In un quadro politico dalle tinte fosche e incerte, si è svolta sabato 2 febbraio a Roma la prima assemblea nazionale della RNRP del 2008 con l’obiettivo di rilanciare la lotta della Rete contro la precarietà nel mondo dell’Università e degli Enti pubblici di Ricerca.
La Rete intende impegnarsi con maggiore determinazione a favore della riforma e del rilancio dell’Università Pubblica del sistema dell’Alta formazione, sulla base di politiche innovative capaci di garantire trasparenza, valutazione, merito, democrazia. Sono ormai anni che la Rete denuncia la scelta dei governi che si sono succeduti di non investire in ricerca e in didattica, e la volontà di non riformare un’Università sempre più degradata da una gestione familistica e nepotistica, da una cooptazione mascherata da concorso pubblico, dall’assenza di valutazione e di politiche di merito, dal progressivo invecchiamento del corpo docente e ricercatore.
La mancanza di adeguati finanziamenti e la scelta di riforme a costo zero – tra tutte il 3+2 – hanno colpito in primo luogo i lavoratori precari delle Università e gli studenti, con i quali la Rete ritiene prioritario costruire un dialogo più stretto. Le istituzioni universitarie e, soprattutto, la CRUI sono arroccate a difesa di un’autonomia che diventa sempre più espressione di auto-referenzialità e privilegi di casta che è giunta a vanificare i percorsi di stabilizzazione dei lavoratori precari e a bloccare i timidi tentativi di riforma dei meccanismi concorsuali.
Oltre a promuovere un’ulteriore articolazione della Rete, con una maggiore attenzione alla comunicazione on-line e alla presenza nei singoli Atenei, l’assemblea ha discusso delle linee d’azione per i prossimi mesi:
– a difesa e ampliamento delle politiche di reclutamento ordinario e straordinario di ricercatori universitari;
– per l’attribuzione e l’ampliamento dei diritti per i lavoratori precari delle Università, attraverso l’impiego di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato in luogo dei contratti atipici;
– per garantire l’accesso anche ai ricercatori precari a fondi e strutture per la ricerca a livello internazionale, nazionale, regionale e di ateneo, a garanzia della loro autonomia e mobilità;
– per superare la piaga della docenza a contratto, garantendo ai docenti precari opportunità, retribuzioni adeguate e pieni diritti di cittadinanza nell’Università.Siamo convinti di poter coinvolgere in questa lotta non soltanto i ricercatori e docenti precari degli Atenei italiani ma anche gli studenti e tutti quei docenti e ricercatori “strutturati” che hanno a cuore la riforma del sistema universitario e una sincera passione per la ricerca e la didattica pubblica, libera e di qualità.