. Però è il sistema generale che è diverso perchè c’è molta più mobilità: è più normale fare un dottorato e poi il postdoc in una Università diversa dalla tua piuttosto che tutta la trafila col tuo prof della tesi come accade da noi. Di solito uno che fa dottorato e poi postdoc è qualificato (specie se viene dalle grandes écoles) e non ci sono gli “impresentabili” che passano per il volere del potente di turno.
    Altra cosa..di solito si diventa ricercatore verso i 30-33 anni massimo.Mi hanno detto che una volta c’era un limite di età che hanno tolto per regole europee, ma comunque i candidati vecchi non sono visti di buon occhio.

    Ciaooo

  86. antonio ha detto:

    per france: ok probabilmente mi sbaglio, avevo dubbi.
    è però interessante ciò che dice per esperienza diretta Mr Crowley.
    Avete visto? ecco un altro sistema, certamente non perfetto, ma sicuramente (lo afferma chi c’è stato e ha fatto il confronto)
    meglio del nostro.
    E’ possible che la merda sia solo in Italia?

  87. Carlo ha detto:

    Grazie, MrCrowley; sarebbe bello se ci fossero altre testimonianze dirette come la tua.

    Pisacane, cosa ne dici? Visti i quarti di luna, non si potrebbe prevedere un apposito post?

  88. Pisacane ha detto:

    Caro Carlo

    non sono d’accordo nel fare un post in cui si raccontano le esperienze personali…ci sono un paio di volumi ADI sulle esperienze personali.

    Però se ti fa piacere ti racconto la mia esperienza personale a Parigi …ho conosciuto nel mio settore molto piccolo e quasi inesistente in Italia, professori sia di Paris V sia dell’EHESS…poi ho addirittura studiato negli archivi del College de France per far ricerca proprio su come venivano assunti in passato i professori…

    Ho letto ad es. un articolo in cui un professore racconta come fu reclutato negli anni settanta a Parigi.

    Le chiamate dall’ Ottocento erano sempre ad personam e vere e proprie cooptazioni in cui gli strutturati illustravano le capacità dei candidati e poi il consiglio di facoltà o il senato accademico chiamava per votazione et similia… c’era un certo buon senso nel chiamare persone che appartenevano ad una certa tradizione di ricerca (provenienti ad esempio dalla École normale supérieure) ma questo non esimeva dal fatto che ci erano sempre gli outsider coloro che magari erano innovativi o magari anche folli ma non facevano parte delle cordate delle tradizioni e nell’un caso e nell’altro non erano chiamati.

    Sempre in Francia negli anni 70 il sistema era cambiato ed erano addirittura i sindacati a decidere i concorsi secondo leggi e regolamenti che davano ai sindacati funzioni di selezione dei lavoratori della PA! Il concorso era deciso quindi secondo logiche sindacali e politiche.

    Ora c’è un concorso e non è vero che sono giovani quelli che entrano come maitre dc (poi loro hanno solo due livelli maitre dc e professore non 5 livelli come qui ric nc, ric c, ass nc, ass c, straord, ordinario).

    io ne conosco di 35/40 enni entrati da poco come maitre dc e comunque dipende dal settore…dipende da quanti concorsi ci sono in un settore di ricerca o dalla difficoltà per il candidato di far accettare le proprie ricerca. C’è una maggiore indipendenza dei ricercatori e più rispetto così come non sono usati criteri di ranking anglosassoni ma esistono agenzie nazionali e sono valorizzate anche le riviste francesi e i lavori su volume.

    La differenza è che Parigi è una città votata alla ricerca e che i posti percentualmente sono di più e i finanziamenti che arrivano nella capitale per la ricerca ancora molti.

    In Italia l’FFO è percentualmente meno e poi abbiamo provincializzato troppo con l’apertura di università-liceo in giro per l’Italia …occorrerebbe forse riaccorpare di brutto e forse chiudere qualche istituto periferico.

    In Francia c’è un senso della cultura e della spesa per attività culturali e di ricerca che noi ci sogniamo.

    Pensateci in Italia non si fanno più neppure i grandi congressi internazionali …non abbiamo le risorse né le forze.

    Occorre razionalizzare il sistema occorre trovare un sistema rapido ed in linea con una maggiore libertà nel chiamare chi si vuole ma con premi o punizioni serie per chi chiama gente inetta.

    Occorre perseguire i fannulloni ma non credere che siano tutti fannulloni perché non è assolutamente così anzi è una minoranza che però pesa molto per le finanze e per il cattivo funzionamento delle istituzioni.

    Occorre abbassare l’età della pensione dei professori italiani (anche se è impopolare e si hanno ricorsi e resistenze degli strutturati)…ad esempio in Francia è 65 anni estensibile a 70 anni solo per chi ha i figli piccoli! Quindi dipende dall’avere o non avere figli arrivare a 70anni (pensate che logica c’è dietro di tipo “social security”).

    Se sei bravo e motivato lavori come professore e fai ricerca anche in pensione!

    Vedete quindi che in Francia il sistema è molto diverso da quello statunitense meno esasperato dalla ricerca della pubblicazione da ficcare nel cv….spesso è meglio pubblicare poco ma bene e non molto e cose inutili…ormai le case editrici anglosassoni fanno solo operazioni di marketing e i ranking servono solo per creare banche dati da vendere come merce a pagamento.

    In Francia ancora non è così …vediamo se almeno loro si salvano o ci salvano dall’americanizzazione….

    il College de France che è la più alta istituzione accademica francese il top con i migliori professori del mondo per ogni materia non è nelle classifiche internazionali perché non ha studenti!

    O meglio gli studenti ci sono ma frequentano liberamente e non fanno esami ….il College de France non laurea nessuno è solo un posto dove si seguono lezioni… impartite dai migliori professori del mondo chiamati ad hoc….io vorrei avere il tempo per andare a seguire le lezioni al CdF ma poi pensate senza attestato di frequenza a che serve per il mio CV ….scrivere che ho seguito le lezioni del tale professore al CdF ….le commissioni italiane non sanno neppure cosa sia il CdF.

    Al CdF vanno a seguire le lezioni anche i professori stessi per aggiornarsi e per il solo gusto di confrontarsi con un docente che è ritenuto il top del settore…

    Cari Fratelli il mondo è vario ed è molto più vario di come crediamo noi italioti sia che siamo cervelli in fuga sia cervelli al macero italiano strutturati e non (ed è molto più vario di quanto possano i immaginare personaggi miopi e grigi come Mussi o la Gelmini).

    Vive la France , vive la liberté, l’égualité, la fraternité (anche se potremmo fare meglio dei cugini francesi se solo riuscissimo a far passare l’idea che in Italia occorre un massiccio svecchiamento dei docenti e l’ingresso sempre massiccio di giovani con esperienza internazionale e conoscenza insieme del contesto italiano ed europeo della ricerca …. allora saremmo un paese guida della ricerca e le classifiche gliele facciamo noi meglio del Times e dello Jiao Tong)!

    Carlo Pisacane

  89. carlo ha detto:

    Qualche precisazione. Per diventare maître de conférences basta essere qualificati. Per diventare professori serve qualificazione e abilitazione. I “concorsi” sono in realtà delle chiamate a discrezione della commissione (non ci sono esami da sostenere). Dal sito dell’educazione francese:

    ” Une commission de spécialistes est chargée du recrutement. Les candidats commencent par envoyer un dossier qui est étudié par des rapporteurs (membres de la commission), sur cette base certains dossiers sont sélectionnés. La commission effectue alors un classement des candidats, qui seront alors choisis dans cet ordre suivant le nombre de postes disponibles. ”

    Che vuol dire, una volta qualificato: invii i documenti all’Univ. che ti interessa, una commissione compila una graduatoria e poi inizia a riempire i posti liberi iniziando dalla cima della graduatoria.

    L’età media a cui si diventa maître de conférences è di poco inferiore ai 33 anni (fonte: MENESR-[DEP]-DPMA). Per me a 33 anni un ricercatore è ancora giovane, ma questo è un fatto soggettivo…

  90. Carlo ha detto:

    @Pisacane, grazie anche a te per le informazioni.
    Conosco il College de France. per esserci passato; inltre, condivido con te la passione per la Francia. Sono stato a Parigi due volte la prima, per un intero anno, quando ero studente, con una borsa Erasmus (l’anno più bello della mia vita; ma ancora non pensavo alla ricerca); poi un’altra volta, per un paio di mesi, durante il dottorato (ma era d’estate e si frequentavano più che altro biblioteche: in partic. l’Ecole notionale des chartes e la BNF).
    A proposito del CdF posso aggiungere solo, rispetto alle cose che hai scritto, che vi fanno riferimento alcuni laboratori in cui si fa attività di ricerca. Lo so per certo perché ho potuto visitare il Laboratorio di studi antropologici (dove, ancora oggi, Lévi-Strauss mantiene un suo ufficio), accompagnato da un caro amico, professore in Italia, che da molti anni collabora con quel centro.

    Infine, a proposito del Post, considerato che nei prossimi anni non ci saranno più concorsi (o comunque pochissimi: vd. blocco del turnover), né contratti o AdR (o comunque pochissimi: vd. la falcidia del FFO), il mio suggerimento era di raccogliere informazioni concrete sui diversi sistemi di reclutamento europei (e oltre): una sorta di breviario o di istruzioni per l’uso per cervelli in fuga… spero che tu voglia ripensarci.

  91. Carlo Pisacane ha detto:

    Caro Carlo

    Non disperare troppo se facciamo movimento e secondo me per una serie di ragioni il movimento c’è e ci sarà non è detto che la situazione in Italia sia così nera.

    Mi spiego… il blocco del turn over è insostenibile così come il taglio del FFO.

    Ci sono e ci saranno proteste …occorre che i precari agiscano per far sentire le loro ragioni.

    Certo il braccio di ferro sarà duro e il governo sembra disinteressarsi delle università…ma si paventa il blocco delle lezioni in molti atenei e soprattutto i ricercatori bloccano perché vogliono un diverso ruolo …insomma non sono attualmente così pessimista.

    Ricorda inoltre il dato statistico …volente o nolente nei prossimi 10 anni cambierà la metà dei docenti italiani quelli più anziani e senza PhD.

    Non può continuare così …

    al sito del College de France ti puoi scaricare le lezioni non è male io ogni tanto mi leggo le lezioni che mi interessano così mi aggiorno on line senza troppi fronzoli e soprattutto gratis….

    http://www.college-de-france.fr/default/EN/all/ins_cha/index.htm

  92. Carlo ha detto:

    Caro Carlo (Pisacane),
    grazie dell’iniezione di ottimismo (non so quanto ragionevole, ma certamente molto opportuna in questo momento) e dei suggerimenti.
    A proposito delle lezioni del CdF, ricordo di aver trovato a Parigi (libreria della BNF) dei graziosi libricini che facevano parte di una serie derivante dai seminari tenuti al College…
    Inoltre, segnalo [ai ricercatori di discipline umanisthe] il bellissimo libro del genetista Luigi L. Cavalli Sforza, “Geni, popoli e lingue” (Adelphi, 1996), che si basa proprio su due serie di lezioni tenute al CdF: illuminante.

  93. Mr Crowley ha detto:

    boh, quelli che ho conosciuto io erano diventati maitre de conf o ricercatori cnrs/cea sui 30-33 al max e forse questo vale per le materie scientifiche. Chiaro che ogni caso è a se.
    Volevo aggiungere che ho notato che in Francia, oltre a esserci maggiori finanziamenti per la ricerca e la cultura in generale, c’è la maggiore considerazione sociale (e econonomica) per gli insegnanti delle scuole, i ricercatori, professori etc…
    Qui da noi il messaggio che passa dai media è: l’insegnante è quello che non ha trovato di meglio da fare, i ricercatori precari idem (cazzeggiano in Università e pretendono un posto fisso solo per il fatto di esserci), i professori sono impegnati a far assumere i loro parenti e così via.
    Poi ora con la campagna anti-fannulloni si sta mettendo tutti nello stesso calderone e gli unici a non subirne le conseguenze sono quelli che fannulloni lo sono davvero.

    ciao

  94. Carlo ha detto:

    A proposito di istruzione francese: segnalo il film “La classe” (“Entre les murs”) di Laurent Cantet, in questi giorni nelle sale.

  95. Carlo ha detto:

    RaiRadioTre (13/10/2008) – Scienziati scalmanati
    A Firenze, lezioni all’aperto sul Ponte Vecchio. A Pisa, Piazza dei Cavalieri invasa dai ricercatori. E a Roma, sit-in nelle piazze e davanti ai ministeri. I ricercatori e il mondo della scienza italiana sono in agitazione. Obiettivo: la riorganizzazione dell’università e i tagli ai finanziamenti. La ricerca è davvero in pericolo?

    Oggi, dalle 10.50 alle 11.30, Elisabetta Tola ne parla con Giulio Peruzzi, docente di storia della scienza all’università di Padova e componente dell’Osserva-torio sulla ricerca.

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