Tanto per cominciare l’anno con un po’ d’allegria. Ci serve proprio.
(e se vi chiedete cosa c’entra l’università aspettate la fine)
Per un anno senza precarietà! 🙂
Tanto per cominciare l’anno con un po’ d’allegria. Ci serve proprio.
(e se vi chiedete cosa c’entra l’università aspettate la fine)
Per un anno senza precarietà! 🙂
Qualche tempo fa “Carlo Pisacane” segnalava attraverso un commento un fatto di qualche interesse. Secondo me vale la pena dargli maggiore attenzione. Tutto nasce pare da un articolo del(l’apparentemente) sempre informato Gian Antonio Stella e di Sergio Rizzo. Un loro articolo del 27 dicembre 2006 denunciava: “Università, 37 corsi di laurea con un solo studente”! Una denuncia poi riportata nel suo bestseller “La Casta”.
Che ci fosse qualcosa che non andava in questo dato si poteva già sospettare leggendo l’articolo. Infatti durante tutto il testo si faceva continua confusione tra Corsi di Laurea, Facoltà e Atenei. Questa ostentata non conoscenza del lessico base dell’organizzazione accademica trasformava prima singoli corsi di laurea in “mini-facoltà” o addirittura intere “universitine”.
Ecco il comunicato congiunto RNRP-APRI sul pensionamento.
Col presente comunicato, i ricercatori precari intendono prendere posizione su una delle numerose vertenze suscitate dall’approvazione del DL133. In base all’art. 72, comma 11 della Legge 133 /08, le Universita’ possono ricorrere al del pensionamento forzoso dei ricercatori e tecnici/amministrativi che abbiano maturato 40 anni di anzianita’ contributiva. Da molte parti, sia a livello sindacale che a livello accademico, si sono levate proteste e denunce, in quanto il provvedimento sarebbe iniquo, irrazionale e discriminatorio, essendone esclusi i professori associati e ordinari. I ricercatori precari condividono in pieno tali affermazioni, ed invitano quindi Governo e Parlamento ad ESTENDERE SU TUTTO IL PERSONALE DOCENTE, ivi compresi professori ordinari ed associati, la possibilita’ di pensionamento forzoso di coloro che abbiano raggiunto i 40 anni di contributi.
RNRP-Rete Nazionale Ricercatori Precari
APRI- Associazione Precari della Ricerca Italiani
Era già passato tra i commenti del post precedente, quindi ridiscutiamone pure…
I ricercatori precari delle Università italiane sono stati ancora una volta raggirati! Nel totale disinteresse da parte dei media, delle forze della maggioranza e dell’opposizione, e delle organizzazioni sindacali, la conversione del Decreto Legge n.180/2008 da parte del Senato del porta con sé un’amara sorpresa. Sono stati introdotti nuovi e migliorativi criteri per i concorsi da ricercatore a tempo indeterminato, abolendo le manipolabili prove scritte ed orali e stabilendo commissioni di soli ordinari sorteggiati su grandi “rose” di eletti. Tuttavia, con una mossa alquanto discutibile, con due emendamenti, rispettivamente il n.1.27 e il n. 1.58, si sono destinate le risorse ordinarie per i ricercatori, che d’ora in poi saranno assumibili solo con le nuove regole concorsuali meritocratiche, anche ad una figura di contrattisti precari prevista dalla legge Moratti; in aggiunta, si sono tolte, per l’assunzione di quella stessa figura precaria, le nuove regole concorsuali meritocratiche che invece, giustamente, il D.L. 180/08 gli estendeva. Quindi, soldi nuovi, ma vecchie regole, a discapito dei concorsi da ricercatore, che nessuno avrà più interesse a bandire, proprio perché non sono più manipolabili. Fatta la legge, trovato l’inganno! La volontà da parte della maggioranza di procedere speditamente all’approvazione definitiva del decreto riduce a zero le possibilità di modifica di tale perverso meccanismo. Denunciamo l’incredibile sfacciataggine con cui il D.L. 180 viene contrabbandato per “portatore di meritocrazia” e
chiediamo
Alle Università, di scegliere coerentemente di destinare i fondi del FFO liberati da cessazioni di contratti a tempo indeterminato, per contratti a ricercatore a tempo indeterminato, e comunque di adottare indipendentemente il nuovo regolamento concorsuale anche per i contratti di cui all’art. 1, comma 14, della legge n. 230 del 4 Novembre 2005.
Al Ministro, di stanziare e distribuire al più presto alle Università i lungamente attesi fondi per il reclutamento straordinario di ricercatori a tempo indeterminato degli anni 2008 e 2009 già stanziati dalla Finanziaria 2007.
APRI
RNRP
Foto Andrea Baldassarri
Ecco il documento, diffuso oggi, da “dottorandi/nde e precari/e in mobilitazione delle università romane” sul decreto 180:
Il DL 180, recentemente emanato dal consiglio dei ministri e attualmente in discussione al senato per la conversione definitiva, non rappresenta in alcun modo una risposta alle istanze del movimento, poiché lascia sostanzialmente inalterati i tagli al sistema universitario introdotti dalla legge 133/2008, con effetti che a partire dal 2010 saranno letteralmente dirompenti per il funzionamento di quasi tutti gli atenei italiani.
Qualsiasi intervento legislativo dovrebbe invece partire dal dato oggettivo ed incontrovertibile che il sistema universitario e della ricerca italiano è sottofinanziato rispetto a quelli delle altre nazioni industrializzate. A questo proposito denunciamo la violenta campagna di disinformazione organizzata da più o meno autorevoli quotidiani nazionali che, pur partendo dalla sacrosanta denuncia di situazioni di corruzione e nullafacenza, finisce per invocare un ulteriore disimpegno finanziario e, sulla base di dati elaborati in maniera subdola e capziosa, vorrebbe addirittura dimostrare che gli investimenti italiani nel sistema universitario sono superiori a quelli dei principali paesi europei! Al contrario, sono invece opportuni e non rimandabili interventi di sostegno al sistema della ricerca che consentano all’Italia di rispettare gli impegni sottoscritti a livello internazionale che obbligano ad una crescita degli investimenti in ricerca fino al 3% del PIL entro il 2010.
Cari dibattenti (fratelli, amici, compagni, cugini)
Ecco il link alla Gazzetta Ufficiale
Trovate di seguito anche una copia del decreto con note di rimando che chiariscono tutti i vari passaggi giuridici (inviato da una collega in lista nazionale) (decreto-legge-universita).
Qualche piccola considerazione dello scrivente:
Protesta del 2003 in Germania contro i tagli all'università
Oggi molti giornali riportano notizie su un probabile blocco dei concorsi con alcune deroghe sui concorsi da ricercatore…le notizie come al solito sono incongrue.
I ricercatori precari chiedono comunque che i concorsi da ricercatori non siano bloccati, che sia parallelamente riformata la procedura senza blocco, che ci siano deroghe e incentivi per far effettuare i concorsi da ricercatore anche nelle università con bilanci problematici e che siano consentite le prese di servizio per i concorsi da ricercatore.
L'Assedio al Ministeo
Oggi a Rome c’è una enorme manifestazione con due cortei (scuola ed università) che ha bloccato il centro cittadino.
I cortei non finivano più ! Arrivava gente da tutte le parti…non sono riuscito ad incontrare fisicamente molti compagni… la distanza fra noi era di kilometri….kilometri di uomini e donne, studenti, precari e docenti, in lotta!
Molti compagni bloccati per ore ed ore con i pullman all’ingresso della città non sono neppure riusciti a partire in corteo!
Mai vista una cosa del genere….molta più gente che alla manifestazione del Partito Democratico!!!
Al corteo dell’Università non c’era nessuna bandiera politica se non quelle dei collettivi e dei sindacati!
I cortei sono confluiti al Ministero.
Il Ministero è assediato al grido di Gelmini dimettiti!
Mi sembra di sentire la nostra parola d’ordine:
L’Italia per gli italiani!
Gli italiani per essa!
Carlo Pisacane
Dal Corriere della Sera del 26/10/2008
Chi valuta positivamente l’operato dell’esecutivo supera di poco il 40%, a fronte del 60% di settembre
La «luna di miele» del Governo con gli elettori è finita? Nessuno può dirlo, ma, certo, il consenso per l’esecutivo guidato da Berlusconi si è notevolmente contratto nelle ultime settimane. In parte, ciò può dipendere dal logoramento solitamente derivante dal tempo trascorso dall’insediamento. In parte, potrebbero aver avuto un effetto, specialmente mediatico, le manifestazioni che hanno connotato di recente il mondo della scuola e dell’università. Leggi il seguito di questo post »