Novità ed interpellanze (attenzione precari !!!)

 

 

Attenzione Mercoledì il Ministro svelerà il suo piano per l’università e contestalmente sarà presentato anche il piano del governo ombra.

Certo che tutti fanno i piani a scatola chiusa, senza sentire il  parere dei ricercatori precari…speriamo almeno che qualcuno abbia letto le nostre proposte.

Si apprende che il prof. Quagliarello, ordinario della LUISS e senatore della PDL, ad Ottoemezzo ha parlato di accesso privilegiato per i giovani…qualcuno ha pensato a norme sul limite di età. Tali norme già c’erano prima del 1998 e sono state eliminate perché non in linea con la legislazione europea. Ovviamente tale eventuale normativa sul limite di età colpirebbe chi ha maturato anni ed anni di precariato ed ora riceverebbe un ben servito (un calcio in c.u.l.o). Se queste saranno le scelte del Ministero Gelmini – mal consigliato da Quagliariello – saranno palesemente considerate come scelte ingiuste, antidemocratiche e antimeritocratiche.

Comunque per la precisione Quagliariello, ordinario LUISS, nella banca dati dell’ISI – Web of Science  ha solamente un articolo referato ed una recensione (degli anni novanta pubblicati su una rivista storica francese)…lo scrivente  che opera in un settore storico simile a quello di Quagliariello ha già 7 articoli ISI ed altri in arrivo, ha però superato eventuali limiti di età e non è neppure ricercatore (men che mai ha avuto l’opportunità di lavorare alla LUISS) …Ecco chi  vorrebbe riformare l’università ed occuparsi dei precari della ricerca…ma cercate di pubblicare qualche lavoro con referee internazionali e poi occupatevi di politica e di meritocrazia!

Ma nel frattempo, cari ric. prec.  leggetevi l’interpellanza del centrosinistra sull’emerdamento Brunetta…

Personalmente rifletto profondamente sul fatto che il centrosinistra che difende tout court le stabilizzazioni negli enti di ricerca non ha mai neppure lontanamente pensato a meccanismi di stabilizzazione dei curricula per quanto riguarda invece l’università. 

 

INTERPELLANZA

con procedimento abbreviato ai sensi dell’articolo 156-bis del Regolamento del Senato

Al Ministro della funzione pubblica e dell’innovazione, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e al Ministro dell’economia e delle finanze

Premesso che:

nel disegno di legge “collegato” al disegno di legge finanziaria, recante delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro, in corso di esame presso la Camera dei deputati, il Governo, con un emendamento, ha inserito un articolo aggiuntivo che prevede l’abrogazione, a decorrere dal 1° luglio 2009, delle disposizioni relative alle procedure di “stabilizzazione” dei rapporti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni, previste dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007) e dalla legge 24 dicembre 2007, n.  244 (legge finanziaria 2008);

le procedure di stabilizzazione previste dalle leggi finanziarie per il 2007 e per il 2008 rispondevano all’esigenza di risolvere la drammatica ed annosa situazione dei lavoratori precari sanando, così, un’anomala situazione che ha visto l’utilizzazione, per anni, del lavoro di persone che, in molti casi, vincitori o idonei di concorsi o selezioni svolte negli anni passati, non erano e non sono mai state assunte, a causa del continuo blocco delle assunzioni;

le norme che l’emendamento intende abrogare – in particolare i commi da 417 a 420, 519, 529, 558, 560 e 644 dell’articolo 1 della legge finanziaria 2007 ed i commi 90, 92, 94, 95, 96 e 97 dell’articolo 3 della legge finanziaria 2008 – sono, rispettivamente, in vigore dal 1o gennaio 2007 e dal 1o gennaio 2008, e sulla base di queste norme, molti enti pubblici ed enti locali hanno già approvato, entro il termine prescritto, piani triennali di assunzione del personale, prevedendo, oltre a concorsi e selezioni, la stabilizzazione dei cosiddetti precari;

si tratta di oltre 60 mila dipendenti con contratto a tempo determinato che ormai pensavano, grazie alle suddette procedure, di essere finalmente “stabilizzati”;

grazie alle proposte dell’opposizione il Governo ha riformulato l’emendamento – che nella versione originaria prevedeva l’abrogazione immediata della disciplina di stabilizzazione – con ciò facendo salve le procedure di stabilizzazione in corso, per le quali si sia proceduto all’espletamento delle relative prove selettive alla data di entrata in vigore della disposizione in esame, fermo restando che le suddette procedure di stabilizzazione siano perfezionate entro il 30 giugno 2009;

si tratta però solo di un’apparente soluzione al problema: non essendo ancora stati prodotti i DPCM autorizzativi, infatti, non ci sono i tempi utili per procedere alle stabilizzazioni e per bandire nuovi concorsi. E’ quindi realistico pensare che il termine del 30 giugno 2009 non sarà sufficiente per procedere non solo alle stabilizzazioni previste con la legge finanziaria 2008, ma neanche a quelle previste con la legge finanziaria 2007;

premesso inoltre che:

non può certo essere sostenuta dal Governo la tesi in virtù della quale l’articolo aggiuntivo ristabilirebbe il principio del pubblico concorso per l’assunzione, considerato che molti precari, destinatari della stabilizzazione, hanno già sostenuto concorsi e prove selettive e sono vincitori ed idonei di concorsi;

la norma che prevede la riserva di posti “non superiore al 40% dei posti messi a concorso” a favore dei precari per le procedure concorsuali da espletare nel triennio dal 2009 al 2011, rischia di creare false aspettative per persone che versano in una situazione di totale incertezza, in quanto non solo il tetto del 40% è meramente indicativo, ma a causa dei tagli finora effettuati sui fondi destinati alla ricerca, probabilmente si tratta di concorsi che potranno soddisfare le aspettative di un numero esiguo di precari;

tutti questi precari “di lunga data” non solo perderanno il lavoro, ma dovranno rimettersi in coda, e aspettare, vanamente, il successivo concorso pubblico;

considerato che:

anche per il personale precario degli enti di ricerca la situazione si presenta drammatica: si tratta di personale altamente qualificato, che per anni ha svolto con rigore e professionalità il proprio lavoro, consentendo alla ricerca italiana un ruolo da protagonista in ambito internazionale;

per anni migliaia di ricercatori, tecnici, amministrativi hanno lavorato in condizioni difficilissime garantendo il funzionamento del sistema pubblico della ricerca e dell’università;

sono circa diecimila i precari della ricerca a rischio per effetto della norma che blocca il graduale assorbimento del precariato nella pubblica amministrazione e che, per far fronte alla situazione hanno dato luogo ad una mobilitazione che dura da giorni occupando diversi enti di ricerca, come l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), l’Istituto nazionale per la ricerca sugli alimenti e la nutrizione (Inran), l’Istituto nazionale per la fisica nucleare (Infn), l’Agenzia spaziale italiana (Asi), l’Istituto superiore di sanità (Iss) e il Cnr;

il blocco delle procedure di stabilizzazione comporta la dispersione di un patrimonio prezioso costituito da persone non più giovani che, hanno investito la loro esperienza nella ricerca, magari tornando dall’estero, e vedono svanire la possibilità di avere un futuro lavorativo in Italia;

l’impossibilità di continuare ad usufruire dei precari “storici” comporta anche la vanificazione delle risorse ingenti investite nella loro formazione e nei progetti di ricerca e l’aumento, a questo punto inevitabile, del triste fenomeno della “fuga dei cervelli”;

non si può non vedere dietro la mancata stabilizzazione di migliaia di dipendenti degli enti pubblici di ricerca il tentativo di privatizzare la ricerca;

nella scorsa legislatura, nelle leggi finanziarie per il 2007 e per il 2008, sono stati assegnati fondi, pari a 82 milioni di euro, destinati a progetti di ricerca presentati da giovani ricercatori con meno di 40 anni, giudicati da una commissione di esperti anch’essi under 40, per la metà stranieri. Questo Governo non ha però ancora emanato il bando di attuazione, rischiando di vanificare la portata innovativa e meritocratica della disposizione in esame e di sprecare 82 milioni per la ricerca destinati ai più giovani;

si chiede di sapere:

quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano adottare al fine di garantire la continuità dell’attività svolta dagli enti di ricerca, evitando così lo smantellamento degli stessi e la perdita degli attuali livelli occupazionali e delle qualificate professionalità, nonché il proseguimento delle fondamentali attività di ricerca;

 

quali risposte i Ministri in indirizzo intendano dare alle migliaia di precari che hanno lavorato negli enti di ricerca con professionalità e dedizione e che da un giorno all’altro, dopo anni di esperienza e di lavoro, si troveranno senza lavoro, nell’attesa illusoria di una riserva nei concorsi, troppo anziani per cercare un altro lavoro o per andare all’estero;

 

se i Ministri in indirizzo non ritengano che disposizioni di questo genere comportino una ulteriore forte spinta ad andare all’estero dove la ricerca è premiata e sostenuta e la  penalizzazione di chi, a causa del perpetrarsi del blocco delle assunzioni, ha avuto la “sfortuna” di avere un contratto a tempo determinato nell’aspettativa di partecipare a concorsi pubblici;

 

se il Governo non ritenga improcrastinabile l’investimento sulla ricerca, anche al fine di conseguire gli obiettivi di crescita sanciti nel Consiglio europeo di Lisbona, ritenendo a tal fine indispensabile rafforzare la crescita e l’indipendenza in particolare dei ricercatori;

 

in quali tempi il Governo intenda emanare i bandi di attuazione per i progetti di ricerca presentati da giovani ricercatori con meno di 40 anni, al fine di non disperdere gli 82 milioni di euro stanziati dalla legge finanziaria 2008;

 

quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di realizzare un progetto basato sulla valutazione e sulla valorizzazione del merito, su risorse appropriate e programmate, su un regime fiscale incentivante per le erogazioni liberali, sul potenziamento delle eccellenze come volano per l’innalzamento qualitativo dell’intero sistema della ricerca su tutto il territorio nazionale.

 

 

1.     MARINO IGNAZIO

2.     COSENTINO

3.     DI GIROLAMO LEOPOLDO

PORETTI

AGOSTINI

AMATI

ANTEZZA

BIONDELLI

BUBBICO

CARLONI

CAROFIGLIO

CHIURAZZI

D’AMBROSIO

DE SENA

DEL VECCHIO

DELLA SETA

DI GIOVAN PAOLO

FILIPPI MARCO

FIORONI

FRANCO VITTORIA

GASBARRI

GRANAIOLA

LEGNINI

MARITATI

MONGIELLO

PASSONI

PIGNEDOLI

PINOTTI

PROCACCI

RANUCCI

SANNA

SERAFINI ANNA MARIA

SIRCANA

TREU

VIMERCATI

VITA

 

218 Responses to Novità ed interpellanze (attenzione precari !!!)

  1. cattivo.maestro ha detto:

    sono d’accordissimo con l’autore di questo post.

    Nei giorni scorsi ho posto ilm seguente quesito all’On. Ghizzoni, sul suo blog:

    Gent.le On. Ghizzoni,
    leggo da sempre il suo blog, soprattutto relativamente alle sue idee sull’Università.
    Le scrivo per la prima volta per chiederle un chiarimento.
    Non trovo ragioni formali e sostanziali per distinguere le situazioni dei ricercatori precari che lavorano negli Enti di ricerca e quelle dei ricercatori precari dell’Università. Perchè nel primo caso il Governo Prodi, che lei sosteneva, ha ammesso le stabilizzazioni e nel secondo no. Su quali ragioni si fonda questa disparità di trattamento. Se si esclude che la stabilizzazione sia una procedura volta a premiare il merito, allora non la si ammette in nessun caso. Al contrario, poichè esistono forme di stabilizzazione non indiscriminate, ma fondate sulla selezione e sulla valutazione, la si ammette in tutti i casi.
    Mi sfuggono, di conseguenza, oggi le ragioni delle vostre azioni a difesa dei diritti dei precari degli enti di ricerca e il vostro disinteresse verso i colleghi che lavorano nelle Università.
    La ringrazio e la saluto cordialmente.
    Cattivo Maestro

    Il commento, dapprima non è stato pubblicato per imprecisati problemi tecnici. POi dopo le mie segnalazioni finalmente è comparso. Ma non ha avuto risposta.
    http://www.manuelaghizzoni.it/?p=1051#comments

    Ho posto lo stesso quesito sul blog del Ministro Damiano: dopo dieci giorni il mio commento risulta ancora in coda, in attesa di moderazione. Ovviamente!

  2. paola ha detto:

    Scusate ma io non ci sto capendo un h.!!! Qualcuno si è per caso ricordato degli assegnisti di ricerca, come me, per inciso,precaria tra dottorato, contratti di insegnamento e annessi e connessi da 7 anni…?? Cioè noi assegnisti a che santo dobbiamo votarci? Scusate ho visto questo blog solo ieri e forse mi sono persa qualche passaggio..per cui se avete già trattato l’argomento vi prego di scusarmi e di indirizzarmi.
    Grazie

  3. cattivo.maestro ha detto:

    sarebbe interessante se noi tutti sollecitassimo una risposta all’On. Ghizzoni…

  4. cattivo.maestro ha detto:

    No Responses to “LAVORO: LA NORMATIVA DEL GOVERNO METTE A RISCHIO 60MILA POSTI NELLA P.A.”

    1.
    cattivo.maestro, su Ottobre 13th, 2008 a 11:35 am Ha detto: Il tuo commento è in coda di moderazione.

    Gent.le On. Damiano,
    Le scrivo per la prima volta per chiederle un chiarimento.
    Non trovo ragioni formali e sostanziali per distinguere le situazioni dei ricercatori precari che lavorano negli Enti di ricerca e quelle dei ricercatori precari dell’Università. Perchè nel primo caso il Governo Prodi, che lei sosteneva, ha ammesso le stabilizzazioni e nel secondo no. Su quali ragioni si fonda questa disparità di trattamento. Se si esclude che la stabilizzazione sia una procedura volta a premiare il merito, allora non la si ammette in nessun caso. Al contrario, poichè esistono forme di stabilizzazione non indiscriminate, ma fondate sulla selezione e sulla valutazione, la si ammette in tutti i casi.
    Mi sfuggono, di conseguenza, oggi le ragioni delle vostre azioni a difesa dei diritti dei precari degli enti di ricerca e il vostro disinteresse verso i colleghi che lavorano nelle Università.
    La ringrazio e la saluto cordialmente.

    http://cesaredamiano.wordpress.com/2008/10/12/lavoro-la-normativa-del-governo-mette-a-rischio-60mila-posti-nella-pa/

  5. cattivo.maestro ha detto:

    Paola,
    qui siamo tutti nella tua situazione!

  6. paola ha detto:

    Grazie:-))

  7. paola ha detto:

    ahhhhhhh ma CEsare DAmiano l’ex ministro?? Scriviamo a qualcun altro è meglio…se ad esempio scrivessimo a Veltroni? e se usassimo la youdem per farci sentire? Si possono pubblicare video tematici…che dici cattivo maestro?:-))

  8. insorgere ha detto:

    scusate avete visto ottoemezzo? ho scritto su questo nel post precedente…non avevo aggiornato la pagina…cmq qualche segnale interessante dalla pdl

  9. cattivo.maestro ha detto:

    insorgere,
    cioè? quale segnale?

  10. insorgere ha detto:

    non ho voglia di riscrivere…vatti a vedere quello che ho scritto nel post precedente

  11. paola ha detto:

    Scusa insorgere io t ho cercato ma non t ho trovato puoi mettere almeno il link?
    Thanks

  12. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    insorgere,
    a me sembrava che quagliarella a ottoemezzo volesse dire: chi è in giro come precario in univesità da un po’ di anni, e magari a più di trent’anni e meglio che si tolga di mezzo, a prescindere dal merito
    non mi sembra un grande approccio. Il messagio è facciamo piazza pulita di una generazione e poi vediamo

  13. insorgere ha detto:

    ricercatoriprecari . wordpress . com/2008/10/20/caro-ministro-ecco-perche-non-ci-sara-nessuna-marcia-dei-40mila/#comments

    in fondo alla pagina

  14. insorgere ha detto:

    5annidiassegni,
    forse hai ragione. non era chiarissimo. come ho scritto, mi pareva di riconoscere l’eco della discussione sul limite di età per i concorsi….ma non l’hai mai detto.

    mentre sulla revisione delle norme per il turn-over mi è parso più chiaro e ha preso un mezzo impegno.

  15. paola ha detto:

    caspita io ho 35 anni…magari mi rottamano!:-(
    Mahhh, io propongo un coordinamento di assegnisti, quanti siamoin Italia si sa?

  16. insorgere ha detto:

    ma ciò che conta è il dato di fondo.

    il problema università è ora entrato a pieno titolo nell’agenda politico-mediatica.
    QUESTO ALMENO LE PROTESTE LO HANNO CONQUISTATO.

    il blocco governativo mostra primi timidi segnali di dialogo, prima la gelmini oggi quagliarello. piccoli segni, insoddisfacenti, ma se teniamo duro possono diventare l’inizio di un confronto.

    qualche margine di trattativa c’è. non dobbiamo mollare. e mi paiono importanti le prese di posizione meritocratiche e anti-stabilizzazioni dei precari che vanno in tv.

  17. insorgere ha detto:

    cara paola, io 34. siamo tutti nella stessa barca…il punto è che ora come ora dobbiamo far più casino possibile e parallelamente elaborare delle proposte.

  18. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    dove lavoro io siamo più del personale assunto, ossia docenti, ricercatori, tecnici amministrativi messi assieme

  19. insorgere ha detto:

    @ 5 anni di assegni:

    una domanda: ma non era quattro il limite massimo per gli assegni? non è per rompere è che io finisco ora il quarto anno….

  20. paola ha detto:

    scusate ma non si è pensato di eleggere dei rappresentanti regionali, elaborare delle proposte e portarle avanti sulla base di quanto deciso in assemblea? Io ho fatto diverse attività in questi ultimi due anni attraverso blog, forum e quant’altro e se questi all’inizio servono a conoscersi dopo servono solo a portare allo sfinimento. Vedersi secondo me è indispensabile. Ripeto nominando magari uno, due rappresentanti per ateneo ma secondo me bisogna incontrarsi.
    Io vi ho conosciuto solo ieri magari è da un anno che discutete di questo:-))

  21. paola ha detto:

    L’ASSEGNO può durare otto anni se non hai fatto il dottorato…tu l’hai fatto?

  22. Carlo ha detto:

    @insorgere,
    anch’io finisco il 4° anno a fine mese.
    Il limite dei 4 anni vale per lo stesso assegno, ma in teoria (e pare che ci sia un sacco di gente che lo ha fatto) si può concorrere ad un altro assegno di ricerca diverso dal primo… in bocca al lupo!

  23. insorgere ha detto:

    eh, il coordinamento è debole e precario (come noi del resto).

    i vari nodi attivi della rnrp hanno al loro interno figure che svolgono de facto ruoli di rappresentanza, specie in questo momento di lotta, presso i presidi ed i rettorati.

    e poi segnalo il neonato sito www . aprit . org

  24. Pisacane ha detto:

    OCCORRE DIRE SUBITO A QUAGLIARIELLO CHE I LIMITI DI ETA’ SONO ANTICOSTITUZIONALI E TRA L’ALTRO SONO CONTRO LA LEGISLAZIONE EUROPEA.

    OCCORRE VALUTARE IL MERITO NON l’ANZIANITA’.

    METTERE IL LIMITE d’ETA’ PER LE ASSUNZIONI ACUIREBBE SOLAMENTE LO SCONTRO.

    IN UNA SITUAZIONE COME QUELLA ATTUALE SAREBBE UNA PROPOSTA ESPLOSIVA.

    DOPO ANNI DI PRECARIATO METTONO IL LIMITE D’ETA’? NON SAREBBE TOLLERABILE.

    NON E’ QUESTA LA RISPOSTA AL PRECARIATO NE’ AL MERITO!

  25. insorgere ha detto:

    il dottorato l’ho fatto. ma scusate se insisto, si può tentare un altro assegno nello stesso settore disciplinare e magari presso lo stesso dipartimento?

  26. Carlo ha detto:

    P.S. Con la precisazione di Paola sugli 8 anni senza il dottorato.
    (Di più: ci sarebbe un’interpretazione ‘eretica’ che vorrebbe sia mantenuto il limite degli 8 anni se il dottorato è stato svolto in altra università… ma non è sicuro; molto dipende dagli uffici d’ateneo. Ad ogni buon conto ti consiglio di andarci a parlare).

  27. cattivo.maestro ha detto:

    si è possibile
    caro insorgere

  28. Carlo ha detto:

    Sì, è sufficiente che cambi il titolo…

  29. cattivo.maestro ha detto:

    si può fare gli assegnisti a vita 🙂

  30. insorgere ha detto:

    @ pisacane

    preciso che quagliariello non ha parlato di limite di età espliticamente. a me il suo discorso sembrava suggerire quell’idea, magari ho frainteso….

    sicuramente ha detto che auspica che vi sia la possibilità di avere, dopo un periodo di prova, la possibilità di fare concorsi per l’abilitazione nazionale “intorno ai 30 anni”. Come questo si traduca in concreto non è chiaro.

    La verità è che stanno cominciando a rendersi conto che qualcosa sulle linee d’indirizzo della politica universitaria va rivisto, ma come e in che tempi credo non lo sappiano neanche loro.

    per questo la protesta non deve cessare. tra le attività possibili, oltre a lezioni in piazza, perché non fate anche in altre città quanto è stato fatto a pisa: ieri, in una delle vie pedonali centrali dello struscio un gruppo nutrito di giovani studenti e precari ha di fatto occupato la via con sedie, tavolini ecc mettendosi a studiare per ore. Esponendo ovviamente cartelli che spiegavano lo spirito della manifestazione.

    liberate la fantasia, nel mondo reale e in quello virtuale. diamoci da fare!

  31. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    l’assegno è per quattro anni se il finanziatore è il ministero. Altrimenti, se il finanziatore è un privato o la EU, non c’è limite. Questa è l’interpretazione che vige da noi

  32. Carlo ha detto:

    … ma temo che Stellina vi abbia sottratto i soldi dalla cassa!

  33. insorgere ha detto:

    grazie per il chiarimento….ma spero che nessuno di noi finisca a fare l’assegnista a vita…

  34. Carlo ha detto:

    Io comincio a credere nell’avvertimento di chi – in tempi non sospetti – gridava: “O fai ricerca ed espatri; oppure resti in Italia, ma rinunci alla ricerca!”

    Perdonate il pessimismo, ma il morale è a terra.

  35. Carlo Pisacane ha detto:

    @insorgere

    Da Quagliariello mi aspetterei di tutto.

    Come fanno a pensare ad una idoneità nazionale con il limite di età?

    E’ pura follia.

    E’ pure follia.

    Questa sarebbe proprio una scelta fascista con la celebrazione della giovinezza.

    Credo che per fare i ricercatori o i professori occorre molta esperienza e che anche i giovani debbano avere le proprie occasioni al pari dei più anziani….ciò che conta è il curriculum!!!

  36. Carlo ha detto:

    Quanto al programma Otto e mezzo di questa sera, sono riuscito a vedere solo la seconda parte; ma, per quello che ho sentito, il sen. Quagliariello non ha mai parlato di limiti. Anzi, incalzato dalla Gruber sulla fine che dovessero fare gli attuali precari della ricerca, ha detto che bisognerà trovare delle soluzioni (certo, si potrà obiettare, un pochino vago).

  37. cattivo.maestro ha detto:

    Carlo, il morale è a terra e le parole di Quagliariello lo hanno fatto finire sottoterra. E no ancora cinquanta pagina da revisionare stasera! Ma chi cazzo me lo fa fare???

  38. Bombadillo ha detto:

    …ba, per quanto ne so io, il limite di 4 anni, o di 8 se non hai usufruito della borsa di dottorato, riguarda solo lo specifico assegno.

    Insomma, è un limite che riguarda l’assegno, e il suo rinnovo, non l’assegnista.

    La differenza, chiaramente, è che se non puoi avere il rinnovo devi fare un altro concorso, che potresti perdere, mentre con il rinnovo (che personalmente ho appena ottenuto: sai che cu..) devi solo andare a firmare nuovamente il contratto.

    Confermo che con l’assegno puoi fare la professione, se hai avuto l’autorizzazione dal Rettore, su richiesta del Dipartimento (almeno da noi funziona così, ed io così ho fatto), ma devi esercitare in modo occasionale, e non continuativo: in caso contrario (mancanza dell’autorizzazione o esercizio continuativo), ovviamente non è che l’esercizio della professione diventa abusivo, ma il Rettore ti può licenziare.

    Per tutto il resto, cara Paola, noi stiamo cercando di organizzare una associaizone on-line su http://www.aprit.org, che nasce sulla scorta di una petizione che abbiamo presentato a Berlusconi, alla Gelmini, a Pizza e “compagniabella” prima dell’estate, e che ha ricevuto un grande riscontro anche da parte degli strutturati, ma non da quella dei suoi destinatari.
    Il testo, con le nostre proposte specifiche lo trovi sul sito che ti ho indicato.

    ..e buona notte a tutti.

    p.s.: caro amico, lascia perdere i provocatori, e le provocazioni, che qui abbiamo già tutti il sangue amaro, e finiamo per farci la figura dei capponi di Renzo.

  39. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    All’estero conta molto di più la valutazione del lavoro svolto __dopo__ l’assunzione, che è fatta di solito per chiamata diretta, ossia: il raggiungimento di obiettivi, lavori pubblicati, brevetti, contratti di ricerca guadagnati ecc.
    Da noi si continua a insistere su procedure di revisione delle modalità dei conocorsi, come se non sapessero tutti che fatta la legge trovato l’inganno. Non esiste una procedura concorsuale non aggirabile

  40. Carlo Pisacane ha detto:

    Io terrei comunque alta la guardia su questo punto…

    Perché secondo me il pensiero di porre il limite c’è e farebbero una bella scelta demagogica sul premio ai più giovani sostenendo che chi è arrivato agli -anta senza essere divenuto almeno ricercatore è stato sicuramente un fannullone comunista mangia bambini…

    Questi invece di mandare in pensione a 65/68 anni come negli altri paesi del mondo tagliano ancora sugli ingressi di nuovo personale, tagliano su di noi…

    Ho cattivissimi presagi…secondo me faranno posti a tempo determinato con il limite di età o aberrazioni del genere….questi sono più baroni di quelli di sinistra…andate a leggere il cv di Quagliariello….poi dicono che nelle università comandano i professori di sinistra…ma fatemi il piacere…nelle università italiane i professori laici e liberalidisinistra sono quasi inesistenti!

    Teniamo alta la guardia…io il post non lo cambio!

  41. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    quando uno inizia a dire che “bisognerà trovare una soluzione” mi sembra che si vada sulla china dei “lavori socialmente utili”: troviamo qualcosa da farvi fare purché vi togliate di mezzo.

  42. Carlo ha detto:

    Smettetela – vi scongiuro – così ci deprimiamo soltanto!

    Pensiamo alle cose allegre: se fosse vero che pensano di scollegare il turnover dalle “teste” e collegarlo solo alla “spesa” sarebbe un grande successo per tutti noi; o no?

  43. cattivo.maestro ha detto:

    esatto! ricercatore precario= titolo preferenziale per tecnico di segreteria universitaria

  44. Carlo Pisacane ha detto:

    Gaetano Quagliariello un altro radicale che dalla scuola laica di Marco Pannella è passato all’apologia di Benedetto XVI.

    Professore ordinario alla LUISS (altra università privata italiana non compresa in nessun ranking internazionale).

    Quali sono le pubblicazioni internazionali di Quagliariello? Su Google scholar non compaiono articoli internazionali e sulla banca dati ISI (un articolo ed una recensione). In pratica ha pubblicato qualche libro di storia…e puf è divenuto ordinario alla LUISS.

    Ecco la presentazione del suo ultimo libro….

    Un Papa laico – Il “caso Sapienza” e la lezione di verità di Benedetto XVI
    Cantagalli, 2008 – a cura di Gaetano Quagliariello
    Questo volume raccoglie le idee, le argomentazioni e le emozioni di quanti – credenti e non credenti – hanno ritenuto che di fronte agli avvenimenti che hanno portato alla “grande rinunzia” di Benedetto XVI di recarsi all’Università “La Sapienza” fosse impossibile tacere. Il libro pone uno dei temi fondamentali del nostro tempo: il rapporto tra la laicità dello Stato e lo spazio pubblico delle religioni. Esprime con forza il convincimento che per affermare un’autentica laicità non sia né necessario né proficuo abbandonare la propria identità, relativizzare la verità, oltraggiare la coscienza dei credenti, soprattutto quando la fede non viene imposta in modo autoritario ma aspira ad essere donata nella libertà. Il testo rafforza anche l’idea che questo Pontefice, lungi dall’essere “oscurantista”, ha dato e continua a dare con il suo operato e le sue parole una lezione di autentica laicità e di stima nei confronti del pensiero scientifico.

  45. Carlo ha detto:

    Quagliarello ha anche detto di voler rovesciare la piramide: possiamo fidarci?

  46. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    In che senso rovesciare la piramide?
    A me sembra che l’università stia diventando una clessidra: tantissimi ordinari che non vanno mai in pensione, pochi ricercatori, tantissimi precari che fanno il lavoro di ricerca effettivo

  47. cattivo.maestro ha detto:

    rilevo come altre dichiarazioni sull’università rilasciata da esponenti della maggioranza di governo : sono le stesse parole che usava Mussi!!!

    Non facciamoci pippe mentali su quello che dicono questi qua…

  48. ciccio ha detto:

    Il limite di età insieme a:
    – un unico percorso postdottorato;
    – concorsi annuali prefissati, per data a numero di posti (per es. idoneità);
    può essere un’ottima soluzione A REGIME per evitare la creazione di un precariato storico.
    Se dopo un paio di concorsi non riesci ad ottenere l’idoneità, magari ti metti a fare altro.

    Ma questa possibilità richiede anni per arrivare a regime; e nel frattempo? C’è chi invoca la mannaia e un taglio con il passato (e con una generazione di ricercatori), chi (pochi, mi sembra, i diretti interessati perlopiù) il riassorbimento, che naturalmente richiederà anni.

    La prima misura, draconiana, è, con termine in moda negli anni passati, a costo zero, almeno dal punto di vista economico. La seconda potrebbe essere condotta con intelligenza, ma richiede di scardinare il sistema attuale; le stabilizzazioni sono un sistema di riassorbimento di scarsa efficacia e sicuro danno fututo (vedi 1980).

  49. ciccio ha detto:

    Per rovesciare la piramide, l’unico modo è anticipare i pensionamenti da qui al 2013 (il “picco” della 1980), e separare i fondi destinati agli scorrimenti (passaggio da ricercatore-associato-ordinario) da quelli per il reclutamento.

    Questo permetterebbe anche il riassorbimento nel giro di 5 anni dei precari attuali. Ma non è a costo zero…. (ma costerebbe molto meno delle stabilizzazioni).

  50. Carlo ha detto:

    Domani provo a scrivere a Quagliariello… c’è q. che ci ha già provato?

  51. lele ha detto:

    caro ciccio

    fai attenzione, quando si parla genericamente di “reclutamento” s’intende anche i concorsi da associato e ordinario…. quindi usiamo sempre l’espressione reclutamento dei ricercatori

  52. ciccio ha detto:

    Si lele, hai ragione. Nel contesto mi sembra ovvio, ma altrimenti va chiarito: reclutamento al ruolo di ricercatore.
    Anche scorrimento è improprio; i concorsi per associato ed ordinario di fatto sono reclutamento (in effetti li trovi tutti insieme su http://reclutamento.murst.it/). Ma tutti sanno che i concorsi per PA e PO sono di fatto scorrimento.
    Questo purtroppo è il punto debole. Sarà difficile convincere sia gli attuali strutturati, che i referenti istituzionali adepti alle riforme (“il sistema”), che si possono definire due diversi canali di reclutamento. Di fatto la risposta è che anche il concorso per PA e PO è un reclutamento a tutti gli effetti, a cui per esempio, i poveri precari possono naturalmente partecipare (ma partecipare e basta, non andiamo oltre per carità, bisognerà valutare il Merito)…

  53. insorgere ha detto:

    @ pisacane

    per quanto io detesti quagliariello, conosco lui e il suo lavoro (è il mio settore). Nel settore di storia contemporanea (m-sto/04) i libri contano molto più degli articoli. Tu scrivi che “ha solo scritto qualche libro di storia…e puf è diventato professore”. Beh, intanto ne ha scritti parecchi, per editori importantissimi, su tematiche di assoluta rilevanza. Alcuni sono più originali e documentati di altri, ma sono sempre lavori di buon livello.

    si può criticare l’uomo, il suo percorso politico, le sue prese di posizione ideologiche, ma sicuramente non è uno che ha fatto carriera senza lavorare. E’ uno dei principali storici dell’italia contemporanea.

  54. insorgere ha detto:

    @ ciccio
    vedremo le proposte concrete del blocco governativo…ma temo il peggio.

    che alcuni abbiano la tentazione di risolvere il problema del precariato col genocidio dei precari è indubbio.

    ma tempora…

  55. insorgere ha detto:

    voleva esser mala tempora ma….sono solo un precario….

  56. Carlo Pisacane ha detto:

    Caro insorgere

    mi dispiace ma non sono d’accordo anch’io conosco i contemporaneisti e Quagliariello che è nato nel 1960 non ha una produzione di altissimo livello ed inoltre anche gli storici italiani dovrebbero scrivere articoli con referee.

    Ovviamente il post è una provocazione comunque ti assicuro che se confronti il mio CV e quello di Quagliariello e consideri che personalmente ho lavorato facendo le nozze con i fichi secchi è sconvolgente che mentre lui è ordinario…. io rischio di essere out anche dai concorsi da ricercatore (a causa di scelte dettate da ordinari come lui).

    Nel campo della storia o della filosofia occorre essere ricercatori che sanno pubblicare su riviste internazionali e con referee proprio come per le discipline bio o fisiche o mediche…magari poi vengono meglio pure le opzioni politiche.

  57. insorgere ha detto:

    Caro Pisacane,
    ti assicuro che per un contemporaneista, anche in america on in UK contano di più i libri degli articoli. Che poi le nostre riviste siano spesso provinciali è vero (ma non sempre) e che pochi di noi scrivano in inglese o vengano tradotti è pure vero.

    Detto questo i due libri di Q. su De Gaulle e su Ostrogorski (rispettivamente mulino e laterza) sono ottimi lavoro, che valgono l’ordinariato. Il problema è un altro:
    conosco parecchi (me incluso) che hanno una produzione qualitativamente pari o soperiore a mr. Q ma non riescono a diventare ricercatori. Questo non significa che lui sia uno studioso di serie B, ma che il sistema di reclutamento fa skifo….

    detto questo, personalmente non mi piace lui e non sono un gran fan del suo lavoro…però quello che è giusto è giusto.

  58. insorgere ha detto:

    QUELLI CHE….NOI SIAMO L’UNIVERSITà DI SERIE A

    MOZIONE DEL SENATO ACCADEMICO
    Già nella seduta del 15.09.2008 il Senato Accademico espresse una valutazione fortemente critica
    nei confronti delle misure assunte dalla cosiddetta “manovra d’estate” e che hanno ricevuto una
    definitiva approvazione parlamentare con il D.L. 25.06.2008 n. 112, convertito in legge 6.08.2008
    n. 133.
    Sinteticamente si indicano qui le principali linee di intervento di tali provvedimenti di legge ed i
    loro effetti negativi per il nostro sistema universitario:
    – La trasformazione in Fondazioni delle Università determina la privatizzazione degli
    Atenei, con la conseguenza di privare il Paese della risorsa rappresentata da una rete di
    università pubbliche;
    – La riduzione del Fondo per il Finanziamento Ordinario con tagli ai finanziamenti per gli
    Atenei di oltre 400 milioni di euro all’anno e la riduzione del turn over con assunzione di
    personale docente e tecnico-amministrativo solo nella misura del 20% delle cessazioni
    dell’anno precedente avranno le gravissime conseguenze di rendere impossibile il
    funzionamento degli Atenei, di rendere ancor più difficile la competitività internazionale
    delle nostre Università, di impedire il ricambio dei giovani, perdendo un preziosissimo
    capitale umano e accelerando la “fuga dei cervelli” dal nostro Paese.
    Il Senato Accademico dell’Università di Padova è consapevole della situazione di difficoltà
    dell’economia e della finanza pubblica del Paese. Tuttavia, ribadendo il giudizio fortemente
    negativo già espresso, ritiene grave ed irresponsabile una politica che proceda attraverso
    riduzioni così massicce dei finanziamenti per le Università pubbliche al solo scopo di “fare
    cassa” a spese dei loro bilanci.
    Per di più, una politica di tagli indiscriminati penalizza doppiamente proprio gli Atenei che
    hanno un rapporto virtuoso tra spese fisse e FFO, e non avvia quella politica, oggi invece
    necessaria, di riqualificazione della spesa.
    L’Università di Padova non può accettare in alcun modo che il Paese rinunci alla formazione
    superiore del proprio capitale umano e che si affossi il sistema universitario – anche con
    l’inaccettabile proposta di trasformazione delle Università in Fondazioni private – così
    abdicando ad un suo fondamentale dovere e ledendo una volta di più il principio,
    costituzionalmente sancito, dell’autonomia universitaria. Non è più possibile che si generalizzi
    la situazione dell’intero sistema universitario italiano evitando di distinguere gli Atenei che si
    sono comportati in modo corretto in questi ultimi anni e gli Atenei che hanno invece dimostrato
    di gestire in modo disinvolto i loro bilanci. L’Università di Padova, che ha il bilancio
    perfettamente a posto, è ai primissimi posti nel ranking nazionale e ha investito massicciamente
    nella ricerca e nella formazione di giovani ricercatori, promuoverà pertanto nel prossimo
    periodo una vasta campagna informativa per illustrare all’opinione pubblica le motivazioni della
    propria posizione contraria ai provvedimenti governativi.
    Per queste ragioni il Senato Accademico
    – chiede con forza al Ministro di reimmettere nel sistema universitario con la Legge
    Finanziaria 2009 i finanziamenti tagliati con la “manovra d’estate”, distribuendoli secondo
    parametri di qualità tra gli Atenei e che le Università sotto il 90% nel rapporto tra spese fisse
    e F.F.O. possano almeno assumere ricercatori, uscendo in questo senso dal blocco del turn
    over previsto dalla manovra stessa;
    – individua per le prossime settimane una serie di iniziative che hanno come principale
    obbiettivo quello di promuovere un’ampia e partecipata mobilitazione dei docenti, del
    personale tecnico-amministrativo e degli studenti e di coinvolgere le famiglie e l’intera
    società civile del Paese nella mobilitazione a difesa dell’Università come bene pubblico e
    per il rinnovamento, secondo parametri di qualità, del sistema universitario italiano;
    – auspica che i Presidi di Facoltà nella giornata di giovedì 23 ottobre p.v., nella mattinata,
    dalle ore 10.00 alle ore 13.00, promuovano assemblee di Facoltà, con contemporanea
    sospensione delle attività didattiche, per approfondire e dibattere i contenuti della legge
    6.08.2008 n. 133;
    – chiede ai docenti dell’Ateneo di ribadire agli studenti, nel corso della loro attività didattica,
    gli aspetti negativi dei provvedimenti previsti dalla “manovra d’estate” e di sviluppare, nelle
    forme e nei modi che ciascuno riterrà più opportuni, azioni come le “lezioni in piazza” che
    abbiano quale diretto obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica cittadina contro
    l’azione del governo sull’Università, illustrando i motivi dell’agitazione in corso ed
    esplicitando le motivazioni della protesta;
    – chiede al Magnifico Rettore:
    . di inviare alle famiglie degli studenti una lettera del Senato Accademico che
    illustri la posizione dell’Università di Padova sulle questioni di cui sopra si è parlato;
    . di richiedere ai Presidenti del Consiglio Comunale di Padova, del Consiglio
    Provinciale e del Consiglio Regionale del Veneto un incontro istituzionale che
    preveda la partecipazione del Rettore dell’Ateneo, per promuovere l’approvazione di
    un o.d.g di solidarietà nei confronti dell’agitazione in atto e per sviluppare un ampio
    dibattito, costruendo proposte comuni con gli altri soggetti istituzionali sulle
    prospettive del sistema universitario regionale;
    . di prendere contatto con i responsabili istituzionali degli Enti e delle
    Associazioni i cui rappresentanti sono stati chiamati a far parte della Consulta del
    Territorio, per ulteriori forme di sensibilizzazione e di coinvolgimento.
    Il Senato Accademico, nel ribadire la propria ferma opposizione all’azione in atto di attacco
    gravissimo all’Università come istituzione pubblica essenziale per il futuro del Paese e delle
    generazioni più giovani, sottolinea come l’obiettivo delle forme di mobilitazione individuate sia
    quello di esprimere tutta l’indignazione del mondo universitario per tale azione, aprendo gli Atenei
    al necessario dialogo con le realtà istituzionali e con la società civile del territorio, senza peraltro
    compromettere la formazione degli studenti, ledendo il loro diritto ad un apprendimento efficace
    attraverso un regolare svolgimento delle attività didattiche in corso.
    Padova, 20 ottobre 2008

  59. insorgere ha detto:

    Battute a parte, quella appena riprodotta è una delle posizioni più avanzate promosse sino ad ora dai senati accademici.

    il riferimento all’eliminazione del turn over per i ricercatori è una cosa importante

  60. Carlo Pisacane ha detto:

    @insorgere

    Voglio precisare ancora in USA e in UK i professori di storia e di filosofia pubblicano sia articoli referati che libri anch’essi referati!!!!

    In Italia le riviste sono provinciali e i libri si pubblicano perché si conosce l’editore o perché l’editore conta sulle vendite agli studenti ergo vorrei vedere il prof. Q. confrontarsi con referee internazionali.

    Gli umanisti italiani devono finirla di coprirsi dietro a teorie del tipo “nel mio settore è importante il libro” ….non regge…. i lavori scientifici anche riguardanti le scienze umane devono essere referati e comprendere libri ed articoli…sempre referati.

    Così magari anche tu potrei diventare ordinario e non solo il prof. Q.

  61. Colombo da Priverno ha detto:

    Nella mia facoltà l’assegno di ricerca è liberamente compatibile con la professione, senza limiti formali nè di volume d’affari (diversa era la borsa di dottorato).

    Varo Bombadillo, per il resto seguo i tuoi saggi consigli. Tra i polli di Renzo, non ce n’è uno che preferirei incarnare più di altri…

  62. Colombo da Priverno ha detto:

    Caro Bombadillo sarebbe…

  63. insorgere ha detto:

    @ pisacane

    secondo me hai idee un po’ imprecise.
    lavoro nel campo, mi muovo da tempo per convegni, borse ecc. tra Germania, Uk e Usa e ti assicuro che il peso specifico attribuito ai libri rispetto agli articoli risponde agli stessi parametri ovunque.

    Sul referaggio dei libri nel mondo anglosassone, la questione è più mitologica che reale. C’è come da noi….e anche li i grandi editori – Cambridge UP per es. – rispondono anche alle logiche del mercato. Lo so per esperienza diretta.

    Per uno storico la forma di espressione più compiuta è sempre e tradizionalmente la forma libro. Che poi anche gli articoli siano utili al dibattito è indubbio, ma solo nella forma libro la ricostruzione trova la sua compiutezza. E il libro dello storico di razza (la monografia e non la curatela) è da sempre e naturalmente rivolto non solo agli specialisti.

    cmq, è una disputa che mi pare abbia poco senso proseguire in questa sede.

  64. Carlo Pisacane ha detto:

    @insorgere

    Guarda che anch’io giro per congressi internazionali ed ho avuto contatti con editori come Cambridge ho pubblicato per vari editori italiani (Einauidi, Boringhieri) ho all’attivo qualche libro in Italia e alcuni articoli ISI. Ho conosciuto meridionalisti che probabilmente superano di molto il prof. Q. rispetto alla conoscenza di Salvemini.

    Tra l’altro conosco molti storici che pubblicano in riviste internazionali …in particolare storiche donne che sono sempre più avanzate dei maschietti.

    Rimango della mia idea …coloro che si occupano di storia e filosofia in Italia devono sprovincializzarsi così avranno idee più credibili anche quando fanno proposte politiche e meritocratiche.

    Inoltre fra i settori più controllati dagli accademici ci sono proprio storia e filosofia … dove regna l’arbitrarietà assoluta nascono le caste.

  65. insorgere ha detto:

    l’ultima frase è la più convincente

  66. Mr. Crowley ha detto:

    La teoria che so è: max anni di assegno = 8 – anni di dottorato
    Non importa se è stato fatto in diverse università o su altri progetti.

    Ho seguito una parte di 8 e 1/2. Il tema del limite d’ età è venuto fuori implicitamente quando si parlava di riformare il percorso che porta a diventare ricercatore. Quagliariello ha detto che il percorso potrebbe essere del tipo: dottorato dopo la laurea, postdoc/assegno e poi si partecipa a una valutazione che arriva intorno ai 30 anni. La Gruber ha chiesto: e i “vecchi”? Allora Quagliariello ha parlato di stabilizzazioni tramite concorsi che devono premiare il merito… a me è sembrata tanto una cortina fumogena.
    L’unica affermazione che sembrava verosimile è la proposta di trasformazione del turnover dal 20% di unità al 20% di budget, anche perché se contiamo che un ordinario vale 2-2.5 ricercatori si passa da 1 nuovo assunto su 5 a 2 su 5 e quindi le cose migliorano di poco.
    La cosa che non è chiara è se questo criterio vale solo per l’assunzione dei nuovi o anche per i passaggi di carriera.
    Il rettore presente (non ricordo di quale università) ha fatto i soliti discorsi che si sintetizzano in: ridateci i soldi.
    La ragazza che era presente al programma ha detto cose giuste senza sparare slogan e ha fatto un discorso serio di favorire il merito e la produttività. Tra l’altro è riuscita a evidenziare il problema degli scarsi fondi per la ricerca, cosa non direttamente collegata ai tagli al ffo, ma che spesso viene confusa dai media.
    Tra l’altro… finalmente in questi giorni i giornali scoprono che gli universitari non stanno protestando contro il decreto Gelmini.

  67. ricercatore ha detto:

    Cari ragazzi ai presidenti degli enti di ricerca e ai sindacati non frega nulla dei cococo e degli assegnisti .. al CNR vogliono stabilizzare solo i tempi determinato .. hanno fatto prove selettive farsa ..centinaia di concorsi riservati per una sola persona!!!

    un todo caballeros … e io ne conosco diversi che mai e poi mai li assumerei !!! eppure te li ritroverai in pancia per tutta la vita!! se li assumono tutti … con la riduzione delle piant organiche imposta dalla legge 133, gli organici saranno saturi e per tutti i cococo e assegnisti forse fra una decina di anni ci sarà posto!!!!

    non capite che vi hanno usato per fare clamore !!!

  68. insorgere ha detto:

    @ ricercatore

    credo che la situazione degli epr sia molto particolare e diversa da quella delle università.

    qui, in molti, ci siamo sgolati a dire che non era opportuno lottare per le stabilizzazioni.

  69. insorgere ha detto:

    concordo con il riassunto e l’analisi di mr. crowley

  70. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    credo che molti di noi non abbiano paura del tempo determinato, bensì della assenza di carriera finchè non si entra nel percorso degli assunti a tempo indeterminato. Le stabilizzazioni sono la tomba dell’università

  71. Non ho visto 8 e 1/2,
    ma se fosse vera la storia del limite di età… mi arruolo nei Black-Block.

  72. Paolino ha detto:

    Ieri sera ho visto il citato intervento di Quagliarello a Otto e Mezzo. Ebbene, provocatoriamente dico: giù il cappello.

    Quagliarello è riuscito a esporre tutte le sue idee sull’università, tutte le sue tesi, in larghissima parte condivisibile, senza che nessuno degli ospiti o dei giornalisti (accondiscendenti o incompetenti?) gli facesse notare che tutto quello che diceva andava in direzione opposta a ciò che per ora la Gelmini ha messo in campo. Tipo che svecchiare l’università è in contraddizione con il turnover al 20%, che pagare meglio i ricercatori è in contraddizione con il taglio dei fondi, che attirare cervelli da fuori non si fa offrendo posti da ricercatore a 1200 euro, che il taglio dei corsi di laurea inutili, per quanto giusto, non risolve alcun problema.

    Quagliarello di fronte aveva il rettore di Pisa, comunicativo quanto un traliccio dell’Enel, che non è mai entrato nel vivo dei problemi, e un’assegnista post-doc in Fisica a Messina, che dietro il discorso del merito non ha contestato assolutamente che una come lei non merita di prendere 850 euro al mese, o che il previsto taglio dei dottorati di ricerca scremerà i più poveri e non i più incompetenti. Addirittura la nostra rappresentante è giunta a criticare la stabilizzazione dei precari degli enti di ricerca dimostrando di non conoscere le differenze tra università ed enti di ricerca.

    Se questi sono i rappresentanti della battaglia, andiamo bene.

    Nel frattempo io ho mollato. Mi ero dato una scadenza temporale (ho 33 anni), non sono figlio di papà, e quindi da novembre andrò a fare altro, dopo avere fatto concorsi in tutta Italia e essere stato battuto in qualche caso, da gente al primo anno di dottorato (io ho dottorato, master all’estero, una decina di pubblicazioni di cui tre internazionali).

    A tutti voi in bocca al lupo per la giusta battaglia che portate avanti.

  73. insorgere ha detto:

    QUELLI CHE…NOI SEMO ACQUIS, L’UNIVERSTIA’ DI QUALITA’:
    PRONTI AL COMPROMESSO IN CAMBIO DI UN TRATTAMENTO DI FAVORE.

    http://rassegnastampa.crui.it/minirass/esr_visualizza.asp?chkIm=1

  74. insorgere ha detto:

    QUELLI CHE…SEMO DE ACQUIS, ER MEJO DELL’UNIVERSTIA’.
    PRONTI A CONTRATTARE IN CAMBIO DI UN TRATTAMENTO DI FAVORE.

    attenzione alla strategia portata avanti dai 13 atenei autoproclamatisi eccellenti.
    Vedere il corriere di oggi, in rassegna stampa crui

  75. Carlo ha detto:

    Cari amici,
    vi riporto il brano di una mail – scritta oggi da un precario in mailing list – che mi ha molto colpito: «Da tutto il precariato del Politecnico si ode un silenzio assordante… manco si degnano di venire alle assemblee autoconvocate dai Prof. che in quell’occasione li osannerebbero pure… Personalmente continuo a tenere alta la bandierina come una sentinella isolata nella sua altana in mezzo al deserto dei Tartari… Eroico? Naaaa … solo deprimente».
    Con queste milizie dove andremo a parare?

    @Paolino, ho apprezzato molto quello che hai detto e capisco la tua delusione. Ovviamente, non proverò a farti desistere dalla tua decisione di mollare tutto, ma consentimi una domanda: perché hai scartato l’idea di espatriare? (che per quanto dolorosa almeno ti consentirebbe di realizzare i tuoi progetti.)

  76. insorgere ha detto:

    Quella del Politecnico di Milano è una situazione particolare.
    Altrove – per fortuna – le cose vanno meglio.

    In Toscana ed Emilia la mobilitazione è grande e in crescita (sarà un caso), mentre è indubbiamente più debole in lombardia e veneto (un altro caso).

    Molto dipende dai colleghi romani, sono loro quelli davvero sotto i riflettori….

  77. France ha detto:

    Cerchero’ di guardare (nonostante i conati), 8 e mezzo sul sito de La7. Se Quagliarello ha usato l’espressione “Bisogna trovare una soluzione”, mi auguro non sia quella finale…

  78. Untenured ha detto:

    @pisacane

    più che il referaggio conta – ti piaccia o meno – l’impact factor. La mia disciplina è una scienza umano-sociale in Italia abbastanza “putrida” (paludata) quanto e più della storia contemporanea del prof Quagliarello, ma all’estero (in AngloAmerica soprattutto) molto vivace e intraprendente. Gli impact factor delle riviste del settore arrivano a 4 punti e t’assicuro che è di gran lunga più difficile pubblicare in una rivista con indice 4 che con indice 0.5.

    l’università italiana cambierà quando i requisiti per entrare in ruolo, anche nelle scienze sociali, sarà quello di aver pubblicato in riviste con impact factor.

    detto questo sono d’accordo con quanto disse General Intellect qualche tempo sul peer-review: educa i corporativi accademici italiani alla condivisione del sapere e al dialogo.

  79. Untenured ha detto:

    un’altra considerazione..

    vedo negli ultimi giorni Rivoluzioneitalia abbastanza silenzioso. Sarà depresso per il fallimento del neo-liberismo?

    Non ci propone più la soluzione delle tasse da 10mila euro per gli studenti come faceva qualche tempo fa? E chi glieli darebbe agli studenti tutti questi soldi in un periodo di credit crunch?

    In generale avverto un certo imbarazzo tra gli ultra-liberisti, ad es i bocconiani, di casa nostra. Le loro ricette di politica economica sono clamorosamente fallite in questi giorni.

  80. Carlo Pisacane ha detto:

    @Untenured e Quagliariello

    La polemica sulle riviste ISI che ti ricordo sono quelle su cui si calcola l’Impact Factor è una evidente mia provocazione.

    La cosa più importante è il referaggio, l’IF dipende da fattori contestabili e ti rimando al noto articolo di Figà Talamanca sull’IF. Tra l’altro ormai non esiste solo l’ISI a catalogare le riviste migliori lo stesso Scholar mi sembra un buon mezzo per capire la produttività scientifica.

    Poi comunque anche i libri referati e recensiti in sede internazionale debbono avere un peso.

    Il ranking del Times per classificare la produttività delle università ad es. usa sia riviste ISI sia Scholar sia Scopus.

    Ho visto 8emezzo

    il prof. Quagliariello ha snocciolato dati sul rapporto docenti strutturati e studenti ad usum Delphini…gli unici dati sono dell’OCSE del 2001 e dicono che siamo almeno un 30% in meno di strutturati rispetto alla media.

    Quagliariello ha fatto della pura demagogia forzista come Mussi faceva pura demagogia quando parlava di piramidi rovesciate et similia.

    La “giovane” ricercatrice post doc alla fine rispondendo a Quagliariello ed intravedendo i pericoli al fondo del suo discorso gli ha detto queste sacrosante parole su cui Quagliariello e noi tutti dovremmo seriamente riflettere:

    “Le proposte sono tante …però stabilire un’ età in cui una persona può raggiungere la maturità scientifica è abbastanza (n.d.r. direi del tutto) astratto e ingiusto…tutto dipende dalla produttività”.

    Un plauso anche a Lilly Gruber che ha tentato più volte di stanare il Quagliariello….

    per chi vuol rivedere la puntata

    http://www.la7.it/approfondimento/dettaglio.asp?prop=ottoemezzo

  81. Paolino ha detto:

    @ Carlo Pisacane:
    A me pare che tranne su una domanda (“ma perchè non le formalizzate queste proposte?”) che poteva essere messa giù anche (“ma perchè invece di scrivere queste proposte avete fatto solo tagli?”) la Gruber non ha mai tentato di stanare Quagliarello. Come giovedì sera si è fatta mettere i piedi in testa da Brunetta, che rispondeva rilanciando domande su di lei…

    @ Carlo
    A cuore aperto
    Guarda, io sono stato a Lovanio nel 2002-2003. A onore del vero nessuno mi ha chiesto di restare (non avevo preso la distinction) ma soprattutto sognavo di tornare a casa per mettere a disposizione della comunità civile a cui mi sentivo legato e di cui sentivo di dovermi mettere al servizio, tutto quanto avevo imparato.
    Appena tornato sono stato male due anni, non solo per il ritorno “in provincia”, ma per avere visto lo stacco tra l’università dove mi sono laureato e quella dove ho fatto il dottorato (sì sì, sono due diverse, Signor Quagliarello) e quelle che avevo visto nel Nord Europa. Ti risparmio tutto il mio iter fino ad oggi, e vengo alla tua domanda.

    Non ho deciso di espatriare perchè quando hai 33 anni inizi ad avere progetti di vita che a 26-27 non avevi (ho una fidanzata che non potrebbe seguirmi) e dei vincoli che senti dentro, tipo dei genitori che vedo invecchiare. E poi un pò perdi di fiducia, pensando che se all’estero vogliono qualcuno, se lo prendono più giovane e più duttile di uno come me che oramai ha un suo campo di ricerca e che dovrebbe essere “riconvertito”. In diversi mi hanno detto che sbaglio, che ho ancora delle chance… chissà che non abbiano ragione.

    Per il momento ho quasi vinto un concorso pubblico (devo fare l’ultima parte, lo stage selettivo, e ci tengo a dire che questo e tutto quanto prima l’ho fatto senza spinte), e ora miro a chiudere questa pratica. Dopo chissà…

  82. Mr. Crowley ha detto:

    L’IF comunque è solo uno degli indici che dovrebbero entrare nella valutazione e dovrebbe essere preso per campo di ricerca. Ad esempio, le riviste di biologia hanno IF mediamente piuttosto alti rispetto a quelle di chimica.
    Poi dovrebbero valere anche le citazioni, quante volte si compare come autore principale e il numero di autori per articolo (sempre rapportato alla propria materia).
    Secondo me combinando questi parametri si dovrebbe riuscire a estrarre degli indici quantitativi della produttività scientifica ai fini di una selezione o per la valutazione in fasi successive della carriera.

    Infine dovrebbero essere escusi i congressi, che teoricamente ora costituiscono pubblicazione, magari introducendo (in maniera documentata) solo le conferenze su invito (come per esempio richiedono i progetti ERC starting researcher).

  83. carlo (lowercase) ha detto:

    @ Paolino

    Sicuramente hai ancora delle change! Il mondo e’ vasto, se non ti prendono in un posto basta fare domanda altrove. Ma hai perfettamente ragione quando parli di vincoli personali. E’ una cosa che sento molto anche io. Per ora vado avanti per inerzia, e metto la ricerca davanti a tutto il resto. Ma probabilmente non e’ la cosa piu’ giusta da fare.

    Per sdrammatizzare, ti diro’ che anch’io mi sono dato una scadenza: prima che mi caschino tutti i capelli dovro’ decidere cosa fare della mia vita (quindi, ho altri 1 o 2 anni max 🙂 ).

    Scherzi a parte, uno degli aspetti piu’ difficili di questo lavoro sta proprio nel trovare il coraggio di fare certe scelte, tipo cambiare paese oppure cambiare lavoro. Io qualche anno fa ho scelto la prima (espatriare) perche’ mi sembrava la scelta meno “dolorosa”. Col passare del tempo, pero’, sto iniziando a ricredermi…

  84. Carlo ha detto:

    @Paolino, grazie della franchezza della tua risposta, e in bocca al lupo per il tuo concorso!

    @carlo(lowercase), da te non accetto simili discorsi! I precari in Italia avranno pur bisogno di qualche certezza, o no? quindi, non ti è permesso mollare!
    Anzi, ti consiglio di prepararti perché tra poco ti toccherà metter su un comitato d’accoglienza all’estero.

  85. paola ha detto:

    può essere che quagliarello voglia proporre un’eutanasia selettiva…secondo me anche la binetti sarà d’accordo, così finalmente si toglie dalle scatole questi ricercatori laici che scrivono sul tema!! Volete mettere si risolverebbero due problemi con un colpo solo??:-))

  86. Ottimo Qualgliariello che sembra aver studiato bene e rimasticato meglio dati e slogan…. Pericolosa qulla frase sui 30 anni…. spero non si riferisca a leggi barbare che includono limiti di età… parafrasandomi https://ricercatoriprecari.wordpress.com/2008/10/20/novita-ed-interpellanze/#comment-6659 la prima molotov sarebbe per lui…

    La ricercatrice pseudo-velina con la voce della Prestigiacomo… NON ha risposto alla domanda se vale la pena abolire i concorsi… ha svicolato sulle stabilizzazioni…. ci ha poi fatto capire che predilige la francia e il concorso per l’idoneità… ci credo… ha una borsa lì…

    Il rettore di pisa… come da buon rettore non dice nulla… addirittura leggeva un foglietto!!!! Mah…

  87. Carlo ha detto:

    Ottimo Quagliariello, è vero… peccato però che “tutto quello che diceva andava in direzione opposta a ciò che per ora la Gelmini ha messo in campo” (Paolino, 21 Ottobre 2008 alle 8:08 am).

  88. caro untenured
    è sembre bello confrontarsi con te…
    ti vedo cmq un pò distratto… io sto addirittura in questo momento rispondendo contemporaneamente su thread multipli….
    https://ricercatoriprecari.wordpress.com/2008/10/16/sondaggi-precari/#comment-6657 passando a addirittura da discorsi filosofici… a pratiche di querriglia urbana!

  89. @Carlo
    sono d’accordo…

    scendendo nel dettaglio qualgiarello ha detto che manca la mobilità nella università (i.e. stesso ateneo dalla culla alla bara) mentre la gelmini nella squola vuole addirittura vietare che gli insegnanti del sud lavorino al nord…

    certo la Gruber glielo poteva anche ricordare…

  90. Floris ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    che dici: «Pessima Anna Lupi… ad annozero»; e ora: «La ricercatrice pseudo-velina con la voce della Prestigiacomo» (ad 8eMezzo).
    Dimmi, non è che sei un po’ misogino? Vuoi venirci tu in trasmissione? (ricordati però che a Ballarò vige sempre lo Jus primae noctis…)

  91. insorgere ha detto:

    ma qualcuno di voi ha guardato la mozione approvata dal sentato accademico di padova che ho postato ieri?

    mi pare ci fossero elementi interessanti sul tema del turn over

  92. insorgere ha detto:

    per la serie…strategie di disinformazione

    copio dal sito degli studenti di scienze delle comunicazione in lotta (Pisa).

    “Striscia la notizia” ha mandato in onda un video in cui si parlava di come Studio Aperto ha affrontato il tema “proteste anti-Gelmini”.
    Il servizio innanzitutto era intitolato “In corteo? No, grazie” e, dopo aver mostrato alcune immagini riguardanti la manifestazione di Roma del 17 ottobre, con il corteo di genitori e figli, la giornalista è passata ad illustrare la situazione universitaria.
    Si vedevano studenti, ligi al dovere, tutti seduti ai loro posti nelle classi e nelle aule studio; come prova della veridicità delle immagini, sotto ad esse venivano riportate le testate dei quotidiani dove erano state pubblicate. Secondo il servizio di Studio Aperto gli studenti universitari , in particolare quelli della Statale di Milano, (che come tutti sappiamo è stata in realtà occupata) il 17 ottobre erano tutti in facoltà a seguire le lezioni, perché non hanno avuto bisogno di scioperare, visto che, a quanto dice la Gelmini, il decreto legge non tocca assolutamente gli Atenei.
    Le false notizie diffuse dal TG sono state scoperte da quelli di Striscia che hanno verificato che i quotidiani mostrati come prove, erano in realtà del giorno prima!!

  93. Carlo ha detto:

    @insorgere, ti riferivi a questo passaggio?

    – [il Senato accademico dell’Univ. di Padova] chiede con forza al Ministro di reimmettere nel sistema universitario con la Legge Finanziaria 2009 i finanziamenti tagliati con la “manovra d’estate”, distribuendoli secondo parametri di qualità tra gli Atenei e che le Università sotto il 90% nel rapporto tra spese fisse e F.F.O. possano almeno assumere ricercatori, uscendo in questo senso dal blocco del turn over previsto dalla manovra stessa.

    Qualcuno sa dirci quali sono (o quali non sono) le “Università sotto il 90%…”?

  94. Lilly ha detto:

    Cattivo maestro,
    riguardo al quesito che ponevi nei giorni scorsi, l’interpretazione della legge 133 da parte degli atenei siciliani è la seguente: qualsiasi assunzione in servizio connessa a valutazioni comparative per ricercatori e professori è soggetta al blocco del turn-over al 20% che durerà fino al 2011, le assunzioni fatte a partire dal 2012 saranno assoggettate ad un limite del 50% delle cessazioni dell’anno precedente.
    Il passaggio da professore associato ad ordinario corrisponderà non ad un semplice passaggio di ruolo, ma ad una vera e propria assunzione che a partire dal 2009 deve trovare copertura in cinque cessazioni dell’anno precedente.
    Coloro che hanno già vinto un concorso non possono essere messi in ruolo se non tenendo conto di questo rapporto 5:1.
    Sono esclusi i concorsi per ricercatori banditi con il cofinanziamento ministeriale (reclutamento straordinario).
    Ciao e fai una carezza al gattino da parte mia.

  95. @Floris
    hahha allora non vengo…

    Sarei ottimo per una di quelle trasmissioni… il vero pb è che ne uscirei pieno di querele…

  96. France ha detto:

    Vabbe’ faccio un po’ il troll (oggi e’ una giornataccia).
    Siccome per ora il forum su aprit . org langue, sverso un po’ del materiale anche su questo, giusto per far incavolare Pisacane (altro inciso: non dovrebbe suonare come offesa a Pisa, bensi’ Pisacane = pesa il cane) e esaltare R.I.
    Bombadillo diceva:
    ..caspita, sembra che il sito inizi a funzionare sul serio..

    Bene, mi ero rotto di continuare a discute di scuola, di studenti, o di altre menate del genere.

    Credo che la cosa più importante in questo momento sia quella di farci conoscere dai nostri simili.

    ..di movimentare il sito..

    Proposta:

    Art.1 L’APRI si propone il fine di aprire al merito scientifico la ricerca italiana, perseguendo:

    nel futuro immediato, una riforma, in senso davvero meritocratico, delle attuali regole concorsuali per il reclutamento dei professori e dei ricercatori, nelle Università e negli Enti di ricerca;

    nel futuro prossimo, l’abolizione dei concorsi, e l’introduzione della chiamata diretta, con piena responsabilità – fino al licenziamento – per l’eventuale inadeguatezza del chiamato, sia di quest’ultimo che del chiamante, secondo il modello diffuso, a livello europeo e planetario, in tutti gli Stati avanzati.

  97. France ha detto:

    Io rispondevo:
    A mio avviso l’impostazione di Bombadillo e’ corretta (sulle orme della vecchia petizione). Dobbiamo avere ben chiaro che qui siamo in mezzo ad un mare in tempesta (la carenza ingiuriosa di investimenti+la mafia baronale+il numero incredibile di precari)) con venti impazziti che soffiano in tutte le direzioni (privatizzazioni, tagli, stabilizzazioni, studenti, rettori, ministri..).
    Vado con ordine:
    La cosiddetta Fase 1 deve andare chiaramente incontro a tutti quelli che oggi sono precari, e che lo sono da diversi anni. Bisogna fare in fretta e bonificare il terreno prima di poter raggiungere gli standard dei paesi civili. In questo senso, le due velocita’ sono anche funzionali allo sviluppo e al rodaggio dei meccanismi di verifica che sono indispensabili, qualunque sia l’approdo finale delle riforme. Evitando come la peste di usare il termine stabilizzazioni, dobbiamo insistere che nella riforma del reclutamento per la Fase 1 debbano essere valutati CV e titoli, eliminando l’elezione dei commissari e le prove. Una riforma di questo tipo richiede poco tempo per essere attuata, e potrebbe essere utilizzata fin da subito per tutti i concorsi che ancora hanno la possibilita’ di essere banditi. Ovviamente va messo in chiaro che
    1) La Fase 1 e’ transitoria: non si puo’ continuare a far lavorare i dipartienti e le facolta’ senza nessuna responsabilizzazione. Diciamo che 3 anni sono piu’ che abbastanza, se lo si vuole, per riorganizzare e responsabilizzare
    2) Il numero di ricercatori che verranno immessi in questa fase non puo’ non essere ridicolmente basso (i 3000-4000 che, blocco del turnover permettendo, dovrebbero essere banditi entro il 2011). Questo perche’, guardiamo la realta’, non si profila all’orizzonte nessuna reale volonta’ di investire nella ricerca in un paese dove l’industria e’, nel migliore dei casi, ormai marginale. E’ chiaro che con queste premesse, la probabilita’ che un giovane riesca ad entrare di qui a 3 anni e’ bassa (con le regole che proponiamo, saranno ovviamente favoriti i CV lunghi…). D’altra parte, non e’ forse piu’ giusto (ricordo che io ho 32 anni e sono all’estero e ci sto bene, quini nessun interesse personale) che si riescano a sistemare prima quelli che hanno gia’ messo su famiglia?
    3) Durante i 3 anni della Fase1, devono essere create le premesse per la Fase2. La prima, irrinunciabile, e’ la messa in opera del sistema di valutazione, affidando a questo, finalmente, la leva dei finanziamenti. CIVR, ANVUR, chiamatelo come vi pare, ma se facciamo valutazioni, che vengano utilizzate!
    Sulla Fase2 possiamo anche discutere. Io sono e rimango per un sistema cooptativo repsonsabile, quale e’ quello che conosco in Olanda, in UK, in USA. L’unita’ operativa fondamentale per la ricerca deve essere il Dipartimento, nel quale il Direttore e’ il responsabile globale degli indirizzi di ricerca e del reclutamento. Il sistema di valutazione giudica la performance del dipartimento e, quando questo batte la fiacca, prima taglia I finanzimenti, poi tagli I direttori, e nel caso ancora questo non basti, scioglie il dipartimento. I nuovi ricercatori, postdoc, dottorandi, sono assunti in base a CV, colloquio e seminario, sotto la responsabilita’ del principal investigator e del direttore stesso, e col consenso (o il dissenso, certificato da riunione dei membri del dipartimento) del consiglio di dipartimento. Se tizio assume l’amnte e per questo dilapida I fondi del mio dipartimento, non e’ mio interesse che lo faccia perche’ alla fine tagliano I fondi a me , o magari sciolgono il dipartimento. I dipartimenti non devono essere enormi ne’ piccoli. Una buona media e’ 50 principal investigators.
    La didattica e’ affidata alle facolta’ che “affittano” I docenti dai dipartimenti, secondo una convenzione stilata fra dip e facolta’. Quando la valutazione assegna una cattiva performance a una facolta’ (che deriva dal basso livello dei docenti, dal basso score assegnato dagli studenti, dalla mancanza di fornire adeguato supporto didattico, dal numero troppo esiguo o troppo alto di studenti che non superano gli esami, dalla alta percentuale di studenti che non trovano lavoro dopo 5 anni dalla laurea/PhD), si procede alla rimozione dei docenti e dei presidi responsabili, e, se la situazione non varia, si chiude la facolta’!
    A questo modello se ne possono preferire altri, e il forum e’ qui per questo, ovvero per riflettere e trovare un modello che soddispi la maggior parte di noi. Ma e’ necessario sapere cosa si vuole, prima di andare in piazza.

  98. Paolo ha detto:

    Riguardo a “Il limite dei 4 anni vale per lo stesso assegno, ma in teoria (e pare che ci sia un sacco di gente che lo ha fatto) si può concorrere ad un altro assegno di ricerca diverso dal primo”: non so nelle altre Universita’, ma a Pisa sicuramente questo non viene fatto; lo so per certo: dopo 4 anni non e’ possibile avere altri assegni, anche cambiando nome o quant’altro: 4 anni e’ interpretato come il limite complessivo, non superabile, del periodo a assegni.

  99. Paolo ha detto:

    …comunque, dati gli interventi che di solito fa rivoluzioneitalia (talmente ultra-liberisti che ho rinunciato da un bel pezzo a capirli), sarei proprio curioso di vederlo arruolato nei Black-Block :-).

  100. @paolo

    male paolo… molto male… capisco che tu possa odiare il mio “liberismo”…
    ma dovresti cercare di capirlo… perchè è proprio questo che manca al nostro movimento… (ric. prec.). E’ l’eterna ideologia che NON ci permette di ragionare e di crescere con i nostri colleghi internazionali….

    Ti invito a farmi domande se non capisci certi miei passaggi… 😉

  101. gian paolo ha detto:

    C’e’ un punto che sfugge a tutti i precari: lo status di precario non e’ un merito ai fini di un concorso. A parole si invoca meritocrazia, nei fatti si pretende diritto di anzianita’, visto che eventuali assunzioni non contemplerebbero affatto la possibilita’ di concorrere da parte di ricercatori che si stiano facendo le ossa all’estero, per esempio, o che abbiano avuto il coraggio (e la possibilita’) di cambiare nel tempo laboratorio o ente di ricerca.
    Roba da far venire da vomitare, quasi da democrazia cristiana.

  102. cattivo.maestro ha detto:

    @ Lilly
    grazie per aver postato l’interpretazione del blocco del turn over da parte degli Atenei siciliani. Penso che sia la più diffusa. So però che in Parlamento stanno presentando numerosi emendamenti alla l. finanziaria tendenti a scalfire il blocco del turn over. Penso che sul punto si registrerà qualche novità.
    Ho accarezzato per te il mio gatto, che è ormai il mio compagno di studi…

    @ gian paolo,
    hai sbagliato blog. Sei stato colpito dall’abitudine tutta italiana di parlare prima di pensare e di scrivere prima di leggere. In questo blog abbiamo raccolto un migliaio di firme contro la stabilizzazione!

  103. cattivo.maestro ha detto:

    I rettori riuniti nell’Associazione per le qualità delle Università italiane statali (Aquis) hanno illustrato, nel corso di una conferenza stampa presso la Sala del Consiglio dell’agenzia Ansa, una proposta da presentare al Governo sul tema dell’Università.
    Un appello ai ministri Tremonti e Gelmini per istituire un tavolo di trattative che promuova la condivisione di quei principi necessari alla stipulazione di accordi di programma che evitino il collasso dell’intero sistema universitario pubblico del paese. Solamente segnali concreti da parte del dicastero dell’Economia e dell’Istruzione potranno far rientrare l’allarme e bloccare “le iniziative necessarie per evitare la catastrofe”.

    LE PROPOSTE. Da una parte, infatti, viene chiesto al ministro Gelmini di “rendere più competitivi i punti di forza del sistema universitario” perché l’Italia “non può rinunciare alla formazione superiore del proprio capitale umano né alla ricerca”. Dall’altra, Aquis ricorda come la competitività, pur promossa con impegno, non potrà mai essere in grado di sostenere le eccellenze universitarie se si proseguirà nella strada tracciata dalla manovra economica, con tagli “drastici e generalizzati” del Fondo di finanziamento ordinario delle Università. Una vera e propria “mannaia” che si abbatte sull’Università italiana mentre – auspicano i rettori –solamente con il “bisturi del chirurgo”, ovvero con una contemporanea riqualificazione della spesa, sarà possibile per ciascun Ateneo raggiungere un pareggio del bilancio, condizione necessaria per approntare un piano pluriennale di politica del personale.
    I tempi sono stretti e già per il 2009, l’Aquis chiede al Governo una riduzione dei tagli attraverso “quote di finanziamento che dovrebbero essere re-immesse nel sistema e ridistribuite secondo parametri di qualità accertata delle performance degli Atenei nella loro gestione, innanzitutto, nella ricerca e nella didattica”.
    Tale valutazione dovrebbe rispondere a parametri condivisi a livello internazionale, affinché sia un valido strumento per l’ottimizzazione delle risorse di ciascun ateneo rispetto alla loro specificità, in sostituzione delle re-distribuzioni “a pioggia”, che mantengono basso il profilo autonomo delle università alla stregua del “sistema centralista degli anni ’70’”.
    Molti poli universitari sono, ad oggi, in crisi e si teme che per il 2010 non saranno in grado di chiudere il bilancio in pareggio, anche perché da quella data in poi – affermano i rettori dell’Aquis – “ci saranno tagli pesanti all’università italiana per pagare l’Ici”. A quel punto, gli Atenei saranno costretti a mettere mano alla “contribuzione degli studenti”, evidentemente aumentando le tasse universitarie, in una logica autoreferenziale che deve essere sostituita da patti di stabilità. L’Aquis va comunque oltre l’aspetto economico e finanziario. Tra i suoi obiettivi anche quello di porre fine all’azione di delegittimazione che da anni colpisce il sistema universitario attraverso la costituzione di “un patto di collaborazione tra società civile e atenei” fuori dalle logiche di partito.

    ULTIMATUM- L’Associazione per le qualità delle Università italiane statali ha fatto sapere di non essere favorevole a occupazioni delle università e a blocchi della didattica , ma “se il governo si arroccherà sulle sue posizioni la mobilitazione negli atenei continuerà”. E la protesta potrebbe allargarsi anche ad altre università.
    Ricordiamo che fanno parte dell’Associazione Aquis: l’Università di Bologna; l’Università Politecnica delle Marche; l’Università della Calabria; l’Università di Modena e Reggio Emilia; l’Università di Padova; l’Università di Roma Tor Vergata; l’Università di Trento; l’Università di Verona; l’Università di Chieti Pescara; l’Università del Salento; il Politecnico di Milano; Milano Bicocca; Torino Politecnico.

    LE PROPOSTE AQUIS- Nuove modalità di reclutamento secondo procedure del tipo della “tenure track”. Si tratta di reclutare attraverso posizioni di ricercatore a tempo determinato di sei anni al massimo dopo il dottorato, con valutazione di idoneità a numero prefissato con riferimento a ciascuna area scientifico-disciplinare. La valutazione sarà effettuata da commissioni composte a livello nazionale e internazionale, con quantitativi di posti di professore associato messi a disposizione dal ministero dell’Istruzione e cofinanziate da ciascun ateneo. Il tutto all’interno di una programmazione rigorosa che responsabilizzi in modo forte ciascun ateneo.

  104. cattivo.maestro ha detto:

    NUOVO RECLUTAMENTO PER RICERCATORI

    Nuove modalità di reclutamento ricorrendo a procedure del tipo della “tenure track”. Le propongono i rettori aderenti all’associazione Aquis. In sostanza – hanno spiegato in una conferenza stampa tenuta all’ANSA – si tratta di reclutare attraverso posizioni di ricercatore a tempo determinato di sei anni al massimo dopo il dottorato, con valutazione di idoneità a numero prefissato con riferimento a ciascuna area scientifico-disciplinare. La valutazione sarà effettuata da commissioni composte a livello nazionale e internazionale, con quantitativi di posti di professore associato messi a disposizione dal ministero dell’Istruzione e cofinanziate da ciascun ateneo. Il tutto all’interno di una programmazione rigorosa che responsabilizzi in modo forte ciascun ateneo.

  105. gian paolo ha detto:

    non sapevo della raccolta di firme, il commento mi sembra tuttavia pertinente. saluti

  106. cattivo.maestro ha detto:

    gian paolo,
    è vero il commento è pertinente, però scrivi che questo è “un punto che sfugge a tutti i precari”.
    Non a tutti…

  107. Untenured ha detto:

    ops.. i rettori della AQUIS la pensano come la CGIL sul reclutamento e la tenure-track.

    convergenze parallele..

  108. gian paolo ha detto:

    @cattivo.maestro

    si’, lapsus calami 🙂

  109. insorgere ha detto:

    mah, in realtà la proposta acquis e quella cgil mi paiono diverse.
    i secondi puntano alla progressiva stabilizzazione dei precari, i primi parlano di processi selettivi che non mirano a includere tutti bensì a selezionare.

  110. insorgere ha detto:

    da aquis…

    GELMINI VA SOSTENUTA NO ATTACCATA

    “Siamo convinti che il ministro Gelmini sia disponibile ad accogliere le nostre proposte”. Lo hanno affermato i rettori dell’Aquis in una conferenza stampa all’ANSA. “Dobbiamo sostenerla all’interno del Governo, non attaccarla” hanno aggiunto i rettori.

    BISTURI CHIRURGO E NON MANNAIA

    Il “bisturi del chirurgo e non la mannaia si abbatta sull’università italiana”. E’ l’auspicio che i rettori dell’Aquis hanno espresso in una conferenza stampa all’ANSA. I rettori hanno anche sottolineato la necessità di appoggiare il ministro Gelmini in una politica a sostegno delle università.

    VALUTARE E POI DARE RISORSE

    Valutazione oggettiva, su parametri condivisi a livello internazionale. Pensano a questo i rettori aderenti all’Aquis per migliorare le performances del sistema universitario. “La valutazione deve essere elemento guida per la distribuzione delle risorse” hanno affermato i rettori dell’Aquis in una conferenza stampa all’ANSA. “E’ sbagliata la distribuzione a pioggia, anche all’interno degli stessi atenei”hanno aggiunto.

    SU VALUTAZIONE INDIETRO DI 15 ANNI

    Le università italiane “sono indietro di 15 anni nella valutazione”. Lo hanno affermato i rettori dell’Aquis nel corso di una conferenza stampa all’Ansa. Ma senza una vera valutazione, è il messaggio provocatorio che i rettori hanno lanciato, “meglio sarebbe eliminare l’autonomia e tornare ad un sistema centralista degli anni ’70”. Il patto di stabilità, sostengono i rettori, “é lo strumento essenziale per effettuare una vera autonomia degli atenei. Obiettivo è elevare il livello di tutte le università, ognuna con le proprie specificità. Senza autonomia – concludono i rettori – non si va da nessuna parte e l’autonomia senza valutazione è un concetto perverso”.

    CRISI E’ DIECI VOLTE ALITALIA

    L’università “é dieci volte il caso Alitalia in termini finanziari” Lo hanno affermato i rettori dell’Aquis in una conferenza stampa all’ANSA soffermandosi sull’ipotesi di trasformare le università in fondazioni: “Diteci dove troviamo il cavaliere bianco per salvare l’università? Chi è che trova i soldi?”.

    NON SIAMO MONARCHI MA CHIAREZZA

    I rettori “non sono monarchi ma funzionari dello stato. Ci dicano cosa si vuole fare dell’università e lo faremo, ma lo dicano con chiarezza”. E’ questo il richiamo dei rettori dell’Aquis nel corso di una conferenza stampa all’Ansa. Questo perché, avvertono i rettori, “il taglio indiscriminato significa la morte di tutti e questo il paese non se lo può permettere”.

    FONDAZIONI MA DI DIRITTO PUBBLICO

    Le Fondazioni possono essere utili per gestire la parte assistenziale. Lo ha detto Alessandro Finazzi Agrò, rettore di Roma Due, citando l’esempio del suo ateneo. “In questo caso – ha spiegato in una conferenza stampa all’ANSA – è un buon modello per fare una fondazione, ma si tratta di un soggetto di diritto pubblico non di una privatizzazione”.

  111. Giovanni ha detto:

    Quagliariello – lo si sa da tempo – vuole rottamare una intera generazione. E’ quello che ha sempre sostenuto la sua fondazione MagnaCarta.

    Quanto alle nuove regole sui concorsi di cui parla, e’ un modo (non solo suo, ma di tutti, a destra e sinistra) per non riconoscere che i concorsi come accesso al mondo della ricerca non esistono (almeno per come li si intende in Italia) da nessuna parte. Esiste una chiamata. Ovviamente chi e’ dentro si assume eventualmente la responsabilita’ di aver assunto un cretino, motivo per cui (perche’ nessuno vuole responsabilita’) nessuno propone l’abolizione dei concorsi.

  112. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    La proposta AQUIS a me sembra molto interessante nell’introdurre finalmente il concetto di “tenure track” e quindi di valutazione del lavoro svolto una volta entrato nel circuito dei ricercatori. Far entrare incapaci con un concorso è facile. Il difficile è metterli a produrre risultati riconoscibili al livello internazionale come ad esempio pubblicazioni su riviste ISI.

    @Untenured
    La proposta cgil non la conosco. Dov’è possibile leggerla?

  113. insorgere ha detto:

    il punto è che la proposta acquis, ancorche interessante, rimane fumosissima.
    di quanti posti precari parliamo? e che rapporto c’è tra questi e il numero di posti a tempo indeterminato?

    mah…che di quagliariello non ci sia da fidarsi ne sono convinto. d’altra parte è lui la testa pensante e operante nel blocco governativo sul tema università (non certo quell’ebete di mary star).

    cmq il punto politico mi pare il seguente: aquis si propone di dialogare col governo presentandosi in sostituzione della crui e facendosi garante della pax universtaria (i discorsi di aquis sul no a occupazioni e sospensioni didattica a questo rinviano).

    ORa è evidente che i rettori non governano la protesta, cercano solo di sfruttarla. Siccome i nostri interessi e i loro sono antitetici è il caso di far crescere ancora la protesta nel corso delle prossime settimane. non si illudano di tenerci buoni con mezza promessa e un tozzo di pane raffermo.

  114. Untenured ha detto:

    @5anni di assegno.. finché non ci sarà un sistema affidabile e autorevole di valutazione della ricerca (individuale e dipartimentale) tutti i discorsi sul merito saranno pura demagogia. In Italia conta, fino a quel momento, continuerà a valere solo lo ‘ius loci’, con o senza concorsi.

    la proposta della CGIL era esposta in un documento di qualche tempo fa.. la differenza è che non si parlava esplicitamente di passaggio alla posizione di associato al termine del periodo ‘track’ (sennò i ricercatori strutturati si arrabbiavano!).

    Ora bisogna puntare a ottenere il numero più alto possibile di posti da ricercatore. Gli altri discorsi sono utili diversivi per distrarci da questo obiettivo che può farci uscire SUBITO dalla precarietà.

  115. France ha detto:

    Ho visto finalmente questa fantasmagorica puntata di 8 e mezzo. 33 minuti netti, suddivisi tra 3 ospiti e 2 conduttori. Con pochissime domande, che vertevano di base su:”Quanto guadagna un postdoc?”, “Come si apre a i giovani?”, turnover e finanziamenti… Per il resto monologhi preconfezionati: la giovane ricercatrice e la sua storia personale, il rettore che minaccia la fine dell’Universita’, il politico che dice e non dice, minaccia e apre…
    Per quel che ha detto, Quagliarello se l’e’ giocata meglio, ma in fondo e’ lui quello che al momento ha in mano il boccino, e si puo’ permettere di svicolare su domande dirette tipo: “Cosa ne fate dei precari?”. Stranamente tendeva a cercare sponda nel rettore, dicendo che “siamo tutti d’accordo” sui mali: sulle cure meno, aggiungerei.
    La mia impressione e’ che nessuno, ancora una volta, ha in mente drastici cambiamenti: per tirare avanti sbloccheranno un po’ di fondi per garatire gli stipendi degli strutturati, allenteranno le norme sulla non rinnovabilita’ dei precari e parallelamente modificheranno il blocco del turnover per l’assunzione dei ricercatori. Proporranno, magari, un nuovo regolamento per i concorsi, con molta calma e senza radicali sconvolgimenti.

  116. mino ha detto:

    La sto vedendo anch’io, per la prima volta. E posso dirvi che la borsista post-doc che era presente in studio era stata contattata da me per e-mail quando le chiesi di firmare la petizione, se la condivideva. Ma non mi rispose, nè firmò la petizione.
    In ogni caso si tratta di una borsista post-dottorato di cui hanno parlato molti giornali: ha vinto il premio di miglior scienziato donna del 2007 (credo) dell’Unescu, ma aveva perso il concorso a ricercatore nella sua università in quanto probabilmente nella coda vi era qualcuno prima di lei. A quanto ricordo, qualche sua esternazione in proposito non piacque al S.A. della sua università, che alla fine quasi minacciò di agire legalmente e come al solito si trincerò dietro le prove scritte e orali nell’affermare che vi era stato un regolare concorso al termine del quale un altro candidato era risultato migliore.

  117. Bombadillo ha detto:

    ..ciao cari il forum dell’APRI(T) non langue più: ho impartao a voltare pagina e a continuare a leggere/scrivere.
    Quindi chi vuole novita può andare su
    http://www.aprit.org

    Per il resto, anche se la questione è stata abbandonata, mi permetto di recuperare la diatriba libri vs. articoli.

    Ecco la mia teoria: gli articoli sono il bene (se sono su riviste prestigiose, o su enciclopedie, o libri a cura di prof., commentari, etc); mentre il libri sono il male.

    Inoltre, me ne frego se i libri “pesano” di più degli articoli, nelle discipline umanistiche, anche dalle altre parti del mondo, oltre che in Italia.

    Dietro a questa cosa si sono nascoste le peggiori truffe e prevaricazioni: tipo gente che è completamente sconosciuta nella comunistà scientifica di riferimento, perchè non scirve su rivista, che è diventata anche ordinario facendo stampare il libro dietro casa: o presso un editore prestigioso semplicemente PAGANDO PIU’ SOLDI PER LA STAMPA, ma scherziamo?

    I libri lasciamoli fare agli ordinari famosi.

    Io – che pure ho, dalla mia, il mio bel volume monografico – prevederei che non si può tenere conto dei libri monografici ai fini concorsuali. A limite, si dovrebbe poter calcolare solo quelli a cura di, perchè dimostrano che hai saputo coordinare un gruppo di ricerca.

    Ovviamente, non ho nulla contro i libri,

    è solo che proprio la questione dei libri rappresenta un potente strumento nelle mani di chi vuole gestire il potere con delle logiche di becero conservatorismo.

    Del tipo:

    A) l’attimo di onestà: ma il posto non c’è, che lo facciamo uscire a fare il libro?

    ..oppure B) la normale opacità: ma il libro non è pronto, può essere migliorato (come tutto, del resto, per definizione, tranne Dio), mentre è il posto che non è pronto…

    Viceversa, le riviste (et similia) devono andare in stampa, ed hanno tutto l’interesse anche se tu non sei superspalleggiato, a pubblicare gli articoli (o, ingenere, i contributi)interessanti.
    Le riviste, per così dire, sono molto più democratiche (e meritocratiche).

  118. insorgere ha detto:

    c’è del vero nelle affermazioni di bombadillo.
    non posso che dargli ragione nello specifico.

    però…resto convinto che in certi settori sapersi esprimere nella forma compiuta del libro sia molto importante.

    il problema vero non sono libri o articoli, ma la totale arbitrarietà che regola il sistema.

  119. insorgere ha detto:

    segnalo, per chi non l’avesse visto, l’articolo di Prosperi su Repubblica di oggi (ormai ieri). COnsiderando che è l’autore di clamorosi atti nepotistici….si può dire che ha la faccia come il ….

  120. cattivo.maestro ha detto:

    allora su questo blog ci sono alcune persone che ci vogliono far perdere tempo. Non c’è bisogno che le indico.
    Perchè, invece, non sfruttiamo il momento e sollecitiamo il Ministro seguendo l’unica proposta sacrosanta che possiamo fare subito.
    Untenured scrive:
    “Ora bisogna puntare a ottenere il numero più alto possibile di posti da ricercatore. Gli altri discorsi sono utili diversivi per distrarci da questo obiettivo che può farci uscire SUBITO dalla precarietà”.
    Sante parole! Perchè non scriviamo ai giornali e sollecitiamo il Ministro ad adottare il benedetto decreto per ripartire i fondi fra gli Atenei e far partire finalmente i concorsi 2008. Più tardi partono quelli 2008 e più tardi si inizierà a riflettere su quelli 2009!
    Ragazzi, se non ci muoviamo neanche su questo fronte c’è qualcosa che non va…

  121. carlo (lowercase) ha detto:

    @ Untenured:

    “Ora bisogna puntare a ottenere il numero più alto possibile di posti da ricercatore. Gli altri discorsi sono utili diversivi per distrarci da questo obiettivo che può farci uscire SUBITO dalla precarietà”

    Quando dici “farci uscire” chi intendi? Te e i tuoi amici in lista d’attesa? O forse vuoi dire che anche noi altri reietti dalle universita’ italiane potremmo vincere dei concorsi in Italia, se ne venissero banditi? [per esser chiari: e’ una domanda retorica]

    I finanziamenti senza una riforma del sistema sono inutili. Le due cose vanno chieste insieme.

  122. France ha detto:

    Ma non preoccupatevi, il blocco del turnover sara’ modificato in modo da recuperare il 20% in spesa e non in teste, per i ricercatori. E il finanziamento straordinario verra’ erogato per i posti cofinanziati. Quindi, a conti fatti, un 2000-3000 posti di qui al 2010 ci saranno, e cosi’ i precari storici saranno sistemati.

  123. spaesato ha detto:

    Scusate, ma il blocco del turnover si applica anche ai concorsi gia’ banditi e in corso di espletamento nel 2008 (con eventuale presa di servizio nel 2009)?

    Inoltre tale blocco si applica anche ai cofinanziati dei prossimi 2 anni?

    grazie per l’aiuto!

  124. Colombo da Priverno ha detto:

    Sante parole Bombadillo

  125. precox ha detto:

    Opinione del rettore dell’universita’ di Torino, occupata da ieri sera

    http://lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200810articoli/8425girata.asp

  126. Carlo ha detto:

    @spaesato,
    non lo troverai scritto in questi termini da nessuna parte ma è evidente che, se il blocco del turnower ci sarà, riguarderà tutti.

    D’altronde, la logica del “finanziamento straordinario” di Mussi non stava forse nella volontà di potenziare il numero dei concorsi (ordinari), giudicato insufficiente; e non nel desiderio di istituire dei “concorsi straordinari” [nel senso di “al di sopra delle regole” = superconcorsi]?

    In altri termini, “straordinario” è solo il finanziamento, non il concorso e men che meno i posti; o no?

  127. spaesato ha detto:

    pure per me e’ cosi ma Lilly aveva acceso in me una speranza…! vedi post 21 ott. sopra.

  128. Carlo ha detto:

    @spaesato,
    per l’Università le leggi le fa il ministro (o – nel caso della Gelmini – “chi per lei”), ma le interpreta il dott. Antonello Masia; cosa che normalmente avviene in senso restrittivo.

  129. Mr. Crowley ha detto:

    Riguardo ai concorsi per i posti straordinari…così com’è la legge non lascia molto spazio a interpretazioni.
    Forse è solo una pippa mentale, ma potrebbe anche essere che dall’inizio sono stati programmati, assieme ai tagli, ma per tatticismo li “concederanno” dopo una trattativa così il governo sembrerà magnanimo e placherà un po’ di animi.

  130. lassie ha detto:

    ecco come “Il Giornale” liquida la protesta del mondo universitario.
    è di ora la dichiarazione di berlusconi che su scuola e università il governo va avanti.
    secondo voi che speranze reali ci sono di evitare una fine differente per la nostra protesta rispetto a quanto successo per il 3+2 ?

    —-
    I prof: «Scioperate o vi bocciamo»
    di Redazione

    Scioperi, picchetti, proteste: gli studenti tornano in piazza. Bloccano i binari e vanno allo scontro. È un vecchio film già visto. E molti docenti combattono la riforma nelle aule, trasferiscono le lezioni nelle piazze, organizzano le mezze notti bianche dei bimbi alle elementari. Qualcuno fa addirittura aleggiare velate minacce di conseguenze sgradevoli. Se non scioperi, ti boccio. […]

    ———

  131. bravo carlo (lowercase)… ottima risposta…

    Untenured dice:
    “Ora bisogna puntare a ottenere il numero più alto possibile di posti da ricercatore. Gli altri discorsi sono utili diversivi per distrarci da questo obiettivo che può farci uscire SUBITO dalla precarietà”

    carlo (lowercase) dice
    “Quando dici “farci uscire” chi intendi? Te e i tuoi amici in lista d’attesa? O forse vuoi dire che anche noi altri reietti dalle universita’ italiane potremmo vincere dei concorsi in Italia, se ne venissero banditi? ”

    …Oltre alle liste d’attesa… ci sono altri “piccoli” dettagli che spesso meritano di essere introdotti… e sono quelli che permettono a quelli “in lista d’attesa” di riuscire a fare (nonostante tutto) una vita decente sepppur con stipendi ridicoli:

    – casa di proprietà comprata da papà e mammà…
    – nati evissuti in città dove vi è l’università
    – famiglia che mantiene figlio perchè è importante avere prestigio in famiglia
    – figli di professionisti e/o professori che volgiono mantenere la storia di famiglia

    Cosa succede ai “figli degli operai di provincia”? Molti di loro finanziano l’università per i ricchi, per i “figli di”… pur non potendone mai beneficiare… ricordiamoci infatti che l’università italiana ed in particolare la ricerca CONSUMANO risorse… non ne producono…. non creano nessun indotto… solo stipendifici per caste.

    qelle poche “famiglie di operai di provincia” che riescono ad avere figli ricercatori (precari) si vedranno sorpassare socialemnte come solito… poichè di più debole corporazione familistica…

  132. Luigi ha detto:

    Senza un riforma che introduca la valutazione seria di criteri di merito e produttivita’ (in particolare pubblicazioni e grants ottenuti in un determinato periodo di tempo) e l’eliminazione dei concorsi siamo sempre punto e a capo!!!
    specifico che sono assolutamente contro questa riforma scellerata, ma vorrei sapere se tutti i precari della ricerca hanno i requisiti di merito necessari per diventare ricercatori.
    ho visto ex-precari diventare ricercatori con 1 e dico 1 pubblicazione a primo nome! ho l’impressione che tanta gente voglia solo salire sul carro. Una riforma ispirata ai meritocratici sistemi internazionali deve per forza fare delle vittime. Ed e’ giusto che le faccia, altrimenti sarebbe solo una facciata.

  133. lassie ha detto:

    quoto Luigi.
    tanto più che, a differenza sembrerebbe della massa, sostengo da tempo il fatto che l’unico criterio di giudizio meritocratico non può essere il numero di pubblicazioni con relativo impact factor.
    Il ruolo che giocano le pubblicazioni e il relativo impact factor è differente da facoltà a facoltà.
    In talune, la responsabilità di convenzioni scientifiche con enti esterni è qualcosa di importante che stando solo al numero di pubblicazioni non potrebbe essere presa in considerazione.

  134. ric. in-lista-d'attesa ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    è noto che se è certamente vero che i figli-degli-operai-di-provincia sono obiettivamente svantaggiati dalla loro condizione di partenza, è altrettanto vero che quegli stessi fattori di penalità finiscono per avvantaggiarli rispetto ai loro colleghi figli-di-genitori-borghesi in virtù del legittimo desiderio di ascesa sociale.

    Se oggi sia meglio (ai fini del successo socio-economico) l’una o l’altra condizione di partenza non è dato stabilirlo. Se non mi credi, medita sulla parabola dei Buddenbrook o degli Essenbeck, rispettivamente nei capolavori di Thomas Mann e di Luchino Visconti.

    Quanto alla proposta di far pagare l’Università solo ai ricchi, direi che si può fare di meglio: facciamogli pagare anche il sistema degli aerotrasporti, delle ferrovie, dell’autostrada e, perché no, del trasporto navale; e ancora Internet, i sistemi di comunicazione, la televisione, ecc., ecc., ecc. (ognuno può metterci del suo).
    Così scopriremo con quali paesi saremo ancora “competitivi”, una parola che – immagino – ti piaccia moltissimo.

  135. France ha detto:

    ROMA – Berlusconi avverte gli studenti: “Non permetterò l’occupazione delle università. Interverranno le forze dell’ordine”.
    Poi attacca l’opposizione: “La sinistra dice bugie sulla scuola, fa un allarmismo inutile”. E rispondendo a Veltroni che aveva chiesto di ritrare il decreto Gelmini, il premier replica secco: “Noi andremo avanti”.

  136. France ha detto:

    Ma perche’, visto che ci siamo, non manda direttamente l’esercito? Sai che bella una lezione di biologia dello sviluppo tenuta da un maresciallo della Folgore?

  137. insorgere ha detto:

    ma il piano gelmini non doveva uscire oggi? notizie?

  138. Carlo ha detto:

    C’è poco da ridere! Che si prepari una nuova Bolzaneto?

  139. France ha detto:

    Sai, loro se ne intendono, sono tutti ex-sessantottini….

  140. insorgere ha detto:

    il movimento non si deve fermare!

    iniziano ed essere preoccupati, BENE!

    ora è il momento di lanciare proposte concrete.

  141. France ha detto:

    IL PD-Le parole del premier sono state accolte con enorme preoccupazione dal Pd. “La decisione del presidente del Consiglio di ricorrere all’uso della forza pubblica contro le famiglie e gli studenti che protestano per difendere il diritto allo studio – dice il ministro ombra per le Politiche giovanili Pina Picierno – è gravissimo, è un atto inconcepibile che lede diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione”. “Oggi – prosegue – uno stato di polizia contro mamme e bambini e domani magari contro i precari che protestano? Cosa ha in mente il presidente del Consiglio? Abbiamo a che fare con un pompiere piromane che cerca di alimentare ad arte un clima di tensione”.

    Per la serie, suggeriamogli who’s next…

  142. insorgere ha detto:

    E INTANTO CHIEDO A TUTTI: SCIOPERATE!
    BASTA ESAMI, BASTA SEGUIRE TESI, SCIOPERO!

  143. France ha detto:

    Ma si, dai, alla guerra!
    REPUBBLICA:Università, non è ancora finita. Deciso a non fare marcia indietro anche il ministro Gelmini, che ha annunciato di voler anzi intervenire in maniera ancora più decisa sulle università. “Bisognerà voltare pagina e fare autocritica”, dice, senza “difendere lo status quo”. “Siamo disposti a confrontarci e dialogare – prosegue – ma la situazione attuale porterebbe al collasso” perciò “bisogna cambiare”.

    NB Per Repubblica la Gelmini ha cambiato sesso

  144. insorgere ha detto:

    sto sentendo conferenza stampa gelmini, in streaming dal sito del governo…

    3 punti notevoli:

    1. dice che la protesta è frutto dell’iniziativa della sinistra e dei centri sociali (ma ci crede davvero)
    2. attacca l’università per i costi e gli sprechi, dichiara di volersi confrontare ma pretende dai rettori “senso di responsabilità e autocritica”. Rifiuta “il tentativo dei rettori delle università toscane di scaricare sul governo le proprie responsabilità”. E’ pronta a discutere la proposta aquis e afferma che lo status quo non si può difendere.
    3. in apertura dice che ha già pronto il disegno di legge sull’universtià, che però verrà presentato dopo approvazione legge scuola.

  145. qui vedo che il tanto vituperato rivoluzioneitalia riesce a rivolgersi ad anfratti di coscienza spesso dimenticati dai più…
    testimonianze come ad esempio ric. in-lista-d’attesa (che dotadosi di tale nome si assume le giuste responsabilità di ciò che dice) sono spaccati si società italiana.

    ora veniamo nel merito della risposta:
    @ric. in-lista-d’attesa che dice:
    “è noto che se è certamente vero che i figli-degli-operai-di-provincia sono obiettivamente svantaggiati dalla loro condizione di partenza, è altrettanto vero che quegli stessi fattori di penalità finiscono per avvantaggiarli rispetto ai loro colleghi figli-di-genitori-borghesi in virtù del legittimo desiderio di ascesa sociale.”

    MA COSA ***** STAI DICENDO?
    Ti sembrano paragonabili le due condizioni sociali?

    “il legittimo desiderio di ascesa sociale.” è fatica, è energia spesa, sono rinunce, umiliazioni…. tu ottieni gli stessi risultati godendoti la vita…

    LA realtà poi è che tu avrai accesso al mondo del lavoro perchè hai conoscenze… chi si è fatto il cu*o per “il legittimo desiderio di ascesa sociale” verra preso a pernacchie in faccia poichè l’italia è un paese senza mercato e senza competizione.

    Quello che dici tu è vero in paesi come UK o USA dove NON ci sono liste d’attesa…

    Il tuo dubbio filosofico (molto raffinato ma di inutile discussione pratica) con tanto di citazione colta è veramente pittoresco… sei uno snob… vieni da una famiglia di GDB (Genitori Democraticamente Benestanti):
    http://www.corriere.it/spettacoli/08_ottobre_22/lerner_grasso_ba48b6e0-a009-11dd-bdbb-00144f02aabc.shtml

    Sta a vedere che il “cattivo liberista” rivoluzioneitalia è in realta è l’ultimo “comunista moderno” rimasto…

  146. France ha detto:

    Infatti te lo dico sempre che sei un fottuto turboliberistacattocomunista….

  147. insorgere ha detto:

    sempre sulla conferenza stampa…
    Mary Star afferma che il precariato è figlio delle false promesse della sinistra e che il governo non può farsi carico degli errori della sinistra.

    tradotto: noi siamo errori della sinistra, come tali andiamo cancellati.

  148. insorgere ha detto:

    ancora conferenza stampa:
    ultima uscita di berlusconi prima di salutare i giornalisti: “avete 4 anni e mezzo per abituarvi alla situazione. io non retrocederò di un centimetro”, lo afferma rispondendo a domanda di giornalista del manifesto che chiedeva se avrebbe mandato la polizia anche contro i maestri e i docenti.

  149. @france
    ahah
    ora comincio a capire… ti avevo chiesto spigazioni infatti tempo fa… per quella tua definizione…

  150. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    A me sembra che gli assegni di ricerca nella forma attuale siano figli del ministro Moratti. Come facciamo ad essere filgi della sinistra se negli ultimi anni il governo è stato quasi sempre di centro-destra (salvo due anni di governo non pervenuto)?

    E’ interessante il ragionamento di MaryStar: i colpevoli sono all’interno ma noi eliminiamo chi è fuori in massa e senza alcuna valutazione della qualità del lavoro svolto (sia degli interni che degli esterni). Siamo fuori perché siamo nati nell’anno sbagliato!!

    Che si fa delle situazioni in cui i precari producono il triplo delle pubblicazioni degli interni? Questo governo dice di voler valutare il merito nelle parole, ma nelle azioni preferisce agire nel solito modo in ciu si è agito nell’università sin ora: a pioggia nel distribuire le risorse e a pioggia nel toglierle

  151. GDM ha detto:

    @rivoluzioneitalia, sei patetico…

    Dunque, il tuo avanzato Progetto riformatore (europeo?) prevede un’Università pagata dai “ricchi”, ma con solo professori “figli-degli-operai-di-provincia” (usando le tue sofisticatissime categorie gnoseologiche), giusto?

    E, spiegami, per attuarlo prevedi un canale privilegiato nei concorso, in cui l’essere figli-degli-operai-di-provincia costituisce maggior punteggio?

    Se posso darti un suggerimento, mettiamoci pure la “residenza” (naturalmente in provincia), così sarai in compagnia di Borghezio.

    Questa sì che sarebbe finalmente un’Università meritocratica!!!

    Quanto ai tuoi GDM, Genitori Democraticamente Benestanti, ti informo che in Italia, ormai da tempo, ci siamo persi la cosiddetta classe media (per intenderci quella che tu odi); per cui temo che tu sia caduto nel miraggio di Corrado Grasso.

    P.S. Mi piacerebbe tanto potermi dire ric.precario figlio di operaio, così almeno avrei la possibilità come te dell’alibi (sociale) per l’isuccesso (professionale):

    figlio-di-operai-di-provincia = ricercatore precario

    Molto comodo.

  152. caro GDM (che acronimo sarebbe?)

    Forse mi sono spiegato capisco perfettamnte la difficoltà di convogliare/divulgare certi discorsi….

    CMQ è NO… SBAGLIATO… nessuno vuole micro leggine ad personam… queste generano solo milioni di lacci e lacciuoli che imbrigliano l’economia e la democrazia…

    Io i concorsi li voglio abolire… io voglio l’autonomia economica degli atenei e l’abolizione del titolo di studio. Ogni individuo è responsabile per se stesso… se sbagli e vieni da famiglia ricca caz*i tuoi… l’importante che i tuoi errori (soldi) generino cmq benessere per chi ha voglia di averne.

    Per essere più pratico ti cito un esempio spesso usato da Perotti:
    ___l’università italiana è «un Robin Hood a rovescio, in cui le tasse di tutti, inclusi i meno abbienti, finanziano gli studi gratuiti dei più ricchi ». Rimedi? «Basta introdurre il principio che l’investimento in capitale umano, come tutti gli investimenti, va pagato; chi non può permetterselo, beneficia di un sistema di borse di studio e prestiti finanziato esattamente da coloro che possono permetterselo»___

    I miei post precedenti sono rivolti al buco etico e democratico di certi ricercatori precari. Purtroppo sempre più spesso provienti da famiglie con GDB.

    Dove sono i pisacane, i lilly i cattivo.maestro, gli untenured su questo punto? Cosa hanno da dire a riguardo?

  153. […] e una giovane “ricercatrice” dell’univ. di Messina (Fisica). A quanto sembra la figura migliore l’ha fatta il senatore. Sembrava il più competente con un rettore, comunicativo quanto un […]

  154. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    l’argomento di Perotti è sbagliato; e te l’ho già dimostrato dicendoti:

    “Quanto alla proposta di far pagare l’Università solo ai ricchi, direi che si può fare di meglio: facciamogli pagare anche il sistema degli aerotrasporti, delle ferrovie, dell’autostrada e, perché no, del trasporto navale; e ancora Internet, i sistemi di comunicazione, la televisione, ecc., ecc., ecc. (ognuno può metterci del suo). Così scopriremo con quali paesi saremo ancora “competitivi”, una parola che – immagino – ti piaccia moltissimo”.

  155. @GDB

    capisco l’importanza di essere ironici… ma spiegati meglio…

    i servizi che tu elenchi NON sono statalizzati e sono già fruibili in base al proprio tenore di vita…
    Aereo in business class…. treno in prima classe… autostrada in telepass e porsche… università a stanford… ma

    ma se sei ciuco a stanford i tuoi soldi serveranno per adottare un fottuto genio che nel mondo del lavoro ti farà il cu*o.

    Marina berlusconi ad esempio invece di entrare in mediobanca…. lavorerebbe allo sportello del credito cooperativo… Lapo invece di far occhiali a 1000 euro il pezzo misurerebbe la vista dall’ottico, piersilvio magari il commesso da mediaworld nel reparto televisioni.

  156. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    come è noto, le Reti le pagano tutti i contribuenti, con le loro tasse!

    Quanto al tuo progetto ‘virtuoso’ di Università per i poveri pagata dai ricchi, sono contento che finalmente hai gettato la maschera: in realtà tu sogni una Università dell’apartheid, con studenti ricchi in business class e studenti poveri nel carro bestiame. Complimenti!

  157. GDB ha detto:

    Non vorrai ricominciare dall’inizio…

    @rivoluzioneitalia, il tuo “turboliberismo” mal si coniuga col “cattocomunismo”: è da personalità dissociata.

    Sbaglia perotti, così come sbaglia aldo grasso: prova a pensare con la tua testa, magari così potrai raggiungere delle conclusioni migliori delle loro, o almeno provarci.

  158. @GDB

    Se vuoi discutere devi essere meno ermetico…
    A quale reti ti riferisci? La rete autostradale chi la paga scusa? Le tasse? siamo nel 2008… forse tu sei rimasto al 1960… la rete delle autostrade è gia stata pagata dalle tasse dei nostri padri… chissà perchè nel capitalismo creativo italiano (che quelli come te tollerano dietro alti pirncipi etici) i benetton chiedono ancora il pedaggio senza fare nessun investimento… Vergognoso in paesi anglosassoni i benetton sarebbero a tagliare le erbacce in autostrada.

    il “mio progetto virtuoso”??? Tu pensi che lo abbia inventato io?
    Sei mai stato all’estero per caso? Chiaramente non in spiaggia a prendere il sole… dico a vedere come funzionano le università?

    Cmq informati bene… o perlomeno se vuoi usare certi toni cerca di essere sicuro che quello che dici sia realtà… e non il prodotto della tua fantasia ideologica.

  159. caro GDB

    il fatto che tu non riesca a carpire come modelli politici diversi possano essere amalgamati nei loro elementi positivi, dimostra che sei tu quello con una certa rigidità intellettuale e NON il sottoscritto.

  160. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    che dici “la rete delle autostrade è già stata pagata dalle tasse dei nostri padri”.

    Bravo, vedo che cominci a fare progressi. Ero certo che con un poco di applicazione anche tu saresti riuscito ad usare la tua di testa e a trovare le risposte da te (che poi dovrebbe essere il lavoro di un ricercatore, o sbaglio?).
    Ma è stato facile, mi è bastato usare un po’ di “ermetismo”…

  161. GDB ha detto:

    Quanto al tuo sincretismo post-ideologico, ti confesso che mi fa paura!
    Se si dovesse propagare, ha le carte in regola per trasformarsi nel Nuovo Mostro – dopo quelli che abbiamo visto nascere e morire (ma portandosi dietro milioni di vite) nel secolo scorso…

  162. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia
    Sogni d’oro…

  163. Invece di introdurre sciocchezze prova a rispondere alle domande precedenti…

    “Sei mai stato all’estero per caso? Chiaramente non in spiaggia a prendere il sole… dico a vedere come funzionano le università?”

  164. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    dovresti sapere – mi immagino che sarai grande abbastanza per capirle certe cose – che ogni Sistema è il risultato di un processo storico.

    Il tuo “sincretismo post-ideologico” ti fa illudere che prendendo un pezzo di qua e un pezzo di là hai risolto tutti i tuoi problemi, ma non è così.

    Questo Paese – forse questi dettagli ti sfuggono – ha una grande tradizione che sarebbe criminale buttare dalla finestra (una tradizione antica di qualche secolo: un secolo = 100 anni).

    Se oggi l’Università è malata, se oggi quel sistema è andato in crisi, non significa che prendendone uno già preconfezionato si risolvano i problemi: non è così semplice (lo so è difficile da accettarlo).

    Quello che serve in questo momento è trovare la nostra strada, individuare la cura per la nostra malattia che ci faccia uscire dalla crisi e che ci consenta di rimetterci in carreggiata, a fianco a quei Paesi che tu giustamente ammiri.

    P.S. Riguardo alla questione dell’Estero, ti risponderò quando ti deciderai ad usare dei modi più civili (so che puoi farcela).

  165. GDB ha detto:

    … magari puoi iniziare raccontandoci le tue, di esperienze, per favore….

  166. carlo (lower case) ha detto:

    x GBD: anche la mafia in Italia ha una grande tradizione. Che ragionamento e’ questo?

    Inoltre l’universita’ non si e’ ammalata ieri. E’ malata da almeno trent’anni (30 anni = 10957 giorni, contando gli anni bisestili). E’ difficile trovare una cura se non si accetta nessun tipo di riforma (concorsi, valutazioni dei cv, chiamata diretta?) che non preveda stabilizzazioni di massa.

  167. GDB ha detto:

    [ATTENZIONE: IL MESSAGGIO CONTIENE IRONIA]
    @carlo,
    che idea geniale! In fondo, anche la mafia, in un certo senso, è una grande impresa che va alla grande: potrebbe costituire un ottimo modello per lo sviluppo dell’università meritocratica!

    Fossi in voi, però, prima di proporlo andrei a chiederlo a Perotti (o – visto il livello – ad Aldo Grasso)… non si sa mai che a lui invece non piaccia!

  168. carlo (lower case) ha detto:

    x GDB: ironia a parte, forse non te ne sei accorto ma l’universita’ e’ gia’ gestita secondo logiche mafiose. La tua idea non rappresenterebbe una innovazione, ma una semplice preservazione dello status quo.

  169. @GDB
    Non mi interessa il tuo curriculum personale… ti chiedo solo se conosci le condizioni professionali dei tuoi colleghi internazionali

    le condizioni storico-sociali… mhmm interessante…
    si si… hai ragione… continuiamo pure con questo bel “dolce declino”…

    Ho già risposto molte volte a questo punto a lilly, a untenured e a sankara che qui riporto:

    @sankara che dice
    “Visto che discutiamo di sistemi migliori o auspicabili, da giovani generazioni 😮 mi aspetterei una maggiore originalita’, una maggiore capacita’ di prefigurare “mondi a venire” piu’ che litigarci sugli scarti del vecchio secolo.”
    […]
    oramai lo avrò detto 1000 volte e non ho + quell’entusiasmo di una volta:

    la politica non deve stare a discettare nuove metodologie…
    la politica implementa, non fa ricerca… al massimo perfeziona al volo… non c’è tempo in una legislatura di intrattenersi (come spesso si fà) aspettando che arrivi una buona idea…
    […]
    da:

    La scuola, il merito e il professore

  170. attenzione IRONIA CINICA:

    L’università ha preso il peggio anche dalla mafia… infatti la struttura mafiosa è incredibilmente meritocratica… perchè paradossalemte conosce benissimo il mercato… seppur vi partecipa illegalmente… la mafia baronale è una forma primordiale di cooptazione che segue solo istinti familistici… non c’è un filtraggio razionale sugli impulsi dei baroni…

  171. GDB ha detto:

    @carlo,
    se lo hai detto con ironia, passi; altrimenti sono costretto a farti notare che altro sono le “logiche mafiose” di cui parli tu e altro l’impresa mafiosa su cui stavo ironizzando io: non sono realtà nemmeno paragonabili…

    Ma non è questo il punto: o ci decidiamo a darci una regolata e ad usare un po’ di rispetto e di “buona educazione” (un concetto forse troppo borghese per i tuoi gusti?) nei nostri commenti, altrimenti la sitazione degenera. Come è degenerata fin qui.

    Ricordiamoci tutti che a leggere questo blog ci sono decine e decine di lettori silenziosi, ai quali alle volte offriamo uno spettacolo desolante.

  172. carlo (lower case) ha detto:

    x GBD: forse mi confondi con qualcun’altro. Non mi sembra di aver mancato di rispetto a nessuno, ne ho mai parlato di classi sociali o attaccato qualcuno dandogli del borghese.

    Per quanto riguarda il precedente commento, io non parlavo di mafia ma di “logiche mafiose”.

    Tu immagina di iscriverti ad un concorso – forte dei tuoi successi e pieno di belle speranze – e che poi arrivi qualcuno e ti “sconsigli” di partecipare, dicendo che anche se dovessi vincere troveresti un ambiente di lavoro “ostile”. Tu una cosa del genere come la chiami?

    E non e’ forse omerta’ quando tutti sanno in anticipo chi vincera’ un concorso, ma stanno zitti e non dicono nulla.

    Ma che ne parliamo a fare, il vero problema delle universita’ italiane e’ la mancanza di fondi. Piu’ stabilizzazioni per tutti! Ecco la soluzione.

  173. GDB ha detto:

    @carlo,
    scusami, tu non c’entri, ci sei andato di mezzo… Le cose che ho detto erano dette a nuora perché suocera intenda. Ovviamente, la mia critica era rivolta a Rivoluzioneitalia (la cui arroganza – a tacer d’altro – è insopportabile) con il quale ho ingaggiato da qualche tempo una discussione sfinente.

    Quanto al resto (Università & logiche mafiose) sono perfettamente d’accordo con te. Ma, insisto, mi sembra sbagliato dire facciamo finta che siamo gli USA (o UK, Danimarca, ecc.) e tutto si risolve. Quei Paesi hanno sviluppato dei sistemi diversi dal nostro proprio perché hanno avuto una storia diversa dalla nostra. Siamo noi che dobbiamo trovare ora la soluzione migliore – anche rivoluzionaria (ma non scimmiottara) – per la nostra storia.

  174. @GDB
    ma dove vivi?
    Non esistono più sistemi diversi… siamo rimasti solo noi esclusi dal mondo…

    Conosci il termine globalizzazione…? I beni astratti concepiti dalla ricerca possono essere fruiti a prescindere dalla posizione geografica in cui ti trovi.

    Quando sei su internet con il tuo mac book pro, telefoni con i-phone o ti guardi una bella mappa satellitare su internet stai già partecipando ad un economia globale…. sei rimasto tu e Tremonti (col suo mercatismo) ad ignorare questa realtà…

    Pensi davvero che la tua retorica socio-economica possa portare l’italia a partecipare al mercato globale della conoscenza?

    Sei convinto che ferrari, scarpe, e prosciutti possano ancora dar benessere ad un intero paese che invece frusice sempre più di beni astratti?

  175. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    quando si arriva alla globalizzazione vuol dire davvero che non si hanno più argomenti… poveretto, sei patetico!

  176. France ha detto:

    Ma che bello, una orgia di seghe mentali: mi ci butto a pesce!
    L’ultimo intervento di R.I. si lega bene a una riflessione che facevo tempo fa: per l’Italia non si fanno distinzioni quando si devono importare modelli e gadgets che non richeidono un grande sforzo (vedi, appunto, tecnologia, le migliori cure, tutto creato e sviuppato fuori), ma quando si tratta di mettere un po’ a rischio la propria stabilita’… Beh, no, mica siamo UK, Daniamarca, Olanda. Noi siamo storicamente diversi! Ah ecco, quindi quando si tratta di istallare eMule e scaricare musica gratis allora yesss, siamo internascional, quando si tratta di metterci al pari degli altri (tutti gli altri) paesi civili per il sistema di reclutamento e l’accademia… No, dai, siamo diversi, bisogna capire, sperimentare…
    Prendetela come provocazione, ma a me fa veramente sorridere (amaro).

  177. GDB ha detto:

    … ormai siamo nell’era della globalizzazione, non ci sono più le mezze stagioni, si vivema meglio quando si stava peggio, i giovani di oggi non hanno voglia di fare nulla, i politici sono tutti ladri, le donne al volante sono un pericolo costante… e altre simili amenità.
    Bravo, continua così…

  178. carlo (lower case) ha detto:

    A me, piu’ che sorridere, mi fa inca**are come un’ape.

    Prendiamo a prestito tutto dall’estero, compresi gli slogan elettorali (qualcuno ancora si ricorda di “Yes we can”?). Ma modelli per univ. e ricerca, quelli no.

    Vogliamo trasparenza e competitivita’…

    … cosi’ chiediamo referee internazionali…

    …che decidano le stabilizzazioni dei ricercatori…

    …su basi meritocratiche! Ole’!

    Quattro contraddizioni in un sol periodo.

  179. Caro GDB
    sei debolissimo dialetticamente… non certo per mancanza di proprietà di linguaggio, ma per contenuti e logica di ragionamento:

    Mi dai del patetico per il termine globalizzazione… senza nemmeno renderti conto che qualche post poco sopra mi hai appioppato in parte le colpe dell’olocausto: 😮

    “GDB dice a rivoluzioneitalia:
    Quanto al tuo sincretismo post-ideologico, ti confesso che mi fa paura!
    Se si dovesse propagare, ha le carte in regola per trasformarsi nel Nuovo Mostro – dopo quelli che abbiamo visto nascere e morire (ma portandosi dietro milioni di vite) nel secolo scorso…”

    L’unica cosa giusta che hai scritto è il tuo nick GDB (genitori democraticamente benestanti). Sei un pò viziatello di benessere e di nostalgica ideologia.

  180. France ha detto:

    Tipo: Dipartimento di Cambridge che ha un posto per young investigator e indice una selezione comparativa dove la prima scrematura e’ fatta da 4 referee anonimi pescati tra Oxford, Harvard, Riken e EMBL. Partecipano 3 postdoc che sono a Cambridge da 3, 5 e 8 anni, un PhD di Barcellona, uno di Milano e uno di Oxford. Il regolamento del concorso assegna un punteggio massimo in base al numero di anni passati a Cambridge. Passano i 3 cambridgiani. Fanno un orale con una commissione di Cambridge. Vince quello con 8 anni di postdoc.

  181. ciao France

    Mi dispiace… ma ho perso un pò della vecchia grazia che tu invece riesci sempre a mantenere… ti garantisco che qui in italia è molto difficile.

    In questi periodi con certa gente ho imparato anche un pò a sbraitare… visto che è di uso comune oramai per farsi intendere.

  182. GDB ha detto:

    @caro France, ammiro la tua ironia che sembra sostenuta da una grande itelligenza (superiore?).

    Ad Unità politica avvenuta, Graziadio Isaia Ascoli (non è un’invocazione né tanto meno un’imprecazione, ma un nome di persona – lo dico per Rivoluzioneitalia), rispondendo alla proposta manzoniana di convertire linguisticamente l’Italia al fiorentino contemporaneo, ha sostenuto che il linguaggio non poteva essere considerato semplicisticamente come “una nuova manica da infilare”.

    @Rivoluzioneitalia, che dice “in questi periodi con certa gente ho imparato un pò (sic!) a sbraitare”.
    In realtà, a me sembra che tu abbia sbraitato fin dall’inizio della tua apparizione in questo blog (e francamente anche un po’ troppo), ma mi pare di poter dire che ultimamente si siano visti dei miglioramenti.

  183. si forse hai ragione… diciamo che ho accelerato allora…
    a me manfrine tipo quelle che fai te piacciono poco.

    in compenso io rispondo sempre nel merito… tu non riesci a rispondere nel merito a nulla…

    se ti senti infastidito dai miei toni prova a rispondere a france. A me e ad altri basta leggerti in copia.

  184. France ha detto:

    @GDB
    Intelligenza superiore? Stai a vedere che sono posseduto dagli alieni…
    Ascoli aveva ragione: infatti oggi tutti a Milano parlano il Milanese, a Roma il romanesco e a Genova il genovese… La lingua fu adottata per via ufficiale ( ma esisteva gia’ da 600 anni, o giu’ di li’, e le elites la usavano gia’, e lo stato piemontese l’aveva gia’ adottata al posto del francese…) e pian piano divenne quella parlata da tutti.
    Avrai comunque tutte le soddisfazioni quando Stellina aprira’ il vaso di pandora e ne usciranno gli stipendi per gli strutturati, 4000 posti da ricercatore con deroga al turnover fino al 2013, e la sacrosanta riforma dei concorsi con doppia idoneita’ per ass e ordinari.

  185. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    ti ho già spiegato che certi toni con me non attaccano.
    Se vuoi un confronto civile sui contenuti, prima impara le regole del confronto civile (mio nonno che purtroppo non era un operaio mi ha spiegato che il più delle volte forma e contenuto vanno insieme).

    Se invece quello che ti preme è restare ancorato alle tue due regolette imparate sugli appunti del tuo guru Perotti, senza farti minimamente sfiorare dal dubbio che forse le cose potrebbero andare in altro modo, accomodati pure.

  186. Bene da ora in avanti sarò moderato.

    Puoi gentilmente rispondere alle diverse domande che ti ho precedente posto?

    Grazie in anticipo
    Cordiali Saluti rivoluzioneitalia

  187. GDB ha detto:

    @France, vedo non senza soddisfazione che hai studiato la storia, peccato che sbagli le conclusioni… ma non è questo il punto.

    Io come te, e come tutti qui, desidero il bene del Paese, senza pretendere di avere ricette per nessuno; e mi sento offeso e oltraggiato quando incontro questi tipi che per aver letto due articoli di giornale pensano che sia tutto semplice e che solo loro hanno la soluzione.

    Poi quando si arriva alle offese personali (o anche a quella facile ironia, buona per tutte le occasioni) – contro di me o contro di altri non importa – credo che si debba intervenire per far sbollire i bollenti spiriti.

    Qui (e nella Ricerca che vogliamo costruire) siamo tutti uguali: cervelli in fiuga e assegnisti di ricerca in lista d’attesa, figli di borghesi e figli di operai. Scontenti dell’esistente e impegnati in un unico programma: risanare il sistema.

    Se vi stanno bene queste condizioni, io ci sto a collaborare. Altrimenti vorrà dire che ci faremo i blog (e le pippe sulle riforme) separati:

    blog n° 1. cervelli in fuga figli di genitori operai;
    blog n° 2. cervelli in fuga figli di genitori borghesi
    blog n° 3. assegnisti figli di genitori operai
    blog n° 4. assegnisti figli di genitori borghesi

    Tutti contenti così!

  188. caro GDB
    Hai ragione…

    quale modello (a prescindere da classi sociali) proponi quindi per università e ricerca in italia?

  189. GDB ha detto:

    @rivoluzione,
    come ho cercato di dire fin dall’inizio, non credo che sia una questione di modello (alla francese, alla olandese, alla giamaicana?); così come ho sempre sostenuto che non è tanto questione di Nuove regole (ma semmai ‘anche’ di Nuove regole).
    Certo occorrono dei nuovi meccanismi, ma fintanto che non cambia il cittadino italiano – cosa che stanne certo non avverrà domani in virtù delle regole di Perotti – difficilmente si vedranno dei miglioramenti.

    Nello specifico, mi stanno bene tutte le cose sensate che si scrivono e si leggono oramai da anni in questo blog: controllo in ingresso, controllo durante, responsabilizzazione delle strutture, dei direttori di dipartimento… (ma non è facile, né ho in tasca la ricetta: come si fa a valutare una ricerca di filosofia? con il numero delle pagine? con il numero di citazioni che ha generato. Permettimi di dubitarne).

  190. @GDB
    Personalmente ritengo che la politica non debba intrattenersi più di tanto nel pensare a cercare nuove metodi per silvere problemi. Potremmo seriamente tendere ad un immobilismo che peggiora le già pessime condizioni presenti.

    La politica a mio avviso (ma dimmi pure se sbaglio) dovrebbe tendere ad implementare modelli già collaudati. Prendendo specialmente spunti da quei paesi europei che in qualche modo, condividendo già un mercato unico, hanno obbiettivi democratici affini ai nostri. In altre parole si può pensare che paesi europei condividono un destino unico. Cosa ne pensi?
    Dici di aspettare finche non ci viene un idea brillante?

  191. @GDB

    Tu giustamente dici che finchè non cambiano gli italiani sarà dura riformare il paese.

    Quali metodi suggeriresti ad un governo per cambiare il singolo cittadino?

    Non credi che appellarsi direttamente alle coscenze o alla morale dei singoli sia un errore politico? Nel senso ci sono strumenti come ad esempio la leva fiscale con cui è possibile intervenire sull’economia di un paese… quali “leve morali” potrebbe usare un governo?

  192. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    hai senz’altro ragione: in questo momento l’Europa è la stella polare. Anzi, mi sembra che proprio da quel versante la discussione langua. Cosa si attende, per esempio, a prospettare un dibattito serio su Scuola e Università europee?
    Dopo il gran clamore suscitato l’anno scorso dall’inserimento di un riferimento alle radici cristiane (o greco-giude) della Comunità europea nel Preambolo alla sua Costituzione, non mi risulta infatti che oggi ci sia nessuna discussione in corso. E la questione non mi pare marginale.

    Quanto alla questione del concorso in Italia, o meglio della sua abolizione, come sai bene comporterebbe un intervento sulla Costituzione. Ovviamente, si può fare tutto; ma sinceramente non mi pare che ci siano le condizioni politiche (di dialogo) per una simile operazione, che non può che essere bipartisan.

  193. France ha detto:

    Corroboro il post di R.I. con un esempio serio: nei paesi del nord Europa, e ci includo quello dove sto, le universita’ sono largamente pubbliche, le tasse universitarie sono leggermente, ma non enormemente, superiori alla media italiana, e proporzionali al reddito, lo stato spende mediamente di piu’, i docenti sono di piu’ non esistono i concorsi ma la chiamata diretta, dipartimenti, facolta’ e atenei sono valutati anno dopo anno e finanziati di conseguenza, chi ha una cattiva performance viene penalizzato a livello di ricercatore, principal investigator, dipartimento, facolta’, ateneo. L’accesso alla carriera accademica prevede il PhD, sempre pagato e ad accesso libero, un postdoc 1+3 o 2+2, quasi sempre associato ad una o piu’ esperienze all’estero, la parecipazione a 3 livelli di finanziamento riservati esclusivamente a giovani ricercatori “in corso di post doc”, e l’obbligo da parte delle istituzioni di offrire un contratto a tempo indeterminato, se ci sono i soldi ed e’ nella pianta organica, dopo 5 anni consecutivi di contratto postdoc (o da tecnico). I prof ass e ord guadagnano su per giu’ quanto quelli italiani, ma dottorandi, postdoc e ricercatori praticamente il doppio.
    E’ un sistema tremendamente antidemocratico? Non credo, visto che qui attorno in facolta’ (Medicina, mica scienze politiche!) vedo tanti, ma tanti, figli di immigrati (e nella citta’ dove vivo LA META’ degli abitanti e’ non-olandese e i vecchi fanno gli operai al porto o al petrolchimico, lavorano ai mercati o scavano le buche nelle strade, imbiancano, murano, puliscono).
    E’ un sistema tremendamente assistenzialista? Non credo, perche’ chi non produce viene rapidamente “eliminato”.
    E’ un sistema trmendamente improduttivo? Non credo, perche’ nelle varie Times, Jao tong e quiquoqua le univ olandesi figurano TUTTE nelle prime 200, i gruppi di ricerca del mio campo pobbicano caterve di articoli su Science, Cell e Nature e ci se la gioca con Oxford, Stanford, Cambridge, Harvard, Lund etc etc etc spesso alla pari.
    Questo sistema va vanti con successo da decenni, piu’ o meno dagli anni Sessanta quando qui la politica decise che la conoscenza e la ricerca scientifica erano da preservare e implementare, A PRESCINDERE da chi governa o no. Come piu’ di recente sono riusciti a fare in Spagna (mai stao a Barcellona?).
    Se, quindi, questo sistema funziona qui, PERCHE’ da noi no?
    Perche’ prima bisognerebbe cambiare gli Italiani (con gli olandesi?): quindi no, bisogna trovare la via italiana e di DESTRA ( o di SINISTRA) all riforma.
    Sai che ti dico? Che facciamo prima a cambiare noi paese…

  194. @GDB
    Noi qui del blog anche anche attraverso il dialogo con bravi ricercatori di diritto siamo arrivati a congetturare che non è necessaria intervenire sulla costituzione.

    I grandi padri fondatori avevano lasciato ad un parametro la possibilità di intervenire senza modificare la costituzione.

    Ho conservato nel mio blog alcuni stralci di quella importante discussione che puoi leggere al seguente link:
    http://rivoluzioneitalia.blogspot.com/2008/09/sfatiamo-il-mito-dellincostituzionalit.html

    Se cmq hai ulteriori informazioni che invalidano la congettura mi farebbe molto piacere che tu me li indicassi.

  195. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    l’ho detto all’inizio: non presumo di avere la ricetta. Certamente, però qualcosa si deve fare.
    Innanzitutto, approfittare di questo momento di esposizione mediatica per far passare dei contenuti: così non si può continuare, abbiamo toccato il fondo. Poi, impegnarsi a tenere alta la guardia; continuare nell’azione di sorveglianza e di denuncia.

    Tu mi chiedi che ruolo deve giocare la Politica; e io non voglio dare una risposta demagogica. Ma se poi la Politica è peggio dell’Università, è logico che qualunque risposta sarà in grado di formulare sarà poco credibile.

    Infine, due cose concrete si possono fare subito: abolire il concorso locale per i ricercatori e vigilare che non sia nuovamente introdotta la doppia idoneità per i professori. So che non ti sta bene, né pretendo di dire che è la perfezione, ma credo che siano tra le sole cosa facilmente (e immediatamente) ottenibili in questo momento.

  196. GDB ha detto:

    …rispondevo al tuo intervento delle 4.54.

    Riguardo alla (in)costituzionalità dell’abolizione del Concorso, mi sembra che i tecnici non siano d’accordo…. e già immagino il polverone che si solleverebbe se Berlusconi osasse fare questo passo. ma forse mi sbaglio….

  197. @GDB
    Non ritieni che invocare l’europa per poi ricorrere alla difesa dell’italianità sia controproducente per la condizione e per l’immagine dei ricercatori precari e di tutta l’università?

  198. @GDB
    Mi potresti per favore indicare un documento o il report di una qualche discussione riguardante quei tecnici a cui facevi riferimento?

  199. GDB ha detto:

    @France,
    come forse a questo punto ti sarai reso conto, non ho mai preteso di avere ragione a priori. Sto tentando invece di introdurre degli elementi di dubbio riguardo a costruzioni francamente semplificatorie. Ho detto “io la penso così” e non “è così”; e se non ti dispiace mi piacerebbe che si ascoltassero tutte le voci…

  200. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia
    che dici “Non ritieni che invocare l’europa per poi ricorrere alla difesa dell’italianità sia controproducente per la condizione e per l’immagine dei ricercatori precari e di tutta l’università”.
    Nessuno ha difeso l’italianità, ma solo introdotto una dimensione storica che guarda caso implica l’Europa.

    E che dici: “Mi potresti per favore indicare un documento o il report di una qualche discussione riguardante quei tecnici a cui facevi riferimento?”.
    Non appena li avrò trovati te li posterò volentieri sul tuo blog; nel frattempo, ti rimando alla Costituzione (scusandomi per la genericità del riferimento).

  201. @GDB
    Quello che dici ti rende in qualche modo merito. Questo blog è infatti un ottimo laboratorio per confrontare le idee… Il punto è che oramai sia io che molti frequentatori sanno che vi è una decisione importante da prendere… ed è quella con cui ci si gioca il nostro futuro e quello di un paese:

    STIAMO FERMI O SEGUIAMO L’EUROPA?

    Personalemnte ritengo che non ci si può sottrarre dal rispondere a questa domanda.

    E provocatoriamente (spero che tu me lo conceda) concludo che chi si astiene dal rispondere, è consciamente o incosciamente in una condizione di privilegio rispetto a molti altri.

  202. France ha detto:

    @GDB
    Beh, guarda, qui vige la piu’ grande uguaglianza: non conta un cazzo nessuno.
    Per cui tutte lo opnioni sono rispettate, anche quelle dei piu’ sporchi turboliberisti e sovversivi comunisti.
    Mi piacerebbe vedere (ma moriro’ prima) chi uscirebbe fuori con gli ombrellini da sole a contestare un governo che attuasse valutazione-responsabilizzazione-abolizione dei concorsi. Uno lo conosco, Giulio Palermo, forse anche un Fabio de Nardis. Tolti questi, non saprei… E comuqnue, fosse anche con un voto di fiducia a maggioranza, se si volesse, si farebbe. Ma i primi a non volerlo sono quelli che mandano i figli a Harvard (a botte di 200.000 euro) e siedono beati sulle auguste poltrone…

  203. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    sono lieto che alla fine di un pomeriggio un po’ nervoso si riesca a trovare una sintonia.

    Tuttavia, quando a proposito della abolizione del concorso, tu dici “Noi qui del blog anche anche attraverso il dialogo con bravi ricercatori di diritto siamo arrivati a congetturare che non è necessaria intervenire sulla costituzione”, usi non a caso il l’espressione “congetturare che…”.
    Probabilmente, anzi certamente, avranno ragione loro, i bravi ricercatori di diritto (ho certamente più stima nelle loro capacità di quanta non ne abbia in quella dei nostri politici e dei loro funzionari amministrativi…), ma concedimi che la materia è bollente. Cosa credi: che a me piacciano i concorsi o che li trovi divertenti? Però, non credo sia una strada in questo momento percorribile.

    Infine, alla tua domanda – che è anche il nostro grido di dolore – io rispondo: non seguiamo l’Europa, ma GUIDIAMOLA.
    Dall’Europa, dove attualmente si trovano centinaia di ricercatori italiani, e dall’Italia (la fogna italiana dove siamo sommersi noi tutti), cerchiamo di spostare la discussione a livello comunitario perché si adottino standard condivisi per la Ricerca europea, all’interno di un processo di unificazione politica.

  204. @GDB
    La domanda era a risposta chiusa… non si poteva aggiungere una ulteriore ipotesi…

    Quel GUIDIAMOLA che tu aggiungi è in realtà un errore molto pericoloso che ha già spazzato via un intera e importante classe politica.

    La Sinistra cosidetta radicale ha sempre insistito sulle lotte relative ai grandi temi che però necessitano “grandi arene” per essere discusse… forse il G8 o forse il parlamento europeo. La loro tenacia spesso ideologica nel non capire il giusto constesto in cui discutere quei grandi temi li ha però purtroppo cancellati via.

    La tua proposta di GUIDARE l’EUROPA dall’italia è purtroppo politicamente impossibile e quindi inefficace.

    E’ come voler fermare un treno in corsa ponendosi davanti alla motrice anziche montare al volo e azionare il freno.

  205. Se non ripspondiamo a quella domanda, faremo noi ricercatori precari la stessa fine.

  206. 5annidiassegni..avuoto ha detto:

    scusate,
    l’abolizione dei concorsi secondo me in linea di principio sarebbe sacrosanta. Ma sappiamo che i concorsi attuali sono sostanzialmente delle farse, e quindi ad oggi in italia vige di fatto la chiamata diretta, ma con un piccolo particolare: una volta chiamato il ricercatore non è “chiamato” a fare nulla di serio; nessuno di quelli che ti hanno chiamata ci perde nulla se tu sei un incapace. Quindi per chi ha un basso livello etico non c’è nulla che lo induca a non chiamare un parente o il figlio della portiera che gli sta tanto simpatica.
    La costituzione richiede il concorso: allora per me possono rimanere come sono ora (o cambiare è lo stesso), ma se non si tagliano i fondi a chi non produce, se non si fanno delle valutazioni serie e delle classifiche delle università e dei dipartimenti, se non si responsabilizzano i direttori di dipartimento, i presidi di facoltà ecc… non cambiarà assolutamente nulla

  207. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    capisco l’amarezza e anche lo sgomento che provi per il momento che stiamo vivendo, perché sono anche miei.

    Oggi, esistono tante ricerche europee, ma nemmeno uno straccio di Ricerca europea. Eppure è lì che sembra tendere la storia. Ora, quello che io dico, ovviamente, non è di porci come modello di ricerca (non sarebbe consentito dirlo neanche con intenzioni di “ironia cinica”); ma, proprio in quanto elemento critico del sistema europeo (da caso clinico, se vuoi), la giovane ricerca (precaria) italiana potrebbe a diritto inugurare il dibattito, sollevando il problema (che presto o tardi riguarderà tutti i membri del club): quale futuro alla Ricerca europea?
    Una domanda che – ripeto – finora non ho mai sentito sollevare da nessuno.

    Non sottovalutiamo l’opportunità storica che ci è stata data.

  208. @GDB
    Capisco anch’io la tua tenacia (e di alcuni altri) nel non voler rispondere a quella domanda…

    Il punto è che però questo tuo ultimo ragionamento che proponi chiede ad una generazione di persone di immolarsi a cavia per un esperimento politico di dubbia riuscita…

    Ha un senso sacrificare tutte queste persone?
    Questa tua proposta ha un senso politico?

  209. GDB ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    i ric.precari italiani più che chiedere un po’ di pulizia nei concorsi non possono fare nulla, semplicemente perché politicamente non esistiamo.
    Non illudiamoci che finita la protesta di studenti, presidi e rettori rimarranno i ric.precari. Non rimarrà nulla.

    Credo con questo di averti risposto.
    Carlo

  210. Carlo ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    oggi pomeriggio mi hai rivolto tante domande alle quali ho cercato di rispondere con onestà intellettuale.

    Ora, dimmi, secondo te, attraverso quali leve sarebbe possibile convincere la nostra classe politica a dare quelle risposte che si desiderano? (meritocrazia, giustizia sociale, ecc.)

  211. caro (carlo) GDB

    Purtroppo NO, non hai risposto… hai semplicemente delegato il tempo a trascorrere.

    Non capisco come malgrado pur conoscendo l’epilogo, tu ti voglia suicidare alla NON AZIONE.

    Conosco questo tuo lassismo e quello di altri amici veri e amici bloggers, lo ritengo privilegio. Ovvero “preferisco una condizione attuale comoda e certa anche se modesta, rispetto ad una che non posso prevedere”.

  212. @Carlo

    la leva è quella di scrivere negli SLOGAN delle manisfestazioni, delle occupazioni dei blocchi la parola EUROPA…
    poi continuare a manifestare, a bloccare, ed a occupare… anche con la forza… fino alla rottura di un qualche meccanismo… che ci renda finalmente forti e non più indifferenti all’opinione pubblica.

  213. Carlo ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    debbo risponderti con le tue stesse parole: anche la tua proposta infatti “è purtroppo politicamente impossibile e quindi inefficace”.

    Se provi ad affacciarti in piazza non vi troverai ric.precari (non c’erano ieri e non ci sono oggi), ma solo studenti, professori e qualche rettore.

    Anche la tua soluzione, dunque, vota al suicidio quella generazione che peraltro -per quanto doloroso, lo si dovrà ammettere – non sembra desiderare altro.

  214. Sono di certo la minoranza… anche relativa… è chiaro che gli studenti sono molti di più… ma gli studenti da bravi studenti cercano la voce dei ricercatori durante i loro “laboratori di okkupazione negli atenei”…

    Bhè se ognuno di noi spiegasse loro come funziona la ricerca in europa, ne usciremmo politicamente e civilmente vincitori…

  215. Carlo ha detto:

    @rivoluzioneitalia,
    su questo punto vorrei tanto essere io quello che si sbaglia. Ma finora, riguardo alla mobilitazione dei ric.precari, non è stato così.

    Il rapporto tra ric.precari e gli altri soggetti coinvolti in questi giorni dalla protesta mi ricorda tanto quello della ricetta delle “polpette di qualglia”: un cavallo per una quaglia.

    Quanto poi alla capacità dei ric.precari di “spiegare” agli studenti come funziona la ricerca in europa, niente da dire; ma se ti immaggini che questi si prestino a fare da cassa di risonanza per gli interessi della ricerca, temo che ti sbagli di grosso. Il rischio è invece che ne usciremo solo politicamente e civilmente svergognati…

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