Chiariamolo una volta e per tutte: le stabilizzazioni previste per il pubblico impiego nelle ultime due finanziarie NON riguardano i docenti e i ricercatori precari delle Università. Semmai riguardano solamente i ricercatori a tempo determinato negli enti di ricerca: con la speranza che le lotte e le vertenze in atto riescano ad allargare il provvedimento anche a tutti gli altri ricercatori precari, siano essi co.co.co o assegnisti di ricerca.
E tuttavia, pur prevedendo solamente la stabilizzazione di lavoratori tecnici amministrativi – i quali pure concorrono a mandare avanti la malandata baracca dell’Università pubblica facendo un lavoro nella quasi totalità dei casi di natura ordinaria e non certo straordinaria o a progetto – la CRUI si è a lungo trincerata dietro l’autonomia e la meritocrazia per non stabilizzare alcun precario. Giungendo anche a dire che nell’Università di lavoratori precari non ce ne sono….
I mesi passano e il fronte delle Università si è mostrato poco compatto. Pian piano gli Atenei, a macchia di leopardo, hanno cominiciato a stabilizzare una parte dei loro precari. E quei rettori che ancora non hanno provveduto ad alcuna stabilizzazione si sono spesso nascosti, alcuni ancora lo fanno, dietro la contrarietà della CRUI.
E invece si scopre che la CRUI, pur con molti distinguo, si è impegnata con una specifica mozione a stabilizzare almeno i lavoratori con contratto a tempo determinato. Ecco il documento – pressocché sconosciuto e mai pubblicato sul sito della conferenza dei rettori – che conferma questo orientamento.