La manovra economica – della durata triennale – predisposta dal governo, di cui circola un testo ben definito anche se provvisorio, mostra il ruolo che hanno per il nostro paese la cultura, la ricerca, la scuola: sono solo voci di bilancio da tagliare.
Prosegue il rito delle promesse elettorali sulla centralità della ricerca e dei giovani e della conseguente presa in giro post-elettorale. Ci limitiamo a riportare le misure direttamente connesse all’Università, anche se politiche ancora più pesanti le troviamo negli EPR e nella scuola. Tutte le misure sono destinate a durare almeno 3 anni.
1. (art.72) taglio di 500 M di euro al fondo di finanziamento ordinario delle Università;
2. (art. 72) il reclutamento degli Atenei nel triennio 2009-2013 è vincolato al 20% del turnover sul numero delle unità di personale (e non di budget): nei fatti il blocco delle assunzioni sia per i tecnici amministrativi che per i ricercatori-docenti. Almeno per quanto ci riguarda la data non è casuale, nel 2013 secondo la legge 230/2004 (la Moratti) la figura del ricercatore va in esaurimento….. preparatevi ad un futuro (remoto) a tempo determinato (se sarete tra i fortunati);
3. (art. 75) dal 1° gennaio 2009 gli scatti biennali dei docenti, pur conservando lo stesso importo, diventano triennali; i risparmi conseguenti fino al 2013 (40+80+80+120+160 M di euro) finiscono in un fondo del Bilancio dello Stato (in attesa della prossima unatantum a favore di aziende in crisi, camionisti incazzati o amici degli amici… mica per il reclutamento straordinario che avrebbe reso questa misura accettabile);
4. (art.17) le università potranno trasformarsi in Fondazioni di diritto privato (a beneficio di chi?);
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