La sua è quasi una rubrica fissa: il lunedì, sul Corriere della Ser(v)a si parla di “Università e docenti”. Allora tocca anche a noi fornire una risposta fissa. Con quel po’ di ritardo dovuto alla precarietà e al fannullismo di un’università pubblica…
Questa volta il nostro professore si occupa delle reazioni alla sua proposta precedente. Una proposta prontamente accolta dal Consiglio dei ministri, tra l’altro. Ottenuto il blocco dei “concorsi truccati”, pare, ora difende a spada tratta la sua proposta “rivoluzionaria” di nuovo reclutamento (come sapete tutti ne hanno almeno una, persino Mussi). Per farlo cita, ma guarda un po’, proprio gli studenti che fino al giorno prima erano dei servi sciocchi di baroni e rettori. Naturalmente cita solo gli studenti che sono d’accordo con lui. Guarda caso.
Ad ogni modo, questa volta il professore non litiga solo con dati statistici e numeri, ma principalmente con la logica. Non sono un esperto di retorica classica, ma c’è qualcosa che non funziona nei suoi sillogismi. Vediamoli.