COMUNICATO STAMPA PRECARI E STUDENTI DELLA SAPIENZA

12 ottobre 2009

1255346322476_2 MANIFESTANO CONTRO IL GOVERNO MENTRE NAPOLITANO E FRATI PREMIANO LE MIGLIORI RICERCHE. COME SUL TITANIC.

Gli studenti e i precari dell’università “La Sapienza” di Roma hanno manifestato durante il convegno in cui il presidente Giorgio Napolitano e il rettore Luigi Frati hanno premiato le migliori ricerche dell’ateneo. Letteralmente appesi a venti metri d’altezza, un ricercatore precario e una studentessa hanno aperto uno striscione con il messaggio “La ricerca è appesa a un filo, non tagliate la corda” davanti al Rettorato. La protesta è continuata anche durante la premiazione in Aula Magna: sono stati esposti cartelli che richiamavano all’attenzione del presidente della Repubblica i provvedimenti del ministro Gelmini sull’università e sulla ricerca. “Lodo Gelmini: illegittimo”, “Dalla Sapienza all’Ignoranza”, “Senza fondi il precario affonda”, recitavano i cartelli. La precarietà dell’università, infatti, è destinata ad aggravarsi nei prossimi anni per i tagli del governo. E i primi a farne le conseguenze saranno proprio i precari e gli studenti. Le parole, dunque, non bastano più. Non bastano quelle del rettore Frati, che crede di difendere il suo ateneo truccando le statistiche affinché la Sapienza non perda troppi finanziamenti pubblici, ma di fatto approva i provvedimenti del governo. Così forse tutelerà la sua corporazione baronale, non certo le forze vive dell’università: infatti, proprio i precari che svolgono realmente le ricerche più prestigiose sono stati esclusi dai premi della Sapienza. Né bastano le parole del presidente Napolitano, che da molti mesi richiama, invoca, auspica genericamente un maggiore investimento nella ricerca: ma gli appelli rimangono regolarmente inascoltati. Il Presidente dovrebbe prenderne atto se non vuole mostrarsi complice del governo. Berlusconi, Brunetta e Gelmini sono nemici della cultura e dell’istruzione, dei precari e degli studenti che le tengono in piedi, e nessuna Corte Costituzionale dichiarerà illegittime le loro leggi sull’università e la ricerca. Chi vuole davvero difendere l’università deve dunque passare ai fatti e schierarsi davvero contro questo governo. Dalla parte dei precari e degli studenti, che non hanno mai smesso di farlo. i precari e gli studenti della Sapienza RASSEGNA STAMPA

AdnKronos: http://bit.ly/9VzJm

Corriere della Sera: http://bit.ly/4EV5I1

La Repubblica: http://bit.ly/47nk1R

Il Messaggero: http://bit.ly/23J2J9

Il Tempo:  http://bit.ly/2Jdmyp

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Interrogazione parlamentare su sblocco fondi 2009 (per i concorsi)

8 ottobre 2009

Cari ricercatori flessibili,

ieri è stata depositata un’ altra interrogazione parlamentare riguardante lo sblocco dei fondi della 3a tranche Mussi (quella 2009) dei concorsi per ricercatore.

Di interrogazione in interrogazione…

link


Il demerito al governo

6 ottobre 2009

Lo scorso 24 Luglio in una conferenza stampa tenuta a palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Stella Gelmini ha consegnato al mondo dell’informazione una classifica del merito degli atenei italiani, da lei stessa utilizzata per distribuire il 7% del fondo di finanziamento ordinario (f.f.o.) in base ad una rigida valutazione della produttività didattica e scientifica di ogni università. Il giorno dopo, un entusiasta editoriale del prof. Francesco Giavazzi sulle colonne del Corriere della Sera lodava l’iniziativa della Gelmini come “un secondo segnale forte (il primo fu il decreto sui concorsi di novembre) del quale il ministro Gelmini porta tutto il merito”. Si sa però che in Italia i criteri meritocratici latitano. Basta infatti dare una semplice occhiata alla metodologia usata per costruire la classifica del merito degli atenei italiani per notare che i calcoli svolti dal Ministero ed esaltati dall’editoriale sono tutti sbagliati. Nell’assegnare i “fondi meritocratici” il Ministro non ha saputo tener conto del fatto che il f.f.o. del 2008 non era stato distribuito in parti uguali alle singole università, ma ripartito secondo quote più o meno proporzionali alle dimensioni. Leggi il seguito di questo post »


Interrogazione parlamentare su blocco dei fondi FIRB giovani

4 ottobre 2009

Interrogazione a risposta in Commissione 5-01870 presentata da

MANUELA GHIZZONI
venerdì 2 ottobre 2009, seduta n.225
GHIZZONI. –

Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

– Per sapere – premesso che:

con la precedente interrogazione n. 5/00848, depositata il 15 gennaio 2009, si è segnalata la discrepanza tra i criteri del bando FIRB «Futuro in ricerca» e la originaria volontà del legislatore di sostenere progetti di ricerca di giovani studiosi garantendo trasparenza nella valutazione delle proposte e valorizzazione del merito;

ad oggi, come si apprende dagli organi di stampa, dopo più di sette mesi dalla scadenza dei termini per la presentazione progetti, non è stata ancora insediata la commissione preposta ad esaminare gli oltre 3700 progetti pervenuti;

3700 giovani ricercatori hanno creduto nella possibilità di ottenere finanziamenti per le proprie idee ed hanno pensato, alcuni, di poter rientrare dall’estero; a tali legittime attese il Ministero risponde bloccando l’iter di valutazione dei progetti e la conseguente attribuzione del finanziamento a quelli selezionati;

la risposta alla citata interrogazione, resa in Commissione in data 12 febbraio 2009, in merito all’età dei beneficianti, afferma che «si tratta di giovani dei quali si vuole favorire, con una finalità ulteriore rispetto a quanto previsto finora da tutti gli interventi a favore dei giovani ricercatori, l’inserimento nelle strutture degli atenei e degli enti di ricerca afferenti al Ministero, con un ruolo di protagonisti rispetto a quello tradizionale di semplici operatori della ricerca, e con l’avvio di un possibile futuro percorso di tenure track allo scopo di porre freno, in questo settore, al fenomeno della “precarizzazione a tempo indeterminato”. Ciò consentirà, tra l’altro, di porre preventivamente un freno al cosiddetto fenomeno del brain drain (fuga di cervelli). La previsione di apertura del bando anche a giovani ricercatori non italiani, purché comunitari, consentirà altresì di favorire un tentativo di brain gain (acquisto di cervelli) a compensazione dell’eventuale fisiologico brain drain, e, in ogni caso, sarà a totale vantaggio della internazionalizzazione del nostro sistema ricerca»;

il colpevole ritardo nella procedura di selezione disattende gli obiettivi originari del bando e soprattutto smentisce le stesse argomentazioni rappresentate dal Ministro circa la volontà di contrastare la «fuga dei cervelli» e la «precarizzazione a tempo indeterminato» -:

quali siano le ragioni del ritardo nella selezione dei progetti meritevoli di finanziamento e se il Ministro non ritenga che, trascorsi oramai più di nove mesi dal licenziamento del bando e sette dalla scadenza dei termini per la presentazione delle domande, non si debba insediare, senza ulteriori deroghe, la commissione esaminatrice, per rispondere alle legittime attese degli oltre tremila ricercatori che hanno fatto richiesta di accesso ai fondi stanziati. (5-01870)


Presentato al Consiglio dei Ministri un pacco per l’ università

24 luglio 2009

Da ieri le voci si rincorrono …la corte costituzionale avrebbe sentenziato sui professori fuori ruolo, oggi il CdM avrebbe varato un pacchetto università che discrimina fra atenei virtuosi e redistribuisce parte del FFO, poi altre voci si rincorrono ecc…

Sinceramente aggiornare il sito è impossibile perché le notizie sono frammentarie e non si capisce cosa sia realmente accaduto. Ci piacerebbe ad esempio conoscere i pesi oggettivi con cui si è stilata la classifica fra gli atenei o il contenuto del fantomatico decreto sui concorsi per ricercatore o sull’anvur, ecc….

L’unica cosa che si può leggere è il seguente sito del ministero dell’istruzione che descrive il nuovo pacco università (link)


Lettera aperta al Ministro Gelmini del Coordinamento Nazionale dei precari dell’Università FLC-CGIL

22 luglio 2009

All’on. Mariastella GELMINI

Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Oggetto: il precariato della docenza e della ricerca nell’Università

Signor Ministro, da molti mesi, come previsto dal DL 180, convertito in legge il 9 gennaio 2009, il paese aspetta invano il decreto attuativo di definizione dei criteri di valutazione dei titoli e delle pubblicazioni nei concorsi a ricercatore. Un decreto che promette maggiore trasparenza nello svolgimento dei concorsi e che renderebbe possibile sia lo sblocco dei concorsi già banditi dagli Atenei sia l’avvio della seconda e della terza tranche del reclutamento straordinario. Se la situazione dell’università italiana in questo momento è critica, lo è particolarmente per quella fascia di studiosi che ancora non ha un rapporto lavorativo a tempo indeterminato con gli Atenei e che però, con dedizione, competenza e sacrificio, da molti anni fa quella ricerca grazie alla quale l’Italia continua a essere ai vertici internazionali. Da molti anni a questa parte, infatti, quasi la metà del personale impegnato a tempo pieno in ricerca e docenza negli Atenei è reclutato con contratti parasubordinati (assegni di ricerca, cococo…) e borse di studio, la maggior parte dei quali privi delle più essenziali tutele previdenziali ed assistenziali. L’elevata professionalità dei ricercatori e docenti precari è dimostrata dal bagaglio delle numerose esperienze in materia e delle pubblicazioni, contribuendo direttamente al prestigio degli Atenei italiani. Così come quasi la metà dei corsi universitari è sostenuta da quello stesso personale precario, il cui lavoro permette agli Atenei il raggiungimento di un corretto rapporto tra docenti e studenti, che tiene l’Italia ai livelli europei. Purtroppo, la sovrapposizione di diverse riforme, che non sono mai state rese completamente operative, ha generato una situazione di devastante stallo generale e, in particolare, una sostanziale e gravissima sospensione del reclutamento, cioè dei concorsi a ricercatore banditi a livello nazionale. Grazie ad alcune indagini, si stima infatti che nelle Università italiane vi siano circa 50.000 precari impegnati a tempo pieno nella ricerca e docenza (Fonti dei dati: CRUI e MIUR del 2006 su 33 Università censite, MIUR del 2008 più autocensimento nel 2008). I dati rilevati in questi casi, sebbene parziali, evidenziano inoltre una crescita cospicua e costante del precariato nei ruoli di docente e ricercatore universitario. Se guardata dal punto di vista dello Stato, questa circostanza non permette di utilizzare al meglio quelle risorse umane per la cui formazione e qualificazione sono stati spesi centinaia di milioni di euro. Ora più che mai il fenomeno dei cosiddetti ‘cervelli in fuga’ è diventata un’emergenza, ma qual è la sua reale pericolosità? In termini di economia di sistema, le nostre Università hanno formato studiosi di altissima levatura scientifica, che però metteranno il loro sapere a disposizione non della nostra nazione e dei nostri giovani ma di altri paesi. Questo, nel migliore dei casi. Altrimenti saranno destinati a vedere ignorati e mortificati il loro impegno e la loro qualificazione. Se invece questa situazione la si guarda con gli occhi dei singoli ricercatori e docenti ancora precari, si vedrà un pericolosissimo fenomeno sociale per cui decine di migliaia di giovani e, purtroppo ormai di ex giovani, da un giorno all’altro non riusciranno più a sostenere quello sforzo economico, sociale e umano che finora gli ha dato la forza di aspettare una svolta nella propria vita lavorativa. E questo è particolarmente grave per quegli studiosi che non possono contare su una condizione sociale di partenza agiata. È questa la selezione che cercava, Signor Ministro? Questi ricercatori e docenti il proprio dovere – anzi, molto più del proprio dovere – lo hanno fatto, lo stanno facendo e hanno intenzione di farlo. Si tratta però di dargliene la possibilità concreta. Occorre in primo luogo dare finalmente attuazione a un piano di reclutamento straordinario non più procrastinabile e il ruolo del Suo Ministero è anche quello di dettare quanto prima le linee guida per una campagna di reclutamento ciclico e ordinario sulla base delle reali esigenze di didattica e ricerca degli atenei, che prenda il via col prossimo Anno Accademico. È necessario inoltre, da subito, assicurare ai ricercatori e docenti precari i diritti minimi di ogni lavoratore: retribuzioni adeguate, diritti pensionistici ed assistenziali, ammortizzatori sociali, rappresentanza negli organi accademici. Tutto ciò con l’obiettivo di mantenere sempre alto il livello di didattica e ricerca nei nostri Atenei italiani e conservare nel nostro paese un livello di civiltà del lavoro degno di questo nome. Ricordiamo, infine, che non è più accettabile la stipula di contratti di docenza a titolo gratuito, modalità indecente diffusasi in molti Atenei del paese in conformità a quanto previsto dalla L. 230/2005, art. 1, c.10. L’assenza di retribuzione è infatti inevitabilmente correlabile con la riduzione della qualità dell’offerta didattica e soprattutto con un inaccettabile trattamento dei lavoratori. Proprio per la gravità del quadro sopra descritto riguardo la ricerca e docenza precaria, e per organizzare e difendere i lavoratori precari della conoscenza che operano nelle università italiane si è costituito il Coordinamento nazionale dei precari dell’Università. Dalla lotta per un reclutamento straordinario, dall’opposizione alla ristrutturazione antidemocratica dell’Università alle vertenze locali per i diritti negati, il Coordinamento porterà la voce dei precari dell’Università dovunque sarà necessario. Per la particolarità e l’urgenza che purtroppo caratterizzano la condizione di questi lavoratori, abbiamo la necessità di un confronto immediato e diretto al fine di comprendere con chiarezza quali sono le misure che Lei, e il governo di cui fa parte, abbiano previsto per una soluzione efficace e tempestiva del reclutamento dei ricercatori universitari. Prima di un punto di non ritorno.

Distinti saluti,

Coordinamento Nazionale dei precari dell’Università FLC-CGIL


Nuova bozza decreto di legge delega governance e reclutamento

18 Maggio 2009

Ecco il link ad una nuova bozza della legge delega su governance e reclutamento scaricabile dal gruppo  Assegnisti di Siena

Salute (e fraternità)  a tutti

Scarica nuova bozza e relazione introduttiva


Bozza del nuovo DDL su Governance e Reclutamento

22 aprile 2009

E’ or ora passato sulla mailing list dell’ANDU (fonte attendibile).

Si tratta di una bozza governativa della futura nuova legge su Governance e Reclutamento…credo che ci sarà modo di dibattere.

ddl_governance_reclutamento


Nuova proposta di legge delega governativa sull’Università

22 febbraio 2009

E’ di queste ore una nuova proposta di legge delega dell’intero sistema universitario fatta girare ormai in numerose mailing list, la fonte è attendibile ed è di governo.

Ecco l’occasione di leggerla e commentarla nei molti risvolti che suggerisce.

Personalmente mi sembra un nuovo specchietto attira-allodole che si scontrerà con un muro di gomma. E alla fine cambia tutto …per non cambiare nulla.

bozzanuovoddluniversitagoverno


Università alla deriva?

7 febbraio 2009

Cari Fratelli, Compagni e Cugini

La legge Gelmini non decolla, mancano i decreti attuativi che dovrebbero uscire entro il 9 Febbraio (ma nessuno sa se così sarà e quali le conseguenze sui futuri concorsi se tale limite non fosse rispettato).

I tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario della legge Tremonti permangono e bloccheranno in base alla stessa legge Gelmini i concorsi e le prese di servizio in moltissime università over 90% a partire dal 2010.

Nel 2009 -senza decreti attuativi su commissioni e criteri di merito…e con estrema confusione sulla liceità della riapertura dei bandi- i concorsi di fatto  sono…bloccati.

Ecco un post che serve per fare il punto della situazione dalle varie sedi universitarie, per raccontare cosa accade e come si applicano quelle parti della legge Gelmini già in vigore  (blocco delle prese di servizio, apertura dei bandi, annullamento dei bandi, ecc…).

Inoltri molti sono i vincitori di concorso senza presa di servizio… qualcuno sta pensando di prepensionare a tappeto (tecnici e ricercatori) qualche altro  promette di non prepensionare…

Dite la vostra e informateci su cosa sta accadendo in tutta Italia.

Certo che i tempi sono bui… (per non parlare del caso Englaro, della possibilità per i medici di denunciare i clandestini  e del controllo dei blog e di facebook presenti in nuovi e fiammanti DDL o in illuminati emen(r)damenti)

Un saluto a tutti coloro che inveirono contro il mio precedente post di critica ai mass media che presentavano il decreto Gelmini come una illuminata riforma. Ora che di tale riforma è possibile applicare solo il blocco dei concorsi per le università che sforano il 90% (la quasi totalità nel 2010 stante i tagli della legge Tremonti) cosa ne pensate? Cosa dicono i mass media oggi?

Salute e Libertà