ANDU: Concorsi. Il disastro di Mussi

Comunicato stampa dell’Associazione Nazionale Docenti Universitari (ANDU) che fa il punto della situazione in tema di concorsi per ricercatore, associato e ordinario.

ANDU – Associazione Nazionale Docenti Universitari

CONCORSI. IL DISASTRO DI MUSSI
(in calce la proposta dell’ANDU per la riforma della docenza)

Il 13 dicembre 2007 il ministro Fabio Mussi aveva dichiarato:
“Sui concorsi per professori ordinari e associati si sta lavorando alla Camera, e sulla ridefinizione del ruolo docente su tre fasce si e’ sviluppato un confronto nella commissione della Camera, che ha ottenuto una convergenza. Noi siamo favorevoli, nel complesso, e se ve ne saranno le condizioni il governo chiedera’ un iter rapidissimo, in vista della necessita’ di sbloccare i concorsi nel 2008.”

Il 28 dicembre 2007, invece, il Governo, “in attesa della definizione ed
attuazione della disciplina delle procedure di reclutamento dei professori
universitari di prima e seconda fascia”, ha sbloccato i concorsi a
professore ordinario e a professore associato, ‘ripristinando’ le norme
della legge Berlinguer (comma 2 dell’art. 15 del decreto-legge
“milleproroghe”, nota 1)

Dopo avere bloccato i concorsi per due anni, in attesa di norme migliori
di quelle contenute nella legge Moratti, e nonostante appena quindici
giorni prima avesse ribadito che lo sblocco dei concorsi sarebbe avvenuto
solo dopo la nuova riforma, il ministro Fabio Mussi ha repentinamente e
senza alcuna spiegazione capovolto le cose, sbloccando i concorsi che si
svolgeranno con le regole precedenti la legge Moratti.

Insomma un altro clamoroso fallimento della politica dell’apparenza e
degli annunci di un Ministro che da tempo si e’ dimostrato non essere uno
dei migliori tra quelli toccati all’Universita’, distinguendosi dai suoi
predecessori per il rifiuto di ogni confronto democratico con le
rappresentanze della docenza universitaria.

Un fallimento questo che segue di poco quello rappresentato dal
mantenimento delle vecchie norme per il bando dei concorsi a ricercatore
con fondi aggiuntivi stanziati dalla Finanziaria 2007, la quale pero’ per
questi concorsi prevedeva l’applicazione di nuove regole che avrebbero
dovuto entrare in vigore entro il 31 marzo 2007 e che ancora oggi non hanno
visto la luce.

Fallimenti ai quali si somma quello ancora piu’ grave del mancato
superamento dell’intollerabile fenomeno del precariato, problema che poteva
essere risolto con il finanziamento aggiuntivo di almeno 20.000 nuovi posti
(invece delle poche centinaia finora previsti), con la contestuale
cancellazione di tutte le attuali figure precarie e l’introduzione di una
sola nuova figura qualificata, di breve durata e ‘rapportata’ agli sbocchi
in ruolo (v. in calce la proposta dell’ANDU sulla docenza).

La somma di tutti questi fallimenti costituisce un ulteriore disastro per
l’Universita’ dove per il reclutamento alla docenza e per l’avanzamento di
carriera si applicheranno norme che ormai tutti riconoscono essere state
concepite per alimentare la cooptazione personale, con gli ‘annessi’
fenomeni di nepotismo, clientelismo e localismo. E tutto questo, con le
scarsissime risorse disponibili, in un clima da ‘ultima spiaggia’ e di
contrapposizione tra chi attende da anni un posto di ruolo e chi aspetta da
anni di potere avanzare nella carriera.

A cio’ si aggiunge la prospettiva di una controriforma dei concorsi come
quella elaborata alla Camera (nota 2), per la quale il ministro Fabio Mussi
ha gia’ espresso un giudizio favorevole (v. la dichiarazione riportata
all’inizio).
Questa bozza di legge, elaborata “sulla base dei principi indicati dal
relatore”, on. Domenico Volpini, avrebbe dovuto essere la “sintesi delle
proposte di legge c. 1969 e c. 2446”, presentate rispettivamente da
Deputati del PD (Tessitore e altri, tra cui lo stesso Volpini) e da
Deputati di RC (Migliore e altri). Per il commento dell’ANDU a queste
proposte, v. nota 3.
In realta’ la bozza che piace a Mussi ha la ‘strutttura’ e la sostanza
della proposta dei Deputati del PD.
Se questa bozza di legge dovesse essere approvata si avrebbe:
1. la fine di ogni ipotesi (a parole ampiamente condivisa) di netta
distinzione tra reclutamento e avanzamento nella carriera dei docenti,
riconfermando invece la divisione in tre ruoli distinti della docenza
universitaria e il passaggio da una fascia all’altra attraverso ulteriori
concorsi (art. 4 della Bozza di Legge), invece che per valutazioni
nazionali individuali;
2. l’introduzione di una sorta di libera docenza (la “maturita’
scientifica”) a termine (comma 4 dell’art. 3), quale prerequisito per
partecipare ai concorsi locali (comma 1 dell’art, 3). L’elezione di sei dei
nove componenti delle “commissioni nazionali” (comma 2 dell’art. 3)
attribuisce il potere di ‘filtro’ ai gruppi accademici dominanti sul piano
nazionale;
3. il mantenimento a livello locale della scelta ultima dell’assunzione
(art. 4), conservando cosi’ la sostanza del reclutamento e
dell’avanzamento nella carriera dei docenti attuali, che sta alla base del
nepotismo e della dipendenza scientifica e umana dal ‘maestro’, il quale
continuera’ a scegliere chi e quando reclutare e chi e quando promuovere;
4. la cancellazione del Regolamento dei concorsi a ricercatore appena
emanato, sostituendolo con un ‘nuovo’ meccanismo concorsuale che assicura
maggiormente la cooptazione personale (comma 1 dell’art. 3).

3 gennaio 2008

– Nota 1. Per il testo dell’art. 15 del decreto-legge “milleproroghe” v. in
calce al documento dell’ANDU “Di nuovo i vecchi concorsi”:
http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/article17646.html
– Nota 2. Per il testo della “Bozza di sintesi delle proposte di legge
c.1969 e c.2446 in materia di
reclutamento dei professori universitari sulla base dei principi indicati
dal Relatore”:
http://www.unionprof.it/doc/Unionprof_ddl_concorsi.pdf
– Nota 3. V. documento dell’ANDU “Stato giuridico alla Camera” dell’8 10.07:
http://www.orizzontescuola.it/orizzonte/article16648.html
oppure
http://unimoreinform.blogspot.com/2007/10/stato-giuridico-alla-camera.html

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PROPOSTA DELL’ANDU PER LA RIFORMA DELLA DOCENZA UNIVERSITARIA

Stato giuridico nazionale dei docenti collocati in un ruolo unico,
articolato in tre fasce con uguali mansioni. Ingresso (v. specificazioni
sotto) nel ruolo docente per concorso nazionale (prevalentemente nella
terza fascia) e passaggio di fascia per idoneita’ nazionale individuale (a
numero aperto), con immediato e pieno riconoscimento della nuova qualifica,
senza l’ulteriore chiamata della Facolta’ dove il docente gia’ lavora e
continuera’ a lavorare.
Per il passaggio di fascia e’ indispensabile prevedere uno specifico
budget nazionale per i connessi incrementi stipendiali.
Le commissioni nazionali, per i concorsi e per i passaggi, devono essere
interamente sorteggiate e composte di soli ordinari.
Periodo pre-ruolo massimo di 3 anni in un’unica figura definita da una
legge che preveda adeguata retribuzione, diritti (malattia, maternita’,
ferie, contributi pensionistici) e liberta’ di ricerca, con un numero di
posti rapportato a quello degli sbocchi nel ruolo della docenza.
Bando nei prossimi anni, su nuovi specifici e aggiuntivi fondi statali, di
almeno 20.000 posti di terza fascia, con cancellazione dell’attuale giungla
di figure precarie.
Trasformazione del ruolo dei ricercatori in terza fascia di professore,
prevedendo la partecipazione di tutti ai Consigli di Facolta’ e l’accesso
ai fondi di ricerca anche per i professori di terza fascia non confermati.
Distinzione tra tempo pieno e tempo definito con esclusione per i docenti a
tempo definito dalle cariche accademiche e dalle commissioni concorsuali.

Specificazioni sul reclutamento.
I concorsi per i posti nella fascia iniziale della docenza (oggi il ruolo
dei ricercatori) devono essere espletati a livello nazionale,
‘concentrando’, con cadenza certa, i posti banditi in autonomia dai vari
Atenei su fondi propri e/o ministeriali.
La scelta dei vincitori deve essere fatta da una commissione nazionale
composta solo da ordinari direttamente sorteggiati, tutti appartenenti a
sedi diverse ed escludendo quelli degli Atenei che hanno bandito i posti.
Ai candidati devono essere adeguatamente riconosciuti i periodi di
attivita’ didattica e scientifica svolti a qualsiasi titolo: dottorato,
assegni, borse, incarichi, ecc.

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65 Responses to ANDU: Concorsi. Il disastro di Mussi

  1. Carlo ha detto:

    Mai piu’ voti a Mussi. Mai piu’ voti al centrosinistra.

  2. Votare UDC ha detto:

    Da qui puoi starne certo. Mandare a casa Gasbarra significa indebolire Tocci. Ho gia’ convinto una ventina di persone tra colleghi e familiari. Tutta gente che ha sempre votato per i partiti del centrosx.

  3. Marco ha detto:

    Perfettamente d’accordo. Via Gasbarra, via Tocci.
    Anche qui stiamo lavorando (con successo direi) come sta facendo Votare UDC.

  4. marta ha detto:

    Nel ’92 emerge Clinton, l’uomo nuovo. Tocci e Veltroni erano li’ a festeggiare. Oggi Obama e’ il nuovo, i Clinton il vecchio e Tocci e Veltroni sono sempre li’ a festeggiare il nuovo: proprio loro che quando Clinton emerse erano gia’ in politica da un pezzo. Signori, questa è l’Italia!

  5. alessandra ha detto:

    Purtroppo l’Italia è fatta cosi’. Nel 1996 scegliemmo fra Prodi e Berlusconi, oggi a 12 anni di distanza sono ancora uno presidente del consiglio e l’altro capo dell’opposizione. Nel 1996 i capi degli altri paesi piu’ importanti (Zapatero, Sarkozy, Merkel, Brown) erano degli sconosciuti e Bush era solo il governatore del Texas. I leader dei nostri principali partiti, invece, erano gia’ tutti in sella.
    Inevitabile che questo sistema produca i Tocci: fossimo come gli altri paesi, dopo il fallimento come assessore al traffico di Roma avrebbe dovuto abbandonare la politica. Qui è diventato uno di quelli che governano il nostro sistema dell’innovazione. Capito? Dell’innovazione!

    Finiamo un po’ fuori tema, ma la cattiva gestione dell’università inizia da qui: un politico che con un minimo di selezione oggi farebbe un altro mestiere, legato a rettori che governano un sistema universitario che dal 1963 non vince un premio Nobel.

  6. Disfattista ha detto:

    Propongo Bassolino ministro dell’università e della ricerca per il prossimo governo. L’università e l’alta formazione in Italia sono un pò la discarica della classe politica, chi meglio di lui dopo il fallimento della monnezza?

  7. Serena ha detto:

    O Gasbarra, bisognerà pur dargli un incarico dopo che lo avremo mandato via. Un politico italiano, mica puo’ mai ritirarsi a vita privata.

    Chi vota Gasbarra, vota Tocci!

  8. Simone ha detto:

    Sottoscrivo. Non un giovane precario voti Gasbarra!

  9. giovanni ha detto:

    Mussi alla Sapienza il 17 gennaio:

    http://www.uniroma1.it/home/inaugurazione.php

  10. Scienziato militante ha detto:

    Mussi e Ratzinger insieme, che bella coppia. Il laico e l’integralista accomunati dall’obiettivo di oscurare la scienza in Italia.

  11. Colombo da Priverno ha detto:

    Sono anni che viviamo in scenari che ci cambiano tutti i giorni, ed aggrappati a promesse che cambiano tutti i giorni. Una delle parole d’ordine era che sì bisognava soffrire per attendere il nuovo regolamento superefficiente e strafigo degno finalmente dei “paesi civili” (quali sono poi i paesi civili non saprei, visto che negli USA c’è la pena di morte, in Germania ci sono le classi scolastiche per disadattati e mezzo secolo fa si faceva il sapone con la gente, ed in Inghilterra c’è l’istituzione più tribale dopo la chiesa: la monarchia), ma che i posti in programma erano solo per i ricercatori, tutte le risorse sarebbero state per noi e non si sarebbero riaperti i concorsi per ordinario e associato fiino a che non eravamo a posto noi. Ve la ricordate la teoria della CLESSIDRA? Ci sono troppi ordinari rispetto ai ricercatori, si diceva. E noi lì, ad attendere fiduciosi.
    Adesso non è più così, e si annuncia a gran voce l’apertura dei concorsi per associato e ordinario, mentre quelli per ricercatore non sono affatto in numero sufficiente ai bisogni dell’organico, per cui si continuerà a fare riferimento ai precari della ricerca ed al loro lavoro nell’ombra.
    Io, peraltro, potrei anche essere contento per l’apertura dei concorsi da associato, perchè francamente ne ho i titoli. E chissà quanti di voi possono dirmi la stessa cosa. Ma no, perchè i concorsi per associato si fanno alla vecchia maniera, non col nuovo concorso strafigo ipergarantito dei paesi civili per la cui elaborazione non hanno bandito un cazzo di posti per noi ricercatori.
    vabbè che il potere, diceva Napoleone, si regge sulla fantasia. Ma qui non siamo alla fantasia, siamo alle cazzate.

  12. alex ha detto:

    segnalo il 21 gennaio a Vercelli Mussi ancora ad una inagurazione di anno accademico questa volta dell’università del Piemonte Orientale, ma cosa fa il giro dei rinfreschi d’Italia?

  13. France ha detto:

    Grande Colombo!
    Secondo me è inutile stare dietro a Mussi e al suo gran tour, fra un paio di mesi va tutto all’aria e ciao ciao comunque. La musica, Prodi o Berlusconi, è sempre la stessa. Emigriamo.

  14. alessandra ha detto:

    Ecco come spende il suo tempo: scissioni e rinfreschi.
    E l’Università?

    ——————————————————–
    Via Mussi, via Tocci.
    Aderite all’appello dei precari romani contro Gasbarra!

  15. Colombo da Priverno ha detto:

    France,
    che tentazione magnifica quella di lasciarli soli a marcire!
    Quello che mi trattiene – oltre alla serietà veramente non comune del mio responsabile scientifico, ed a problemi logistici tipo spostare una famiglia – è un maledetto voler credere ancora nella possibilità di migliotramento del nostro paese.
    Intendiamoci, questa non è affatto una critica per chi va via, perchè il patrimonio scientifico in fin dei conti è dell’umanità, e sotto questo profilo non fa differenza farlo crescere qui o altrove. Anzi, forse sono io a conservare una dose (residua) di fiducia ormai ridicola, perchè non più giustificata dai fatti.
    Quanto al “fra un paio di mesi va tutto all’aria” son d’accordo, mi pare proprio lo spirito giusto per gestire mentalmente questa situazione senza impazzire…i nuovi progetti per i concorsi, hai visto, sono improntati ad uno spirito ancora diverso dalle linee guida dell’ultimo regolamento approvato, che magari, dopo tanta pena, non verrà nemmeno mai applicato…
    E magari poi cambia di nuovo tutto e fanno pure una stabilizzazione…, tanto non c’è più logica…

  16. Homo publicans ha detto:

    Come Colombo anch’io sono ostinatamente persuaso a restare in questo maledetto paese e cercare di cambiarlo. Avevamo letto con ottimismo il programma dell’Unione in materia d’università e valorizzazione della ricerca, c’eravamo illusi che potesse esserci finalmente una svolta. Invece la solita solfa: qualche annuncio propagandistico, ma poca sostanza, anzi cedimenti alla conservazione come nei Pdl sul reclutamento (ma cosa vi aspettate da senatori tipo Tessitore che regnano nel centro-sx sull’università?).

    Se non c’è una ribellione dal basso dei ricercatori le cose non cambieranno mai. Affondiamo il conservatorismo e la timidezza del governo e dei suoi fedeli sostenitori (la Crui) con la nostra intelligenza collettiva: sviluppiamo azione diffusa, elaboriamo un pensiero sovversivo sull’università, rimettiamo al centro della lotta i diritti della generazione di ricercatori precari. Per il bene dell’Italia!

  17. Colombo da Priverno ha detto:

    Però facciamo una cosa colta degna di noi, Homo publicans, non la gazzarra che ci ha resi molto attaccabili nei mesi scorsi, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi: cioè non solo schiacciati dal potere, ma anche umiliati.
    Ad esempio: Stratenwerth è uno studioso tedesco che ritiene che tra i soggetti cui dobbiamo necessariamente attribuire diritti – e che dobbiamo considerare come viventi nel momento in cui facciamo delle scelte, ad esempio in materia di ambiente e sviluppo sostenibile del territorio – debbano comprendersi le generazioni future, non solo i viventi.
    A maggior ragione deve affermarsi che come non esiste la possibilità di sacrificare una generazione futura per i comodi (ad esempio d’inquinare liberamente) di quelle viventi, a fortiori non deve essere ritenuta accettabile l’ipotesi di sacrificare un’intera generazione presente nemmeno al fine nobile (diciamo così, ma ormai non ci credo più) di riformare da zero l’università per il futuro.
    Poniamoci come un problema, come un peso reale per le coscienze. In sostanza quel che ci viene detto è che pochè s’è mangiato prima (la famosa CLESSIDRA stava a confessare questo: che prima si diventava associati come nulla, ed era pure un momento di passaggio per slittare con un balzo all’ordinariato) ora si tira la cinghia.
    Chi è dentro è dentro, e gli facciamo pure i concorsini facili facili dolci dolci e teneri teneri per progredire in carriera. Chi sta fuori ci dispiace, entrerà col sangue, entreranno pochi, e in molto tempo. Gli altri SON NATI NEL SECOLO SBAGLIATO.
    Anche le prospettive di riforma dei concorsi per ricercatore non tengono affatto conto che ci sono studiosi che si sono formati, ed hanno fatto le loro scelte di sviluppo dell’esperienza di ricerca, facendo le loro valutazioni sulla base del diverso modello concorsuale allora vigente, quello Berlinguer. Il solo fatto di creare di colpo un nuovo ssitema senza quel cuscinetto di compensazione che sarebbe stata l’idoneità nazionale (per i detrattori “stabilizzazione”) già è un bel “chi se ne frega” detto in faccia ad una generazione.
    Parliamo di questo, del diritto che una società possa o non possa avere di sacrificare una generazione. Bolliamo come illecite e immorali tutte le scelte in tal senso. Iniziamo un dibattito, io sono pronto. Siamo studiosi. Sarà più efficace – non solo più dignitoso ed adeguato a noi, ma anche più efficace – che gridare nel deserto, mangiare locuste e finire decapitati.
    Se no, l’alternativa dignitosa è quella che ci ha indicato France: prendiamo atto che non c’è nulla da fare e lasciamoli da soli.

  18. Homo publicans ha detto:

    L’idoneità nazionale è cosa diversa dalla stabilizzazione. All’idoneità si accede per meriti scientifici, alla stabilizzazione perché si possiede un certo contratto e in una certa sede. L’idoneità è potenzialmente includente e giusta se attribuita correttamente, la stabilizzazione è strutturalmente escludente e iniqua.

    La lotta per il riconoscimento dell’idoneità nazionale può rappresentare la strada che ci fa uscire dall’empasse creatasi dopo la campagna fallita sulle stabilizzazioni.

    Costruiamo la Primavera dei ricercatori precari!

  19. Enrico Malclavelli ha detto:

    Ho letto la vostra proposta, che fa schifo, e che, nei fatti, non si differenzia da quella di Mussi. In sostanza, voi chiedete una ope legis, che metta tutti voi in ruolo per il solo fatto di essere, su vostra libera scelta, dei precari. Lamentate in modo ipocrita il fatto di lavorare da precari, quando avete coscientemente messo il cappello (come si dice) sul “posto” nella speranza che la vostra finta precarietà si trasformasse in assunzione. Dico finta precarietà perché sapete bene che anche essere precari, all’università, proprio in vista di logiche che voi sollecitate, di sanatoria, è un privilegio che pochi possono permettersi per condizioni economiche e per affiliazioni baronali. In sostanza, il vostro punto debole è che invece di lasciare il “contratto” che avete, ve lo tenete stretto con le unghie e con i denti. Perché? Perché sperate nella stessa sanatoria (mascherata) che ha messo in cattedra da 30 anni i docenti italiani. Con le conseguenze che si vedono e di cui voi sieti il conseguente prodotto.

  20. France ha detto:

    Scusa, Enrico, ma a questo punto, visti tutti i precendenti della”questione Palermo”, sarebbe bene che chi dà agli altri del marcio si qualificasse. Così, tanto per far capire agli altri da quale “gradino” si sporge a giudicare “voi precari” (bellissima definizione all inclusive, adatta a creare quel sano razzismo che oggi va tanto di moda).
    Quello che tutti chiedono da 10 anni è di sbloccare il sistema. 1000 ricercatori all’anno è un numero ridicolo, come è ridicolo che il 30% degli ordinari sia ultrasessantacinquenne (quando nel resto del mondo, a meno di essere un Nobel, si va in pensione). Non è, come si dice, un problema di mancanza di risorse. Ci sono soldi per “mantenere” quasi 60.000 precari, in stato stazionario: non basterebbero forse per 20.000 ricercatori? Nessuno si aspetta di essere assunto perchè ha avuto un contratto per tre anni. Nel resto del mondo si sa bene che non tutti i dottorandi arrivano al PhD, non tutti i postdoc diventano principal investigator (il 20%, negli USA).
    Ma in Italia non si vuole creare un largo sistema di reclutamento ORDINARIO, perché fa troppa paura a politici e baroni una Università capace di nuotare in mare aperto.
    Io faccio il postdoc in Olanda (tanto per tornare alle qualifiche), e mi fa sommamente incazzare che TUTTE le università olandesi figurino nelle prime 200 al mondo, e che di italiane ce ne siano solo due. E sono tremendamente invidioso di tutti quei colleghi tedeschi, francesi, giapponesi, spagnoli che si fanno un mazzo incredibile e lavorano 12 ore il giorno 7 giorni su 7 per farsi un CV col quale tornare nei loro paesi e trovare lavoro lì, mentre noi italiani ciccia!!!

  21. Enrico Malclavelli ha detto:

    Cara France, tu hai ragione. Il problema non siete voi (non ho usato l’espressione “voi precari, per altro), che tirato in ongi caso comprensibilmente l’acqua al vostro mlino: il problema è che qualsiasi concorso italiano è viziato dall’impossibilità pressoché totale di trovare dei professori non appartenenti al “sistema” , o a volte, semplicemente alfabetizzati. Quindi chi giudica chi? L’università non attende altro che risolvere situazioni di fatto, che in realtà sono state create, spesso, a bella posta. Altrimenti, chi accetterebbe un contratto, se non con l’implicita speranza che la didattica faccia un giorno punteggio? La musica la conosco benissimo: io ho studiato e lavorato in molte università europee e ora di scrivo della Germania (dove non ci sono ricercatori…). Quindi chiedere un concorso nazionale a sorteggio (che sappiamo…) e far valere la didattica ecc. signifca ope legis. Ma non è la logica che si dovrebbe abbattere? E’ questo il “merito”? Tu che stai in Olanda avrai avuto assicurazioni sul tuo futuro in Italia, e se non lo hai fatto ti sei esposta al rischio che altri facciamo contratti al tuo posto e vantino una didattica che tu non hai ecc. La solzuione? Non c’è. Un paradosso: Che una commissione internazionale selezioni i professori italiani che entrano in commissione in Italia… Un consiglio: resta in Olanda.

  22. Serpicanaro ha detto:

    palermoide tieniti alla larga da noi, resta in germania, sei peggio della digos.

  23. giovanni ha detto:

    Allora, partiamo con la campagna di Primavera. Per ora mi sembra di capire che ci sono due iniziative da portare avanti:

    – lo sciopero della fame, che partirà entro 10-15 giorni

    – (per i romani) il voto contro il duo Tocci-Gasbarra in primavera.

    Altre idee?

  24. Miriam ha detto:

    Sciopero della fame? Dove? Quando?

    Contro Gasbarra e Walter Tocci, per forza. Anche senza organizzarci. E chi voterà il sodale di Tocci dopo quello che è successo?

  25. France ha detto:

    Enrico: il punto è che se si vuole rompere il sistema “marcio”, bisogna madare in pensione i ras e mettere regole ordinarie, non straordinarie, per il reclutamento.
    I concorsi io sarei per abolirli e dare autonomia ai dipartimenti, col corollario che chi fa cazzate e non produce va a casa o in galera, a seconda dei casi. Purtroppo è troppo drastico, come metodo, e allora mi accontenterei che per il CNR, per l’ENEA, per l’ISTAT, per le Università ci fossero dei bandi nazionali ogni anno a date ben definite, e per un numero di posti in grado di portare l’Italia a livello dei paesi concorrenti (5000 l’anno, tipo), la fine delle carriere automatiche e tassativamente in pensione a 65, e valutazione nazionale che pesi sui bilanci di chi fa schifo. E’ chiedere troppo?
    Per tornare al personale, dall’Italia sono scappatO, tra l’altro rimettendoci qualcosa come 5000 euro di stipendi da post-doc mai pagati: figurati se mi tengono caldo un posto! D’altra parte sappiamo bene che nessuno che non sia “figlio di” può permettersi di andarsene e poi tentare il rientro.
    Le stabilizzazioni erano (sarebbero?) un modo come un altro per cercare di smuovere questo pantano immobile ed autoreferenziale: finora 1050 posti /80 università in tutta Italia fa 13 posti l’una, in media, ovvero appena appena per sistemare i figlioletti di turno…

  26. Colombo da Priverno ha detto:

    Caro France,
    ho l’impressione che da lontano vedi le cose meglio che molti di noi da vicino….

    Caro Enrico,
    basta con la vecchia stronzata che la colpa dei precari è tenere stretto il proprio contratto, o essere stati costretti a passare sotto certe forche caudine per ottenere quello che era già loro diritto per cultura e preparazione!

    I nostri contratti e assegni sono esattamente questo: abbiamo preso – senza purtroppo poter ottenere di più, e senza voler rinunciare al nostro diritto, fondato sul merito, di essere ricercatori – quel che ci hanno dato col contagoccie, cioè un decimo di quel che è stato loro concesso a palate, quando è stato il loro turno, sulla base d’un numero di pubblicazioni in tutta la vita pari a quelle che noi sforniamo in un anno.

    ANCORA QUALCOSA DA DIRE?

  27. Colombo da Priverno ha detto:

    So che non è sempre così, e ci sono anche un poò di ammanigliati da quattro soldi. ma sparare così sul mucchio è ingiustificatamente denigratorio.

  28. invece di minacciare il governo o chicchessia sempre all’emigrazione…
    non sarebbe meglio far diventare sempre più simile l’italia ad uno
    dei paesi di potenziale espatrio?
    cioè facciamo l’italia più simile all’olanda, alla germania, all’UK…

    che vuol dire: abolire i concorsi!!!!! Ti sei spaventato?
    Mi dispiace…. ma è cosi… 😀

  29. France ha detto:

    Anche se credo sarebbbe la soluzione migliore, non credo che nessuno sia materialmente in grado di metterla in pratica.
    Non vedo, d’altra parte, nessuno in grado di risolvere nulla, al momento….

  30. rocco ha detto:

    Ciaoo…stò cercando di sviluppare un sito web – blog di recensioni di film,serie tv e videogiochi e altro…
    ti và di fare uno scambio link nel blogroll?
    il sito web è http://www.rapiditaliashare.net
    grazie e a presto

  31. Enrico Malclavelli ha detto:

    France: capisco il tuo discorso. Ma le regole ordinare dovrebbero essere precedute da regole straordinarie, altrimenti non se ne esce. Il problema (chiaro a tutti, persino al governo) è evidentemente costituito dai giudicatori (commissari). A che altro servirebbero le regole a vantaggio della meritocrazia se non a limitare il baronaggio? Il paradosso è questo: che non ci fidiamo – giustamente – degli esaminatori. Ma se è così, come si può credere che i contrattisti che aspettano (senza fare ovviamente di tutta l’erba…) siano a occhi chiusi dei meritevoli e non favoriti? La cooptazione, come di tu, a patto che però chi sbaglia… ma andiamo!! Ma l’univestità italiana la conoscete, non siamo mica a Oxford, questi sono capaci di magiarsi anche le tende delle aule, qualsiasi inereccettazione telfonica di ordinario o asociato darebbe uno spaccato peggiore di quello dei furbetti del quartierino. Quindi?

    Colombo: i vostro diritto fondato sul merito? Di molti, di qualcuno. In ogni caso di persone che possono permettersi di guadagnare per anni, senza nessuna prospettiva certa, 5000 euro l’anno. E gli altri? Quelli che hanno lasciato perché non potevano permettersi questo? E quelli che erano disgustati della situazione? E quelli il cui professore-padrino è famoso in tutto il mondo ma non conta nelle spartizioni perché troppo impegnato nella ricerca e meno nel piazzare meritevoli amanti e dotti lecca culo? Oppure perché vicino alla pensione e non può più corrispondere favori? Mi spieghi come è possibile che un orda di docenti analfabeti (non tutti, ma moltissimi) possa aver distribuito contratti a valenti studiosi in erba? Succede,per carità: molti sono bravissimi. Molti, lo ripeto, sono bravissimi. Ma – questo è il punto – non si può continuare a raginare con la logica del CONDONO. A molti di voi, (comprensibilmente) non interessa un fico secco dell’università e della ricerca, a voi interessa fare quadrare la vostra scommessa, e veder onorata la logica italica che al fatto compiuto fa seguire la sanatoria. Altrimenti, se non fosse pre questo, non starest tutti proni a farvi dare quattro lenticchie in cambio di unapromessa indecente. Quale: passare il “vostro” concorso, il concorso “chiamato” per voi.
    La verità è che questo sistema, se si guarda non ai casi individuali, ma ai grandi numeri, ha selezionato i più accomondanti, i più arrendevoli, ha piegato la dignità di chi un po’ di dignità l’aveva e lo ha ridotto in un modo tristo. Ma quale di quale diritto parli?

  32. caro Malclavelli certo che hai proprio un bel cognome…
    “Ma l’univestità italiana la conoscete, non siamo mica a Oxford, questi sono capaci di magiarsi anche le tende delle aule, qualsiasi inereccettazione telfonica di ordinario o asociato darebbe uno spaccato peggiore di quello dei furbetti del quartierino. Quindi?”

    Quindi cosa?
    Forse ti fraintendo… ti prego spiegati bene perchè io questo capisco:
    Per salvarci il c**o dovremmo salvaguardare e tenere
    questa feccia a gestire gli atenei…

    Te la ricordi la storia sulla “questione morale”?… bhè riguardatela…

  33. mimmo ha detto:

    Malclavelli, ma uno straccio di proposta? Giri giri e non arrivi a nulla. Una proposta qualsiasi. La valutazione va bene ma nessuno può valutare. Ci vogliono regole straordinarie prima delle ordinarie dici, bene. Ma per fare cosa? e chi le scrive? chi le applica? L’unica proposta – che tu stesso definisci un paradosso – è una commissione internazionale che chiama la commissione nazionale. Bravo ma se gli italiani sono tutti uno schifo non è che se lo schifo è legittimato dall’estero cambi nulla….

    Va bene lamentarsi e descrivere tutto come marcio ma poi una via d’uscita ci deve pure essere. Altrimenti che facciamo ci piangiamo addosso e basta?!

  34. Continuo cmq ancora a non capire il fatto di chiedere nuove proposte…

    NON esistono nuove proposte… ma solo scelte, decisioni da prendere.

    Insomma:
    O ci si allinea ai modelli europei o dovremo a breve emigrarci
    stupidamente tutti. Con il paradosso che avremmo potuto importare
    un modello piuttosto che agire con un espatrio.

  35. Enrico Malclavelli ha detto:

    Pur conprendendo le vostre ragioni, dico: il “ricercatore precario” non esiste. Non esistono contratti da ricercatore precario. Esistono contratti che dovevano essere dedicati al riborso spese di grandi esperti, di professionisti, ma non professori. che avrebbero tenuto dei corsi per l’università fuori ruolo, e che invece sono stati destinati, abusivamente, a creare posizioni “di fatto”. Le posizioni di fatto NELLA VOSTRA PROPOSTA – dovrebbero valere come condizione di accesso all’università. A quale titolo? Non vi sembra che rinnovare la logica del fatto che crea il diritto? Non vi accorgete che questa è una furbata, e non un criterio scientifico? Chi è meritevole, quello che resiste di più? Che ha le assicuazioni migliori? Che non ha trovato niente di meglio da fare?
    La soluzione? La soluzione c’è e non c’è. Ci sarebbero tante soluzione se ci fosse la forza politica di adottarle. Intanto:
    1) Ciascuno sa bene che ci sono tante, tantissime “mele marce”, che l’università è piena di potentati senza merito e anzi con grande demerito: perché le “mele virtuose” non isolano le “mele marce”? Possibile che si parla solo di concorsi e di posti? L’omertà significa complicità. Piacciono le università olandesi, inglesi, americane: ma non c’è nessuno disposto a parlare e a dire le cose come stanno. Perché,invece di chiamarni, “ricercatori precari” (perfettamente nella logica italiana) non avete creato una rete di moralizzzione dell’università? Ditemi che non sapete chi vincerà i prossimi concorsi (quei pochi che ci saranno) da qui a 5 anni!! Ditemi che non conoscete imbroglio di ogni genere…Quindi il primo punto sarebbe quello di chiedere correttezza, trasparenza, moralizzare ecc.Ma è chiaro – e questo è il punto – che non potete essere voi a moralizzare, visto che partite – scusate la durezza – da un abuso, perché il ricercatore precario non esiste giuridicamente. Se siete voi in difetto, non potrete mai agire che nel solco già tracciato da chi vi ha preceduto, e che forse pure vi usa. Perché alla fine, quattro soldi usciranno fuori, molte posizioni verrano “regolarizzate”, tra queste ci saranno quelle di chi ha rotto più i coglioni, quelle dei figli di padri al momento potenti, e qualche “meritevole”. La maggior parte, gli altri, saranno degli sconfitti. La soluzione è cominciare a rompere il silenzio, creare una rete trasversale, che coinvolga anche i docenti seri. Il governo – giustamente- non sborsa una lira per questa università.
    Non vedete che non c’è neanche una critica scientifica intorno alle pubblicazioni? Che nessuno vuole pestare i piedi agli altri? Che tutticercano di “fare rete” e che non si butta niente? Da queste condizioni che università può sorgere? Ammesso che entriate dovreste sottostare anche voi alle stesse regole.

    La mia “soluzione” è allora, 1) isolare le mele marce 2) togliere il titolo legale della laurea. 3) chiedere che -ha ragione France – ci siano dei meccanismi ordinari di reclutamento, certi, e con molte risorse 4) creare vera competizione tra le università (niente perciò commissioni nazionali) 5) far dipendere – veramente – la permanenza nella ricerca dalle pubblicazioni.

    Io ho preferito lasciare l’Italia da anni. Ho capito per tempo che non c’era alcuna possibilità di cambiamento

  36. La mia “soluzione” è allora, 1) isolare le mele marce 2) togliere il titolo legale della laurea. 3) chiedere che -ha ragione France – ci siano dei meccanismi ordinari di reclutamento, certi, e con molte risorse 4) creare vera competizione tra le università (niente perciò commissioni nazionali) 5) far dipendere – veramente – la permanenza nella ricerca dalle pubblicazioni.

    ovvero sintetizzando:
    Abolizione concorsi e Autonomia economica degli atenei.
    In italia saremo il 5% favorevoli…

  37. Miriam ha detto:

    Continuo a sentire chiacchiere, ma nessuna proposta concreta. Infatti:

    1) “isolare le mele marce” non è una proposta reale: è come fare la campagna elettorare e dire “abbassare le tasse” senza spiegare come.

    2) lo proponiamo anche noi, ma l’abolizione del valore legale della laurea avrebbe (forse) qualche effetto sull’offerta didattica, non sulla ricerca

    3) anche questa è una nostra proposta

    4) anche questa è una nostra proposta

    5) anche questa è una nostra proposta

    Il problema della competizione e della cooptazione senza concorso che all’estero funzionano bene, pero’, è questo:

    a) bisognerebbe rendere a tempo TUTTI i contratti, anche quelli degli ordinari. Il nocciolo del problema è questo: chi detiene il potere è stabile e chi è sotto no. Cioe’ persone che non sono sottoposte ad alcun giudizio e non hanno nulla da perdere, hanno il potere di selezionare chi invece ha da perdere tutto. Se fossero precari anche gli ordinari e se i loro rinnovi contrattuali dipendessero dalla produttività, si creerebbe in loro l’interesse ad una selezione meritocratica.

    b) inoltre gli ordinari non dovrebbero essere cosi’ tanti, perche’ (a parte il solito discorso sulla piramide rovesciata che consuma le risorse per le assunzioni) questa situazione continuerebbe a creare la turnazione per la quale una volta tocca a me e faccio vincere il mio, un’altra a te e fai vincere il tuo. Se ci fosse un unico ordinario a capo di un gruppo piu’ vasto e se lui stesso fosse sottoposto a valutazione da parte di un organo NON ELETTIVO (come all’estero!), non solo non ci sarebbe alcuna turnazione, ma tutti i sottoposti sarebbero messi sullo stesso piano, perche’ tutti lavorerebbero con lo stesso dirigente di ricerca.

    Infine: gli assegni di ricerca non erano previsti per grandi esperti, ma per essere quello che sono: un modo per precarizzare la figura del ricercatore. E comunque se a te e Palermo non piace il nome “ricercatori precari” chiamaci Francesco, Giovanni o come ti pare, che tanto la questione non cambia. Questo dettagliare sul nome rischia di diventare un modo per far chiacchiere.

    Aggiungo infine: va bene fare analisi e proposte, ma non puo’ essere questo l’unico fine. Voglio dire: anche le proposte piu’ sensate ed intelligenti del mondo resterebbero carta straccia se lasciate solo per iscritto sul blog. Bisogna individuare il modo di AGIRE e definire una strada per imporle, anche ad un parlamento e ad un’accademia nei quali regna la corruzione. Percio’ vorrei leggere anche qualche post con scritto: facciamo questo, facciamo quest’altro. Ve bene la protesta elettorale contro Gasbarra, Penati e compagnia, ma pensiamo anche ad altre iniziative!

    SCRIVETE E PROPONETE!

  38. Radical Researcher ha detto:

    Compagni non perdiamo tempo a ciarlare con liberisti concorso-abolizionisti e marxisti-leninisti precario-negazionisti.

    Organizziamo la lotta, l’Inverno è finito, si avvicina la Primavera.

  39. Enrico Malclavelli ha detto:

    Miriam, ma allora siamo d’accordo! Mi pare che dici anche delle cose gravissime: “turnazioni” ecc. ecc. Riconosci che c’è corruzione ecc. ecc. Ma questo è il punto DIRLO, Dirlo sul blog, in primo luogo, dirlo in un luogo pubblico. Questo è agire.
    Per il resto vedo però confusione:
    gli assegni di ricerca? non precarizzano niente, perché finiscono dopo un ciclo di due o quattro anni (se non ricordo male). Precari sono quelli che lavorano nel call center, quelli che potrebbero andare avanti all’infinito con contratti. Non gli asegnisti, evidentemente. Inoltre io parlavo dei contratti, non degli assegni. Il vero scandalo sono i contratti. 4 soldi per occupare una cattedra a pieno titolo, come sapere. Erano previsti per grandi professionisti non ricercatori (l’esempio che si fa sempre, anche se non simpatico, quello di Costanzo che insegna teoria della comunicazione). Invece adesso sono dei contratti che coprono l’assenza di cattedre. Perché? Ve lo siete chiesto? In ogni caso, non definiscono precarietà.
    Insomma. Siamo al paradosso, adesso essere precari è diventato un titolo, qualcosa da dimostrare, da sventale su un blog. E’ questo che NON dovreste fare. Come il parcheggiatore abusivo regolare e quello irregolare… Per agire -come dite – dovreste mobilitare la vostra rabbia verso la richiesta di legalità.
    Perché voi vi trovate in questa situazione? Perché da sempre in Italia si sono regolarizzate delle figure che “di fatto” (ma vai a capire) avrebbero maturato un diritto. Poché questo èsempre successo, ecco che la situazione si ripete di generazione in generazione. Se non si dà un taglio a questo,non si esce. Vi sembra che non ci sia “concretezza”?
    Un caso saluto e auguri

  40. Miriam ha detto:

    Evidentemente parliamo di cose diverse. Tu parli di contratti di insegnamento, noi di assegni, co.co.co. , o borse di ricerca. Cioe’ di quei contratti con i quali si arruola il personale che realmente porta avanti la ricerca scientifica (ed umanistica) in Italia. Noi stiamo in biblioteca e/o in laboratorio e/o davanti al computer a fare ricerca. Senza di noi non funzionerebbe un solo centro di ricerca e non ci sarebbe produzione scientifica in Italia, questo (ci accuserai di megalomania) è un fatto, dal momento che gli altri non sanno nemmeno accendere un computer, usare uno strumento, consultare una banca dati. E non ci stiamo per 2 o 4 anni, ma per 8, 10, 15 anni e anche oltre. L’assegno dura al massimo 4 anni? Bene, poi si cambia titolo e se ne ribandisce un secondo per altri 4 anni, poi si passa ad un co.co.co. e magari ad una borsa. E ora ci sono anche i ricercatori TD.
    C’e’ un vero oceano di forme contrattuali che consente di reclutare manodopera precaria pressoche’ all’infinito e ci sono persone che tirano con questi contratti per decenni e quando ci sono i concorsi vengono sconfitti da uno che ha un terzo delle pubblicazioni. Certo, potrebbero non sottomettersi a tutto questo ed andare a lavorare da un’altra parte. Dovrebbero farlo, ma gli piace la ricerca e restano.
    Nel mio dipartimento non c’e’ un solo strutturato che sappia far funzionare un solo strumento scientifico. Senza la manodopera precaria (di persone che stanno qui a 800-1000 euro al mese da almeno 8 anni) ci sarebbero strumenti da centinaia di migliaia di euro inutilizzati. Loro no sanno nemmeno dove si trova il pulsante ON.
    Questa è cio’ che noi denunciamo. Mi sembra chiaro che parliamo di cose diverse…

  41. Colombo da Priverno ha detto:

    Caro Enrico,
    un tempo (molti dei frequentatori lo sanno) ho sostenuto tesi abbastanza simili alle tue, ed ho rifiutato di sparare ad alzo zero sul famoso dott. Palermo sostenendo che il suo articolo sul Manifesto, per quanto sgraziato nei toni e non opportuno nei tempi, avesse serie e pesanti ragioni per farci riflettere su una campagna di nostra difesa che stava diventando un mix schizofrenico tra un isterico attacco collettivo bellico senz’armi e l’elemosina del posticino individuale, preteso pur a prezzo di eliminare ogni selezione facendo passar tutti – comoprese le oche del campidoglio – purchè con loro passassimo noi.
    Un tempo ho anche detto che è vero, anche noi precari italiani siamo figli del baronato (spesso nè un dottorato nè tanto meno un assegno di ricerca da 1300 euro al mese fino ad otto anni si danno, in reltà, ad uno mai visto nè sentito, ma sono frutto di bilanciamenti, equilibri e e intese), e strepitiamo non perchè il sistema non ci vada a genio, ma solo perchè indugia a cooptare del tutto anche noi.
    Si, l’ho detto, perchè il cliema che si stava creando non mi piaceva, non vedevamo l’ambiguità e l’attaccanbilità (come puntualmente è stato) della nostra posizione.

    Ma ora, una volta chiarito questo, la cosa non si può portare agli estremi assurdi da te propalati. Vorrei puntualizzare alcune cose:
    1) la posizione dell’assegnista è una posizione di diritto, perchè l’assegnista ha vinto un concorso, che gli attribuisce un vero e proprio lavoro, e non il diritto a frequentare un corso, come invece quella del dottorando, che non è un lavoro.
    2) Il tempo indeterminato è anch’esso di per sè un diritto: la nostra costituzione dice che il lavoro – su cui la repubblica è fondata – deve essere tale da garantire al lavoratore e alla sua famiglia “un’esistenza libera e dignitosa”, qundi che dia sicurezza, e non sia soggetto a svanire dopo pochi anni impedendo la costruzione delle basi d’una famiglia.
    3) Spesso ad essere precari dell’università sono valenti studiosi che non hanno avuto altra strada, ed hanno dovuto subire, per avere quel che spettava, accordi e spartizioni DEI QUALI NON AVREBBERO AVUTO AFFATTO BISOGNO. Perchè non valorizzare questo, invece dell’opposto discorso dei precari raccomandati?
    4) Nessuno afferma, ormai (spero vivamente), che la soluzione sarebbe dovuta essere quella dell’ope legis, ma quella di un’doneità nazionale per verificare più approfonditamente i titoli di persone che hanno già passato concorsi, ai fini del loro passaggio in ruolo.

    Quindi, Caro Enrico, io capisco la rabbia di chi sia stato tenuto – magari assai ingiustamente – non solo fuori dalla cerchia degli strutturati, ma anche al di fuori di quella dei precari.
    E capisco che la richiesta di legalità è un presupposto sacrosanto, un mutamento di visione del mondo che l’Italia dovrebbe attraversare in molti settori e non solo nel nostro, peraltro.

    Ma il resto no, non va bene.

  42. Marco ha detto:

    Qualcuno ha informazioni sul calendario dei rinfreschi del valente ministro Mussi? Il peggior ministro dell’università dell’Italia repubblicana (detto da uno che, ahinoi, lo voto’), ma il piu’ grande consumatore di bibite… Ridiamoci un po’ su… 😦

  43. ma stiamo reinventando la ruota?
    Nostra proposta? Ma nostra di chi?

    Ma invece di fare tutti questi micro-distinguo che creano divisioni
    nn sarebbe meglio semplificare e unire le voci?

  44. Colombo da Priverno ha detto:

    Bisogna vedere su cosa, unire le voci.

    Per quanto mi riguarda, ad esempio, non sto reinventando la ruota, ma non desidero nemmeno altre sconfitte fragorose come quella che abbiamo avuto nell’ultima finanziaria, dove ci siamo passati (anche per nostri difetti di comunicazione) come una delle cause – e non, come è in realtà, come le vittime principali, assieme agli studenti – del malessere dell’università.

    E magari qualche e-lettore ci ha anche creduto.

    Perciò, Rivoluzione, non avere subito un atteggiamento così diffidente verso quresto dibattito che si va creando. Non averne paura, non preoccuparti, non morde…

    I distinguo alle volte servono a definire bene i concetti, a disegnare meglio i contorni del nostro obbiettivo e a renderlo ragionevolmente compatibile con le diverse esigenze in campo. O vuoi trasformare in ricercatori anche i Tutor?

  45. Colombo da Priverno ha detto:

    P.S. ottimo discorso Miriam, sono d’accordo al 100%

  46. France ha detto:

    No, rivoluzioneitalia, non ci dobbiamo inventare nulla. Universita’ e ricerca che funzionino ce ne sono a carrettate, nel resto del mondo, basterebbe prosaicamente copiare… Ma, come dicevi poc’anzi, saremo si e no il 5%.
    Allora bisognerebbe, come auspica Miriam, impegnarsi su qualcosa di concretamente realizzabile, e che sia alla nostra portata.
    Andare a prendere a pernacchie Mussi ovunque vada a mangiare a scrocco, magari puo’dare soddisfazione nell’immediato (anche se credo che col tappetino di pelo che ha sullo stomaco gli faccia… un baffo), ma non porta a nulla: smettera’ di essere ministro comunque fra poco.
    Chi a sta a Roma potrebbe fare casino tutti i giorni sotto al ministero, ma siamo da capo: a che pro urlare a un palazzo vuoto?
    E non potete (voi in Italia) nemmeno scioperare, dato che non essendo Universita’ e ricerca servizi essenziali, anche se rimaneste fermi per un anno pochi se ne accorgerebbero. Siamo, d’altronde, troppo pochi per proporre leggi o referendum senza appoggiarci ad un referente, ma, anche qui, sindacati, partiti, nessuno glie ne frega una cippa. Peggio, quelli che fanno vista poi si rivelano peggio di chi manco ci caga: ricordate il Tocci del 2001? Quello del “resistete pochi mesi e poi facciamo i concorsi per 10.000 posti”?
    Credo che il massimo che possiamo fare sia (dal realistico al fantascientifico)
    1) Cercare di emigrare, chi puo’, possibilmente pubblicizzando la cosa nel posto che si lascia (io feci un bellissimo rinfresco tappezzando l’istituto di volantini e dicendo che finalmente avevo trovato un lavoro PAGATO).
    2) Convincere altri ad emigrare.
    3) Chi fa lezioni o esercitazioni agli studenti (questa magari si potrebbe coordinare su base nazionale), dedicare una lezione intera per descrivere tutto il marcio che c’e’, e convincerli che fa tutto schifo.
    4) Mandare deserti tutti i concorsi per dottorato senza borsa ed assegni di ricerca per meno di due anni, nonche’ ogni tipo di cococo, cocopro, borsa da due mesi, prestazione d’opera…
    5) Fare lobby per far eleggere Rettore Giulio Palermo
    6) Presidente della Lombardia
    7) Presidente della Repubblica
    8) Segretario generale dell’ONU
    (ora basta, va bene)

  47. Miriam ha detto:

    Purtroppo pero’, ribadisco la mia convinzione che stare q

  48. Miriam ha detto:

    Purtroppo pero’ ribadisco la mia convinzione che stare qui e decidere tutti insieme come dovrebbe essere il sistema ideale sia una bella discussione accademica (scusate il doppio senso) senza utilità pratica. In primo luogo perche’ ad un sistema diverso bisogna arrivarci (quindi bisogna decidere come agire) e bisogna arrivarci partendo dall’esistente. L’ideale sic stantibus rebus sarebbe ribloccare i concorsi da associato e ordinario, abolire oltre al fuori ruolo anche i 2 anni di proroga (ordinari in pnsione a 70, associati a 65), fare una idoneità nazionale che garantisca l’immissione di almeno 20000 ricercatori nel giro di 5-6 anni contando attività svolta, produzione scientifica e prova scritta a quiz (temi no, che ognuno li giudica come vuole), fissando un meccanismo a punti che proporzioni questi tre aspetti. Tipo 25%, 50%, 25% o simili. Ma l’ideale è ben lontano dal possibile 😦

  49. France ha detto:

    Si, OK, ma chi lo fa per noi? Perche’ io o te non lo scriviamo ne’ lo tramutiamo in legge quanto sopra. Chi ce la cucina questa minestra?

  50. Colombo da Priverno ha detto:

    Miriam! Quello che proponi è letteralmente perfetto secondo me (e io, sappi, faccio complimenti molto raramente, assai più spesso sono spudoratamente critico). Sono felice che dopo tanti radicalismi ridicoli – scusate il gioco di parole – stia nascendo una discussione così, seria.
    Ma, purtroppo, è altrettanto vero, come constati, che non abbiamo potere per farlo realizzare.

    Un’idea buona fra le tante (non quella del dott. Palermo rettore; Presidente della Lombardia per me va bene, tanto io sto da tutt’altra parte) la dà France, per incominciare: sfruttare le lezioni e seminari (o comunque tutte le forme di contatto con gli studenti, ma non la sede d’esame, poveracci) per spiegare loro con lealtà in che realtà stanno loro ora e in che realtà stiamo noi (e staranno loro se qualcuno vorrà continuare dopo la laurea) Sono moltissimi, e hanno famiglie. Non si berranno la “versione ufficiale” che gli sbagliati siamo noi perchè pretendevamo un posto senza dimostrare il nostro valore (alla fine l’orrido messaggio che è passato è questo). Cominciamo da qui. Togliamoci la maschera ridicola da panda e prendiamo il nostro orgoglio a viso aperto.

  51. Vittorio ha detto:

    Carissimi tutti,
    Ho letto quasi tutta la corrispondenza sulla fola dei prossimi concorsi universitari per professori e al corrispondente disastro della ricerca universitaria. Mi è quasi venuto mal di testa per cercar di capire i vari punti di vista… Aria, aria! Chi può se ne vada all’estero e chi già vi è non pensi proprio di ritornare nelle Università italiane. Visto come sono messe le politiche italiane correnti, il problema del merito è e resterà per un bel pezzo un problema irrisolvibile. Penso alla sfera dei politici e penso, purtroppo, alla casta degli accademici. Non riesco ancora a capire quale delle due categorie sia più irresponsabile…
    In ogni caso, all’estero si fa ricerca, eccome. L’ho sperimentato e lo esperimento.
    Ciao a tutti.
    Vittorio

  52. Valentina ha detto:

    Intanto per i conducenti di mezzi meccanici del comune di Avellino, e chi sa per quanti altri, è stato bandito il concorso per le stabilizzazioni…mentre nel mondo dorato del merito?
    si bandiscono freschi freschi concorsi per posti di ricercatore con limite di 9 pubblicazioni!!!!!!!!!!!!!!!!!

    A parte lo scontato rimpianto per aver passato anni di gioventù inutilmente a studiare, senza tener conto che nella repubblica delle banane questo non sarebbe servito a nulla…
    Ma chi di voi ha solo 9 pubblicazioni?

    Nessuno dei pluriennali assegnisti-cococo-borsisti-professoriacontratto con almeno 3anni di servizio etc. etc. è così scarso…ma certo assegnisti-cococo-borsisti-professoriacontratto con almeno 3anni di servizio etc. etc. non sono stati selezionati in base al merito, mai,no, si tratta di “gentaglia” pronta a irrompere nel mondo del sapere impunemente tramite ope legis striscianti!

    Invece vi dico che questo concorso cui mi riferisco lo vincerà esattamente una persona che di pubblicazioni ne ha esattamente 9…di cui potrei anche fare il nome come un oracolo.
    Mi si dirà pure che è facile far la previsione: sarà probabilmente l’unico candidato!
    E sarà l’ennesimo concorso in cui ordinari-associati-ricercatori daranno prova di cosa vuol dire reclutare per il mondo accademico in base a ferrei principi basati squisitamente sulle “necessità strutturali degli atenei”
    E tocci dov’è ?
    E mussi dov’è?
    Vorrei invitarli ad assistere allo svolgimento di questa procedura concorsuale per bearsi della meritocrazia che vi impererà!

    Ma voi credete ancora che a questi gliene frega qualcosa delle nostre proposte per un’università migliore?
    Ma non si sono scomposti neanche un po’ e tirano innanzi come hanno sempre fatto!!!
    Non gli abbiamo nemmeno scompigliato i capelli con le nostre presunte rivendicazioni!

    V.
    che a volte vorrei stesse per “Vendetta”

  53. cecco ha detto:

    ma malclavelli è palermo in incognito? ho quest’idea…

  54. serpicanaro ha detto:

    a cecco, ma che te frega? non stiamo appresso ai pazzi… già abbiamo abbastanza problemi noialtri.

  55. cara Miriam basta micro-distinguo…
    Qui stiamo parlando di un paese non dei singoli ricercatori precari che per
    loro umana debolezza pensano (giustamente) a salvarsi il c**o.

    Abolizione dei concorsi e autonomia economica subito,
    magari con una caramella che permetta ai precari correnti di continuare
    col “vecchio” metodo per max 2 anni cosi da evitare “scenate napoletane”…
    chiaramente coloro che dovessoro entrare alla vecchia maniera in questi 2 anni,
    entrano in un ateneo che se finisce i soldi perchè è ridicolo
    saluta tutti e arrivederci e grazie.

    Ma vi rendete conto o no che in un mondo globale l’italia se continua
    cosi diventa terzo mondo? Siamo gli unici in europa ad avere le
    università feudo…

    Chi apre la bocca discettando su soluzioni ritenute democratiche ed intelligenti
    è pregato di farsi un periodo di visiting di qualche mese all’estero prima
    di sragionare…

  56. France ha detto:

    Cari rivoluzioneitalia e miriam: concorsi si/concorsi no e’ ancora, e chissa’ per quanto, pura discussione accademica. Stiamo urlando a palazzi vuoti. Sebbene miliardari, anche quelli la’, sapete, son precari. Un domani che la Rita Levi si rompe il femore, la giostra ricomincia a girare. Via Mussi, avanti il prossimo, che, ancora e forse di piu’ sara’ incapace/impotente. Sappiamo tutti (marxisti-leninisti e turbo-liberisti bocconiani, per usare le categorie kantiane di questo forum) che ci sono soluzioni possibili. Tutto fa schifo perche’ non c’e’ nessuno che possa (o che sappia, o che voglia) metterne in atto una.
    Aboliamo i concorsi: chi, noi? Chi ce la fa questa legge?
    Mandiamoli tutti in pensione, quelle salme: ce li mandiamo noi? Quale Parlamento italiano scevro di conflitti di interesse potra’ mai? Se siamo realisti abbiamo gia’ misurato, negli ultimi 7 anni di destra-centro-sinistra, l’impraticabilita’ di qualsiasi cambiamento. Possiamo solo, unilateralmente, staccare la spina a questo sistema: chi ha finito il PhD, se ne vada. Chi lo deve finire, resista, lo finisca e se ne vada. Chi vuole cominciare a fare ricerca, se ne vada, all’estero c’e’ sete anche di PhD students. Chi ancora deve laurearsi, vada a fare la tesi all’estero, c’e’ sempre l’Erasmus. I concorsi si possono abolire: basta non iscriversi!!! La prossima generazione di schiavi uccidiamogliela in culla, SPUTTANIAMOLI!!! Non con i giornali, non con i blog, ma nelle universita’, nelle ore di lezione, a mensa. Chiamiamo chi e’ fuggito all’estero e facciamogli raccontare in faccia a 300 studenti lo schifo da cui e’ fuggito e quello che in tutti gli altri paesi civili e’ fare ricerca. Tagliamogli le gambe a questi cialtroni!

  57. kari ha detto:

    Dunque. mentre scrivo dal mio lab, mentre aspettavo che un’analisi in corso devo dire che sono sincermanete amareggiato dalla situazione. Credo che ai piani alti siano esattamente riusciti a fare cio’ che era necessatio per perpetuare il potere, ovvero non dare alcuna possibilita’ a chi sta in basso. L’unica risposta reale e attuabile sembra quella di France. Spegnere la luce e andarsene a casa.. o all’estero. io sono disponibile a venire a raccontare negli atenei come funziona negli altri paesi.
    Devo dire che quando scrivo con l\80% delle persone rimaste in Italia scrivo a persone che mi hanno sempre fatto questo discorso :” io rimango qui fin che posso tanto prima o poi qualcosa succede” .. questo sarebbe merito ?
    Voglio anche dire che per chi agita il famoso numero delle pubblicazioni, mi ricorda un po’ benigni quando diceva che si fa pisello a pisello per vedere chi ce l’ha piu’ lungo.. .io ne ho 9 tu ne hai 10 tu 15 ?? ma di cosa ??? lo sapete che chi eæ in ambito medico avra’ almeno il doppio o il triplo delle pubblicazionio di chi si occupa di chimica, fisica o matematica ? vogliamo tirare fuori l’impact factor.. benissimo.. andiamo a leggere la notizia di oggi su nature sul fatto che si pensa che ormai non sia piu’ adatto a giudicare persone per poter parteciapre ad una call fo position. Io che non riuscivo a pubblicare quanto necessario , me ne sono andato a passare parte del dottorato all’estero, perche’ a quello che facevo ci tenevo ma secondo voi facevo veramente qualcosa di diverso rispetto a farmi il mazzo di 10 ore in italia per fare il factotum ? ci rendiamo conto che poi chi e’ stato assegnista si trova nella posizione piu’ scomoda che esista. Non sei parte della classe docente, sei guardato male dai tecnici, deve essere schiavo E BASTA. Alzi la testa, te la faranno abbassare. E allora cosa ci rimane ? La speranza delle sanatorie ? Parliamo un secondo sulla stabilizzazione in base agli anni di precariato.. Ma scusate vi rendete conto che ci troviamo al punto che chi e’ stato seduto in un buco tre anni anche senza dottorato VALE di piu’ di chi ha girato tre o quattro laboratori anche all’estero ? A proposito di dottorato.. ho pure scritto all’associazione ma sembra che per alcuni di loro COOPTAZIONE a partire dal concorso vada BENISSIMO visto che in alcuni atenei li hanno abolit e prendono per CV !! ma che cavolo di curriculum ha un neolaureato ? ha fatto il bravo cagnolino per il prof con cui facela la tesi ??? Ma ci rendiamo conto in che situazione si trova l’ITALIA ? la soluzione puo’ venire da noi se ce ne andiamo e solo dallæalto se finalmente le persone si stancano e mandano tutti a casa (e ogni tanto avviene.. qualcuno si ricorda del muro di berlino.. prima o poi le cose succedono) quindi secondo me sarebbe preferibile partecipare ad una lotteria piuttosto che capitare nei calderoni e nelle varie selezioni scrivo tutto questo con grandissima tristezza perche’ l’italia e’ pur sempre un paese stupendo. E vorrei ricordare anche a chi caldeggia metodi di selezione statunitensi che e’ grazie allæistruzione italiana che non mi sono riempito di debiti per finire un’univerista’ e che ho potuto frequentarla anche se non sono figlio di nessun magnate del petrolio.

  58. France ha detto:

    Kari, ogni singola esperienza vale l’altra, ed e’ soggetta ad errore di campionamento. Tra i miei conoscenti ce ne sono alcuni che sono restati in Italia a fare assegni, borse e cococo: altri che si sono riciclati in qualcos’altro, sempre in Italia: altri che se ne sono andati. Non penso che chi sia restato creda al “prima o poi un posto mi tocca” piu’ di chi se ne e’ andato, a meno che non ci sia qualche intrallazzo dietro, ma ne conosco pochi comunque. Io non dico andiamocene perche’ chi se ne va e’ meglio di chi resta, dico andiamocene perche’ la politica ci ha voltato le spalle, e purtroppo senza di loro non possiamo cambiare nulla…

  59. scusate se insisto ma…

    Prima di dire: “me ne vado…” è possibile per coerenza almeno dire:
    “voglio che l’italia abbia la stesso modello per università e ricerca
    del paese X che ho scelto per il mio futuro da ricercatore?

    Quanti in questo blog riescono a scrivere questa frase, sostituendo in X la propria scelta?

  60. valentina ha detto:

    Kari,
    lo sappiamo tutti benissimo che uno di medicina pubblica il doppio o il triplo di uno di chimica, fisica o matematica…e ti dirò di più, sappiamo anche tutti benissimo che all’interno delle stesse discipline ci sono sottosettori in cui i rapporti di produttività in termini di pubblicazioni variano moltissimo.
    Sappiamo anche tutti che l’impact factor è un parametro scarsamente indicativo…

    se credi che stessi facendo pisello a pisello penso che tu sia in malafede: quello che volevo indicare è che al solito i concorsi sono ad personam. E fattelo dire, ovviamente io appartengo allo stesso settore del concorso bandito, e ti posso garantire che in quel settore 9 pubblicazioni sono poche e che sempre in quel settore ci sono in giro non 1, ma più precari di valore, con più di 10 anni di precariato, con una MONTAGNA di lavori non 1, non 2, non 3 in più e di più alto valore di quelli del candidato vincitore prossimo stabilito…e che il gap incolmabile fra il cv del candidato futuro vincitore e i suddetti precari è cosa ben nota a chi ha bandito il posto…
    beh io penso che meritocrazia sia bandire un concorso e sperare che si presenti per il posto il candidato migliore che c’è in circolazione, senza limiti di pubblicazioni, perchè il mio obiettivo è fare ricerca, e ricerca di qualità, non piazzare “il figlio di,.l’amica di..” ma evidentemente devo avere una strana idea di cosa sia la meritocrazia, in Italia o all’estero. E mi fa tanta tristezza dover fare queste specificazioni così ovvie.

  61. kari ha detto:

    @Valentina non volevo essere in malafede e sono in accordo con te. E’ solo che piu’ di una volta ho cercato di fare discorsi seri sulla meritocrazia ma non sono riuscito a ottenere niente anche da associazioni che di merito si occupano (come scrivo nel post) condivido certo con te e’ che purtoppo mi sono ritrovato a vededere situazioni dove chi stava simpatico al gruppo vedeva il suo nome sulle pubblicazioni anche se magari aveva corretto solo l’ortografia… e’ che il sistema si e’ ben evoluto e il numero delle pubblicazioni puo’ non essere indicativo quanto sembra 😉

    “io penso che meritocrazia sia bandire un concorso e sperare che si presenti per il posto il candidato migliore che c’è in circolazione, senza limiti di pubblicazioni, perchè il mio obiettivo è fare ricerca, e ricerca di qualità, non piazzare “il figlio di,.l’amica di..” ma evidentemente devo avere una strana idea di cosa sia la meritocrazia, in Italia o all’estero. E mi fa tanta tristezza dover fare queste specificazioni così ovvie.”

    Guarda molto spesso basterebbero persino e paradossalmente le stesse indicazioni che ci sono nei concorsi delle merendine… quelli che scrivono.. i dipendenti o chi ha relazione con la nostra ditta non puo’ partecipare 😉
    (naturalmente anche questa e’ provocatoria)

    scusa se il tono poteva sembrare CONTRO, non lo e’ affatto io ci spero proprio in un paese dove si possa ancora a fare ricerca, anche se per ora me ne sono andato e ti posso assicurare che costa e non e’ il paradiso terrestre neanche fuori 😉

  62. France ha detto:

    @ rivoluzione Italia : X=Olanda. E con questo?
    @Valentina: meritocrazia SAREBBE bandire un concorso e far vincere il migliore. mA non esiste regolamento degno di un Vlad Tepes che impedisca di piazzare chi piace e non chi merita (vedi gli ultimi 60 anni dell’Italia repubblicana). Una riforma radicale tipo UK, USA, insomma resto del mondo, sarebbe auspicabile, ma non è praticabile perchè chi dovrebbe non sa, non vuole, non può, Berlusconi o Prodi, negli ultimi tempi, Andreotti, Craxi etc qualche anno fa. E noi non ci possiamo fare nulla, mettiamocelo in testa. Smettiamo di farci illusioni e fuggiamo, finchè all’estero c’è posto…

  63. cato france… so che non avresti avuto problemi per la frase…
    il pb è per quelli come “ricercatore precario”.

  64. valentina ha detto:

    Son contenta che ci siamo capiti.
    Per quanto mi riguarda, il paese X può essere anche la Spagna, la Francia…dove mia sorella è “emigrata” ed il prof francese DOPO 2 MESI SCARSI da che lei è lì le ha offerto 3 diverse opzioni di proposte lavorative PER IL FUTURO. Parole che da noi non si sentono dopo 12 anni di lavoro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Ma dimenticavo, 5-7-12 anni che abbiamo trascorso lavorando per esigenze legate a singolo progetto.
    E non stiamo parlando della sgurgola marsicana, ma di Parigi.
    E’ un Paese questo nostro?

  65. Antan ha detto:

    SE SIETE IN ITALIA E’ PERCHE’ SIETE STATI E SIETE DEI RACCOMANDATI! SPERO CHE IL 99% DI VOI MARCISCA NEI LABORATORI A 1000 EURO AL MESE ED I VOSTRI FIGLI PENSINO CHE SIETE STATI DEI COGLIONI.

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