Comunicato dell’associazione 20 maggio (PD) sul DL 180

Comunicato dell’associazione “20 maggio” del PD sul DL 180

CONCORSI UNIVERSITARI
COME IL GATTOPARDO TUTTO CAMBI PERCHE’ NULLA CAMBI

Dietro ad un indirizzo giusto di meritocrazia si nascondono possibilità e percorsi che consentono il perpetuarsi di baronie e clientele aumentando la precarietà.

Il D.L. 180/08 (“Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca”), esaltato dagli organi di stampa vicini al centrodestra come una riforma epocale del nostro sistema universitario, rappresenta una “riformicchia” che non affronta seriamente alcun problema reale, non riduce se non in minima parte i tagli introdotti dalla legge 133/08 che a partire dal 2010 avranno effetti dirompenti sui bilanci di quasi tutte le università italiane e, anche nei punti apparentemente condivisibili, contiene scappatoie che consentiranno ai potentati accademici di aggirare sistematicamente tutte le novità sbandierate.

Sul piano della sicurezza sociale e della tutela del lavoro, siamo purtroppo costretti a denunciare come, durante la conversione del decreto da parte dell’aula del Senato, siano stati introdotti due emendamenti che rappresentano un vero attentato contro le prospettive di stabilità dei tanti precari della ricerca che popolano le università italiane.
Con il primo di questi emendamenti si sono destinate le risorse finanziarie finora dedicate all’assunzione di ricercatori a tempo indeterminato anche ad una figura di contrattisti precari introdotta dal
l’articolo 1, comma 14, della legge 4 novembre 2005, n. 230 (“riforma Moratti).
Con il secondo emendamento si è stabilito che i concorsi per l’assunzione di questo personale precario siano esclusi dalle nuove regole concorsuali più meritocratiche introdotte dallo stesso D.L. 180/08 e si svolgano con regole stabilite localmente da ogni singolo ateneo.
Il risultato è ovvio: un corposo travaso di fondi dai contratti a tempo indeterminato verso contratti precari e un incentivo ai baronati accademici a ricorrere a questi ultimi in virtù della possibilità di manipolarne più facilmente l’esito concorsuale e del maggior controllo che la spada di Damocle della precarietà consente di esercitare sui propri sottoposti.

Più precarietà e più potere ai baroni, quindi, proprio mentre la maggioranza ed i giornali ad essa vicini contrabbandano sfacciatamente questo decreto come “portatore di meritocrazia”.
In realtà ciò che davvero non è più rimandabile è un intervento che ponga fine alla vergognosa situazione per la quale oggi le università e gli enti di ricerca si reggono sul lavoro di un grande numero di ricercatori e docenti precari per i quali non valgono le più elementari norme del diritto del lavoro (
maternità, ferie, orari, tutela della salute e della sicurezza, protezione in caso di vacanza contrattuale, tredicesima mensilità, contributi previdenziali adeguati…) e le cui prospettive lavorative non sono in alcun modo legate a merito e capacità, ma a variabili per essi casuali e non controllabili.
Tale situazione è stata creata dall’incapacità dell’Italia di allinearsi alle altre grandi nazioni europee, la cui percentuale di ricercatori sulla popolazione attiva è doppia rispetto alla nostra, e richiederebbe una politica non di ulteriore precarizzazione, ma di maggiori investimenti che consentano di confermare per il 2009 e potenziare significativamente negli anni successivi il reclutamento straordinario previsto dal Governo Prodi. I ricercatori e docenti precari italiani sono oggi stimati in diverse decine di migliaia, ma il loro numero esatto è purtroppo sconosciuto in quanto tutti i tentativi (alcuni tuttora in corso) di istituire un censimento a livello nazionale o anche solo di singola università sono sempre sistematicamente naufragati di fronte alle resistenze del ministero, delle università e financo dei singoli dipartimenti. Una moltitudine fantasma, insomma, che le iniziative della maggioranza espongono ancor più alla precarietà e all’arbitrarietà dei potentati baronali.

Associazione 20 maggio – Flessibilità Sicura

“Coordinamento Parlamentari del PD contro la precarietà e per una flessibilità sicura”

On. Pina Piperno On. Manuela Ghizzoni On. Teresa Bellanova On. Maria Anna Madia On.  Ivano Miglioli

20 Responses to Comunicato dell’associazione 20 maggio (PD) sul DL 180

  1. rdp ha detto:

    Scommetto che più di qualcuno continuerà a commentare i decreti e le varianti delle varianti.
    rdp

  2. Bombadillo ha detto:

    Certo rdp!
    Voglio dire sono contento che il Pd sostenga quello che abbiamo sostenuto noi sul d.l. 180, e sui devastanti emendamenti valditara.

    Ti faccio notare, però, che se, tra il 2008 e il 2009, arrivassero 120 milioni di euro di finanziamento straordinario, solo per ricercatori tout court, e cofinanziati, vorrebbe dire – basta farsi i conti – 200 milioni di euro di ffo, senza la possibilità di fare questi famigerati contrattisti.
    Perchè, tu credi che ci saranno più di 200 milioni di ffo da destinare ad assunzioni? …cioè più di 400 milioni di pensionamenti?… io non credo proprio, ma comunque mi pare evidente che, nel caso, per i contrattisti rimarrebbero el briciole.

    Per questo è fondamentale la questione dei d.m. di assegnazione dei fondi Mussi, perchè, se fatta bene, elimina la possibilità pratica di fare i contrattisti.

    ….il cui problema, per altro – e qui il comunicato pare prendere una conatonata, se pure non espressamente – non è affatto che non hanno le ferie, la tredicesima, etc.etc.
    Sono dei bei contratti, invece, ed hanno tutte queste belle cose, il vero problema è solo che non hanno le nuovere regole, e che potranno essere assegnati a chi vogliono i Baroni.
    Ti dirò: a me un contratto ex legge Moratti non dispiacerbbe affatto.

  3. Lucas ha detto:

    Il documento non afferma che i contrattisti Moratti non hanno ferie, maternità, ecc…
    Prima denuncia i due emendamenti del senato e poi denuncia il dilagante ricorso a contratti precari, la stragrande maggioranza dei quali non hanno le garanzie previste.

    Per il resto, sappiamo tutti che i contratti Moratti sono migliori di assegni, borse e co.co.co.; il problema è che il decreto 180 non li rende sostitutivi di tutti questi contratti vergognosi (come noi vorremmo), ma dei contratti a tempi indeterminato. E questa è una schifezza.

  4. Marco ha detto:

    Gli emendamenti al DL 180 proposti alla Camera si possono leggere qui: http: // http://www.camera.it/ _dati/ leg16/ lavori/ bollet/ 200812/ 1210/ html/ 07/ allegato.htm#138n1 (togliere gli spazi in più).

  5. rdp ha detto:

    Caro Bombadillo,
    no in fondo non mi dispiacerebbe affatto, il punto è che accontentarsi per sperare che nulla cambi…come dire, hai voglia a dire del posto fisso, tutto ci miriamo, ovvio.
    Ma del sistema che non funziona chi parla?
    Se tutto si risolvesse con la misera somma di 400mil di euro…non ti pare una prospettiva terra terra, e condivisibile da parte di chi è sulla soglia? E gli altri? E i baroni e l’università che non funziona e non serve?
    rdp

  6. Bombadillo ha detto:

    ..certo, certo, per questo ho scritto “se pur non espressamente”.

    Voglio dire: che abbiano preso una cantonata è una mia interpretazione in bonis, perchè se, invece. lo sanno, bisogna parlare di un comunicato equivoco, perchè induce ogni lettore – che proprio non è super preparato sulla questione – a ritenere che i contrattisti della legge moratti abbiano quei difetti che lamenta…subito dopo di aver parlato di tali contrattisti.

    Prima, infatti, si dice, giustamente – usando i nostri stessi argomenti, se non le nostre stesse parole: e io sono d’accordo con me stesso -, che il combinato disposto dei due emendamenti porterà più precarietà (generico, mentre porterà – o perterebbe – più contrattisti ex legge moratti), e poi si attacca con l’accusa alla situazione della precarietà (niente ferie, etc.), giustissima, ma che data la connessione delle frasi, sembra doversi aplicare anche ai contrattisti ex legge Moratti, mentre così non è.

    Alla fine, cioè, delle due l’una: o hanno preso una cantonata, perchè non sanno bene cosa sono sti ocntrattisti, oppure sono stati equivoci. Decidete voi cos’è meglio.

  7. Bombadillo ha detto:

    ..rdp, hai ragione.

  8. Lucas ha detto:

    Ho contribuito alla stesura del documento, conosco i vantaggi del passaggio da assegni a contratti subordinati e nessuno ha voluto essere equivoco.
    Si tratta di un discorso ben chiaro: si denuncia la sostituzione di contratti TI con contratti precari e poi si afferma che invece bisognerebbe agire per contrastare la precarietà e il proliferare di contratti senza diritti (che il d.l. 180 non scalfisce affatto, dal momento che non contiene alcuna disposizione per sostituire contratti parasubordinati con contratti subordinati, ma invece sostituisce contratti subordinati stabili con contratti subordinati precari).

  9. rdp ha detto:

    Ecco il punto è questo: basta contrastrare i contratti iper precari,per fermare uno sfacelo istituzionale? Ovvero, è tutto davvero qua il problema?
    rdp

  10. Lucas ha detto:

    No. Ma nella storia nessuna rivoluzione per creare una istituzione migliore è mai stata vinta. Le rivoluzioni vittoriose hanno sempre avuto dietro motivazioni economiche.

  11. France ha detto:

    Visto che ci sono lo posto anche qui:
    Credo che servira’ solo a farci prendere una volta di piu’ sulle palle… Pero’ quando ci vuole ci vuole. Per chi ritenesse che si tratta di una problema marginale, ricordo che i ricercatori in servizio nel 2007 che avevano maturato tale anzianita’ contributiva erano (stima ad occhio mia sui dati del MIUR 2007) + o – 1000. Con associati e ordinari quasi 10000!!!
    COMUNICATO STAMPA
Col presente comunicato, i ricercatori precari intendono prendere posizione su una
delle numerose vertenze suscitate dall’approvazione del
DL133. In base all’art. 72, comma 11 della Legge 133 /08,
le Universita’ possono ricorrere al del pensionamento
forzoso dei ricercatori e tecnici/amministrativi che abbiano
maturato 40 anni di anzianita’ contributiva. Da molte parti,
sia a livello sindacale che a livello accademico, si sono
levate proteste e denunce, in quanto il provvedimento
sarebbe iniquo, irrazionale e discriminatorio, essendone
esclusi i professori associati e ordinari. I ricercatori precari condividono in pieno tali affermazioni, ed invitano quindi Governo e Parlamento ad ESTENDERE SU TUTTO IL PERSONALE DOCENTE, ivi compresi professori ordinari ed associati, la possibilita’ di pensionamento forzoso di coloro che abbiano raggiunto i 40 anni di contributi.

    RNRP-Rete Nazionale Ricercatori Precari
    APRI- Associazione Precari della Ricerca Italiani

  12. insorgere ha detto:

    W apri
    W RNRP

  13. rdp ha detto:

    Lucas posso anche condividere; in effetti solo la pancia muove le persone. Pensavo che noi fossimo ad un livello un pò più elevato, mentalmente intendo,…, quel tanto per capire che una rivoluzione non parte discutendo solo di chi si salva, ovvero legittimando il baronato e tutto quanto.
    Bene lo dice il post di France; se mandassimo a casa i matusalemme ci sarebbe forse più spazio e forse più idee. L’oligarchia è stata buttata giù più volte nel corso della storia, quasi mai negoziando. Si può discutere se ciò che gli si è avvicendato era meglio, ma formare un pensiero veramente critico non può essere discutere di assunzioni e modalità da circo.
    rdp

  14. Lucas ha detto:

    rdp, il fatto che solo la pancia muove le persone può anche non piacerci, ma è una specie di legge sociale che non possiamo abrogare o cambiare ed è sempre il punto di partenza e la benzina di qualunque trasformazione.
    A tutti piacerebbe andare in macchina senza essere costretti a usare carburanti, elettricità o energia solare se non ci fosse il secondo principio della termodinamica. Ma il secondo principio della termodinamica c’e’

  15. rdp ha detto:

    Si, mi pare corretto, ma la questione non si risolve e tra un poco staremo punto e daccapo; anzi, sempre peggio con un sistema che non funziona, nè genera carburanti ma li consuma, e con loro la speranza di chi è fuori non per questo turno solamente. Non trovi che essere al si salvi chi può sia molto triste?…e per niente consolatorio?
    rdp

  16. Anna ha detto:

    Come e’ gradevole farsi prendere per il culo! Come e’ deprimente vedere che non riusciamo a farci entrare in testa che questi garantiti di m… hanno schiavizzato la nostra generazione!

  17. Bombadillo ha detto:

    ..ha ragione Anna, il vero contrasto esistente nel nostro Paese è di tipo generazionale.

  18. paolo ha detto:

    Leggo che i cittadini italiani (i nostri genitori) continuano a non versare alle casse dello Stato 200 miliardi di euro annui di evasione fiscale (un quarto del bilancio statale). Quanti giovani ricercatori potrebbero essere valorizzati per i loro meriti con questi soldi.

  19. unimediapisa ha detto:

    Riguardo agli atteggiamenti gattopardeschi, la palma va di certo a Luigi Frati http://unimediapisa.wordpress.com/2008/12/03/il-gattopardo/

    Riguardo allo “scontro generazionale”, c’e’ del vero, ma non e’ tutto qui;
    segnalo a questo proposito uno stimolante intervento controcorrente

    Fai clic per accedere a interv.pdf

  20. Bombadillo ha detto:

    ba, ho letto il neurologo, ma rimango della mia idea, che poi, in fondo, è pure la sua…

    Da chi è composta, infatti, quella che lui chiama la zavorra, che bisognerebbe eliminare e non ci sarebbe più problema (più o meno)? Quanti anni hanno, in media, questi signori?
    La verità è che, se si sono fatti entrare letteralmente, cani e porci (oltre ai bravi e bravissimi), è anche perchè c’è stato un periodo di vacche grasse.
    Ora è un perido di vacche magre, ma abbiamo ancora sul groppone i tanti che hanno ottenuto posti e, in genere, privilegi che noi ci sognamo, quando era il perido delle vacche grasse. Questo fatto ci porta a vivere in un periodo di vacche magre, come se si trattasse di un perido di vacche anoressiche.
    Il medico non è un giurista, per sua ammissione. Io, da giurista, vi dico che se ci volessimo disfare della zavorra in modo serio e netto, scoppierebbe la terza guerra modila, solo di ricorsi al TAR e al giudice del lavoro.

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